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Autore: Johnee    17/11/2012    4 recensioni
L'ultimo anno è stato ricco di avvenimenti per il Comandante Shepard. Non è stato semplice abbandonare l'idea di continuare la relazione con Liara ed è stato altrettanto difficile permettere a Garrus di prendere il suo posto.
Ora, i Razziatori sono giunti e la Galassia è impreparata a una minaccia di questo genere. Con la scoperta che esiste un'arma capace di distruggerli e che Shepard è l'unica in grado di recuperare le risorse necessarie per permettere alle varie razze di cooperare, come potrà la nostra eroina pensare di poter affrontare la sua situazione personale in maniera serena?
[IN REVISIONE]
Genere: Malinconico, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
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7. Nerves

 

 

 

-No! Non posso permettertelo!- Shepard alzò la pistola verso Mordin, l'espressione dura di chi si è appena reso conto di aver commesso un errore di calcolo.
Il Professore emise un sospiro nervoso, rivolgendo a Shepard un'occhiata severa -Sono l'unico che può portare a termine la missione. Qualcun'altro potrebbe sbagliare.-
-Mordin, tu non userai quell'ascensore- gridò lei, caricando un colpo.
Lo sguardo severo di Mordin si trasformò in un'occhiata dolce e un lieve sorriso gli increspò le labbra -É compito mio, Shepard... non posso tirarmi indietro...-
-Ci andrò io, Mordin.- s'impuntò lei -Puoi darmi istruzioni via radio-
-Il rischio sarebbe troppo alto, Shepard- ribatté lui, agitando le braccia -Non hai le giuste competenze e questa missione è troppo importante perché tu la fallisca.-
Il Comandante serrò gli occhi, sopraffatta dalla veridicità delle sue parole. Dopo aver riflettuto per qualche istante, abbassò l'arma e distolse lo sguardo -Sì...- disse, in un sussurro.
-Allora lasciami andare-
Shepard strinse le palpebre e lasciò andare la pistola a terra, poi annuì lentamente, deglutendo quella pillola ingombrante.
-Grazie di tutto Shepard.- il Professore si voltò per raggiungere l'ascensore, gli occhi di Lenore che si riappropriavano della sua presenza.
-Grazie a te, Mordin Solus...- mormorò lei, scandagliando la sua schiena come per imprimersi mentalmente ogni dannato dettaglio di quel triste momento.
Le porte dell'ascensore si aprirono, inghiottendo per sempre quell'esile figura.
Shepard incrociò lo sguardo di Mordin per l'ultima volta.
Il suo sguardo era consapevole, carico di dolcezza... e Shepard non poté non contraccambiare.
Osservò le porte dell'ascensore di vetro chiudersi lentamente, separandola da quello che era uno dei suoi più fedeli compagni.
Lenore Shepard sapeva quali erano le priorità di quella missione, era consapevole delle azioni passate di Mordin ed era altrettanto in grado di constatare che quello che stava compiendo il Professore era un atto di necessità, piuttosto che di eroismo.
Ebbene, lei non riusciva comunque ad accettare quel sacrificio... non riusciva ad accettare la sua impotenza di fronte a quella decisione. E si ritrovò a stringere nervosamente i pugni, mentre l'ascensore scompariva velocemente dalla sua visuale, proseguendo la sua corsa verso la cima del Velo.
Una pietra cadde poco vicino a lei, facendola sobbalzare.
Con gli occhi sempre fissi in alto, Shepard indietreggiò, l'aria disperata -Maledizione!- disse a denti stretti. Si voltò di scatto e prese a correre verso l'uscita.
Non doveva fermarsi, non doveva esitare. Il sacrificio di Mordin non doveva essere sprecato.


Vedere il Velo sgretolarsi mentre Kalros si abbatteva contro il Razziatore... Shepard strinse la mascella, le mani sulla parete della navetta e gli occhi serrati.
Lo straziante sorriso di Mordin la tormentava come una marchiatura a fuoco...
Sentì la mano di Garrus afferrarle dolcemente una spalla. Quel tocco impacciato ebbe l'effetto di agitarla maggiormente...
-È finita, Lenore...- sentenziò il Generale, cercando il suo sguardo.
-Ah, è stato grandioso!- eruppe James dal suo sedile -Abbiamo vinto questa battaglia, Shepard!- fece James, esultante -I Krogan ci aiuteranno!-
-È stata una sua scelta, Shepard...- proseguì Garrus a mezza voce, intuendo il malessere di Lenore -Ha posto fine alle sofferenze che lui stesso ha causato-
Shepard si sforzò di sorridere -Lo so, Garrus, ma...- si interruppe momentaneamente, la gola secca; si passò una mano sul viso, ripensando al viso sereno del Professore mentre le rivolgeva il suo ultimo saluto.
James perse il sorriso e volse lo sguardo altrove, imbarazzato.
-Se l'è voluta- proferì lei, secca, lanciando un'occhiata truce a Garrus
-Se l'è voluta...-

 

 

Abbiamo... Mordin è... siamo stati...”

