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Autore: GreMisia    16/11/2012    2 recensioni
Zayn e i suoi pensieri, non so nemmeno come descriverla. Una one-shot partorita nella piena pazzia secondo me. Un assaggio :"“Zayn” la voce di Harry dall’altra parte della porta lo risvegliò dal suo torpore mentale “sono Harry, posso entrare?” girò lentamente la testa, quel tanto da poter vedere una massa di capelli ricci fare capolino e cercarlo attraverso il buio.Non disse niente, inspirò un'altra boccata di fumo e rivolse nuovamente lo sguardo verso l’esterno."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE AMBRACE

 



Basta.
 
Era stanco, non ce la faceva più.
 
Aveva chiuso e bloccato ogni possibile fonte di luce per poter rimanere al buio, per riuscire così a ritrovare un po’ di pace e soprattutto di silenzio
 
Si trovava ormai nella stessa  posizione da una buona mezz’ora, il tempo scorreva lentamente dentro quella lussuosa stanza d’albergo.
 
Il letto soffice, con un’enorme coperta color avorio dallo stile barocco, era lussuoso.
Il parquet lucente, di un caldo marrone color miele, era lussuoso.
Le tende color pesca, piene di drappeggi e cordini dorati, erano lussuose.
Tutto era perfetto e curato nel minimo dettaglio, ogni singolo granello di polvere era stato estirpato a dovere.
Tutto era in sintonia: tranne l’enorme valigia scura completamente aperta, strabordante di vestiti, e i primi calzini che iniziavano a raggrupparsi qua e là, un po’ per sfregio a quella perfezione.
 
Zayn inspirò profondamente, cercando di liberare la mente pesante, piena di pensieri contorti e ingarbugliati e mandò indietro lievemente la testa dolorante, per cercare di sciogliere i muscoli del collo.
Con passo lento si avvicinò all’enorme tendaggio e spostandolo lanciò un’occhiata furtiva per vedere cosa stesse succedendo fuori da quella gabbia dorata.
Inspirò nuovamente l’aria finta e profumata proveniente da quella stanza.
 
Ci voleva una sigaretta.
 
Velocemente tirò fuori il pacchetto di sigarette da una tasca dei jeans, ne estrasse una, per poi accenderla e portarla alla bocca.
L’odore piacevole del fumo iniziò a lottare con quello nauseante e stucchevole della stanza d’albergo.
Zayn sorrise tra sé.
 
Primo tiro di sigaretta, primo pensiero da buttare fuori dalle labbra.
 
La fama era una brutta bestia.
Era sempre stata una persona semplice, tranquilla, diciamo pure asociale.
Tutto quello che vorticosamente stava accadendo intorno a lui, lo stava sconvolgendo come una bomba ad orologeria.
Ok, se l’era cercata.
Lui aveva fatto il provino a X-factor, lui aveva accettato ogni piccolo o grande compromesso.
 
In fondo quello che voleva l’aveva ottenuto: il successo, cantare, ma allora perché sentiva come un grande vuoto dentro?
 
Perché ?
 
Secondo tiro di sigaretta, secondo pensiero da buttare fuori dalle labbra.
 
Probabilmente gli mancava vivere una giornata normale.
Alzarsi la mattina tardi e vedere sua madre preparare la colazione, essere coccolato e compreso da lei.
Prendere in giro e scherzare con le sorelle.
Gli mancava suo padre.
Gli mancava la sua casa, al diavolo i tendaggi e le coperte barocche!
Gli mancava poter uscire da un cavolo di negozio e non aver paura di sentire delle ragazzine urlanti, pronte ad assalirlo.
 
Ma poi, perché urlavano? Se l’era sempre chiesto…
 
Non è che urlando avrebbe fatto qualcosa o sarebbe successo qualcosa di diverso.
 
Vada per i concerti dove uno impazzisce e fa quello che gli pare, ma perché se usciva per comprare una semplice e innocua bottiglia dilatte, a momenti,  pure il latte si metteva urlare?
 
Prima o poi gli sarebbe venuta la fobia e sarebbe finito veramente a rinchiudersi da qualche parte.
 
A volte era arrivato pure a pensare di voler sparire, di scappare lontano in un posto dove nessuno sapesse chi fosse, in un posto incontaminato e silenzioso.
 Probabilmente nessuno l’avrebbe mai capito, perché al di fuori sembrava  solo un ragazzino che poteva permettersi tutto dalla vita, un ragazzino che aveva avuto una botta di culo enorme.
 
