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Autore: Layla    16/11/2012    7 recensioni
"Apro la porta e vorrei non averlo mai fatto, visto che ho una visione in primo piano del culo del suo ragazzo prima di scollegare del tutto il cervello e mettermi a urlare come una pazza.
"MA VOI SIETE DELLE BESTIE! STATE SCOPANDO SUL MIO LETTO! IO VI UCCIDO!!”
Sto per mettere in atto le mie minacce quando due braccia mi afferrano e, da come si capovolge il mondo, temo che mi carichino sulla schiena del loro proprietario.
Lancio un ultimo sguardo di fuoco a quella bastarda con cui condivido il dna – che ricambia con uno sguardo smarrito – e al tizio che se la stava scopando.

Finisco per identificarlo come Tom DeLonge, uno del nostro anno, a causa dei capelli platinati, del tatuaggio e degli svariati piercing.
[....]“Ah, Ruby Ruby! Dopo tuuuuuuutto il tuo tuonare contro i punk ti interessa uno di loro!”
“Erin vaffanculo!”
E dopo questo brillante scambio di opinioni lascio la stanza di mia sorella, per oggi l’ho sopportata abbastanza e mi ha dato fin troppe cose su cui pensare.
E no, a me non piace Mark.
Ma proprio no!"
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Scott Raynor, Tom DeLonge
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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16) A un passo dal risolvere.

 

