è un gioco! che paura può fare?
 
<< Slender man? E che sarebbe? >>
Non avessi mai fatto quella domanda.
<< è il mostro di una “leggenda urbana” creata su internet. Ti giuro, si sono inventati una roba assurda! Dovresti vederlo! >>
La mia amica era davvero esaltata, mi convinsi che questo “slender” poteva essere una cosa figa su cui perderci un po’ di tempo.
…
Dannazione a lui! Averlo saputo prima non avrei di certo rischiato l’infarto!
…e anche qualche notte insonne…
<< Ma che…? Che cos’è sto coso? >> gli chiedo alla mia amica, quando caricato Google, mi mostra i risultati ottenuti scrivendo la parola “Slender man”. Per essere un mostro aveva molti elementi umani, se non fosse stato per i tentacoli e la faccia bianca senza niente avrei osato dire che si trattava di un manichino.
 
Almeno quelli stanno fermi e non ti rompono le scatole.
Solo una cosa hanno in comune: il senso dell’eleganza.
<< Devvo ammettere che è interessante. Non sembra una stupidata come i meme su internet. >>
<< No! No! Questo è famoso assai! Ci hanno fatto anche un gioco! >>
<< Ora mi stai prendendo per il sedere. >>
<< Guarda un po’. >>
Rapidamente la ragazza, nonché ospite a casa per la notte, prende il controllo della tastiera e del mouse per andare su Youtube facendo comparire altri risultati di ricerca su quel… quel bastardo!
Argh! Ma perché mi sono lasciata convincere a vedere quei video?!
<< Esistono due versioni: foresta e manicomio. Questo che ti faccio vedere è il secondo. Ti giuro, mi fanno venire i brividi! >>
<< Esagerata. è davvero così pauroso? >>
Lo Slender avrebbe risposto presto alla mia domanda.
è un gioco. che paura può fare?
Carichiamo un video scelto a caso dove il gameplay è commentato da un ragazzo italiano.
L’ambientazione è fatta bene così come il gioco in sé, per quello mi piace e non mi lamento di niente, è fastidiosa assai la musica che incrementa ogni volta che il tizio raccoglie delle pagine sparse nell’edificio.
 
Pagine? Avvisi di morte direi!
Come dicono gli americani: creepy.
E qui comincio un poco ad alterarmi, ripetendomi mentalmente che alla fine si rivelerà una cavolata.
L’improvviso urlo della mia amica non appena il giocatore si ritrova faccia a faccia ( si fa per dire ) con quel coso. Porca miseria… non ha fatto un cavolo ma con quel suo aspetto alto e striminzito e i tentacoli fa la sua porca figura!
è che figura!
Il giocatore si allontana e quello riappare di nuovo dal nulla!
E di nuovo la mia amica urla!
E la musica di sottofondo non aiuta di certo a rilassare gli animi!
Ne ho avuti di infarti, ma quella volta mi sono sentita davvero male.
Credo che quella sia stata la prima volta in cui ho mandato un sincero “va a quel paese” alla mia carissima amica.
<< Allora? ti è piaciuto? >> mi chiede, non appena il nerd riesce a salvarsi le chiappe.
Io mi sto ancora tenendo il petto e la sto ancora guardando malissimo.
<< Niente male. >> mi limito a risponderle.
 
Grazie al cielo si è fatto tardi ormai, con quella scusa le dico che sono stanca morta e che sarebbe meglio andare a dormire… prima che mi faccia vedere altri video sullo Slender.
Lei tutta contenta si corica nel letto di mia sorella attualmente assente e io nel mio.
Dormire… che parolona.
Non sono riuscita a chiudere occhio pensando a quell’essere che spunta all’improvviso alle mie spalle.
<< Maledetto gioco… >> mormorò sotto voce incavolata.