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Autore: saso    04/06/2007    23 recensioni
E' la mia prima fan fiction, scritta in assoluto per unire l'utile al dilettevole, ossia per il compleanno della mia PiccUla Funny XD E' tutta per te. Tantissimi auguri. Ti voglio bene.
"Harry Potter percorse velocemente l’ultimo tratto del corridoio dei sotterranei che portava all’aula di Pozioni. Era in ritardo, maledettamente in ritardo...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao, prima che iniziate a leggere questa mia creazione, ho tre cose da dire, la prima è questa: ringrazio infinitamente Chakra per avermi fatto da beta… santa ragazza

Ciao, prima che iniziate a leggere questa mia creazione, ho tre cose da dire, la prima è questa: ringrazio infinitamente Chakra per avermi fatto da beta… santa ragazza! Ancora non capisco come abbia fatto a sopravvivere a tutti i miei innumerevoli “orrori”… ma, come si suol dire, l’erba cattiva non muore mai! XD Chakra, sappi che ti voglio bene, lo dico pubblicamente, e non solo perché mi hai fatto da beta! Secondo: Io non sono uno scrittore, non sono come voi ragazze che scrivete, e che siete, nella maggior parte, veramente brave! Io purtroppo, o per fortuna, ho studiato per fare il critico, non lo scrittore, quindi perdonate la scarsa originalità della storia! Infine, la terza cosa che ho da dire: questa fanfiction è tutta dedicata alla mia PiccUla Funny (nota al pubblico come fann1kaoriyuki, ma per me, è la mia piccUla) per i suoi diciannove anni: PiccUla mia AUGURI di cuore!!!! Ti voglio bene e ti ADORO! Chiedo perdono, adesso vi lascio alla fanfiction, sperando che vi piaccia, e per finire, la frase che adoro leggere…. Me lo lasciate un commentino??? XD

 

Harry Potter percorse velocemente l’ultimo tratto del corridoio dei sotterranei che portava all’aula di Pozioni. Era in ritardo, maledettamente in ritardo. La sera prima aveva dimenticato di puntare la sveglia magica e adesso si ritrovava a correre per i corridoi, infilandosi la camicia dentro i pantaloni e cercando contemporaneamente di fare il nodo alla cravatta. Il tutto, mentre cercava di trattenere la borsa con i libri che non era stata chiusa bene, e cercando di non inciampare sui lacci delle scarpe che non era riuscito ad allacciare. Arrivò davanti alla porta dell’aula di pozioni e, non riuscendo a fermarsi in tempo, inciampò su uno dei lacci delle scarpe e cadde in avanti andando a sbattere dritto sulla porta dell’aula. La botta, risuonò per tutto il corridoio, e il rumore si espanse fino a dentro l’aula, favorito anche dal fatto che il corridoio era completamente vuoto. “Bene pensò, adesso Piton mi toglierà tanti punti quanti sono i capelli disordinati che ho in….” non finì neanche di completare il pensiero che la porta a cui era appoggiato si aprì di botto, facendolo cadere di lungo, disteso nell’aula. - Bene, bene! Signor Potter anche oggi ha fatto la sua entrata trionfale…. Mi congratulo con lei - disse Piton spostandosi dalla porta per lasciare che tutti i compagni dentro l’aula vedessero Harry steso per terra che cercava di massaggiarsi la testa e la spalla. La classe scoppiò in una fragorosa risata, naturalmente risero solo i Serpeverde, anche se non tutti.  - Mi scusi Professore…- cercò di dire Harry, ma venne malamente interrotto da Piton che guardandolo rialzarsi disse - È inutile che si scusi Potter… venti punti in meno a Grifondoro per la sua “puntualità” - disse sarcastico- e adesso vada a sedersi là, in fondo all’aula e veda di non creare altri problemi, se le riesce… Harry, ancora dolorante raccolse i libri e le pergamene che erano fuoriusciti dalla cartella e si indirizzò verso l’ultimo banco vicino alla porta, scaraventando la cartella sul banco e sedendosi scompostamente sulla sedia. Il silenzio, che era stato interrotto dall’arrivo rumoroso di Harry, tornò a ricomporsi nell’aula e Piton riprese da dove era stato interrotto - Bene, adesso che il signor Potter ci ha degnato della sua gradita e preziosa “presenza” - disse, lasciando intender chiaramente quanto per lui la presenza di Harry fosse tutt’altro che preziosa, e soprattutto gradita - possiamo riprendere con la lezione. - aggirò con un fruscio delle vesti la cattedra e si accomodò su di essa, dando le spalle alla lavagna e fronteggiando con il suo naso adunco tutta la classe. - Ho deciso che oggi, interrogherò a caso uno di voi, e siccome mi sento di ottimo umore lascerò che sia un volontario. Bene chi si propone…?