Ci sono momenti nella vita in cui credi che alcune cose si stiano risolvendo, che le persone – per un attimo – abbiano deposto il loro orgoglio e deciso di venire a patti con la realtà.
Momenti in cui credi che tua sorella capisca che può essere felice se solo decidesse di dare una possibilità alle persone.
Momenti che naufragano a contatto con la realtà e che ti lasciano l’amaro in bocca.
La realtà è che mia sorella questa mattina non ha alcuna intenzione di uscire dalla sua stanza e affrontare Tom – preferirebbe farsi uccidere – e mia madre le dà manforte.
Sono rimasta scioccata sentendo lei dire a Erin: “Ok, tesoro.”
Da quando la chiami tesoro è un mistero.
“Per oggi puoi rimanere a casa, non sei riuscita a dormire stanotte.”
La picchierei, giuro! Ho capito che nemmeno Tom le va a genio e che non le piace il fatto che mia sorella si stia innamorando, vorrebbe tenerci al sicuro.
È così sbagliato pensare che a noi non succederà quello che è successo a lei?
Tom è così coglione da non meritarsi nessuna seconda possibilità?
Sono due domande che mi pongo incessantemente mentre guido verso la scuola e per cui vorrei avere delle risposte o meglio delle conferme.
Sono abbastanza convinta che a noi non succederà la stessa cosa – non troveremo certo il principe azzurro a sedici anni, ma nemmeno dovremo affrontare una situazione negativa come la sua – e che Tom si meriti una seconda possibilità.
Non ho mai visto quel cretino impegnarsi così tanto – e sputtanarsi – con una ragazza e mia sorella dovrebbe tenerne conto.
Parcheggio e mi rendo conto che – come ho fatto in tutti questi anni – sto ignorando la questione che riguarda mio padre: a qualche livello sono ben cosciente del fatto che Mark ha trovato il suo indirizzo e che dovrei affrontarlo, ma non ci riesco.
“Che merda di giornata!”
Esclamo a mezza voce, chiudendo con un colpo secco la portiera e raddrizzandomi lo zaino sulle spalle.
“Lo puoi dire forte!”
Sobbalzo per poi rendermi conto che è DeLonge.
“Buongiorno, che belle occhiaie! E dimmi, dov’è la tua maglia?”
“All’inferno, dove ha tentato di mandarmi tua madre. A proposito, sei sicura che non sia un lottatore di wrestling? Ha una presa assassina!”
Io rido.
“No, non credo lo sia. Beh, se lo è non l’ha mai detto a nessuno.”
“Dovresti verificare.”
Su di noi cala il silenzio, mentre io mi accendo una sigaretta.
“Beh, c’è anche qualcos’altro che vorresti sapere, non è vero?”
Lui annuisce piano.
“Sì, c’è qualcosa, ma ho una paura fottuta della risposta che mi potresti dare.”
Io sospiro.
“Ok, sarò sincera, ma non incazzarti.
Erin pensava che tu le avessi fatto quella serenata solo per portatela a letto.”
Lo vedo stringere i pugni e mormorare qualcosa su quanto sia dannatamente testarda.
“Così le ho letto la lettera che tu le hai scritto e lei dopo è scoppiata a piangere.
Stamattina non è voluta venire a scuola e mia madre le ha dato manforte, si è fissata che nessuna di noi si deve innamorare perché non vuole ritrovarsi nonna prima del tempo o che ci sposeremo perché siamo incinte.”
“Non le hanno detto che hanno inventato i preservativi? Mi ci vedi a fare il padre?
Con cosa potrei fare addormentare mio figlio? Con delle serenate su quanto sia bello masturbarsi non avendo una ragazza?
E poi… TU HAI LETTO LA MIA LETTERA?”
“Sì, ma tranquillo. Non svelerò a nessuno il tuo lato romantico, dovessero uccidermi.”
“DELONGE HA UN LATO ROMANTICO?”
Urla una voce dietro di noi, è un’oca del primo anno.
“No, non ha un cazzo di lato romantico! Tu hai sentito male, hai capito?
E adesso fuori dai coglioni e acqua in bocca, se dovessi sentire girare anche solo mezza voce a riguardo maledirò te e la tua famiglia!”
La ragazza mi fissa spaventata, deglutendo, per poi filarsela.
“Wow!”
“Ordinaria amministrazione. Sì, l’ho fatto perché non sapevo come sbloccarla, spero che serva a qualcosa, io ci tengo veramente a che lei sia felice.”
“Beh, grazie. Spero che i tuoi sforzi saranno ripagati, questa situazione mi sta logorando…”
“Buongiorno ragazzi!”
Urla una voce alle nostre spalle, è Mark che ci piomba addosso.
“Buongiorno!”
Rispondo rossa come un peperone, guadagnandomi una sua occhiata perplessa.
Fa che non pensi che non ci sia qualcosa tra me e il suo amico!
“Ho interrotto qualcosa?”
"NO!”
“Tu interrompi sempre qualcosa, Hoppus!”
Tom ti ucciderò prima o poi!
“Che vorresti dire, DeLonge?”
“Non voleva dire niente!”
Capelli blu alza un sopracciglio.
“Uhm, e allora baciami.”
La proposta che mi ha fatto mi lascia perplessa.
“Ma siamo a scuola!”
Lui alza le spalle.
 “E allora?”
 “Dai bacialo, così potrò masturbarmi su voi che vi baciate!”
“DELONGE!”
Ora sono in panico totale, ma pur di far stare zitto Tom e togliere eventuali dubbi dal cervellino di Mark mi alzo sulle punte e do un bacio a fior di labbra a quest’ultimo.
Non ho preventivato il fatto che tenti di approfondirlo, così quando ci prova lo allontano, non mi piace lo sguardo ferito che ha adesso.
“Mi fa schifo l’idea che Tom si masturbi su di noi, è imbarazzante!”
“Tom voltati!”
Il suo amico alza le spalle ed esegue l’ordine, che ha in mente?
Il panico cresce quando Mark appoggia le mani sulle mie guance e mi coinvolge in un bacio che di dolce non ha nulla, sembra quasi che voglia rimarcare il fatto che io sia sua.
Mi fa piacere – i miei sospiri seguiti dai suoi soddisfatti lo indicano chiaramente – ma è anche davvero strano! Che gli è preso?
“Che volevi fare?” Mormoro sulle sue labbra quando ci stacchiamo.
“Quello che ho fatto.”
“E cosa significa?”
“L’importante è che abbia capito io.”
Mi dà un ultimo bacetto e poi si allontana sistemandosi il cappellino.
“Uhm, siete uno spettacolo interessante!”
Io fulmino Tom con un’occhiataccia.
“Non tirare troppo la corda DeLonge, non so se l’hai notato, ma il tuo amico è geloso.”
“Certo che l’ho notato, strega! Lo faccio per sbloccare la vostra situazione!”
Io scuoto la testa, temo che la strategia di DeLonge non sia così buona come crede lui.

