Salve! Eccomi qui con una nuova fic
a capitoli. Vi dico subito che non sarà lunga, massimo 3-4.
E' un'idea nata durante il viaggio che io ed una mia amica, Nicodora su Efp, abbiamo fatto il mese scorso a Istanbul. Il titolo è nato dopo una comica dissavventura con un fruttivendolo "istanbulese". Volevamo fare le salutiste per pranzo e per comprare quattro banane c'abbiamo messo una vita. Vabbè! Tutto è bene quel che finisce bene...Al momento il titolo vi dirà poco o niente, ma se riuscirò nel mio intento solo alla fine capirete qualcosa. La storia è diversa da quelle che ho scritto finora, i capitoli sono più lunghi, la storia si svolge dopo Hogwarts e ci sono un sacco di cose inventate dalla mia mente malata. E' ovvio che non so se queste cose coincidano con l'idea che ha la Rowling (unica e sola proprietaria di tutti i personaggi, meglio non dimenticarlo mai!) del dopo Hogwarts, dei corsi e della vita di tutti i giorni dei personaggi, ma siccome questa storia è comunque una mia invenzione ho pensato di aggiungere dei particolari per renderla più interessante. Ammetto che alcune di qst invenzioni paiono strane anche a me, ma mi piacciono e ho deciso di lasciarle. Ovviamente è Out Of Character .
Vi chiedo come al solito di lasciare un commento per farmi sapere cosa ne pensate.
Buona Lettura,
Carmilla1324
- QUATTRO BANANE GIALLE -
Il C.I.M., Comitato Internazionale Magico, aveva
finalmente deciso dove si sarebbe tenuta la consueta riunione annuale: Istanbul.
Un luogo perfetto, a detta loro, per ritrovarsi tutti
insieme.
Nell'invito ufficiale che aveva ricevuto quella mattina Harry, nel
suo ufficio al Ministero, c'era scritto:
"Città che unisce l'Europa
all'Asia, città che unirà il Regno Unito al resto del mondo".
In seguito
Harry scoprì che il biglietto cambiava nazione a seconda del
destinatario.
Come idea era bella e la magia rendeva tutto più facile.
Ora comodamente sdraiato sul divano del suo salotto rileggeva con più
attenzione l'invito.
"Egregio signor Potter...bla, bla,
bla...invitarla....bla, bla, bla...annuale...bla, bla, bla...Istanbul."
Era
normale che gliene avessero inviato uno. Lui era colui che aveva liberato il
mondo magico e non, da Voldemort, ma non era sicuro di volerci andare. Era
onorato del fatto che ogni anno cercassero in tutti i modi di convincerlo a
parteciparvi, ma anche questa volta lui non aveva molta voglia di
andarci.
Sarebbe stato come in tutte le noiose serate mondane di
celebrazione, commemorazione o raccolta fondi a cui aveva partecipato da dieci
anni a questa parte. Possibile che nessuno riuscisse ancora a dimenticare chi
fosse Harry Potter?
Un volta una persona a cui teneva molto gli aveva detto
che ci ricordiamo solo delle persone che riteniamo importanti e che se il mondo
si ricordava di lui non doveva far altro che
ringraziare ed esserne contento
invece di lamentarsene in continuazione.
Quelle parole avevano ancora più
significato ora.
Si ricordava benissimo di quella persona e spesso ne sentiva
la mancanza, ciò voleva dire che per lui era importante, molto importante.
Fu
per questo motivo che decise di andare ad Istanbul. Forse non sarebbe successo
nulla, niente sarebbe cambiato, la persona in questione non si sarebbe
presentata, ma almeno avrebbe provato e avrebbe visitato un posto nuovo.
Un altro aiuto nel prendere questa decisione era arrivato
anche dal foglio allegato al biglietto.
Era una piccola pergamena. Sul fronte
recava un attento e dettagliato programma della visita della delegazione
inglese. Luogo e ora di partenza, indirizzo e numero della camera d'albergo,
convegni e riunioni a cui partecipare e visite guidate alla città nella parte
babbana. Insomma era tutto perfettamente organizzato. Mancano solo gli orari per
andare in bagno, pensò Harry sorridendo.
Sul retro della pergamena invece
c'era l'elenco dei partecipanti. Ce n'era uno per ogni stato
inglese.
Per l'Inghilterra era lui il rappresentante.
Per il Galles c'era
Neville.