-  Le teste della classe scattarono verso due direzioni, alcune si girarono verso il banco di Hermione, ma lo trovarono vuoto, visto che la ragazza non era presente a scuola, perché era stata scelta per rappresentare la scuola insieme con altri compagni di altre classi, ad un viaggio studio in Bulgaria; le altre teste si girarono verso il biondo serpeverde, che splendeva in tutto il suo splendore in prima fila. Ma tutti erano sicuri di una cosa, che il biondo non si sarebbe mai proposto come volontario per salvare gli altri compagni, anche se questo significasse guadagnare con buona probabilità più di cinquanta punti che il professor Piton avrebbe volentieri donato, con tutto il cuore, alla sua casa. Nulla poteva essere più appagante per il Principe delle serpi che vedere in difficoltà un gruppo intero di Grifondoro. Il silenzio regnava sovrano nella classe fino a quando dall’ultima fila non provenne il rumore di una sedia che cadeva, e le imprecazioni di Harry che si chiedeva che cosa aveva fatto di male quel giorno per subire tutte quelle disgrazie. Gli occhi di Piton si illuminarono pericolosamente, un bagliore predatore, e tutti nell’aula trattennero il fiato, mentre sul volto del professore si formava un ghigno di pura perfidia e con voce chiara esclamava - Bene, signor Potter, sono lieto di vedere che oggi, vuole essere la cavia, ehm volevo dire, l’alunno, che vuole sottoporsi alla mia tortura, cioè all’interrogazione- si sbrigò a correggersi. Harry si rialzò da terra, sistemò gli occhiali sbilenchi sopra la punta del naso e si avviò come un condannato a morte verso la sedia che il professore aveva fatto apparire al centro dell’aula, dove solitamente si sedeva chi doveva essere interrogato. Mentre comminava tra le file dei due banchi, il suo sguardo vagava tra i compagni, in cerca di un supporto morale, ma le facce dei Grifondoro erano contorte in una smorfia di compassione e di rassegnazione, mentre quelle dei Serpeverde erano tutte ghignanti. Anzi no, non tutte, Draco Malfoy non stava ghignando, ma aveva lo sguardo fisso sul cercatore Grifondoro, e il volto contratto in una smorfia di… rabbia???? E appena lo sguardo rassegnato del Grifondoro incontrò i suoi occhi, gli fece l’occhiolino. Harry, non si sa per quale motivo, sembrò rassicurato da quel gesto di complicità e quindi, animato da nuova forza, si diresse verso la sedia, che ormai distava poco più che un paio di passi da lui. Arrivò vicino alla sedia e vi si sedette. I Serpeverde girarono leggermente le loro sedie, per posizionarsi a semicerchio, e avere un ottima visuale di quello che aveva tutti i presupposti per essere la peggiore interrogazione mai sentita di Pozioni, e lo spettacolo più spassoso, naturalmente per loro. I Grifondoro, d’altro canto girarono anche loro le sedie per assistere, dispiaciuti, al massacro di un loro amico. Piton fremeva, si sentiva felice come una Pasqua, ma anche di più, si sentiva come se si fosse svegliato la mattina di natale, e avesse trovato ai piedi del suo letto una scatola intera del suo Shampoo preferito “Capelli Unti-Unti del Dottor Viscidus”. Era felicissimo, e aveva l’aria sognante, cosa che fece rabbrividire tutti in quell’aula, anche i Serpeverde stessi che non l’avevano mai visto così felice, se non al terzo anno, quando credeva che gli avrebbero riconosciuto un “Ordine di Merlino” per aver catturato il famigerato Sirius Black. Harry arrivò alla sedia e si lasciò cadere pesantemente  su di essa, aveva lo sguardo fisso davanti a se, perso sulla lavagna. Piton si alzò dal suo posto e si posizionò proprio di fronte a lui, tanto che Harry riuscì a percepire l’odore della sua acqua di colonia…. Un odore nauseabondo. - Bene, bene signor Potter eccola qui- esordì il professore, pregustando già la situazione che di lì a poco, credeva sarebbe successa, ossia una figura da zuccone da parte di Potter e di conseguenza una valanga di punti sottratti alla clessidra di Grifondoro. -Mi dica, Potter, è pronto??? - chiese, e senza aspettare una risposta domandò- Mi dica, in quali zone del globo terrestre cresce spontaneamente la Mandragola, e mi dica anche se esistono, altre piante che hanno le stesse proprietà della suddetta erba magica.