 

La fine della settimana giunge troppo presto e senza cambiamenti apprezzabili.
Erin continua a scappare da Tom, Tom dal canto suo è a un passo dall’esaurimento nervoso e non fa che tormentarmi alternando momenti di gioia ad altri di cupo malumore, Mark invece ha l’aria di uno che sta covando un’idea particolarmente sgradevole e fastidiosa.
Temo che sia geloso – terribilmente geloso – e non so cosa fare.
Sono incastrata in una situazione orribile da cui non so come uscire e spero che questo week end non si risolva in un disastro.
È venerdì sera e io ed Erin stiamo andando in un locale dove si esibiscono le band locali dal vivo e non ho idea di come finirà dato che ci sono anche gli altri.
Che Dio me la mandi buona!
“Dobbiamo proprio andarci?”
Mugugna lei mentre parcheggio.
“Sì, sei tu che hai detto che ci saresti stata, non vorrai mancare solo per la tua vigliaccheria?”
“Va all’inferno!”
“Ti voglio tanto bene!”
Scendiamo dalla macchina ed entriamo nel locale, lei si dirige a un tavolo d’angolo ignorando la compagnia e a me tocca seguirla.
“Questo cosa significa?”
“Significa che non sono vigliacca perché sono qui, ma che non ho voglia di stare con loro.”
Io alzo gli occhi al cielo e mi allontano per prendere da bere, sperando di riuscire a trovare le parole per farla alzare da lì, non si può andare avanti così.
Mia sorella sta tenendo un comportamento infantile e crudele, sono stanca di vedere DeLonge consumarsi nell’attesa di un suo cenno. Buttata così sembra decisamente tragica, ma corrisponde essenzialmente alla verità.
“Ehi!”
Io sobbalzo, Tom è spuntato alle mie spalle.
“Ehi.”
“Se ci sei anche tu c’è anche lei, vero?”
“Mh, sì. È seduta a un tavolo e non si vuole scollare da lì.”
“Non mi vuole vedere, eh? Vuole spedirmi dritto al manicomio questa stronza?
Beh, non glielo permetterò, ora dovrà starmi a sentire!”
“Tom non so se è una buona idea!”
Lui non mi ascolta e marcia verso il mio tavolo, non l’ho mai visto così incazzato, questa volta la clone ha tirato troppo la corda.
Peccato che al suo arrivo non trovi nessuno, la furbacchiona si è di nuovo volatilizzata.
“Io la odio quando fa così!”
Urla Tom, sbattendo un pugno sul tavolo.
“Tom calmati!”
“Calmarmi un cazzo! È una settimana che scappa e mi lascia sulla corda, come se di me non gliene importasse un cazzo, sono stanco, lo vuoi capire?”
Io alzo le mani.
“Sì, lo capisco. Fare così non ti servirà a nulla, però!”
“E cosa devo fare?
Anzi, no… sai cosa dovevo fare? Lasciare perdere e rassegnarmi al fatto che lei non mi voglia.”
Io sospiro, cosa devo fare?
“Che merda di vita!”
Ok, so cosa devo fare. Come diceva Mark? Che per consolare bisogna abbracciare?
E abbracciamo, allora! Così mi ritrovo a cingere le spalle di Tom con le mie braccia e a lasciarlo sfogare e – per quanto mi sembri assurdo – sembra quasi che pianga.
“Ehi, ce la farai! Ti ascolterà prima o poi!”
Lui non mi risponde e io inizio a preoccuparmi seriamente, non so se sono in grado di arginare una crisi di questo tipo.
Gli accarezzo piano i capelli – sperando di calmarlo in qualche modo –  non so se sia la cosa giusta, tenendo in considerazione quanto Mark si stia scoprendo geloso.
Forse è solo una mia impressione, ma mi è sembrato che ci fosse qualcuno dietro di noi e non vorrei che fosse Mark.
“Tom, di’ qualcosa, mi sto preoccupando!”
“Va tutto bene, sopravviverò. Grazie, dopotutto sei umana anche tu.”
“Sei sicuro?”
Lui annuisce.
“Vai tranquilla, cercherò di scucire una birra al barista e mi metterò in un angolo buono buono, tu cerca di risolvere qualcosa con il mio coglione.”
Io alzo un sopracciglio, per poi mollarlo.
“Non so se vederti come un rivale o un amico!”
Lui accenna a un sorriso e mi scompiglia i capelli.
“È mio amico, non farti idee bizzarre e cercalo. Se lo conosco ti avrà cercato e starà smattando da qualche parte.”