Terzo tiro di sigaretta, terzo pensiero da buttare fuori dalle labbra.
 
La sensazione che la gente stesse continuamente aspettando un suo passo falso non lo abbandonava, che stesse lì con gli occhi puntati su ogni sua singola mossa, lo stava ossessionando.
 
Probabilmente era un tipo che pensava troppo, avrebbe dovuto semplicemente godersi il momento e non rimuginare su niente .
 
Un po’ come Harry.
 
Tutti erano stati feriti dal successo, ma Harry era quello che sembrava cavarsela meglio: sembrava fatto per questo.
 
Si arrabbiava come un matto quando leggeva le solite falsità sui giornali, la fantasia dei giornalisti a volte avrebbe meritato davvero un premio, ma poi con le solite risposte e i suoi soliti sorrisi, se ne usciva completamente illeso.
 
La gente si lasciava trasportare dal suo sorriso e non si accorgeva di niente.
Era incredibile come Harry trovasse la forza e la volontà di sorridere sempre.
A lui non riusciva, non riusciva più.
 
Ormai gli si leggeva in volto, ormai si iniziava a vedere.
 
Era diventato stancante per fino fare dei finti sorrisi nelle foto, dal momento che dentro avrebbe voluto urlare e andarsene via.
 
Quarto tiro di sigaretta, quarto pensiero da buttare fuori dalle labbra carnose.
Perrie.
Pure lei faceva parte di quel mondo patinato.
Come quel ridicolo ciuffo biondo che si era fatto per cercare di appartenervi.
Le dita leggere andarono a intrecciarsi in questo, portandolo davanti agli occhi che lo esaminarono, era arrivato il momento di toglierlo di mezzo.
 
E con Perrie che avrebbe fatto?
 
Non sapeva nemmeno questo, non voleva nemmeno pensarci.
Si vedevano talmente poco che non aveva nemmeno senso pensarci, in fin dei conti una vera ragazza avrebbe dovuto esserci in momenti come quello, no?
 
Cavolo, gli faceva male la testa e quella stanza era orribile.
 
Ancora un tiro di sigaretta.
 
Gli occhi di Zayn si persero tra le luci della città.
 
Avrebbe dato via tutti soldi, tutto il successo, per poter trovare la pace e le sue risposte, se avesse potuto…
 
L’unico motivo per cui non era ancora scappato a gambe levate, l’unica ragione che lo costringeva a
rimanere al suo posto era il numero cinque.
Cinque come le cinque dita delle mani e dei piedi che si muovono singolarmente ma sono collegate ad un'unica base, che non si trovano lì per loro volontà, ma sono state costrette a stare insieme e a svolgere la stessa funzione.
 Ma quell’unione costretta è una forza e grazie a questo il lavoro viene svolto egregiamente.
Louis, Liam, Niall e Harry erano le sue dita.
 
Un rumore improvviso lo fece sussultare.
 
“Zayn” la voce di Harry dall’altra parte della porta, lo risvegliò dal suo torpore mentale “sono Harry, posso entrare?” girò lentamente la testa, quel tanto da poter vedere una massa di capelli ricci fare capolino e cercarlo attraverso il buio.
 
Non disse niente, inspirò un'altra boccata di fumo  e rivolse nuovamente lo sguardo verso l’esterno.
Harry  entrò ugualmente e richiuse la porta dietro di se.
La stanza era veramente buia, il mozzicone acceso della sigaretta brillava come un piccolo semaforo rosso vicino all’enorme vetrata  e delle piccole nuvolette di fumo uscivano dalle labbra piene del moro, il tempo sembrava bloccato.
Andò a sedersi al centro del soffice letto producendo un sonoro poff a gambe incrociate, i grandi e liquidi occhi verdi percorrevano l’immobile profilo dell’altro.
 
“Zayn…”  le sue labbra si mossero di nuovo con la loro consueta lentezza, producendo quel suono roco e strascicato, cercando di risvegliare il moro da quella sorta di trance.
 
Gli occhi si chiusero in un breve istante, le ciglia così lunghe parvero quasi sfiorare  le guance e liberarono le calde iridi ambrate, puntandole verso il suo piccolo amico.
Harry inclinò leggermente la testa e distese le labbra in un sorriso appena accennato.
 