- Piton era contento della sua domanda, e ghignò spudoratamente, non era molto difficile per uno del sesto anno, ma per quella classe, e in modo particolare per Potter, era una domanda impossibile, o almeno così credeva. Harry non si curò neanche minimamente di ascoltare il professore, e infatti non sapeva che cosa dire. Mandragola???’ Oh si, conosceva quella pianta, certo, al secondo anno l’avevano usata per curare le persone che erano state pietrificate dal Basilisco. Le persone che credevano vittime sue. Peccato che non fosse lui l’Erede di Serpeverde, gli sarebbe stato utile in quel momento avere un enorme basilisco ai suoi ordini, pronto a uccidere il suo professore di pozioni con un solo sguardo. Rimase così, con lo sguardo perso nel vuoto, fisso sulla lavagna, fino a quando non accadde qualcosa. Improvvisamente sulla lavagna cominciarono a comparire delle parole, scritte con una grafia chiara e ordinata : “La Mandragola, è una pianta che cresce soltanto nelle regioni mediterranee, visto che è necessario per la sua crescita un clima caldo ma al tempo stesso mite. Per quanto riguarda le piante con caratteristiche analoghe esistono in tutto il mondo: in Oriente vi è il ginseng e nell’Europa settentrionale la brionia bianca”. Harry lesse le parole che erano comparse sulla lavagna per due volte velocemente, poi con voce incerta le ripeté al professore. Il volto di Piton, finora contratto in una smorfia di puro godimento, divenne improvvisamente una maschera di puro orrore. “IMPOSSIBILE!” pensò. Potter aveva risposto correttamente alla sua domanda, guardò con attenzione tutti gli altri studenti per vedere se qualcuno aveva osato suggerire, ma vide che erano tutti scioccati come lui, ed erano perfettamente immobili, tranne Malfoy che giocherellava con la bacchetta facendola scivolare tra le dita bianche e affusolate. In fine pose lo sguardo su di Harry e guardandolo attentamente, chiese con un filo di voce - Cos’ha detto Potter?- Harry lo guardò fisso negli occhi e disse- La Mandragola è una pianta che cresce nelle zone del Medite…- ma non riuscì a completare la frase perché Piton sbottò - Lo so bene cos’ha detto! Ma mi chiedo come ha fatto! Lei non doveva rispondere a quella domanda, non avrebbe dovuto saper rispondere!!!! -Harry lo guardò di rimando, vedere Piton così non era da tutti i giorni e se era questo l’effetto che faceva rispondere correttamente ad una domanda di Pozioni, promise a se stesso che avrebbe studiato giorno e notte, pur di rivedere Piton infuriato con lui, ma incapace di fare qualsiasi cosa visto che la risposta era corretta - È corretta? O no? - chiese guardando il professore. -Questi lo guardò di rimando e aggiustandosi la veste disse- Corretta, correttissima a dire la verità, ma mi chiedo come lei abbia fatto a rispondere- sbottò. Harry lo guardò e alzò un sopraciglio -Ho studiato. - Disse semplicemente. Questo fu troppo per il povero professore di pozioni, che infuriato scattò verso Harry puntandogli contro il dito come fosse una bacchetta e disse - Bene, allora per lei non sarà un problema rispondere alla prossima domanda se è vero che ha studiato!” E quindi sistemandosi le pieghe, inesistenti, della veste disse -Mi dica le proprietà dell’ Aconitum napellus e quelle dell’ Aconitum lycoctonum- Era stato veramente perfido in quella domanda, ma non poteva permettere a Potter di batterlo, almeno non nella sua materia. Harry deglutì a vuoto. Per Merlino!!! Non era bravo in pozioni, ma capiva anche lui che quella era una domanda veramente perfida. Oddio doveva dire che l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum, gli sembrava di averli già sentiti, magari in uno degli anni passati li aveva sentiti nominare da Hermione, ma adesso non si ricordava. Guardò verso la lavagna, sperando che chi lo aveva aiutato prima sapesse