Io annuisco e mi allontano – ancora un po’ riluttante e sperando che DeLonge non faccia qualche cazzata – ora la persona che più mi interessa è Mark.
Chiedo un po’ in giro, ma nessuno l’ha visto, così mi rassegno ad aspettarlo, trascorrendo la mezz’ora più angosciante della mia vita.
Dove diavolo è finito?
Alla fine decido di fare un giro nel parcheggio del locale e finalmente lo vedo: curvo, nella parte di parcheggio che dà sul deserto, con una bottiglia di birra in mano.
Oh mio dio, la cosa non mi piace per niente!
“MAAARK!” urlo correndo verso di lui.
Capelli blu si volta, ha uno sguardo cheè tutto un programma: annebbiato, perso, infelice e ferito.
Non voglio essere io la causa di quell’espressione, non posso accettarlo.
“Oh, finalmente ti fai viva! Come bacia DeLonge?”
“Che stai dicendo?”
“Vi ho visti!” sbraita lui, barcollando pericolosamente verso di me.
Deve essere completamente ubriaco.
“Vi stavate per fare! A te non importa nulla di me, è per questo che non vuoi baciarmi in pubblico e tieni in sospeso la nostra storia, a te interessa DeLonge!”
Io sto per urlargli in faccia la mia verità, ossia che lo amo e che lui non ha capito nulla del mio comportamento, quando la faccia di Hoppus passa dal rosso al verdognolo: sta per vomitare.
Come previsto, fa giusto in tempo a voltarsi prima di piegarsi per un conato di vomito, io inizio a essere preoccupata, cosa devo fare?
Sinceramente non lo so, è l’istinto a portarmi verso di lui e ad abbracciarlo, per evitare che cada, e successivamente a tenergli una mano sulla fronte.
Che cazzo ha fatto?
“Co-come stai?”
Chiedo con un filo di voce non appena smette.
“Ho – ho… freddo!”
Io lo faccio voltare verso di me e lo abbraccio con tutta la forza che ho, voglio scaldarlo fino a che non sarà in grado di alzarsi e arrivare alla macchina.
“Ok, ci sono qui io. Ti voglio bene.”
Lui non risponde e io trattengo a stento le lacrime.
Che serata di merda!
Potrebbe andare peggio di così?
Lui è semisdraiato a terra – metà su di me e metà sull’asfalto del parcheggio – e io sono inginocchiata sperando in un suo cenno di vita.
Gli accarezzo piano i capelli, sono decisamente sudati e il suo respiro non è regolare: nessuno dei due è un buon segno in aggiunta al fatto che non parla.
“Perché l’hai fatto, eh?”
“Non … Non so, mi andava di bere fino a dimenticare tutta questa storia.”
“Perché non mi credi quando ti dico che tra me e lui non c’è niente?”
“Perché siete sempre appiccicati.”
“Lui si vuole sfogare per Erin, è quello che è successo stasera.”
Lui non mi risponde, perché ho l’impressione che non voglia credermi?
“Voglio andare a casa.”
Io sospiro.
“Ok, ti do una mano.”
“Ce la faccio da solo.”
Oh, fottuto orgoglio!
“Sei ubriaco marcio! Dove pensi di andare in queste condizioni?”
“E tu perché non vai da Tom?”
“Perché sei tu che ho cercato tutta sera e che sto aiutando! Sei tu che mi interessi, coglione!”
Lui mi guarda sorpreso e si lascia condurre alla sua macchina, senza ulteriori proteste.
Questa situazione è andata avanti per troppo tempo, stasera gli dirò tutto, a costo di dover strisciare per far sì che lui mi creda!
Me lo dico mentre gli passo la coperta in cui ho dormito quella volta in cui siamo andati a San Diego e controllo che ci si avvolga per bene e si sieda sui sedili posteriori.
Vorrei coccolarlo, ma non ho idea di come la prenderebbe… Oh, ma chi se ne frega!
Racimolando tutto il mio scarso coraggio mi sporco verso di lui e gli lascio un bacio sulla fronte e questa volta non oppongo resistenza quando mi impedisce di allontanarmi e mi bacia.
Fa abbastanza schifo baciare un ubriaco che ha appena vomitato, ma allontanarmi è l’ultimo dei miei pensieri, sono stanca di farmi condizionare dalle mie paure.
Quando ci stacchiamo il più sorpreso dei due è lui, io stiracchio un sorriso e gli accarezzo una guancia.
