Ciao, prima che iniziate a
leggere questa mia creazione, ho tre cose da dire, la prima è questa:
ringrazio infinitamente Chakra per avermi fatto da beta… santa ragazza!
Ancora non capisco come abbia fatto a sopravvivere a tutti i miei innumerevoli “orrori”…
ma, come si suol dire, l’erba cattiva non muore mai! XD Chakra, sappi che
ti voglio bene, lo dico pubblicamente, e non solo perché mi hai fatto da
beta! Secondo: Io non sono uno scrittore, non sono come voi ragazze che
scrivete, e che siete, nella maggior parte, veramente brave! Io purtroppo, o
per fortuna, ho studiato per fare il critico, non lo scrittore, quindi
perdonate la scarsa originalità della storia! Infine, la terza cosa che
ho da dire: questa fanfiction è tutta dedicata alla mia PiccUla Funny
(nota al pubblico come fann1kaoriyuki, ma per me, è la mia piccUla) per i suoi
diciannove anni: PiccUla mia AUGURI di cuore!!!! Ti voglio bene e ti ADORO! Chiedo perdono,
adesso vi lascio alla fanfiction, sperando che vi piaccia, e per finire, la
frase che adoro leggere…. Me lo lasciate un commentino??? XD
Harry
Potter percorse velocemente l’ultimo tratto del corridoio dei sotterranei
che portava all’aula di Pozioni. Era in ritardo, maledettamente in
ritardo. La sera prima aveva dimenticato di puntare la sveglia magica e adesso
si ritrovava a correre per i corridoi, infilandosi la camicia dentro i pantaloni
e cercando contemporaneamente di fare il nodo alla cravatta. Il tutto, mentre
cercava di trattenere la borsa con i libri che non era stata chiusa bene, e
cercando di non inciampare sui lacci delle scarpe che non era riuscito ad
allacciare. Arrivò davanti alla porta dell’aula di pozioni e, non
riuscendo a fermarsi in tempo, inciampò su uno dei lacci delle scarpe e
cadde in avanti andando a sbattere dritto sulla porta dell’aula. La
botta, risuonò per tutto il corridoio, e il rumore si espanse fino a
dentro l’aula, favorito anche dal fatto che il corridoio era
completamente vuoto. “Bene pensò, adesso Piton mi toglierà
tanti punti quanti sono i capelli disordinati che ho in….” non finì
neanche di completare il pensiero che la porta a cui era appoggiato si aprì
di botto, facendolo cadere di lungo, disteso nell’aula. - Bene, bene!
Signor Potter anche oggi ha fatto la sua entrata trionfale…. Mi
congratulo con lei - disse Piton spostandosi dalla porta per lasciare che tutti
i compagni dentro l’aula vedessero Harry steso per terra che cercava di
massaggiarsi la testa e la spalla. La classe scoppiò in una fragorosa
risata, naturalmente risero solo i Serpeverde, anche se non tutti. - Mi scusi Professore…- cercò
di dire Harry, ma venne malamente interrotto da Piton che guardandolo rialzarsi
disse - È inutile che si scusi Potter… venti punti in meno a
Grifondoro per la sua “puntualità” - disse sarcastico- e
adesso vada a sedersi là, in fondo all’aula e veda di non creare
altri problemi, se le riesce… Harry, ancora dolorante raccolse i libri e
le pergamene che erano fuoriusciti dalla cartella e si indirizzò verso l’ultimo
banco vicino alla porta, scaraventando la cartella sul banco e sedendosi
scompostamente sulla sedia. Il silenzio, che era stato interrotto dall’arrivo
rumoroso di Harry, tornò a ricomporsi nell’aula e Piton riprese da
dove era stato interrotto - Bene, adesso che il signor Potter ci ha degnato
della sua gradita e preziosa “presenza” - disse, lasciando intender
chiaramente quanto per lui la presenza di Harry fosse tutt’altro che
preziosa, e soprattutto gradita - possiamo riprendere con la lezione. - aggirò
con un fruscio delle vesti la cattedra e si accomodò su di essa, dando
le spalle alla lavagna e fronteggiando con il suo naso adunco tutta la classe.
