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Autore: karman    16/11/2012    1 recensioni
Isabella è un'insegnante con un passato doloroso, indecisoni e tormenti per il futuro. Fuggita dal suo paese per ricominciare si troverà ad affrontare la nascita di una nuova amicizia e di un nuovo semtimento per un suo collega, Edward, professore estremamente gentile e premuroso. Ma anche la vita di Edward non è stata tutta rose e fiori e i due troveranno nella loro amicizia il sostegno per andare avanti, per veder sorgere una "nuova alba" e vedere la loro amicizia tramutata irrimediabilmente in amore. Anche se alcuni eventi sul loro cammino impediranno di poter vivere da subito una storia felice, il loro amore dimostrerà l'indissolubilità di un legame nato per farli stare insieme.
Tratto dalla storia:"Ero pronta per ricominciare.
Ma lo ero veramente?
In realtà forse stavo solo scappando, dal mio Paese, dal mio lavoro, dalla mia storia.
Ma ne avevo bisogno.
Sentivo la necessità di resettare tutto e ripartire."
..........
"L’incontro terminò, la preside ci congedò e accadde quello che avrebbe modificato la mia permanenza in quella scuola: il professor Cullen si alzò e si avvicinò rivolgendomi un lieve saluto e un sorriso da far incantare gli angeli. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 2
“ Ma siamo sicuri?”
 
Appena entrata nello stabile della presidenza non potei fare a meno di notare l’austerità del posto. Quadri, tappeti, grandi mobili di noce….accidenti mancavano solo i gragoyle e  i doccioni. Mi avvicinai alla porta dell’ufficio e dopo aver bussato una voce di donna mi invitò ad entrare:
<< Mi scusi, cerco la signorina Cope >> esordii.
<< Sono io in cosa posso esserle utile? >>
<< Mi chiamo Swan e dovrei prendere servizio come docente di scienze umane>>
<< Benarrivata signorina, la preside la stava spettando; abbiamo ricevuto la sua conferma due giorni fa. Dopo che l’avrà ricevuta tornerà da me, le darò questi moduli da compilare e nel giro di qualche giorno riceverà il suo contratto >>
<< Grazie mille >>
<< Attenda qui..>> e si allontanò da me entrando in una porta a vetri sul lato sinistro rispetto alla sua scrivana.
Cominciai a torturarmi le labbra e le mani come avevo sempre fatto nei momenti di ansia e non potei fare a meno di guardarmi intorno….finché non sentii una voce autoritaria provenire da dove era sparita la signorina Cope; mi sembrava avesse quasi detto “ah l'americana”. Era l’ufficio della preside. Se avessero potuto utilizzare il sudore delle mie mani in quel momento come umidificatore, sarebbe piovuto una settimana dentro quella stanza.
Appena trenta secondi dopo questo mio pensiero la signorina Cope rientrò nella stanza e con un cenno della mano mi invitò ad accomodarmi.
<< La preside la attende >>.
Entrai nell’ufficio e lo trovai molto più grande e luminoso di come avevo immaginato: la preside Whitmore mi attendeva dietro ad un’immensa scrivania che ricordava in modo più maestoso quella della segretaria. Si alzò e mi porse la mano con un sorriso molto tirato.
<< Signorina Swan benvenuta. Sono felice di conoscerla, com’è andato il viaggio? >>
<< Bene grazie preside Whitmore, mi scuso di averla fatta muovere alla fine dell’estate, ma ero ansiosa di arrivare, anche per cercare una sistemazione >> perché avevo sentito la necessità di giustificarmi? Forse perché in America il periodo che precedeva l’inizio delle lezioni era sacrosanto e nessuno ti avrebbe mai dato udienza.
<< Non si preoccupi, la maggior parte dei docenti prenderà servizio tra pochi giorni – ahia! agosto breve – e comunque sono sempre in servizio in questo periodo. Sa, questa scuola ha una certa importanza per gli immigrati americani e nonostante l’ubicazione un po’ isolata dobbiamo sempre essere perfetti per l’inizio delle lezioni, non lasciamo mai nulla di scontato…e poi la maggior parte degli studenti risiede al campus per gran parte dell’anno – ecco spiegati tanti edifici – e quindi a  turni il personale non manca mai>>.
Rimasi a colloquio con lei per quasi un’ora: mi illustrò il programma, quello che si aspettava io facessi e soprattutto il regolamento della scuola, sottolineando il fatto che me avrebbe fatto avere una copia e che doveva diventare una Bibbia per me.
<< Ha un alloggio già stabilito, miss Swan? >> mi chiese.
<< No, pensavo di cercare qualcosa di provvisorio, magari in paese e poi si vedrà>>
<< Se vuole può alloggiare al nostro campus>>
<< Come?>> chiesi alquanto stupita.
<< Sì, alcuni professori che come lei vengono da fuori lo fanno, abbiamo alcuni appartamenti dislocati tra le stanze degli studenti, sono tranquilli e poi….. voglio essere sincera, qui ognuno fa la sua parte e ha le sue responsabilità perché la macchina scolastica funzioni al meglio – non capivo dove voleva arrivare – quindi  i professori che alloggiano al campus danno una mano nella gestione delle situazioni problematiche>>.
Beh ad essere sincera non era una cosa a cui ambissi particolarmente, ma non temevo fosse un compito infattibile per me. Mi ero già trovata nelle condizioni di dover coordinare piccoli gruppi di lavoro quindi se mi trovavo bene perché non farlo anche qui, e se non mi fossi trovata bene…beh me ne sarei tornata a casa quindi..nessuna complicazione.
