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Autore: Cheonefer86    16/11/2012    6 recensioni
Severus è sempre il solito testardo Severus che pensa di non meritare nulla al mondo e vive la sua vita nella solitudine della sua casa, mentre Hermione è sempre più tormentata dai sentimenti verso una persona difficile da amare e che non si lascia amare. Servirà l'intervento di qualcuno per avvicinare due anime affini ma distanti.
"Ho sperato di rivederti in quest’ultimo anno, ma tu testardo non vuoi che questa pace sconfini nel tuo cuore, e rimani chiuso nella solitudine della tua casa, nel tuo dolore che non vuoi condividere con nessuno."
Piccoli frammenti di ciò che li separa e ciò che li unisce, senza pretese, solo per cercare di entrare nelle loro menti.
Dopo mesi sono riuscita a scrivere le ultime venti righe dopo che è rimasta su pc per mesi e mesi, eh, ispirazione canaglia! (Spero) Buona lettura!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il mare è calmo questa mattina, l’acqua si spinge lieve verso la riva carezzandola appena, una leggera brezza mitiga questo caldo così asfissiante, ma guardando le mille sfumature dell’acqua

La pioggia sul mare

 

 

Il mare è calmo questa mattina, l’acqua si spinge lieve verso la riva carezzandola appena, una leggera brezza mitiga questo caldo così asfissiante, ma guardando le mille sfumature dell’acqua, mi accorgo che il respiro mi manca per un altro motivo, un motivo che mi fa paura al solo pensiero. Una sensazione che mi opprime la gola.

Il mare in quiete descrive la pace che ormai è scesa su questo mondo e su ogni singolo mago e strega che lo popolano. Non nel mio cuore.

Mi manca anche solo il tuo respiro, anche solo sfiorare il tuo sguardo. Soltanto un amore che non posso gridare a questa brezza che non mi dona alcun sollievo.

Ho sperato di rivederti in quest’ultimo anno, ma tu testardo non vuoi che questa pace sconfini nel tuo cuore, e rimani chiuso nella solitudine della tua casa, nel tuo dolore che non vuoi condividere con nessuno.

Sei uno stupido, Severus!

Ed io sono stata ancora più stupida ad innamorarmi di te.

Non so nemmeno come sia successo, sei un uomo solo e sofferente che non si lascia avvicinare, un uomo pieno di ombre, eppure io sono riuscita a scorgere quell’unica luce che avevi dentro, innamorandomi di essa e della tua oscurità.

Mi è bastato starti accanto in quei maledetti giorni in cui speravamo di non seppellire altre persone nonostante la guerra fosse finita, mi è bastato guardare Ron in quel letto immobile pregando che l’amico e fratello si salvasse: quello era ormai per me.

Invece i miei occhi immersi nei tuoi vedevano un altro te, oppure vedevo un’altra me stessa che per la prima volta era consapevole dei suoi sentimenti, consapevole che stavo iniziando ad innamorarmi di te. Consapevole che sarei morta senza veder mai ricambiato il mio amore.

In quei giorni per te ero soltanto una ragazza con cervello e buone mani da sfruttare, eri ancora troppo dolorante per far tutto da solo. Per mandarmi via.

Sarei stata testarda e non sarei andata via. Sarei stata una donna innamorata.

Te ne sei andato tu, allontanandoti da tutti, allontanandoti da me che ero il nulla.

Non sai nemmeno che a questo mondo c’è qualcuno che ti ama. Tanto non t’importerebbe nulla, vero? Non vuoi essere amato, non vuoi che qualcuno ti stia vicino.

L’acqua continua a dormire in quiete sulla sabbia che l’accoglie, guardando il sole già alto che lo colora d’intensi bagliori. Un paesaggio nettamente in contrasto con il mare in tempesta che si agita in me.

Dei passi leggeri mi distraggono per un attimo dai miei pensieri.

«Ehi, Hermione, non vieni a fare colazione?» la voce rassicurante di Ron mi strappa un sorriso.

«Non ho molta fame, Ron.» il mio stomaco è chiuso da giorni, dopo il tuo ennesimo rifiuto di venire tra persone amiche. Mi ha fatto male vedere la professoressa McGonagall  ancora delusa da te che ama come un figlio. La delusione di tutti. I miei stupidi tormenti ormai mi sono amici e ci convivo, ma vedere quella ruga di tristezza negli occhi di Minerva mi distrugge. Mi sento così impotente.

«Dovresti mangiare qualcosa, sono giorni che non metti cibo tra i denti.» è preoccupato per me, come tutti. Mi vedono in silenzio a contemplare il mare da giorni, chiunque si preoccuperebbe vedendomi in questo stato: sono una Hermione diversa.

«Hermione, da quanto ci conosciamo tu ed io?» ti prego, Ron, non voglio parlare.

«Da quando ho cercato di impressionare due ragazzini su un treno.»

«Oh, e c’eri riuscita tra l’altro. Avrei dovuto uccidere quel bastardo di un topo quel giorno.»

«Allora non sapevi fosse Warmtail, e poi tutto è andato come doveva andare, Ron.»

«Lo so,» dice in un soffio al triste ricordo di tutto quello che abbiamo perso questi anni, «ma non cercare di cambiar discorso.» mi guarda con aria truce, ma non gli riesce proprio la parte del cattivo.

«Veramente lo hai cambiato tu.» gli sorrido.

«Giusto. Miseriaccia, è vero! Il punto è che non puoi ridurti in questo stato per un pipistrello idiota che non capisce quello che rischia di perdere!» sgrano gli occhi per la sorpresa, come… come diavolo l’ha capito?