- Ho deciso che oggi, interrogherò a caso uno di voi, e siccome mi sento
di ottimo umore lascerò che sia un volontario. Bene chi si propone…?- Le teste della classe scattarono verso
due direzioni, alcune si girarono verso il banco di Hermione, ma lo trovarono
vuoto, visto che la ragazza non era presente a scuola, perché era stata
scelta per rappresentare la scuola insieme con altri compagni di altre classi,
ad un viaggio studio in Bulgaria; le altre teste si girarono verso il biondo
serpeverde, che splendeva in tutto il suo splendore in prima fila. Ma tutti
erano sicuri di una cosa, che il biondo non si sarebbe mai proposto come
volontario per salvare gli altri compagni, anche se questo significasse
guadagnare con buona probabilità più di cinquanta punti che il
professor Piton avrebbe volentieri donato, con tutto il cuore, alla sua casa.
Nulla poteva essere più appagante per il Principe delle serpi che vedere
in difficoltà un gruppo intero di Grifondoro. Il silenzio regnava
sovrano nella classe fino a quando dall’ultima fila non provenne il
rumore di una sedia che cadeva, e le imprecazioni di Harry che si chiedeva che
cosa aveva fatto di male quel giorno per subire tutte quelle disgrazie. Gli
occhi di Piton si illuminarono pericolosamente, un bagliore predatore, e tutti
nell’aula trattennero il fiato, mentre sul volto del professore si
formava un ghigno di pura perfidia e con voce chiara esclamava - Bene, signor
Potter, sono lieto di vedere che oggi, vuole essere la cavia, ehm volevo dire,
l’alunno, che vuole sottoporsi alla mia tortura, cioè all’interrogazione-
si sbrigò a correggersi. Harry si rialzò da terra, sistemò
gli occhiali sbilenchi sopra la punta del naso e si avviò come un
condannato a morte verso la sedia che il professore aveva fatto apparire al centro
dell’aula, dove solitamente si sedeva chi doveva essere interrogato.
Mentre comminava tra le file dei due banchi, il suo sguardo vagava tra i
compagni, in cerca di un supporto morale, ma le facce dei Grifondoro erano
contorte in una smorfia di compassione e di rassegnazione, mentre quelle dei
Serpeverde erano tutte ghignanti. Anzi no, non tutte, Draco Malfoy non stava
ghignando, ma aveva lo sguardo fisso sul cercatore Grifondoro, e il volto
contratto in una smorfia di… rabbia???? E appena lo sguardo rassegnato
del Grifondoro incontrò i suoi occhi, gli fece l’occhiolino.
Harry, non si sa per quale motivo, sembrò rassicurato da quel gesto di
complicità e quindi, animato da nuova forza, si diresse verso la sedia,
che ormai distava poco più che un paio di passi da lui. Arrivò
vicino alla sedia e vi si sedette. I Serpeverde girarono leggermente le loro
sedie, per posizionarsi a semicerchio, e avere un ottima visuale di quello che
aveva tutti i presupposti per essere la peggiore interrogazione mai sentita di
Pozioni, e lo spettacolo più spassoso, naturalmente per loro. I
Grifondoro, d’altro canto girarono anche loro le sedie per assistere,
dispiaciuti, al massacro di un loro amico. Piton fremeva, si sentiva felice
come una Pasqua, ma anche di più, si sentiva come se si fosse svegliato
la mattina di natale, e avesse trovato ai piedi del suo letto una scatola
intera del suo Shampoo preferito “Capelli Unti-Unti del Dottor Viscidus”.
Era felicissimo, e aveva l’aria sognante, cosa che fece rabbrividire
tutti in quell’aula, anche i Serpeverde stessi che non l’avevano
mai visto così felice, se non al terzo anno, quando credeva che gli
avrebbero riconosciuto un “Ordine di Merlino” per aver catturato il
famigerato Sirius Black. Harry arrivò alla sedia e si lasciò
cadere pesantemente su di essa,
aveva lo sguardo fisso davanti a se, perso sulla lavagna. Piton si alzò
dal suo posto e si posizionò proprio di fronte a lui, tanto che Harry
riuscì a percepire l’odore della sua acqua di colonia…. Un
odore nauseabondo. - Bene, bene signor Potter eccola qui- esordì il
professore, pregustando già la situazione che di lì a poco,
credeva sarebbe successa, ossia una figura da zuccone da parte di Potter e di
conseguenza una valanga di punti sottratti alla clessidra di Grifondoro. -Mi
dica, Potter, è pronto??? - chiese, e senza aspettare una risposta
domandò- Mi dica, in quali zone del globo terrestre cresce
spontaneamente la Mandragola, e mi dica anche se esistono, altre piante che
hanno le stesse proprietà della suddetta erba magica.- Piton era
contento della sua domanda, e ghignò spudoratamente, non era molto
difficile per uno del sesto anno, ma per quella classe, e in modo particolare
per Potter, era una domanda impossibile, o almeno così credeva. Harry
non si curò neanche minimamente di ascoltare il professore, e infatti
non sapeva che cosa dire. Mandragola???’ Oh si, conosceva quella pianta,
certo, al secondo anno l’avevano usata per curare le persone che erano
state pietrificate dal Basilisco. Le persone che credevano vittime sue. Peccato
che non fosse lui l’Erede di Serpeverde, gli sarebbe stato utile in quel
momento avere un enorme basilisco ai suoi ordini, pronto a uccidere il suo
professore di pozioni con un solo sguardo. Rimase così, con lo sguardo
perso nel vuoto, fisso sulla lavagna, fino a quando non accadde qualcosa.