Il coraggio che aveva dimostrato in battaglia aveva sorpreso tutti,
ma alla fine, stanco, sporco e in lacrime aveva confessato ad Harry che aveva
trovato la forza nei suoi genitori e nel desiderio di vendetta. Si era
vergognato mentre lo diceva e Harry riuscì a vedere le sue guance imporporarsi,
ma non aveva detto niente. Capiva quello che aveva provato e non servì altro che
un abbraccio fraterno per saldare ancora di più la loro amicizia.
Per
l'Irlanda del Nord invece c'era un certo Collins. Non sapeva molto di lui. Le
uniche informazioni che aveva erano i suoi successi sul campo. Era un ottimo
Auror.
Per la Scozia...per la Scozia...per la Scozia c'era Draco
Malfoy.
Era stato faticoso per lui arrivare al comando della sezione scozzese
degli Auror, ma non si era mai arreso e alla fine quel ruolo se l'era meritato a
tutti gli effetti. Di sicuro se non avesse avuto un passato da Mangiamorte e se
non ci fossero stati così tanti maghi e streghe con pregiudizi nella commissione
per le promozioni, avrebbe ottenuto quel grado molto tempo prima, ma si era
dimostrato forte e non aveva mai rinunciato a raggiungere
quell'obiettivo.
L'incentivo principale per fare quel viaggio era appunto
Draco.
Voleva rivederlo. Aveva una questione irrisolta con lui. Si sentiva in
colpa e poi...
Dopo la guerra, dove avevano combattuto fianco a fianco,
avevano deciso entrambi di seguire il corso per diventare Auror. Con loro
c'erano molti compagni di Hogwarts, per primi Neville e Ron, Theodor Nott e
Pansy Parkinson e nonostante i normali battibecchi da case avversarie,
Grifondoro VS Serpeverde, sempre e comunque, quei due anni di corso erano
trascorsi alla grande. Erano stati faticosi all'inverosimile, ma avevano
riservato anche molte piacevoli sorprese.
Innanzitutto, la creazione di
impensabili amicizie e...amori.
Era stato difficile mettere da parte tutti i
pregiudizi che, nonostante la guerra, erano rimasti dai tempi della scuola, ma
già dopo poche settimane si era creato una sorta di cameratismo anche se
adeguatamente occultato da comportamenti pseudo-ostili.
Alla fine del primo
anno Neville e Pansy erano ufficialmente la prima coppia formatasi in quel
corso. Nessuno riusciva a capire come fosse accaduto, ma Pansy aveva impedito
qualsiasi tipo di critica: "Io lo amo, lui mi ama. Di quello che pensate voi non
me ne frega niente!"
Non c'era altro da dire.
Ron stava con Hermione, ma
si vedevano poco perchè lei aveva deciso di diventare medimaga e le lezioni che
doveva seguire la tenevano impegnata 24 ore al giorno, o come diceva Ron: "E'
lei che si tiene impregnata 24 ore al giorno!"
Si amavano molto anche loro.
Sembrava che tutto il tempo che avevano aspettato per dichiararsi l'uno
all'altra avesse solo aumentato la portata dei loro sentimenti e ogni volta che
s'incontravano cercavano di godersi il più possibile quei momenti. Non
battibeccavano nemmeno più tanto spesso.
Theodore viveva la stessa condizione
di Ron. La sua fidanzata, una certa Susan Colegray, era un'insegnate delle
elementari magiche. Era più vecchia di Theo di cinque d'anni e anche se alle
volte lo prendevano in giro per questo lui non sentiva la differenza
d'età.
Rimanevano Harry e Draco.
Durante il primo anno Harry se ne stette
da solo. Aveva molto a cui ripensare e voleva concentrarsi sul corso per
diventare Auror.
Aveva capito di essere gay durante quell'anno. L'aveva
sempre sentito, ma il giorno in cui vedendo un vecchio film babbano si sentì
incredibilmente attratto dal protagonista maschile comprese che fosse il caso di
riflettere anche su quell'aspetto si sé stesso. Per la verità non si soffermò
molto sulla questione. Gli piacevano i maschi, basta. L'aveva comunicato ai suoi
amici ricevendo reazioni diverse, ma alla fine tutti avevano capito che era il
solito Harry. Questa "novità" però non cambiò il suo stile di vita. Quell'anno
rimase concentrato sul corso.
L'estate che precedette l'inizio de secondo
anno però decise di cambiare e di soddisfare la sua curiosità nei confronti di
questo nuovo aspetto di sè.