«Voi credete che io sia uno stupido, ma non è così.» Oh, Ron, io non lo penso per niente. «Ci conosciamo da anni, ne abbiamo passate tante insieme e so riconoscere quando qualcosa ti turba. Durante la mia convalescenza ho visto come lo guardavi e come sorridevi: eri completamente felice. Eri felice perché eravamo tutti salvi. Felice perché eri accanto all’uomo che amavi, anche se lui non lo sapeva.»

«Ron, io…»

«Andiamo, Hermione, lo sapevamo entrambi che non c’era nulla oltre l’amicizia per noi. Mi fa male vederti così per quel… quel coso.»

«Ron!»  non riesco a trattenere una leggera risata.

«Miseriaccia, Hermione, ma una persona normale tu no eh? Magari anche vicina alla tua età.»

Normale? Età? Sono due concetti così strani per me ormai. Potrei prendere un dizionario della lingua inglese per leggerne il significato, ma da quando ho capito di essere innamorata di Severus per me non ne hanno più.

Cos’è la normalità quando guardo il viso pallido e stanco dell’uomo che amo?

Cos’è l’età quando osservo il suo sguardo di stelle nella notte?

«Mi sento una stupida, Ron, mi sono innamorata dell’unico uomo al mondo che non vuole essere amato.» che nemmeno ne è a conoscenza.

«Non puoi scegliere chi amare, puoi scegliere come comportarti, se lasciare che ti corroda senza fare nulla oppure alzarti e lottare per esso. Devi solo decidere cosa fare, Hermione

«Non è facile scegliere.» non lo è mai stato.

«Andiamo, Hermione, alzati da quella dannata spiaggia e vai da lui e sii sincera come non lo sei mai stata. Al massimo potrebbe Schiantarti.» sorride pensando a quell’evenienza, e lo faccio anch’io perché so che sarebbe del tutto capace.

Continuo ad osservare il mare che si fa sempre più azzurro, il suo profumo m’invade la mente donandomi un po’ di quiete che culla i pensieri che si stanno agitando nel mio cuore addormentato.

«Sii una vera Grifondoro e affronta quell’impiastro di un Serpeverde.» aggiunge sfiorandomi appena la spalla, un tocco leggero ma prolungato, come se volesse dirmi “ci sono sempre per te, qualsiasi cosa tu decida di fare”. Stringo la sua mano, la pelle ruvida è fresca, e gli regalo un sorriso per fargli capire che lo so che lui ci sarà sempre, e di questo gliene sono grata. Gliene sarò sempre.

Alcune onde s’infrangono sugli scogli, un alito di vento sta agitando il mare, come se la natura volesse spingermi a prendere una decisione.

Il mare in quiete si sta trasformando nel mare in tempesta che avevo dentro.

 

 

***

 

Piove. Piove da ore, da giorni ormai. Il rumore dell’acqua sui tetti è il mio unico amico, l’odore della pioggia, il mio unico compagno. Rinchiuso in questa casa da tempo, senza nient’altro che il suono delle gocce che scendono vigorose ad accompagnare le mie giornate.

Sono morto talmente tante volte che non sento più neanche il calore della mia pelle. Sono morto dentro, da tempo ormai. Aggrappato a questa vita soltanto per un paio di occhi verdi che brillano sotto un intenso sole che non c’è. Un sole che avevano smesso di osservare da tempo, a causa mia. Per questo la luce di quel sole non brilla più in me.

Porto i segni di quelle morti su questo corpo ormai inutile, sull’anima che non possiedo più da interminabili anni, distrutta, calpestata, gettata. Uccisa.

Soltanto il mio cuore non cessa di battere, ma continua a compiere il suo lavoro instancabile, continua a tenermi ancorato a questa vita.

Distendo il mio corpo stanco sul divano consunto e ricoperto di polvere, chiudo gli occhi e per un istante mi appaiono i tuoi occhi color nocciola che non so spiegare per quale motivo, hanno preso il posto, pian piano, di un paio di occhi verdi. Non avrei mai voluto, ma non riesco più a controllare questi miei pensieri che camminano verso di te, lasciando lungo la strada il suo sorriso sfiorato da una ciocca di capelli rossi. Mi sento un idiota per questo.

Quando il dolore mi assale, mi basta immergere lo sguardo nel buio e tornare a quei giorni in cui ti ho vista soffrire come non mai, in cui cercavo i tuoi occhi pur tentando in tutti i modi di evitarti. Questo non ha fatto altro che aumentare il mio desiderio di sfiorarti e di sentire il tuo respiro sulla mia pelle.

Per questo sono scappato rinchiudendomi in questa casa buia e polverosa che sembra lo specchio del mio cuore, sono fuggito per non corrompere anche te con il mio spirito avvelenato, per non costringerti a legare la tua anima pura al mostro che ancora sono.

E poi, per Merlino, ho vent’anni più di te!

È una cosa assolutamente impensabile questa, devo eliminarti dai miei pensieri prima che sia troppo tardi. Ho già convissuto con un amore non corrisposto per anni, non avrei la forza per viverne un secondo. Il mio amore per Lily è stato la mia ancora di salvezza, mi ha distrutto e salvato, mi ha reso libero e schiavo, felice e sofferente. Sono un uomo che ha conservato l’amore di bambino per lunghi anni. Interminabili. Troppi.

Sono un uomo che non sa cosa significhi essere amato.

Come hai fatto tu, dannata ragazzina, ad entrarmi così in profondità, dove non riesco ad arrivare per mandarti via e salvare la tua anima?

Una risposta di cui ho paura, che non voglio sentire perché saresti tu a dovermela dare, e non riuscirei a sostenere il tuo sguardo.