rispondere anche a questa domanda, ma sulla lavagna non spuntò nulla. –Ehm…- Harry si schiarì la voce con un lieve colpo di gola. Poi sulla lavagna spuntarono tre puntini “…” ed Harry si sentì morire! Bene, adesso poteva guardare in faccia Piton e dirgli che non la sapeva e quindi farsi punire per tutta la prossima settimana, se non per tutto il mese seguente. Improvvisamente sulla lavagna comparvero altre parole, ed Harry le lesse avidamente “… Sfregiato fai proprio pena, non so cosa faresti se non ci fossi io!!! L’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum sono la stessa pianta, è un'erba perenne della famiglia delle Ranuncolacee, con forti doti curative ma estremamente velenosa. Viene utilizzata per le sue marcate proprietà antinevralgiche, sedative, analgesiche. Le parti usate sono le foglie e la radice dotate in maggior misura dell'aconitina, il principio attivo curativo. L'ingestione accidentale di Aconita, provoca numerosi disturbi, anche gravi: senso di angoscia, perdita di sensibilità, rallentamento della respirazione, indebolimento cardiaco, formicolio al viso, sensazione che la pelle del viso si ritiri, ronzio alle orecchie, disturbi alla vista, contrazione della gola che può provocare la morte per asfissia” Harry trattenne il fiato alzò lo sguardo su Piton e vide che il ghigno di prima era tornato al suo posto vedendolo in difficoltà e che stava per aprire la bocca e dirgli qualche cattiveria sulle sue capacità mentali, ma lo precedette e ripeté le parole che Draco aveva fatto comparire magicamente sulla lavagna. Piton rimase nuovamente senza parole, come il resto della classe, che trattenne il fiato e aveva lo sguardo che oscillava tra un Harry assolutamente felice della “sua” risposta, e un Piton assolutamente furibondo. Quest’ultimo scoppiò - Bene Potter se proprio vuole fare il saputello, mi dica le proprietà dell’Edera! Ahah! Voglio proprio vedere come se la cava adesso!- Harry non si fece intimorire, con un occhio fisso sul professore, e uno sulla lavagna che stava dietro di lui, pregava mentalmente che Draco sapesse la risposta e che non si fosse pentito di aiutarlo e non si tirasse indietro proprio ora che ne aveva di bisogno. Attese per cinque interminabili secondi poi, come era successo prima, le parole sulla lavagna vennero sostituite da altre, che lui ripeté ad alta voce. Piton era paonazzo, sembrava essere caduto in una vasca piena d’acqua calda e di odoroso Bagnoschiuma “Millebolle di Nonna Saponella”. Stava per ribattere alla risposta perfetta di Harry con un’altra domanda, ma la campanella suonò e sia Harry, che Draco, con gli altri compagni, tirarono un sospiro di sollievo. Piton guardò Harry truce, come se gli avesse fatto i complimenti per l’abbigliamento da “bel tenebroso” o se gli avesse chiesto l’indirizzo del suo barbiere, o peggio ancora come se gli avesse detto che era il professore più buono che Hogwarts avesse mai avuto la fortuna di ospitare. Assottigliò lo sguardo e disse con voce fredda- Bene Potter! Non so come abbia fatto ma ha risposto correttamente a tutte le domande, mi vedo costretto, cioè obbligato, oh al diavolo! Cinquanta punti a Grifondoro per la sua preparazione, ma sappia che non finisce qui…. La tengo d’occhio e la interrogherò ancora, e ancora, e ancora, fino a quando lei non cadrà! AHAHAHAHAH!!!- Sembrava un indemoniato. I Grifondoro, anche se intimoriti, scoppiarono in urla di giubilo e corsero ad abbracciare il loro compagno stringendolo e baciandolo come se avessero vinto la coppa delle case. I Serpeverde erano senza parole, guardavano il professore di pozioni con aria delusa, si sentivano come traditi da lui…. Tutti tranne uno. Un certo biondino, che riponendo la bacchetta nella tasca esterna della cartella, sorrideva tra sé e sé. Harry cercò con  lo sguardo Malfoy il quale appena ne incontrò gli occhi verdi gli fece l’occhiolino e gli indicò con la testa l’uscita. Harry, Ron e gli altri Grifoni uscirono dall’aula ancora cantando e festeggiando, mentre le Serpi uscirono scompostamente dall’aula dirigendosi verso la propria comune per prepararsi alla cena, che sarebbe stata tra meno di un’ora. Giunto prima dell’ultimo corridoio che portava fuori dai sotterranei, Harry si girò verso Ron e dandosi un colpo in testa, esclamò – Ron, ho dimenticato la mia piuma nell’aula di Piton, corro a prenderla, voi andate avanti io vi raggiungo subito.