Da luglio a dicembre cambiò sei/sette partner e
la storia che era durata di più era stata quella con Jared, un Auror americano
venuto in Gran Bretagna per un corso di specializzazione. La loro relazione era
durata quanto il corso, un mese.
Per Draco le cose furono diverse.
Lui
aveva già un ragazzo quando iniziò il corso e non aveva mai nascosto a nessuno
la sua relazione con...Blaise Zabini. Si erano messi assieme poco prima dello
scontro finale contro Voldemort. Blaise aveva aperto una libreria a Diagon Alley
e appena poteva andava ad aspettare Draco alla fine delle lezioni e cercava di
passare più tempo possibile insieme al suo fidanzato.
L'estate tra il primo e
il secondo anno portò dei cambiamenti anche per Draco però.
Blaise lo lasciò.
Le motivazioni di questa separazione non furono mai molto chiare, ma i pettegoli
dicevano che Blaise avesse conosciuto un altro uomo...amante dei libri e dei
librai. Malelingue!
Insomma, poco prima di Natale Harry e Draco erano tutti e
due single.
Tra di loro tutto nacque dopo una notte di pura passione
consumata nell'aula studio della scuola per Auror.
Era successo per caso, ma
fu memorabile.
Il giorno dopo si dissero che non sarebbe più riaccaduto, che
erano troppo diversi e che c'erano miliardi di motivi validi per non iniziare
una relazione, ma questo impegno durò quindici ore esatte. Questa volta fu la
palestra della scuola ad ospitarli.
Dopo due mesi era chiaro a tutti che quei
due stavano insieme. Tra di loro non avevano stabilito una data precisa e
cercavano di essere più discreti possibili, ma se qualcuno gli chiedeva se
stavano insieme rispondevano semplicemente con un sì.
Harry per la prima
volta sentiva qualcos'altro oltre all'attrazione fisica e lo stesso valeva per
Draco. Con Blaise era stato diverso. Si volevano bene e in qualche modo si
amavano, ma era il sostegno che si erano dati negli anni che aveva fatto da base
per la loro storia. Con Harry era amore, con la "A" maiuscola e lo sapevano bene
tutti e due. Lo vedevano l'uno negli occhi dell'altro, nei gesti teneri che si
scambiavano con discrezione, nel modo in cui le loro labbra si combinavano
perfettamente quando si baciavano e altri milioni di piccole cose.
Era un
amore sbocciato in fretta per aver trovato un terreno fertile.
Entrambi volevano amare ed essere amati e fu facile farlo crescere giorno dopo
giorno.
La prima volta che si dissero ti amo fu all'inizio
della primavera.
Avevano deciso di fare una passeggiata per la Londra
babbana. Camminavano tenendosi per mano ricevendo ogni tanto degli sguardi
curiosi o di disprezzo da chi gli stava accanto, ma loro non ci facevano caso.
Capitava anche nel mondo magico. Erano abituati anche se quegli sguardi
lasciavano sempre un po' di tristezza.
Il sole era tramontato e il cielo era
blu intenso punteggiato da piccole e grandi stelle e offuscato dalle luci
artificiali della città. Era bello a modo suo.
Arrivarono al famoso Tower
Bridge e Harry volle far vedere a Draco il punto preciso in cui il ponte si
apriva per far passare le navi troppo grosse. Era proprio al centro.
Per far
contento Harry Draco si abbassò ad osservare bene quelle sottili lastre di ferro
che separavano le due parti del ponte mentre Harry lo guardava
soddisfatto.
Poi Harry volle fargli vedere l'incredibile vista che si godeva
dal ponte e così lo trascinò fino alla ringhiera.
Lo spettacolo era davvero
meraviglioso. Le luci della città e le luci in cielo riflesse sull'acqua del
Tamigi creavano un'atmosfera irreale.
Harry osservava rapito le luci che
venivano dalla Torre di Londra. Era strano, sembrava che quel castello fosse
ancora abitato. Sapeva che alcune leggende babbane dicevano che all'interno
delle sue stanze aleggiavano i fantasmi dei prigionieri che avevano trovato la
morte all'interno di quelle mura, ma dubitava seriamente che fossero vere. Se
mai avesse incontrato di nuovo Nick Quasi Senza Testa gli avrebbe chiesto se
c'erano davvero e magari se ne conosceva qualcuno.
Mentre rifletteva su ciò
sentì Draco stringergli le mani in vita da dietro e appoggiare il mento sulla
sua spalle. Che bella sensazione di calore.