Un leggero ma deciso bussare alla porta distrae i miei pensieri, e forse è meglio così.

Mi alzò un po’ scocciato a dire il vero, d’altronde non amo le visite, a nessuna ora del giorno. Apro la porta e per la sorpresa sgrano gli occhi più del dovuto.

«Minerva?!» la osservo per un attimo, il suo volto stanco ha più rughe di quante ne ricordassi, i capelli ancora più grigi.

«Non mi fai entrare, Severus?» la sua andatura fiera e composta tradisce tutto il peso di questi anni passati a combattere e poi a ricostruire, mi scosto per lasciarla passare richiudendo la porta alle spalle.

«Posso offrirti qualcosa?»

«Siamo troppo adulti e ci conosciamo troppo bene per perderci in questi inutili convenevoli.» risponde decisa e sicura di sé, com’è sempre stata.

«Cosa vuoi, Minerva?»

«Sono stanca dei tuoi rifiuti, Severus, cosi sono venuta qua perché sono stanca di parlarti attraverso la carta, e, effettivamente, potresti offrirmi il tuo tempo. Potresti offrirlo a tutti noi.» offrire il mio tempo per cosa? Per continuare a far soltanto del male?

«Ripeto: cosa vuoi, Minerva?»

«La prossima settimana ci sarà il matrimonio di Harry e Ginny.»

«E dovrebbe importarmi?»

«Vorrei che venissi, lo vorremmo tutti, Harry per primo.»

«Sono commosso da tale interesse.» perché dovrebbero voler vedere la faccia di colui che ha ucciso Dumbledore, che ha tradito… che sarebbe dovuto morire al posto di altri.

«Smettila, Severus!» grida perentoria come se avesse carpito i miei pensieri. «Se siamo vivi, è grazie a te, al tuo dolore, al tuo sacrificio, al tuo coraggio. Hai solo obbedito alla richiesta di quel pazzo di Albus.» un velo di tenerezza le copre gli occhi al ricordo di Dumbledore che adorava come e più di me. Il sentimento che li univa e li faceva essere così complici era il mio porto sicuro, mi donava tranquillità vederli.

Ho posto fine a tutto questo.

Cerco di distogliere lo sguardo da Minerva che mi guarda con tristezza, quasi dolore; mi fa male vederla in questo stato, mi distrugge l’anima, quel poco che ne è rimasta. Far soffrire le persone che mi sono accanto, solo di questo sono capace.

«Severus!» riprende decisa Minerva. «Devi smetterla di torturarti in questo modo! Hai avuto la fortuna di avere un’altra possibilità, non buttarla al vento. Vivi finalmente quella vita che ti neghi da tempo

«Fortuna, Minerva? Questa la chiami fortuna? Non hai idea, nessuno ce l’ha, di quello che ho dovuto passare, il mio cuore è ormai morto e la mia anima è andata completamente distrutta su quella maledetta Torre. Ho passato un anno sulla sua maledetta sedia ad essere guardato con odio e disprezzo senza che nessuno sapesse cosa stavo passando. Non hai idea degli occhi che continuano a tormentarmi. Questa non è vita, Minerva, sarei dovuto morire da tempo come meritavo. Mi nego di vivere semplicemente perché, dopo tutto quello che ho fatto, non me lo merito.»

Si avvicina a me sfiorandomi leggermente un braccio, m’irrigidisco appena.

«Oh, Severus, sono così addolorata e mi sento così tremendamente in colpa per non averti dato la fiducia che meritavi, Albus si fidava di te ed io avrei dovuto seguire il mio cuore, ma non è stato per niente facile per me saperti il suo assassino, non lo è stato per nessuno. Siamo esseri umani, deboli e fragili.» allunga una mano verso il mio viso. «Mi dispiace di non essere riuscita a vedere quanto atroce dolore ci fosse dentro questi occhi.»

Questa carezza così materna mi scalda il cuore, una sensazione che non ricordavo di poter provare, rimango a guardare i suoi occhi così sofferenti e dispiaciuti, dai quali all’improvviso fugge una lacrima.

«Minerva, io…»

«Per Merlino, Severus, sono troppo vecchia per queste cose. Perdonaci e soprattutto perdona te stesso e vivi questa vita come mai hai fatto. Innamorati e fatti amare, non fare come questa stupida vecchia che l’ha lasciato fuggire perdendolo per sempre.»

«Minerva…»

«Severus! Ti aspetto al matrimonio, ti aspettiamo tutti, e con tutti dico tutti.» risponde sorridendomi, anche se non ho capito cosa intende.

«Ci penserò.» è l’unica risposta che mi sento di dare.

«Pensa di venire e basta! Adesso vado che ho Lucius sempre tra i piedi a Villa Conchiglia e sta mostrando un certo interesse per una certa ragazza. Troppo fragile in questo periodo e spetta a me tenerglielo lontano.»

«Quale ragazza, scusa?»

«Hermione.» risponde secca, spalanco gli occhi non appena la sento pronunciare quel nome e uno strano brivido mi sale lungo la schiena, un brivido di rabbia del tutto inaspettato.

Senza aggiungere nient’altro, Minerva se ne va con un sorriso sulle labbra.

Lucius? Hermione? Interesse? No, non c’è nulla da sorridere.

 

 

***

 

Ho dovuto guardare il mare sempre più agitato per altre tre ore prima di decidermi a venire qua, tra i fumi di Cokework e la pioggia che non cessa di cadermi addosso bagnandomi la pelle senza rinfrescarmi. So che non appena vedrò i tuoi occhi, il mio corpo andrà a fuoco, e nemmeno questa pioggia intensa e il mare che ho dentro potranno spegnerlo.