“Sei tu la persona a cui tengo maggiormente, ficcatelo in testa, zucca vuota!”
Mi metto alla guida in silenzio, cercando di mantenere a bada l’ansia – ho il sospetto che la notte sia solo all’inizio – e sbirciandolo ogni tanto dallo specchietto.
Si è steso sui sedili, rannicchiato come un gatto ed è deciso a non parlare, non credevo che l’alcool gli chiudesse la bocca.
“Fermati.”
Mormora a un certo punto, io eseguo portando la macchina sul ciglio della strada e scendendo insieme a lui.
Deve vomitare di nuovo, perché, invece di parlarmi, si è distrutto così?
Lo aiuto a rientrare in macchina e ripartiamo, sempre in perfetto silenzio, un’assenza di parole che sto iniziando ad odiare.
Parlami! Per favore, parlami!
“I miei non ci sono, forse c’è Anne.”
“L’ho vista al locale.”
Lui non dice nulla, perché si limita alla conversazione essenziale?
“Non mi vuoi qui?”
Sparo a bruciapelo.
“Non.. Non lo so. Da una parte sì e dall’altra no.”
“Vorrei che mi credessi…”
Mormoro amara, parcheggiando la sua macchina davanti a casa sua.
Odio sentire le lacrime che premono di nuovo per uscire, odio che lui sia diventato talmente indispensabile da cambiare il mio umore e che mi abbia resa dipendente.
Scendo e lo aiuto a uscire – non so se gli faccia piacere, ma dato quanto barcolla tace – e poi ci dirigiamo verso casa sua.
Lo lascio trafficare un po’ per cercare le chiavi e finalmente entriamo.
“Puoi anche lasciarmi andare ora, la mia camera è al piano di sopra, penso di farcela.”
“Smettila! Smettila di fare l’orgoglioso, perché sei così incazzato? Perché non mi credi?”
Tace.
“E perché non mi rispondi nemmeno? Parliamone, ti prego! Ne ho bisogno.”
Lui tace ancora, ma si lascia accompagnare di buon grado in camera sua – un caos di fumetti, videogiochi, vestiti, in cui spicca un basso nero – e si lascia cadere sul letto.
Dovrebbe fare qualcosa come togliersi le scarpe o cambiarsi, ma si limita a crollare senza grazia sulle coperte, come addormentato.
Io sospiro. Ok, farò la crocerossina fino in fondo, glielo devo.
Gli tolgo le scarpe e con qualche difficoltà lo infilo sotto le coperte – al caldo – ho il sospetto che non gli faccia bene prendere freddo.
Finisco di rimboccargli le coperte – come se fossi sua madre – e lo guardo: ha l’aria indifesa di un bambino mentre dorme, fa tenerezza.
Il mio sorriso scatta in automatico, dopotutto non riesco a rimanere arrabbiata a lungo con lui.
Sorridendo, mi chino a lasciargli un bacio sulla fronte, poi me ne andrò, ha bisogno di riposare.
“Buonanotte stupido. Non hai voluto parlarmi, ma non importa.
Parleremo domani e se non vorrai nemmeno domani, sarà il giorno dopo.
Ci tengo troppo a te per arrendermi, Mark.”
Mi sto per alzare quando una mano si stringe intorno al mio polso e due occhi azzurri mi guardano.
“Parleremo ora.”
Faccio giusto in tempo a togliermi le scarpe – avendo intuito cosa voglia fare – prima di ritrovarmi sotto le coperte mezza stesa su di lui.
Gli sono decisamente troppo vicina, non mi aiuta sentire il suo cuore battere o il ritmo del suo respiro, né tantomeno la rabbia che vedo in quegli occhi azzurri.
Volevo parlargli?
Questa volta sono stata accontentata e andrò fino in fondo.
Deve sapere quello che provo per lui, sono stanca di fraintendimenti.
“Va bene.”
Lui annuisce.
Che la battaglia abbia inizio!

Angolo di Layla

Siamo quasi arrivati alla sospirata dichiarazione. Se volete  e se riesco cercherà di aggiornare lunedì o martedì così non vi lascio troppo sulle spine.

A qualcuno ho accennato di una sorpresa, è questa: sto scrivendo una Tom/Jen e non appena avrò finito gli ultimi due capitoli che mi mancano sarà pubblicata.

Ringrazio redyrageandlove, viola terracini, MatyOtaku, DeLonge, LostinStereo ed eve182 per le recensioni.

 

   
 
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