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Autore: TrustInBieber    16/11/2012    27 recensioni
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza dai capelli verdi mi raggiunge e io chiudo l'armadietto, dopo aver gettato dentro tutti i libri.
"Ciao." Si appoggia all'amradietto accanto al mio e tira fuori dalla borsa un pacchetto di liquirizia verde.
Mi sistemo la borsa sulla spalla. "Ciao." La guardo.
"E così tu sei la nuova ragazza di Connor." Si stacca dall'armadietto.
Faccio spallucce e mi incammino lungo il corridoio, diretta verso l'uscita. "Non so di cosa tu stia parlando." 
Ride e alza gli occhi al cielo. "Andiamo, ne parlano tutti. Sei considerata la nuova Signora Johnson."
Esco dalla scuola e sospiro. "Chi lo dice?"
Tutti." Fa spallucce. "Sai, Christine è la sua ex, e con lei le voci circolano."
"Beh, non sono vere, se ti interessa." Faccio spallucce.
Mi guardo intorno e scorgo Connor che parla con Christine.
Benone.
La pazza mi prende per il braccio e mi spinge dietro un cespuglio, accucciandosi accanto a me.
"Mi vuoi fare un rito satanico?!" Mi allontano da lei velocemente e lei alza gli occhi al cielo.
"Shh, ascolta." Indica Christine e Connor che stanno per arrivare davanti al cepuglio.
La rossa si ferma proprio davanti a noi. "Allora, hai davvero intenzione di uscire con lei?" Chiede, arricciandosi una ciocca di capelli intorno al dito. 
Connor sospira e guarda l'ora sul telefono. "Senti, devo andare. Ti dispiacerebbe ridarmi la giacca?" Allunga la mano e la rossa sbuffa, togliendosi di dosso la giacca e porgendogliela.
"Ancora non capisco cosa ci trovi in lei. Secondo me ha le tette rifatte." Osserva casualmente, controllandosi le doppie punte.
Ma che cazzo dice?! Ho una terza, non ho una decima! Ma minchia.
"Non sono a conoscenza delle sue operazioni chirurgiche, non so se ha derubato una banca in Svizzera, non penso che spacci droga ai bambini e sono più che sicuro che non ha i canini che assomigliano a quelli di Dracula."
Eh, oh. Che ne sai? 
"Ma dai!" La rossa batte un piede per terra e fa il broncio.
"Senti, Chris, sono passati sei mesi, smettila di perseguitarmi. Hai 19 anni, la scuola ai tuoi piedi, trovati qualcun altro." Alza gli occhi al cielo.
Christine gli passa una mano sul braccio con fare seducente. "Ma tu sei l'unico carino della squadra di football."
"Non esiste solo la squadra di football, Chris." Lui le toglie la mano dal braccio e inizia ad allontanarsi. "E smettila di corrompere mio fratello con le caramelle perchè ti dica dove e con chi sono." Sale in macchine e accende il motore.
"Ehi, Perlana!" Chaz si butta sul prato accanto a noi e gli facciamo segno di tacere. Annuisce.
Le amiche di Christine la raggiungono. "Allora? Vi siete rimessi insieme?"
Christine sorride sarcastica. "Si, adesso torna a prendermi e andiamo a cacciare falene insieme." Le da una sberla sul braccio. "Ma sei cogliona? Se ci fossimo rimessi insieme, a questo punto la sua fottuta giacca sarebbe ai piedi del suo letto." 
Una ragazza alza gli occhi al cielo. "Abby, ma che domande!" Guarda Christine di nuovo. "Che hai intenzione di fare?"
La rossa fa spallucce. "Non so, pensavo di andare a fare un po' di shopping."
"No, ma con Connor?" Abby inarca un sopracciglio.
Christine sbuffa. "Ma sempre di Connor dovete parlare? Sapete come è fatto, tra una settimana non si ricorderà neanche il nome di quella troietta. Poi verrà la mia occasione." Fa spallucce tranquillamente.
"Tu si che sei geniale, Chris." L'altra ragazza sorride raggiante e Christine annuisce soddisfatta.