Rimango per qualche istante con la mano immobile nell’aria, poi busso energicamente senza pensieri e senza alcun ripensamento.

«È la giornata mondiale del venite a scocciare Severus Snape?» sento dall’altra parte della porta, un sorriso mi cresce spontaneo sulle labbra e un brivido di paura misto ad eccitazione mi sale lungo la spina dorsale.

Per Merlino, sono o non sono una Grifondoro che ha combattuto una guerra contro Voldemort?

Apri la porta e ti trovo davanti con sguardo interrogativo, deglutisco a fatica.

«Cosa vuoi? Mi sembra di averti ringraziato già tempo fa per avermi salvato la vita. O meglio, per avermi costretto ancora a viverla questa vita.» freddo e duro come sempre.

«Non sei stanco di recitare sempre questa parte che, tra l’altro, è del tutto inutile ormai?» ti chiedo sorprendendo anche me stessa per quelle parole; mi guardi senza rispondere.« Devo stare ancora per molto sotto la pioggia o mi fai entrare?»

«Potrei anche lasciarti lì, ma conosco ancora le buone maniere.» ti scosti lasciandomi entrare.

«Non si direbbe.» sussurro sperando di essere sentita lo stesso, infatti inarchi un sopracciglio. Adoro quando lo fai.

«Cosa sei venuta a fare?» soffi alle mie spalle, mi è mancato il tuo respiro sulla pelle.

«A darti questa.» e allungo la lettera che Minerva mi ha pregato di darti.

«Cos’è?»

«Una lettera di Minerva.»

«Sono commosso da tale sagacia, lo vedo anche da me che è una lettera di Minerva, so leggere, sai?» è meglio se non replico o rischio di Schiantarti. «Volevo sapere di cosa si tratta.»

«Visto che con la tua immensa intelligenza hai notato che è una lettera, non ti sarà sfuggito di certo che è sigillata, quindi la sottoscritta non l’ha letta e non può conoscerne il contenuto, ma considerando il tuo cervello, lo avrai capito da solo.»

«Non fare la spiritosa con me, potrei buttarti fuori in un istante.»

«Fallo se lo desideri.»

«Non tentarmi, Hermione.» wow, ti ricordi il mio nome, facciamo progressi.

«Se questo è l’unico modo che ho per farmi toccare da te.» mi accorgo troppo tardi di aver parlato a voce troppo alta non riuscendo a frenare i miei pensieri, i tuoi occhi stupiti sono fissi su di me, mi sento avvampare per l’imbarazzo. Mi sento una stupida, ma non posso più far finta di niente e tenermi tutto dentro.

«Nessuno sano di mente vorrebbe anche solo farsi sfiorare da me.»

«E allora chiamami pazza, Severus, perché io non aspetto che essere toccata da te.»

«Hermione, tu non ragioni, hai preso troppa acqua e troppo freddo, vai a casa e fatti una doccia calda.» cosa mi sarei dovuta aspettare di diverso, non mi resta che chiudere gli occhi per qualche secondo e respirare, nella speranza che tutto questo sia frutto della mia fantasia. Riapro gli occhi e nulla è cambiato, sei sempre qui davanti a guardarmi come se fossi davvero pazza e avessi detto un’assurdità.

Vorrei scappare da qui, correre sotto questa pioggia scrosciante che non ha intenzione di cessare, per farmi lavare via questi miei pensieri, per farmi lavare via te.

Purtroppo so che nemmeno la pioggia potrebbe cancellare il tuo viso dalla mia anima, lo so, e non posso far altro che rassegnarmi a questo.

«Hai ragione.» parlo senza rendermene conto rompendo il rumore dell’acqua.

«Cosa?» il mio sguardo di nuovo su di te.

«Non ragiono. E francamente sono stanca di dover pensare ad ogni possibile implicazione o evenienza o quello che sia. Sono anni che non faccio che ragionare comportandomi come gli altri vogliono che faccia. È così sbagliato che qualcuno provi qualcosa per te? È così sbagliato amarti, Severus

«Tu non mi ami, Hermione, è solo un capriccio il tuo.»

«Coma fai ad essere così stupido? Sai leggere la mente, ma non sai comprenderla. Prova a guardarmi negli occhi, a guardarmi dentro.» mi avvicino a te con sguardo fisso e fiero, stupendo anche me stessa. Sguardo innamorato. Ti afferro una mano, ma ti liberi subito dalla stretta.« Hai paura persino del mio tocco, hai paura di toccarmi.»

«Non ho paura di toccarti e nemmeno che tu lo faccia.»

«Allora cos’è? Ti faccio ribrezzo?»

«Non dire assurdità, Hermione

«Allora cosa? Spiegami perché se tento di avvicinarmi, ti scosti.» e lo fai ancora, ti allontani da me, dalle mie mani, dal mio respiro, dalle mie labbra. Mi sento così debole, così stanca di tutto.

Sono così pallida da farmi paura, neanche il tempo di dire una parola che rovino a terra e in un attimo mi sei accanto per sorreggermi. Per abbracciarmi?

«Stai bene, Hermione?» come se t’importasse qualcosa.

«Sto benissimo!» replico dura scostandomi da te, mi sei accanto soltanto perché sono quasi svenuta in casa tua. «Non ho bisogno del tuo aiuto visto che ti faccio tanto ribrezzo.» soffio rabbiosa mentre mi allontano barcollando.

«Hermione, io…»

«Lascia stare. Ho capito, tranquillo, ti lascio da solo e in pace, tanto è questo che vuoi. Fai come ti pare, ma non ti aspetterò per sempre, nessuno lo farà.» e invece sarei pronta ad aspettarti per tutta la vita se significasse ricevere anche solo un bacio da te.