<< Va bene posso provare, se mi vengono date le indicazioni necessarie, ma dovrà essere elastica con me i primi tempi, almeno fino a che non avrò capito tutta l’organizzazione e conosciuto studenti e colleghi >> accennai un sorriso.
<< Perfetto >> disse quasi ghignando. Non so perché ma ebbi la sensazione di essermi cacciata nei guai così, ma solo il tempo lo avrebbe detto.
Feci per alzarmi, ma la voce della preside mi bloccò di nuovo.
<< Le voglio ricordare che qui non sono tollerati nessun tipo di comportamenti poco…consoni….diciamo…>>
<< Mi scusi….ma potrebbe chiarire il termine consono?>> chiesi un po’ preoccupata…
<< Beh purtroppo è accaduto in passato che insegnanti si facessero un po’ troppo notare, a livello fisico e di appariscenza intendo – questa pretendeva che diventassi una suora! – quindi  l’abbigliamento dovrà essere sobrio, non troppo appariscente e non dovrà dare adito a nessuna malizia >>.
La mia espressione era probabilmente molto interrogativa, ma continuai ad ascoltarla:
<< Le dico chiaramente per esperienze passate, che non ammettiamo nessun tipo di rapporto tra insegnanti e genitori degli studenti o studenti stessi. >> Era una cosa abbastanza ovvia per me. Di casini ne avevo già combinati tanti a livello personale, ma non avrei mai pensato di immischiarli nel lavoro.
<< Non si preoccupi, risposi, sono qui solo per fare il mio dovere >>.
Detto questo mi congedò dal suo ufficio, tornai dalla segretaria che mi consegno moduli, piantina del campus,  orari dei primi incontri e il regolamento: avrei avuto di che leggere per la settimana successiva. Ringraziai e tornai a recuperare il mio bagaglio.
Jacob Black stava sistemando alcune aiuole e quando mi vide, si offrì di aiutarmi. Nel tragitto chiacchierammo un po’: mi raccontò delle aziende della zona che davano lavoro alla maggior parte dei genitori che avevano i figli nella scuola, della relativa tranquillità del campus e della cittadina.
<< Sono molti i professori che alloggiano qui? >> chiesi.
<< No, la maggior parte abita in paese e qualcuno addirittura a Londra. Qui siete in quattro e due solo nel suo dormitorio..su due piani diversi; a quanto vedo ti è stato assegnato il piano delle ragazze dai quattordici ai sedici anni >>
<< Perché i dormitori son divisi per età?>>
<< Sì, è un’idea della preside per controllare i ragazzi più piccoli>>
Mi sembrò strano: di solito erano i più grandi a dover essere controllati. Quasi come se mi avesse letto nel pensiero, mi disse che la disciplina nella scuola era molto forte e rigorosa per certi aspetti e che la maggior parte dei ragazzi vicino ai diciotto avevano la testa sulle spalle e quindi era più importante seguire i ragazzini che potevano avere maggiori necessità.
<< Beh spero che l’altro insegnante del mio dormitorio mi possa aiutare all’inizio>>
<< Non conterei troppo sul professore di musica>> mi rispose << è molto taciturno e poco socievole, tende a controllare, ma senza interagire, non so se mi hai capito>>.
Il professore di musica sarebbe stato il mio vicino: mi immaginai un anziano con i capelli grigi che componeva fino a notte fonda. Non seppi cosa rispondergli se non un …”vedremo”.
Arrivammo allo stabile: c’era qualche studente che portava i suoi bagagli, ma per lo più si vedevano solo addetti alle pulizie e alla manutenzione. Sembrava ci tenessero veramente molto ad apparire al meglio in previsione della riapertura dei corsi.
Lo stabile mi piaceva era austero, ma dentro era molto curato, tende, legno nel pavimento e quadri, tanti quadri ovviamente copie, ma mi divertii a notare la gamma storica. Essendo un insegnante di filosofia e storia adoravo anche l’arte ovviamente.
Arrivammo al secondo piano e Jacob lasciò le mie valige di fonte a una porta un po’ isolata dalle altre.
<< Questo è il tuo appartamento, il custode dello stabile si chiama Jasper, ha lasciato le chiavi sul tavolo, ora ti lascio così ti puoi sistemare >>
<< Grazie mille >>Entrai e lasciai le valigie nell’ingresso.
Il locale non era molto grande: c’era un grande spazio in quello che dedussi fosse il soggiorno, una piccola cucina si affacciava su di esso con una penisola, sulla destra rispetto all’entrata un altro corridoio che portava nella zona notte. Una camera da letto, un bel bagno con vasca e doccia e un piccolo studio. Beh, se avessi dovuto vivere in un B & B sarebbe andata peggio.
Quello che mi stupì fu l’arredamento. Curato nei minimi dettagli, forse un po’ troppo pesante per i miei gusti, ma non era niente male, molto stile New England. Magari se fossi rimasta abbastanza a lungo avrei potuto fare delle modifiche.
Già…. rimanere, in quel momento mi tornò alla mente il principale motivo per cui mi trovavo lì. Avrei dovuto far saper a James dove mi trovavo? Forse nonostante tutto mi avrebbe cercato. Per fortuna questo pensiero mi passò come un lampo nella mente: non era proprio il caso.
Mi ridestai, portai le valige in camera e iniziai a sistemare qualcosa. Avevo lo stomaco chiuso e dopo essermi fatta una doccia, mi preparai per andare a dormire. L’indomani avrei iniziato la mia nuova vita.
  nota: ok non pensavo proprio che una storia così potesse interessare: l'ho pubblicata soprattutto per me stessa, ma le visite, le seguite e addirittura la recensione mi ha molto lusingato. man mano che passeranno i capitoli se sarà necessario darò spiegazioni sulla storia. alla prossima
  
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