"Allora, ti piace?" chiese
Harry.
"Ti amo." rispose Draco con tranquillità.
Harry si voltò rimanendo
circondato dalle braccia di Draco. Lo guardò negli occhi sorridendo e
disse:
"Ti amo."
Si baciarono a lungo su quel ponte, cullati dal leggero
rumore dell'acqua che scorreva e dal battito dei loro cuori.
Tutto sembrava procedere alla grande tra di loro. Litigavano
in continuazione per un sacco di stupidaggini, ma Ron diceva che lo facevano
solo per il gusto di fare pace dopo e forse era vero. Non erano mai liti "vere",
erano scambi di opinioni che finivano sempre in un bacio o in qualcosa di
più.
Per questo quello che successe a giugno di quell'anno sorprese
tutti.
Il corso era finito e ora era arrivato il momento di decidere quale
specializzazione prendere. Ognuno doveva scegliere quale ramo della magia nera
voleva combattere.
Per tutti il corso successivo sarebbe stato di due anni e
solo quello di Incantesimi Oscuri era a Londra.
Erano molto tesi per
l'importante decisione che dovevano prendere, ma per la festa di fine corso
decisero di mettere da parte le preoccupazioni e godersi quegli ultimi momenti
insieme.
Harry e Draco si presentarono alla festa in perfetto orario, vestiti
in maniera sobria, ma elegante. Harry in completo nero con camicia bianca e
Draco in completo grigio con camicia bianca e cravatta abbinata.
Raggiunsero
i loro amici al tavolo ed iniziarono a conversare del più e del meno. Tutto
scorreva tranquillo fino quando...un certo Charles Salad si era intromesso in
una discussione e aveva introdotto l'argomento di cui nessuno voleva parlare: la
specializzazione!
"Allora, ragazzi, voi avete deciso cosa fare l'anno
prossimo?" chiese Charles mentre sorseggiava del succo di zucca leggermente
corretto.
"No!" risposero in coro e Pansy aggiunse: "Non mi sembra né il
posto né il momento adatto per parlare di queste cose...come ti
chiami?"
"Charles Salad! Piacere. A me invece sembra il momento giusto. Io ho
deciso di andare ad Hastings a studiare gli animali marini. Ho scoperto che sono
altamente influenzabili dai poteri oscuri."
"Mmm, bello!" Theo rispose
falsamente entusiasta.
"Sì, molto bello. Non vedo l'ora di iniziare. E
voi?"
"Io..." iniziò incerto Neville, "io andrò a Liverpool. Voglio
frequentare il corso di erbolgia avanzata. Ormai sapete tutti che quel campo mi
piace."
Tutti annuirono e sorrisero.
"Io andrò con lui" disse Pansy. "Non
farò il suo stesso corso però. A Manchester c'è la specializzazione sulla magia
nera femminile. Magia oscura per donne, diciamo. Il corso è nuovo."
"Sembra
interessante" disse Hermione che quella sera era riuscita a venire con
Ron.
"Già, lo penso anche io" continuò Pansy. "Abbiamo deciso di andare a
vivere insieme e di prendere un appartamento a metà strada tra Liverpool e
Manchester."
"Wow! Neville, così ti accasi?" scherzò Ron.
"Quasi." rispose
Neville imbarazzato. "E tu che farai, Ron?"
"Rimarrò a Londra." Hermione gli
strinse la mano sorridendogli dolcemente.
"Theo e tu?" chiese ancora
Neville.
"Rimarrò anche io a Londra. Già Susan la vedo poco, se poi me ne
vado faccio prima a rinchiudermi in..un..in un...come si chiama,
Harry?"
"Convento, Theo. Convento."
"Giusto, faccio prima a rinchiudermi
in un convento."
Risero e poi per alcuni minuti ci fu silenzio e nessuno si
accorse che Charles Salad se n'era andato.
Harry non voleva parlare del
futuro. Non l'aveva mai fatto, nemmeno con Draco anche se lui ogni tanto cercava
di introdurre questo argomento mentre parlavano.
Sapeva che invece avrebbe
dovuto affrontare la questione perchè in fondo non sapeva cosa realmente volesse
Draco dalla sua vita o per loro due.
"Draco, tu che farai?" chiese Pansy con
tono gentile.
"Io...io andrò a Edimburgo."
Il cuore di Harry perse qualche
battito.
"Edimburgo?" chiese Theo.
Nessuno si era accorto che Harry
fissava il pavimento.