«Tanto hai già chi ti aspetta, vero? Non ti ci vorrà molto a sostituirmi.» non sono certa di aver sentito bene, e, francamente, spero tanto di non aver sentito con esattezza ogni singola parola che mi hai appena detto. Meriteresti un incantesimo in pieno petto, sul cuore, nel punto che più mi fa male per distruggerlo come tu stai facendo con il mio.

Nonostante tutto ti sorrido, un sorriso amaro, doloroso.

«Eh sì, hai di nuovo ragione, ho già qualcuno che s’interessa a me ed è pronto a darmi quello che desidero.» sento il petto scricchiolare, il cuore fermarsi, la rabbia salire, odio mentire, e vorrei non averlo mai detto. Mi sento così stupida.

«E allora cosa ci fai ancora qui? Cosa aspetti, corri da lui invece di perdere tempo con me!» stavolta non ti rispondo neppure, ti guardo un’ultima volta prima di andarmene e allontanarmi per sempre da te.

Adesso il silenzio sarà tornato di nuovo in questa casa, anche l’oscurità che per un attimo si era dissipata, verrà di nuovo a trovarti, soltanto il tuo dolore a farti nuovamente compagnia.

Qui fuori c’è solo la pioggia che vorrei sciogliesse questa sofferenza, che estirpasse queste lacrime e le disperdesse tra le sue gocce fresche e pure.

Vorrei svanire insieme a loro e cadere sulla terra in milioni di cristalli trasparenti.

 

 

***

 

Sono di nuovo nascosto a guardare ciò che non posso avere, ciò che non merito. Di nuovo solo mentre il resto del mondo va avanti.

Ti ho intravista qualche istante, sorridente e felice anche se cerchi di nascondere i tuoi turbamenti, il tuo dolore che provi a causa mia e mi sento in colpa, uno stupido bastardo che ha saputo solo farti soffrire.

Adesso mi odierai e col tempo riuscirai a dimenticarmi e ad essere finalmente felice come meriti e con qualcuno che sappia amarti al meglio.

Persino Draco e Lucius sono riusciti a lasciarsi dietro il dolore e la perdita, quello che sono stati, perdonati e non più marchiati. Sorridono, si divertono. Soltanto io mi nascondo.

Lucius… dove diavolo stai andando? Non ti bastano tutte le amanti che hai avuto e probabilmente ancora hai? Devi importunare una ragazzina?

Maledizione, Severus, ma perché tu di chi sei innamorato?

Non provare a toccarla! Giuro che ti Schianto all’istante!

Maledizione! Se stringo un altro po’ le mani rischio di trapassare il palmo con le dita. Forse è meglio se me ne vado da qui.

Invece non mi muovo, continuo ad osservare la scena, a guardare Hermione e Lucius e una donna che si sta avvicinando, lo sfiora e lo bacia. Lo bacia?

«Non è molto educato spiare le persone.»

«Weasley» trasalgo per un attimo e mi volto verso la fonte di quella voce.

Il profumo del mare arriva fino alle mie narici quietando un po’ i miei pensieri così abituati alla pioggia.

«Ron. Sono Ron, dannazione, mi chiami col mio nome, non è più il mio insegnante, abbiamo combattuto insieme e mi ha anche salvato la vita.» tipica spavalderia idiota di un Grifondoro.

«Non azzardarti a chiamarmi Severus.» meglio specificare prima che sia troppo tardi.

«Non ci pensavo proprio. La chiamerò bastardo pipistrello che fa soffrire chi è disposto a tutto per lei. È meglio se la lascio al suo dialogo con l’albero. O a spiare la gente, se preferisce, quello le riesce bene.» stringo con forza la mano sulla corteccia dell’albero, vorrei che sanguinasse, sentire il lento fluire del sangue sulla pelle. Come biasimare le parole di questo ragazzo che mi è di fronte, che soffre per le sue perdite, ma nonostante questo è qui insieme con gli altri a sorridere e a continuare a vivere. Io non sono mai stato capace di farlo.

«Ah, Ronsei a conoscenza del fatto che dovrete completare la vostra istruzione?» sgrana gli occhi e spalanca la bocca. Davvero divertente. «E sai chi sarà il vostro insegnante di Pozioni?» continua a fissarmi come un ebete, in fondo sono sempre il bastardo professore che gode nel vedere i propri allievi in difficoltà.

«Oh, Severus, hai accettato la mia proposta?» da dove è sbucata Minerva? Proposta? Per Merlino, l’ho accettata sul serio!

«Ma, professoressa, abbiamo sconfitto Voldemort, distrutto Horcrux, combattuto e vinto una guerra, non potete darci i M.A.G.O sulla fiducia?» mi sorprende sempre la quantità d’idiozie che può uscire da quell’ammasso di capelli rossi.

Minerva trattiene a stento una risata: «Ronald Weasley, dovrebbero darle il diploma in comicità, ma sono desolata, mio caro, l’istruzione è fondamentale e per quanto abbia completa fiducia in voi, dovrete guadagnarvi il diploma con l’impegno e lo studio.» mi sembra di essere tornato indietro nel tempo a quando queste piccole cose erano la normalità.

«Miseriaccia, che fregatura.» devo ammetterlo, mi è mancato tutto questo.

«Signor Weasley, vada ad aiutare il signor Potter e gli altri.» gli dice Minerva, quel ragazzo è riuscito a strapparmi un sorriso, un sorriso ben nascosto.« Quindi tornerai, Severus?» mi guarda con il cuore pieno di speranza e gli occhi quasi lucidi.