Improvvisamente sulla lavagna cominciarono a comparire delle parole, scritte
con una grafia chiara e ordinata : “La Mandragola, è una pianta
che cresce soltanto nelle regioni mediterranee, visto che è necessario
per la sua crescita un clima caldo ma al tempo stesso mite. Per quanto riguarda
le piante con caratteristiche analoghe esistono in tutto il mondo: in Oriente
vi è il ginseng e nell’Europa settentrionale la brionia bianca”.
Harry lesse le parole che erano comparse sulla lavagna per due volte
velocemente, poi con voce incerta le ripeté al professore. Il volto di
Piton, finora contratto in una smorfia di puro godimento, divenne
improvvisamente una maschera di puro orrore. “IMPOSSIBILE!” pensò.
Potter aveva risposto correttamente alla sua domanda, guardò con
attenzione tutti gli altri studenti per vedere se qualcuno aveva osato
suggerire, ma vide che erano tutti scioccati come lui, ed erano perfettamente
immobili, tranne Malfoy che giocherellava con la bacchetta facendola scivolare
tra le dita bianche e affusolate. In fine pose lo sguardo su di Harry e
guardandolo attentamente, chiese con un filo di voce - Cos’ha detto
Potter?- Harry lo guardò fisso negli occhi e disse- La Mandragola è
una pianta che cresce nelle zone del Medite…- ma non riuscì a
completare la frase perché Piton sbottò - Lo so bene cos’ha
detto! Ma mi chiedo come ha fatto! Lei non doveva rispondere a quella domanda,
non avrebbe dovuto saper rispondere!!!! -Harry lo guardò di rimando,
vedere Piton così non era da tutti i giorni e se era questo l’effetto
che faceva rispondere correttamente ad una domanda di Pozioni, promise a se
stesso che avrebbe studiato giorno e notte, pur di rivedere Piton infuriato con
lui, ma incapace di fare qualsiasi cosa visto che la risposta era corretta - È
corretta? O no? - chiese guardando il professore. -Questi lo guardò di
rimando e aggiustandosi la veste disse- Corretta, correttissima a dire la verità,
ma mi chiedo come lei abbia fatto a rispondere- sbottò. Harry lo guardò
e alzò un sopraciglio -Ho studiato. - Disse semplicemente. Questo fu
troppo per il povero professore di pozioni, che infuriato scattò verso
Harry puntandogli contro il dito come fosse una bacchetta e disse - Bene,
allora per lei non sarà un problema rispondere alla prossima domanda se è
vero che ha studiato!” E quindi sistemandosi le pieghe, inesistenti,
della veste disse -Mi dica le proprietà dell’ Aconitum napellus e
quelle dell’ Aconitum lycoctonum- Era stato veramente perfido in quella
domanda, ma non poteva permettere a Potter di batterlo, almeno non nella sua
materia. Harry deglutì a vuoto. Per Merlino!!! Non era bravo in pozioni,
ma capiva anche lui che quella era una domanda veramente perfida. Oddio doveva
dire che l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum, gli sembrava
di averli già sentiti, magari in uno degli anni passati li aveva sentiti
nominare da Hermione, ma adesso non si ricordava. Guardò verso la
lavagna, sperando che chi lo aveva aiutato prima sapesse rispondere anche a
questa domanda, ma sulla lavagna non spuntò nulla. –Ehm…-
Harry si schiarì la voce con un lieve colpo di gola. Poi sulla lavagna
spuntarono tre puntini “…” ed Harry si sentì
morire! Bene, adesso poteva guardare in faccia Piton e dirgli che non la sapeva
e quindi farsi punire per tutta la prossima settimana, se non per tutto il mese
seguente. Improvvisamente sulla lavagna comparvero altre parole, ed Harry le
lesse avidamente “… Sfregiato fai proprio pena, non so cosa
faresti se non ci fossi io!!! L’Aconitum napellus e l’Aconitum
lycoctonum sono la stessa pianta, è un'erba perenne della famiglia delle
Ranuncolacee, con forti doti curative ma estremamente velenosa. Viene
utilizzata per le sue marcate proprietà antinevralgiche, sedative,