"Andiamo, ho sentito che hanno aperto un locale dove vendono acqua per cena." Si allontanano parlando di scoiattoli.
La pazza mi guarda. "Io te l'ho detto. Le voci circolano."
"Ma che succe-" Chad si blocca. "Ah. Sei tu la nuova conquista di Connor, eh? Speravo davvero che tu fossi meglio di quelle che girano qui." Sospira e si alza, andandosene.
Prima che possa dire qualcosa, la testa di lattuga parla di nuovo. "Stai attenta a Chris. Sembra stupida, ma non lo è."
Alzo gli occhi al cielo. "Ma se va a mangiare acqua per cena, dai." Mi sistemo i jeans. "Io vado. Divertiti a buttarti dietro i cespugli."
"Aspetta, come ti chiami?" 
"Eve."
Stringe la mia mano. "Io sono Serena."
Tanto continuerò a chiamarti testa di lattuga. "Beata te, io sono stanca." Sbadiglio e mi incammino verso casa.
Questa è una scuola di pazzi.
Arrivo a casa giusto in tempo per battere sul tempo Jimmy e buttarmi a peso morto sul divano, cominciando a mandare in tilt il televisore a forza di cambiare canali uno dopo l'altro.

"Eve, porta fuori la spazzatura!" Mi urla Maddie dalla cucina.
"Non mi dusturba se rimane in cucina!" Le urlo di rimando, stiracchiandomi fino a cadere a faccia in giù sul tappeto del salotto.
Maddie entra dalla prota con le mani sui fianchi. "Adesso."
Sbuffo e mi alzo, andando a prendere i tre sacchi di spazzatura dalla cucina. "Ma si può sapere che cosa diavolo comprate? Rifornimenti per l'esercito Pakistano? Avete una famiglia imprigionata in cantina? Nascondete Osama Bin Laden?" Sbuffo, trascinando sul pavimento i sacchi. 
Qualche minuto dopo raggiungo i cestini fuori di casa e ci getto dentro i sacchetti, pulendomi le mani sui jeans come la vera signora che sono, poi ritorno dentro.
"Eve!" Urla Maddie.
Di nuovo.
Vado da lei. "Che vuoi?"
"Prima è passato un ragazzo che ti cercava, si chiama... Carson... Kristen..." Aggrotta la fronte e mi guarda, sperando in un aiuto miracoloso.
"Connor, Mad. E quindi?" Inarco un sopracciglio.
Fa spallucce. "Ha detto di dirti che domani passa a prenderti per portarti a scuola. Alle 8 precise." Sorride, mettendo la teglia nel forno. "Hai già fatto conquiste?" Mi fa l'occhiolino.
Sto per risponderle quando Jimmy entra in cucina. "Che cos'è questo profumino?" Annusa l'aria con fare intelligente.
"É il pollo marcio di due settimane fa che ti avevo chiesto di portare fuori e che tu hai nascosto nel barattolo dei biscotti." Maddie incrocia le braccia e lo guarda.
"Ma topina mia, sai quanto sono impegnato con il lavoro, non posso pensare a tutto io." Jimmy fa spallucce e si siede sul tavolo, mentre Maddie spalanca la bocca.
"Non puoi pensare a tutto tu?!" Quasi urla, allargando le braccia. "Io mi faccio il culo dalla mattina alla sera al lavoro, per fare la spesa, portare e prendere Grace dall'asilo, prepararvi il pranzo e la cena, fare il bucato, e tu arrivi qui a casa e non fai niente, a parte buttarti sul divano e guardare cocciutamente la televisione!"
"Non porto mica spogliarelliste in casa, Maddie! Rilassati!" Jimmy alza gli occhi al cielo. "Non faccio niente di male."
"Jimmy, tu guardi la televisione spenta!" Maddie scandisce bene le parole e io inizio ad allontanarmi piano piano, tastando il muro per capire dov'è la porta. 
Mia sorella mi punta l'indice contro e io mi blocco, spalancando la bocca in un sorriso alla Kenny Hamilton.
"Tu e io non abbiamo finito, continueremo il discorso dopo. Chiaro?" Mi guarda.