«Veramente io l’ho detto solo per…»

«Oh, Severus, sono così felice,» m’interrompe senza lasciarmi finire, «con te di nuovo a Hogwarts potrò dire di essere finalmente tornata a casa.» si avvicina a me, ma faccio inconsapevolmente un passo indietro. Dannata paura di qualsiasi contatto umano. Sembra comprendere i miei pensieri perché si limita ad una leggera carezza sul viso, regalandomi un sorriso profondo e sincero. Materno.

Per un attimo torno a guardare Hermione così presa dai preparativi e così bella con il sole che le illumina la pelle che vorrei toccare. Guardo Lucius con quella donna col vestito azzurro e i lunghi capelli neri mossi appena dalla brezza del mare.

Ma non era interessato ad Hermione?

Al solo pensiero mi sale la rabbia, ma un dubbio all’improvviso mi assale: «Minerva!»

«Oh andiamo, Severus, ti serviva una scrollatina dal torpore in cui eri, non lo sai che la gelosia muove gli oceani?» mi guarda divertita come se nulla fosse.

«Perché proprio Lucius?» le chiedo curioso.

«Con chiunque altro l’avresti lasciata andare perché, se ti conosco almeno un po’, avresti pensato che sarebbe stata meglio che con te. Invece Lucius è un ex Mangiamorte proprio come te, ma lui è sempre stato un fedele servitore di Voldemort e sostenitore delle sue idee, non l’avresti mai lasciata nelle sue mani.»

«Davvero astuto da parte tua, non c’è che dire.» le braccia incrociate al petto e il sopracciglio alzato: molto da Severus Snape.

«Su, Severus, avevi bisogno di qualcuno che facesse partire la scintilla per accendere quel fuoco che ti ostini a non far partire. Quindi poche chiacchiere e vai da lei!» lo dice così forte che Hermione si volta verso di noi, rimanendo per qualche istante a guardarmi.

Poi si avvicina.

«Coraggio, Severus, sei o non sei un uomo?» un ultimo sorriso prima di allontanarsi da me, lasciandomi solo con le mie paure ed Hermione che mi è quasi accanto.

«Ciao» le dico. Complimenti, Severus, che accoglienza calorosa. Idiota, sono un idiota.

«Sei qui per la festa, per vedere il “qualcuno” interessato a me, oppure solo per guardare di nascosto e continuare a torturarti?»

«Le ultime due.»

«Capisco.»

«Perché non mi hai detto che non c’era nessun altro?» le chiedo stizzito, per tutta risposta mi sorride.

«Ne eri assolutamente convinto, ed è difficile togliere delle convinzioni a Severus Snape.»

«Mm…»

«Potrei quasi dire che la gelosia ti rende adorabile, scontroso ma adorabile.» inizi a ridere, dov’è finita la ragazzina che aveva timore anche solo di un mio sguardo?

«Non ci trovo nulla da ridere, sai?» ti fisso con il tipico sguardo alla Snape. Senza nessun effetto a dire il vero, anzi, ti avvicini a me. Troppo vicina e mi ritraggo nuovamente e inconsapevolmente. L’ultima volta ti ho ferita e non vorrei succedesse ancora, ma non riesco a stare immobile e il mio corpo ormai va da se, allontanandosi senza che io possa fare nulla.

Continui a sorridermi. Perché, dannazione? Perché continui a farlo se io continuo a scappare?

«Ho paura, Hermione» le parole escono da sole, senza che me ne renda neppure conto. Come sono arrivato a questo punto? Prima sapevo controllarmi alla perfezione.

«Di cosa?» mi chiedi facendo un altro passo.

«Sono terrorizzato perché è qualcosa che non capisco, temo ciò che non comprendo; essere amato per me è come trovarmi in un luogo mai esplorato, al buio e nel silenzio. Amare qualcuno che mi ama, è come camminare in un sentiero mai percorso. Ho paura di tutto questo.» finalmente mi libero dai miei tormenti buttando fuori tutto quello che sento.

«Quindi mi ami?»

«Hai ascoltato tutto quello che ho detto?»

«Certo che sì, sei riuscito a dirmele queste cose finalmente.»

«E quindi?»

«Quindi, ripeto, mi ami sì o no?»

«Sì, Hermione, ti amo, mi sembrava piuttosto ovvio.»

«Sentirtelo dire è tutt’altra cosa. Io ti amo e tu ami me, non devi più aver paura di percorrere quella strada, perché d’ora in poi non sarai più solo.»

«Il fatto che ci sia tu non mi consola molto, sai?» le sorrido, un sorriso finalmente felice e sereno.

«Ah beh, grazie, se vuoi posso farti accompagnare da Madama Blossom, la strega baffuta ed enorme, che puzza anche un pochino, che ha sempre avuto un debole per te, magari sei più contento.»

«Mi stai tentando fortemente, lo ammetto.» inizi a ridere piuttosto fragorosamente facendo voltare tutti quelli che si trovano in prossimità degli alberi e non riesco a trattenere più di un sorriso neppure io.

«Andiamo, Severus.» mi dici facendoti di nuovo seria, la tua mano a stringere la mia e questa volta non mi sottraggo a quel contatto.

Mi fermo un istante e ti osservo, i tuoi capelli, i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo seno, le tue mani, le tue gambe, voglio guardare ogni cosa di te, toccarti ogni centimetro del corpo, entrarti nell’anima e nel cuore.

Per la prima volta ti stringo a me in un abbraccio che mi dona calore, così diverso da quell’ultimo abbraccio che ho donato a lei.

«Voglio solo te al mio fianco in quella strada.» ti sussurro appena carezzandoti il collo con il respiro, ti stringi ancora di più a me regalandomi quel sorriso che amo più di qualunque cosa.