analgesiche. Le parti usate sono le foglie e la radice dotate in maggior misura
dell'aconitina, il principio attivo curativo. L'ingestione accidentale di
Aconita, provoca numerosi disturbi, anche gravi: senso di angoscia, perdita di
sensibilità, rallentamento della respirazione, indebolimento cardiaco,
formicolio al viso, sensazione che la pelle del viso si ritiri, ronzio alle
orecchie, disturbi alla vista, contrazione della gola che può provocare
la morte per asfissia” Harry trattenne il fiato alzò lo
sguardo su Piton e vide che il ghigno di prima era tornato al suo posto
vedendolo in difficoltà e che stava per aprire la bocca e dirgli qualche
cattiveria sulle sue capacità mentali, ma lo precedette e ripeté
le parole che Draco aveva fatto comparire magicamente sulla lavagna. Piton
rimase nuovamente senza parole, come il resto della classe, che trattenne il
fiato e aveva lo sguardo che oscillava tra un Harry assolutamente felice della “sua”
risposta, e un Piton assolutamente furibondo. Quest’ultimo scoppiò
- Bene Potter se proprio vuole fare il saputello, mi dica le proprietà
dell’Edera! Ahah! Voglio proprio vedere come se la cava adesso!- Harry
non si fece intimorire, con un occhio fisso sul professore, e uno sulla lavagna
che stava dietro di lui, pregava mentalmente che Draco sapesse la risposta e
che non si fosse pentito di aiutarlo e non si tirasse indietro proprio ora che
ne aveva di bisogno. Attese per cinque interminabili secondi poi, come era
successo prima, le parole sulla lavagna vennero sostituite da altre, che lui
ripeté ad alta voce. Piton era paonazzo, sembrava essere caduto in una
vasca piena d’acqua calda e di odoroso Bagnoschiuma “Millebolle di
Nonna Saponella”. Stava per ribattere alla risposta perfetta di Harry con
un’altra domanda, ma la campanella suonò e sia Harry, che Draco,
con gli altri compagni, tirarono un sospiro di sollievo. Piton guardò
Harry truce, come se gli avesse fatto i complimenti per l’abbigliamento
da “bel tenebroso” o se gli avesse chiesto l’indirizzo del
suo barbiere, o peggio ancora come se gli avesse detto che era il professore più
buono che Hogwarts avesse mai avuto la fortuna di ospitare. Assottigliò
lo sguardo e disse con voce fredda- Bene Potter! Non so come abbia fatto ma ha
risposto correttamente a tutte le domande, mi vedo costretto, cioè
obbligato, oh al diavolo! Cinquanta punti a Grifondoro per la sua preparazione,
ma sappia che non finisce qui…. La tengo d’occhio e la interrogherò
ancora, e ancora, e ancora, fino a quando lei non cadrà! AHAHAHAHAH!!!-
Sembrava un indemoniato. I Grifondoro, anche se intimoriti, scoppiarono in urla
di giubilo e corsero ad abbracciare il loro compagno stringendolo e baciandolo
come se avessero vinto la coppa delle case. I Serpeverde erano senza parole,
guardavano il professore di pozioni con aria delusa, si sentivano come traditi
da lui…. Tutti tranne uno. Un certo biondino, che riponendo la bacchetta
nella tasca esterna della cartella, sorrideva tra sé e sé. Harry
cercò con lo sguardo Malfoy
il quale appena ne incontrò gli occhi verdi gli fece l’occhiolino
e gli indicò con la testa l’uscita. Harry, Ron e gli altri Grifoni
uscirono dall’aula ancora cantando e festeggiando, mentre le Serpi
uscirono scompostamente dall’aula dirigendosi verso la propria comune per
prepararsi alla cena, che sarebbe stata tra meno di un’ora. Giunto prima
dell’ultimo corridoio che portava fuori dai sotterranei, Harry si girò
verso Ron e dandosi un colpo in testa, esclamò – Ron, ho
dimenticato la mia piuma nell’aula di Piton, corro a prenderla, voi
andate avanti io vi raggiungo subito.- I compagni lo guardarono un po’
delusi, poi assestandogli ancora qualche pacca sulle spalle e congratulandosi