Annuisco ed esco dalla cucina, sentendo Jimmy e Maddie litigare finchè non mi chiudo in camera mia e non collasso sul letto.
Se continuo ad avere gente di questa sanità mentale intorno, finirà che mi isolerò come Mr. Bean e mi comprerò un pupazzo, comprandogli lecca lecca e organizzandogli feste di compleanno a sorpresa.
Il telefono di casa suona dal piano di sotto.
Fisso il soffitto in attesa che Maddie risponda, ma continua a squillare, con le voci di Jimmy e Maddie in sottofondo che si urlano parolacce contro.
"Eve, rispondi al telefono!" Mi urla mia sorella.
Eh, che palle!
Esco dalla stanza e percorro in fretta e furia le scale, facendo una scivolata in salotto e finendo a faccia spiaccicata contro il muro.
Ahia.
Prendo il telefono e inizio a fare un tour della casa, ammirando le varie piastrelle.
"Pronto? Casa Lankins." Dico con voce da segretaria.
"Parlo con Maddie?" Chiede l'uomo dall'altra parte.
"Sì, cioè, no. Chi è lei?" Mi fermo e osservo un vaso bianco.
"Oh, sono... Um, sono solo un amico. Puoi dirle di richiamarmi appena può?"
"Sicuro, ma sappia che la descriverò come un maniaco sessuale in astinenza di droga che cerca prostitute Slave e che vuole aprire un'attività di scambi illegali di merluzzi."
Tutututututututututututu.
Che maleducato.
Riaggancio e torno di sopra, buttandomi sul letto.
Ora che ci penso, sono in una città che milioni di persone vorrebbero visitare, e l'unica cosa che faccio è stare sdraiata sul letto a pensare a una buona scusa per convincere la testa di lattuga ad attorcigliare i suoi capelli intorno al tronco di un albero, così posso vedere se sono veri o finti.
Il mio telefono suona e rotolo giù sul tappeto per staccarlo dal caricabatterie, poi torno sul letto.
"Ciao!" Dico entusiasta, e sento una donna gridare terrorizzata fuori dalla mia finestra.
Sento un tonfo e mi alzo di scatto dal letto, correndo in balcone.
Cazzo!
La vecchietta che aveva urlato è inciampata nel suo chiuaua ed è distesa a terra, invocando il nome di Dio.
O forse di Mimmo.
Torno dentro la mia camera.
"Ci sei?" La voce di Justin mi riporta alla realtà.
"Si, scusa, stavo controllando se ho commesso o no un omicidio." Spiego.
Silenzio.
"Non intenzionale!" Aggiungo subito.
Silenzio.
"E che minchia, avrà avuto l'età di Cleopatra, prima o poi dovrà schiattare pure lei, no?" Alzo gli occhi al cielo.
Silenzio.
"Ma ci sei?" Mi metto a sedere sul letto.
"Si, stavo bevendo." Dice tranquillamente. "Bella storia, l'hai ammazzata?"
"Non ne sono sicura." 
Ridacchia. "Com'è andato l'appuntamento?"
"Direi bene, mi ha detto che ho le guanciotte delicate come il culetto di un bambino." Dico gongolando.
Justin scoppia a ridere. "Questo è un livello avanzato di romanticismo, caspita!"
"Beh, non doveva essere romantico. A meno che la mia estetistia non sia lesbica. In quel caso avrebbe dovuto approfondire ed informarmi di quanto siano belle le narici del mio naso."
"Aspetta, cosa?"
"Cosa?"
"Il ragazzo è un estetista? Che schifo. Potevi cercarti qualcun altro."
Aggrotto la fronte. "Ma che ragazzo?"
"Quello lì. Carson, Kristen, come si chiama."
Alzo gli occhi al cielo. "É Connor, per l'amor di Mimmo!"
"Mimmo?" Chiede dubbioso.
"Si. La vecchietta lo stava nominando prima, mi sembrava scortese non farlo." Dico tranquillamente.
"Ah."
Qualche secondo di silenzio.
"Comunque non c'è stato nessun appuntamento." Dico infine.