Il mare è tornato improvvisamente calmo e il lieve rumore dell’acqua è sovrastato dalle grida e dalle risate di maghi e streghe del tutto indaffarate. Eppure io riesco a sentire il suono delle onde, proprio qui, sul petto, dove riposa il viso della mia Hermione.

 

***

 

Per questa sera abbiamo terminato con i preparativi, le ultime cose saranno sistemate domani.

Adesso posso dire di essere completamente felice, vedere Harry e Severus che si sono finalmente chiariti, è stata una gioia immensa. Sono così contenta che mi metterei ad urlare.

L’aria è un po’ fresca e ci siamo messi tutti intorno ad un fuoco per chiacchierare e per ricordare il passato, come ci capita di fare spesso ormai, perché sono i ricordi che custodiamo nel cuore che ci danno la forza di andare avanti, diceva sempre mia madre, e aveva ragione.

Tutti. Tutti tranne Severus.

«Qualcuno ha visto il professor Snape?» chiedo agli altri.

«Hermione guarda che se sussurri il suo nome con amore, mica ci scandalizziamo.» risponde Ginny con aria sognante e piuttosto canzonatoria mentre Harry le assesta una leggera gomitata sul braccio.

«Non fatemi venire in mente simili immagini, miseriaccia, sto mangiando.» tanto per cambiare, manca poco si strozzi ed io scoppio a ridere mentre mi guarda con occhi socchiusi e guance gonfie di cibo.

«L’ho visto andare verso la spiaggia.»

«Grazie, Harry.» è bello vederlo così felice e sereno dopo tutto quello che ha passato.

Saluto tutti e mi dirigo verso la riva, sperando di trovarci Severus.

È strano vederlo seduto a guardare il mare con l’aria fresca a carezzargli i capelli, quando si è abituati a vederlo rinchiuso nel buio dei Sotterranei o della sua casa.

«Perché non sei con gli altri?»

«Non amo molto la compagnia. Dovresti saperlo» mi rispondi in un sospiro.

«Allora vuoi che ti lasci da solo?»

«No.» sorridi sotto questa luna velata mentre mi prendi una mano per avvicinarmi a te. Il tocco gelido della tua pelle è piacevole e mi procura un brivido lungo la schiena.

Il mare è tranquillo questa sera, così scuro e impenetrabile che mi ricorda te, qualche raggio della pallida luna riesce a fuoriuscire dalle nuvole timidamente sporcando quel manto nero di alcuni tratti bianchi: mi ricorda il tuo viso nascosto dai lunghi capelli.

Tra le tue braccia riesco a sentire il tuo profumo così intenso che si mischia a quello salato del mare, mi sembra quasi di sognare, che io stia semplicemente dormendo, ma se è così, non voglio assolutamente svegliarmi.

«Sono contenta che tu e Harry vi siate finalmente chiariti.»

«Mm.» fai una strana smorfia difficile da interpretare.

«Che significa? Qual è il problema?»

«Nessun problema, non mi piace che i fatti miei siano di dominio pubblico.»

«Dominio pubblico? Harry sarebbe “dominio pubblico”?»

«Sicuramente lo avrà detto a tutti per prendersi gioco del povero idiota che è ancora innamorato di una donna ormai morta.» come ho fatto ad essere così stupida? Non avrei dovuto aspettarmi null’altro di diverso.

Severus era e sempre sarà innamorato di Lily, e non posso farci niente, e nemmeno lottare con tutte le mie forze riuscirebbe a scacciare il fantasma della madre di Harry dal suo cuore.

«Benissimo, sono felice di sapere che ancora ami lei, quello che mi domando è perché sei venuto qui invece di stare a casa da solo a piangerti addosso al ricordo di Lily come sai fare meglio.» riesco a stento a trattenere le lacrime, la felicità si tramuta in dolore nel tempo in cui una piccola onda accarezza la sabbia; solo tu sei capace di suscitare in me tutte queste emozioni contrastanti, e mi rendo conto sempre di più che ti amo anche per questo.

«Cosa stai dicendo?» mi guardi come se fossi diventata improvvisamente uno Snaso.

«Io? Devo ripetere quello che hai appena detto?» chiedo esterrefatta, la tua faccia tosta sta battendo ogni record.

«Hermione ascoltami» mi stringi le mani, la tua pelle è fredda, ma riesce comunque a scaldarmi e a calmare la rabbia e il dolore che mi salgono lungo la schiena, «ho amato Lily dal primo momento che l’ho vista e sono passati anni, anni passati nel suo costante ricordo, il suo sorriso mi teneva a galla, i suoi occhi che vedevo tutti giorni in Harry mi tormentavano e straziavano, ma per l’amore che provavo, andavo avanti, combattendo contro il male che avevo dentro e facendo ciò che era giusto.» ormai non riesco a frenare le lacrime che scendono lente, so quanto hai sofferto e mi si spezza il cuore vedere questo buio nei tuoi occhi.

«è stato solo grazie a lei che sono diventato l’uomo che ti è davanti. Non puoi pretendere che cancelli tutto questo in un istante.»

«Severus io non lo pretendo affatto, so quanto eri legato alla madre di Harry, ma mettiti nei miei panni, affermi di amarmi, che vuoi solo me al tuo fianco e poi adesso dici che sei ancora innamorato di Lily, cosa dovrei pensare? O fare? O dire?» il mio livello di confusione è alle stelle, è così difficile capire quest’uomo, così complicato capirti, Severus.