per l’ottima interrogazione, gli dissero che lo avrebbero aspettato nella
sala comune e che volevano spiegazioni su che tipo di trucco avesse usato,
oppure come avesse fatto a studiare tutto il programma di pozioni, di sei anni,
in una sola notte, per aver fatto una così ottima interrogazione. Harry
sorrise a tutti e disse che ne avrebbero parlato dopo, poi, lanciando la
propria cartella a Neville, si avviò verso l’aula dalla quale era
uscito poco prima. Mentre svoltava l’angolo che immetteva nel corridoio
che dava sia sull’aula di pozioni che sulla Comune dei Serpeverde, si
sentì tirare per il colletto e abbracciato da dietro. Riconobbe subito
quelle braccia che tante volte lo avevano stretto, e soprattutto riconobbe
immediatamente l’odore di Draco. Quel dolce odore di pino e muschio. Si
girò nell’abbraccio del suo compagno e lo abbracciò a sua
volta come aveva fatto tante altre volte. E gli sorrise, prima di catturare le
sue labbra in un bacio pieno di passione e di gratitudine. Gli occhi cerulei di
Draco si riaprirono quando entrambi rimasero a corto di fiato e si persero in
quelli verde intenso del compagno che stringeva tra le braccia. –Beh…-
disse Draco- Se questo è il tuo modo di dire grazie, la prossima volta
che facciamo la doccia insieme dopo gli allenamenti ti lavo la schiena!- Harry
sorrise e gli diede un piccolo morso sul naso -Grazie!- disse semplicemente.
Poi, incapace di trattenersi, chiese -Perché?- Draco lo guardò
tra il ferito e l’incredulo e chiese a sua volta -Come perché?-
Harry si strinse ancora di più a lui e si spiegò meglio- Draco!
Intendevo perché mi hai aiutato, non dici sempre che ti piace vedermi in
difficoltà e maltrattato???- Draco lo guardò dritto negli occhi,
poi disse -È vero Harry, mi diverto a vederti in difficoltà, ma
SOLO- e calcò sia con la voce sia con la stretta sul corpo del Grifone
sulla parola- con me! E poi nessuno, può permettersi di maltrattare il
mio ragazzo- Nel dire ciò le sue guance si tinsero di un lieve rossore,
e i suoi occhi brillarono dal profondo- Nessuno che non sia io, naturalmente-
concluse riprendendosi dal momento romantico, che lo aveva fatto imbarazzare.
Nonostante gli venisse spontaneo essere dolce con Harry, si sentiva a disagio
ad essere sdolcinato, e cercava di coprire il tutto con queste sue piccole
battute, ma Harry sapeva che era sincero, e quindi non si preoccupava del fatto
che cercasse di coprire i suoi gesti e le sue azioni con le parole. Sapeva che
i sentimenti del biondo erano sinceri, come sapeva che i suoi stessi erano
sinceri. -Lo so! - Disse, baciandolo nuovamente. Draco si sciolse nel suo bacio
e si abbandonò tra le braccia del Grifone che lo stringeva
possessivamente a se. - E poi, dovevo ripagarti dell’aiuto che mi hai
dato l’altra volta a Trasfigurazione- disse sciogliendo controvoglia l’abbraccio.
Harry lo attirò nuovamente a sé e disse sorridendo, sentendo il
corpo della Serpe abbandonarsi al calore delle sue braccia -Già, ma io
ho rischiato di più, non credo che i conti siano propriamente pari, non
credi???- La Serpe lo guardò e un fuoco di passione si accese nel fondo
dei suoi occhi. Se allontanò leggermente dal Grifondoro e guardandolo
intensamente negli occhi disse, con voce leggermente roca- Beh si, credo che
lei signor Potter abbia un conto da saldare presso la nostra banca- e lo prese
per la cravatta Rosso-Oro- e credo anche che dopo oggi lei sia leggermente in
debito con me- lo avvicinò alle sue labbra e parlandogli a meno di un
paio di millimetri concluse- Che ne dice di pareggiare i conti?- E senza
aspettare una risposta lo baciò come a suggellare quella che era la sua
volontà e prendendolo per mano lo trascinò nella sua stanza, che
per fortuna loro, si trovava lì vicino, e che, sempre per fortuna loro
era una camera singola.