- I compagni lo guardarono un po’ delusi, poi assestandogli ancora qualche pacca sulle spalle e congratulandosi per l’ottima interrogazione, gli dissero che lo avrebbero aspettato nella sala comune e che volevano spiegazioni su che tipo di trucco avesse usato, oppure come avesse fatto a studiare tutto il programma di pozioni, di sei anni, in una sola notte, per aver fatto una così ottima interrogazione. Harry sorrise a tutti e disse che ne avrebbero parlato dopo, poi, lanciando la propria cartella a Neville, si avviò verso l’aula dalla quale era uscito poco prima. Mentre svoltava l’angolo che immetteva nel corridoio che dava sia sull’aula di pozioni che sulla Comune dei Serpeverde, si sentì tirare per il colletto e abbracciato da dietro. Riconobbe subito quelle braccia che tante volte lo avevano stretto, e soprattutto riconobbe immediatamente l’odore di Draco. Quel dolce odore di pino e muschio. Si girò nell’abbraccio del suo compagno e lo abbracciò a sua volta come aveva fatto tante altre volte. E gli sorrise, prima di catturare le sue labbra in un bacio pieno di passione e di gratitudine. Gli occhi cerulei di Draco si riaprirono quando entrambi rimasero a corto di fiato e si persero in quelli verde intenso del compagno che stringeva tra le braccia. –Beh…- disse Draco- Se questo è il tuo modo di dire grazie, la prossima volta che facciamo la doccia insieme dopo gli allenamenti ti lavo la schiena!- Harry sorrise e gli diede un piccolo morso sul naso -Grazie!- disse semplicemente. Poi, incapace di trattenersi, chiese -Perché?- Draco lo guardò tra il ferito e l’incredulo e chiese a sua volta -Come perché?- Harry si strinse ancora di più a lui e si spiegò meglio- Draco! Intendevo perché mi hai aiutato, non dici sempre che ti piace vedermi in difficoltà e maltrattato???- Draco lo guardò dritto negli occhi, poi disse -È vero Harry, mi diverto a vederti in difficoltà, ma SOLO- e calcò sia con la voce sia con la stretta sul corpo del Grifone sulla parola- con me! E poi nessuno, può permettersi di maltrattare il mio ragazzo- Nel dire ciò le sue guance si tinsero di un lieve rossore, e i suoi occhi brillarono dal profondo- Nessuno che non sia io, naturalmente- concluse riprendendosi dal momento romantico, che lo aveva fatto imbarazzare. Nonostante gli venisse spontaneo essere dolce con Harry, si sentiva a disagio ad essere sdolcinato, e cercava di coprire il tutto con queste sue piccole battute, ma Harry sapeva che era sincero, e quindi non si preoccupava del fatto che cercasse di coprire i suoi gesti e le sue azioni con le parole. Sapeva che i sentimenti del biondo erano sinceri, come sapeva che i suoi stessi erano sinceri. -Lo so! - Disse, baciandolo nuovamente. Draco si sciolse nel suo bacio e si abbandonò tra le braccia del Grifone che lo stringeva possessivamente a se. - E poi, dovevo ripagarti dell’aiuto che mi hai dato l’altra volta a Trasfigurazione- disse sciogliendo controvoglia l’abbraccio. Harry lo attirò nuovamente a sé e disse sorridendo, sentendo il corpo della Serpe abbandonarsi al calore delle sue braccia -Già, ma io ho rischiato di più, non credo che i conti siano propriamente pari, non credi???- La Serpe lo guardò e un fuoco di passione si accese nel fondo dei suoi occhi. Se allontanò leggermente dal Grifondoro e guardandolo intensamente negli occhi disse, con voce leggermente roca- Beh si, credo che lei signor Potter abbia un conto da saldare presso la nostra banca- e lo prese per la cravatta Rosso-Oro- e credo anche che dopo oggi lei sia leggermente in debito con me- lo avvicinò alle sue labbra e parlandogli a meno di un paio di millimetri concluse- Che ne dice di pareggiare i conti?- E senza aspettare una risposta lo baciò come a suggellare quella che era la sua volontà e prendendolo per mano lo trascinò nella sua stanza, che per fortuna loro, si trovava lì vicino, e che, sempre per fortuna loro era una camera singola.

  
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