Se avesse potuto sapere, se avesse potuto capire ogni singolo pensiero di Zayn si sarebbe sentito la persona più completa al mondo.
 
Allargò le braccia, distese le mani.
 
“Vieni qui…” sussurrò.
 
Zayn buttò la sigaretta ormai spenta fuori dalla finestra, con un salto si accoccolò nel calore di Harry.
 
Inspirò.
 
Adesso la nicotina, l’odore acre del fumo, iniziava a lottare con quello fresco e buono del riccio.
Nascose il viso nel suo petto, strofinandolo sul maglione blu scuro e inebriandosi di quel profumo.
La stretta di Harry si fece più forte e sicura.
 
Zayn era stanco, lo sapeva.
Sapeva che non avrebbe più retto quella routine e la lingua della gente.
Nemmeno lui.
 
“Che succede ?” chiese, quasi in un soffio.
 
Cosa avrebbe dovuto rispondere?
“Ho solo paura Harry…” .
 
“Il nostro motto non è  divertirci fino a che non siamo giovani ?” disse, con  ironia.
 
“Ci stanno facendo diventare vecchi prima del dovuto…” .
Le labbra di Harry si piegarono in un sorriso triste “Non pensarci Zayn, più ci pensi meno vai avanti”.
 
“Ti invidio” il riccio sgranò gli occhi incredulo cercando il suo sguardo.
“Come scusa?”
“ti invidio Harry “
“Non è come sembra…  pensavo mi conoscessi” .
 
Zayn aggrottò le nere sopracciglia, non riuscendo a capire cosa volesse dire.
 
“Andiamo Zayn! Il tuo problema è che pensi troppo, io sono molto più debole di quanto pensi e non lo sono diventato adesso, lo sono sempre stato… Qualsiasi giudizio mi ferisce e mi metto a piangere come una bambina;  ma lo sai che ti dico? Al diavolo!” disse, stringendolo ancora di più.
Zayn sospirò.
“Fino a che ci siete voi andrà tutto bene” la soluzione di Harry era stata esattamente quella che Zayn era arrivato a pensare dopo un’ora di tortura mentale “ fino a che ci sei tu … andrà tutto bene” si lasciò scappare.
 
Zayn aprì la bocca, ma la richiuse immediatamente e si rannicchiò di nuovo nascondendo il viso in quel dolce torpore.
Stare tra le braccia di Harry era come aver trovato quel posto di pace, quella piccola isola deserta di cui aveva bisogno.
Le labbra del riccio si posarono tra i capelli scuri soffiando un alito caldo e profumato.
Questi momenti per Harry erano preziosi più di qualsiasi fama o successo, poteva sentire il corpo fragile del moro cercare il suo calore, accarezzare i suoi folti capelli, respirare il forte profumo di tabacco e automaticamente constatare che il cuore accelerava i battiti in modo impressionante.
 
“Zayn…”
 
“mmm…” un sorta di mugolio uscì dalle labbra del moro.
 
“Se un giorno ti dicessi che ti amo, tu come reagiresti?” 
 
Zayn non si mosse, non avrebbe abbandonato quel piacevole giaciglio per nessun motivo.
 
Pensò.
Pensò a Harry.
Al fatto che in tutto quel buio era l’unica vera luce.
Ad un sentimento che aveva sempre provato, ma aveva cercato con tutto se stesso di reprimere.
Intrecciò una mano scura alla sua rosea e cercò sicuro il suo sguardo.
 
Sorrise.
 
Era questa la risposta.  
 
Gli occhi di Zayn che si illuminavano di nuovo e le labbra che si piegavano, finalmente, in un dolce sorriso.
 
Le guance d Harry si imporporarono lievemente, chinò leggermente la testa e posò le labbra su quelle del moro.
 
 
Harry lo riabbracciò e lo strinse nuovamente a se.

 
 
Ok, lo so è diabetica più delle altre…
E’ una completa pazzia.
Penso che mi nasconderò e non mi farò più viva anzi la smetterò con queste orribile one shot e tornerò ad aggiornare 909, entro la prossima settimana metterò il nuovo capitolo a chi interessa XD!
Spero davvero di non ricevere insulti questa volta ho davvero paura!
Chiku era per te, ma te la risparmio perché è un abominio!
A presto!
Gre
  
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