"Ti ha scaricata?" Ridacchia. "Dai, tranquilla, ci sono qui io. Posso conso- Ti sei rifatta le tette?"
"Ma che cazzo avete tutti con le mie tette?! No, sono made in America."
"Ah." Dice distrattamente. "Davvero? No, perchè qui c'è un-"
Lo interrompo. "Smettila di usare il mio telefono!"
"Tranquilla, le ho stampate, non puoi neanche denunciarmi per stalking." Ridacchia tranquillamente.
Aggrotto la fronte. "Hai stampato le mie foto?"
"Solo quelle di te in costume." 
"Ma c- Posso farlo anche io?" Inarco un sopracciglio e guardo il mio laptop attentamente.
"Sei sicura che dormirai bene avendo una foto di me senza maglietta a guardarti dalla parete?" Chiede ridacchiando.
"E chi dice che sarà una foto? E chi dice che sarà attaccata alla parete?"
Fa una pausa. "E dove dovrebbe stare?"
"Ecco, pensavo di fare un poster super gigante e incollarlo al cuscino, e magari premermi il cuscino sulla faccia e-"
"La, la, la, la, la!" Canta ad alta voce. "Non andare avanti! Non farlo!"
Scoppio a ridere. "Sei un idiota."
"Parla lei."
"Tu hai stampato le mie foto."
"Tu- Lasciamo stare."
"Appunto. Com'è stata la tua giornata?" Mi sdraio sul letto.
"Pessima, ma tu l'hai resa migliore."
"Aww, ma quanto sei dolce! Che cosa vuoi, Bieber?"
Ride. "Niente, sono serio."
"Ah. Che è successo?"
Sospira leggermente. "Sembra che Jelena non esista più."
"Eh? Che? Perchè?"
"Ho fatto una foto con una modella, e lei si è incazzata, essendo la donna matura di vent'anni che è." 
Rido. "Scusa, non volevo ridere."
"Oh, si, invece." Ridacchia.
"Ok, ma avevo in programma di ridere dopo aver riagganciato." Dico casualmente.
Sono una pessima bugiarda, olè!
"Ehi, posso chiederti una cosa?" Mi chiede serio.
"Sicuro. É una di quelle domande che dovrebbero spaventarmi a morte? Finirò ad occuparmi dei tuoi figli segreti nascosta in un bunker?"
Ride. "No. Spero."
"Spero di no per il bunker?"
"Spero di no per i figli segreti. Mi hai messo ansia." 
Rido. "Dai, domanda pure."
"Hai voglia di parlare un po'? Abbiamo i telefoni l'uno dell'altro e siamo praticamente sconosciuti."
"Parla per te, io so anche quanti anni avevi quando hai iniziato ad usare da solo il bagno!" Dico, fiera di me stessa.
"Imbarazzante..." Mugugna.
"Già." 
Facciamo qualche secondo di silenzio. 
"Beh, io non ti conosco."
"Mi chiamo Evelyn e ho il telefono di Justin Bieber in mano, e ancora non ho trovato la cartella delle tue foto nude." Sbuffo.
"Non ho cartelle con foto nude nel telefono!" Dice disperato.
"Allora ammetti che le hai da qualche altra parte!" Rido.
"Oh, non ho più voglia di parlare."
Rido. "Ok, scusa. Seri."
"Ok."
Facciamo qualche secondo di silenzio di nuovo.
"Justin?" Dico dolcemente.
"Dimmi."
"Mi piacerebbe che tu fossi una porta."
"Perchè?" Domanda curioso.
"Così potrei sbatterti tutto il giorno."
Tutututututututututututu.
Che maleducato!

E DOPO L'ULTIMA BATTUTA, posso andare a sotterrarmi tranquillamente sotto terra, perchè faceva pena D:
Siano dannati gli iPad per non avere l'HTML, così ho dovuto riscrivere il capitolo. 
Comunque, a parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
La frase per rimorchiare è vera...
L'ha usata uno con mia mamma o.O
Davanti a me.
Gli ho tirato la scatola dei fazzoletti del bar addosso.
Okay, me ne vado.
Sayonara, bellesse. :)

   
 
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