«Non hai mai parlato con nessuno di quello che hai dentro, tranne forse Silente, nessuno può dirti di conoscerti, le poche cose che so di te le ho dovute sentire dai racconti di Harry che li urlava a chiunque per provare quanto fossi eccezionale, quanto tu sia sempre stato dalla parte del giusto, quanto tu abbia sofferto, per urlare la tua innocenza, e avrebbe ucciso chiunque avesse affermato il contrario.»

Mi guardi sconcertato a quelle parole, mentre la luna velata dalle nuvole appare per qualche istante illuminando il tuo bellissimo volto candido e sofferente, illuminando il mare che si muoveva lento.

Oh, Severus, quanto dolore in quei tuoi occhi, come vorrei poterlo estirpare come si estirpa un’erba cattiva, ma so che quello che nascondi e che ti rende così oscuro è ciò che più mi ha fatto innamorare di te.

«Vorrei sentir parlare di Severus Snape dalle tue labbra, ma forse dovrò aspettare qualche millennio prima che tu riesca a dirmi anche solo il tuo colore preferito, che tra l’altro posso intuire piuttosto facilmente.» sorrido al ricordo degli abiti – in realtà è sempre stato uno – che indossavi, e inspiegabilmente anche le tue labbra si stirano in un timido sorriso.

«Oh, potrei stupirti in questo sai

«Certo, adesso viene fuori che il tuo colore preferito è il rosso.»

«No, ammetto che adoro troppo il rosa-maiale-Umbridge, un colore che mi ha letteralmente conquistato.»

Scoppio a ridere piuttosto fragorosamente all’idea del lungo mantello nero di Severus color rosa-maiale-Umbridge, «Saresti stupendo con quella tonalità addosso.» mi guardi piuttosto accigliato, ma non riesco a trattenere le risate e in un attimo tutta la pesantezza che avevo, scivola come sabbia tra le dita, quella che mi sta inebriando con il suo aroma.

«Hermione,» il tuo tono è serio e smetto di ridere. «per me tutto questo è una novità, non ho idea di come dovrei comportarmi, non ho mai saputo cos’è realmente l’amore perché nessuno me l’ha mai insegnato e nessuno l’ha provato per me. So a malapena cosa siano i sentimenti da quanto ho vissuto la mia vita in solitudine. Per me è come se fossi bambino e scoprissi per la prima volta la magia in me.»

«Permettimi di essere la magia in te.»

«Hermione io sono troppo grande per te e ci vorrà tempo prima che io impari, forse sarò già decrepito.»

«La scusa dell’età non regge, per cui inventane un’altra.» il mio tono è duro ma sorrido.

«Dovrai avere pazienza con me»

«Severus, con tutto il rispetto, è da quando ho messo piede ad Hogwarts che ho pazienza con te; ci vuole solo che pazienza per affrontare il professore bastardo che ti odia solo perché sei intelligente e Grifondoro. E non provare a dire il contrario!» mi affretto ad aggiungere prima che tu dica qualsiasi cosa, ho visto la tua bocca aprirsi per farlo, ma non sono più la timida Grifondoro che si fa spaventare da te, sono cresciuta, sono una donna. E ti amo.

«Veramente stavo per dire che ci vuole anche pazienza per sopportare un’insopportabile So-Tutto» Ehi! Questo è troppo, con una spinta che non ti aspetti, ti getto nell’acqua del mare che si muove appena, illuminata dalla timida luna che ogni tanto fa capolino.

Sei tremendamente bello, se mi sentisse Ron, probabilmente farebbe una faccia schifata e sputerebbe ovunque dei resti di cibo, perché ovviamente avrebbe qualcosa tra i denti. Mi guardi per un attimo con aria arrabbiata.

«Ti amo, Hermione, ma devi capire che Lily farà sempre parte di me.»

«Lo so, e non voglio che tu la cancelli, vorrei solo che un giorno guardassi me come guardavi lei.»

«Lo faccio già, insopportabile So-Tutto, ti guardo da tempo come guardavo lei, ma ha solo capito adesso cosa significasse in realtà.»

«Ti amo, professore bastardo, e ti amerò anche se decidessi di mettere il mantello rosa-maiale-Umbridge che poi non ho capito se il maiale è riferito al rosa o alla Umbridge

«Signorina Granger!» tuoni come se fossimo in aula e tu fossi ancora il mio professore e mi viene terribilmente da ridere, riesco a placare le risate a stento mentre in un attimo mi getti nell’acqua insieme con te. È fredda! Maledetto!

All’improvviso sento un calore pervadere tutto il mio corpo quando le tue labbra si posano delicate sulle mie. Quanto ho atteso questo momento che vorrei durasse in eterno, vorrei che tutto sparisse e rimanessimo soltanto tu ed io, soltanto il mare a cullare i nostri corpi e le onde a creare una musica perfetta per questo momento perfetto.

La sua bocca è ancora su di me, quando comincia a piovere, una leggera pioggia inizia a cadere sull’acqua increspandola e su di noi, già abbondantemente bagnati.

«Oh no, tutta la roba che è fuori si rovinerà.»

«Non mi sembra il momento di pensare a questo, Hermione, stavo cercando di baciarti.»

«Che io sappia lo stavi già facendo.»

«Possibile che devi ribattere qualsiasi cosa dica?»

«Veramente…» ecco, non riesco a ribattere perché in un attimo la mia bocca è tappata dalla sua e di nuovo mi perdo in quel calore che mi faceva stare così bene mentre la pioggia continua a scendere lenta.

Sono partita da questo mare calmo che si è agitato per spingermi verso di te, sono arrivata a casa tua e il cielo grigio gettava pioggia che mi ha allontanata da te. Adesso siamo qui, mentre la pioggia bacia il mare, proprio come stai facendo tu con me.

 

   
 
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