"Sì. Frequenterò il corso per l'analisi della scena del
crimine."
"Wow!" Hermione esternò così il suo entusiasmo.
"Già. Anche
questo è un corso nuovo ed è stato creato prendendo spunto dalla polizia
babbana, ma al contrario dei babbani si usano incantesimi e pozioni per trovare
degli indizi. So che hanno addirittura creato una sezione per inventare
incantesimi apposta per questo tipo di ricerche."
"Sembri molto preso." disse
Theo.
"Oh! Sì. All'inizio pensavo di andare avanti con pozioni, ma cercando
informazioni sui vari corsi ho trovato anche questo e mi ha colpito subito. Mi
sono detto che era perfetto per me. Pozioni e indagini sul campo. Non vedo
l'ora."
Harry non riusciva a parlare. Sentiva con quanto entusiasmo Draco
parlasse del suo futuro e si sentiva perso, arrabbiato e deluso da sé stesso.
Perchè non aveva parlato con Draco?
Perchè Draco non aveva insistito?
Riteneva la loro storia così poco importante da non portarla avanti anche
dopo la fine del corso?
Ora era troppo tardi per recuperare il tempo perso.
Doveva sopportarne le conseguenze anche se tremendamente dolorose.
Per alcuni
minuti i ragazzi fecero delle domande a proposito del corso e Draco rispose con
piacere, ma ad un certo punto Harry si alzò di colpo e se ne andò. Non disse
nemmeno una parola.
Draco capì subito cosa lo aveva sconvolto tanto da
lasciare il tavolo e voleva seguirlo, ma non riusciva ad alzarsi e rimaneva
attaccato alla sedia.
"Non gliel'avevi detto?" chiese Pansy.
"No. C'ho
provato un sacco di volte, ma lui tagliava corto e diceva che non ne voleva
parlare." Draco appoggiò i gomiti al tavolo e si prese la testa tra le
mani.
"Adesso cosa faccio?" sospirò frustrato.
"Va da lui." disse Ron
cercando d'incoraggiarlo. "Litigherete come al solito, farete pace e troverete
una soluzione."
"Non penso che questa volta andrà così Weasley."
Draco si
alzò, salutò i suoi compagni e s'incamminò verso l'uscita.
Cercò Harry dappertutto. A scuola, nel locale babbano dove
ogni tanto andavano a bere qualcosa, a Diagon Alley, a casa sua ma di lui non
c'era traccia.
Solo dopo due ore di ricerca però ricordò dove poteva
trovarsi il suo Harry.
C'era una leggerissima brezza quella sera sul Tower Bridge, non era
fastidiosa e portava con sé l'odore dell'acqua. Da lontano aveva riconosciuto la
sua sagoma. Era appoggiato con i gomiti alla ringhiera, era leggermente piegato.
Aveva l'aria triste e sapeva che era lui la causa di questa tristezza.
Si
avvicinò in silenzio, ma Harry aveva già percepito la sua presenza.
"Così te
ne vai?" chiese con un filo di voce appena Draco gli fu vicino.
"Te ne avrei
parlato se..."
"Se te ne avessi dato l'occasione. Lo so."
"Harry io...io
ti amo, non c'è bisogno che ci lasciamo."
"E come faremo? Tu sarai impegnato
con il tuo corso e io con il mio qui a Londra."
"Non dico che sarà facile, ma
siamo maghi e con la metropolvere o la materializzazione potremmo incontrarci
quando avremo voglia."
"Draco, pensaci bene."
"Harry vuoi lasciarmi perchè
ho deciso di andare ad Edimburgo?"
"No, io...io non so cosa fare."
Per
tutta la durata della conversazione non si guardarono mai negli occhi, entrambi
avevano fissato le leggere onde del fiume.
Alla fine semplicemente si
abbracciarono restando in silenzio.
Si lasciarono agli inizi di luglio dicendosi ti amo davanti
ai bagagli pronti di Draco.
De quel giorno non si rividero più, ma entrambi
sentivano che una parte del loro cuore ce l'aveva l'altro.
Superarono i
rispettivi corsi a pieni voti, ebbero storie con altri ragazzi, fecero carriera.
Insomma, continuarono con le loro vite, ma forse era arrivato il momento di
rivedersi e se Draco aveva avuto gli stessi pensieri di Harry, Istanbul sarebbe
stata la città ideale per ritrovarsi.
La fortuna volle che Draco effettivamente fece quei pensieri.