Shepard ringhiò un'imprecazione. Non riusciva a stilare un rapporto che fosse coerente, quella notte.
Era nella sua cabina, seduta al suo tavolo di lavoro, due tazze vuote di caffè e una bottiglia di Laphroaig ancora chiusa. Il terminale emanava una luce fioca, ormai in risparmio energetico da qualche minuto. Le mani di Shepard erano fisse dentro i suoi capelli, nel tentativo di afferrare un'idea utile per permetterle di concludere quel rapporto nel più breve tempo possibile.
Non aveva fatto ricerche, in quel caso, per la prima volta dopo anni di servizio. Aveva preferito riferire lo stretto necessario.
Hackett avrebbe capito...
Lenore si voltò verso l'acquario, infastidita da quella pressante luce azzurra. I pesci nuotavano attraverso quel piccolo paradiso tropicale con una lentezza esasperante e lei, la rabbia che ancora la tartassava, era sempre più decisa a togliere loro il cibo, giusto per fargli capire che era un lusso starsene lì a nuotare paciosi mentre la Galassia veniva gradualmente sottomessa ai Razziatori.
La sua solita razionalità stava per sfracellarsi in un abisso di stronzate simili e Lenore ne era conscia, ma non riusciva a porci rimedio... per giunta: Mordin la tormentava ogni istante con quel suo sorriso di merda e quel suo sacrificio idiota!
Se una persona si mette volontariamente nei guai è un conto, ma se un amico decide di sacrificarsi al posto tuo per svolgere un compito di cui tu non hai le giuste competenze... oh, il senso di impotenza è decisamente peggiore di un'asportazione di fegato senza anestesia!
O almeno, Lenore la pensava in questo modo. E, quel giorno, oltre a risentire profondamente di quel suo fallimento, si sentì un pessimo soldato N7...
Lanciò un'occhiata truce a una medusa che fluttuava pacifica verso un granello di cibo e serrò la mascella, colta da un improvviso moto d'ira.
Si alzò di scatto, scaraventando indietro la sedia, la vista annebbiata; poi strappò il terminale fisso dalla sua collocazione e lo scagliò rabbiosamente verso il vetro dell'acquario, accompagnata da un grido di impazienza.
La vetrata non si ruppe, nemmeno si era incrinata!
Shepard imprecò, prendendo direttamente la sedia tra le mani e portandosi a pochi passi dalla sua “vittima”. Gettò la sedia, così come aveva fatto con il terminale. Il risultato ottenuto la fece ringhiare di rabbia: la sedia si era sfracellata e il vetro non aveva che un graffio.
Iniziò a lanciare ogni oggetto che la circondava contro quel vetro infrangibile. Possibile che un cazzo di acquario fosse così solido?
Potevano davvero customizzare una corazza con quel rivestimento!
Strappò uno dei modellini dal suo sostegno e continuò a sfogarsi in quel modo, le cicatrici che brillavano sotto il suo strato cutaneo, esposte dallo stress.

Nel frattempo, nella cabina di pilotaggio, IDA si bloccava momentaneamente dai suoi compiti, lanciando un'occhiata perplessa a Joker al suo fianco.
Il pilota ricambiò l'occhiata -Hai altre domande per me, IDA? Sappi che non sono in vena di...-
-Si tratta di Shepard- replicò l'IA, rizzandosi a sedere.
-Hai una domanda impellente sul Comandante?- Joker girò la poltrona verso di lei, poggiando la testa sul polso, l'aria esausta.
-Corretto.- IDA si sollevò in piedi e lo raggiunse in poche falcate -Lo stato di stress, per Shepard, può portare a gesti estremi?-
Jeff batté più volte le palpebre, perplesso -Finire a letto con Garrus può definirsi un gesto estremo?-
IDA inclinò la testa -Il mio interrogativo non era relativo alle dinamiche dei rapporti interspecie, anche se potrebbe rivelarsi una discussione interessante da affrontare con entrambi...-
Joker agitò una mano in aria -Shepard potrebbe pensare di forgiare dei nuovi proiettili con i resti del tuo corpo massacrato, se solo le facessi una domanda simile-
L'IA annuì -L'idea che stia forgiando delle munizioni distruggendo la sua cabina è sterile, se non insensata...-
Il pilota ritrasse la testa -No, aspetta: cosa sta succedendo a Shepard?-
-Ha sradicato il suo terminale per gettarlo contro l'acquario: dice che le luci le danno fastidio-
-Maledizione!- Joker si voltò di scatto e aprì l'interfono, collegandosi con la cabina di Liara -Ehi, T'Soni, Shepard sta smattando... vuole allagare la sua cabina. Vedi di fare qualcosa-

Liara, dall'altro capo dell'interfono, stette qualche secondo in silenzio -Puoi ripetere?-
-Shepard sta dando di matto: che altro vuoi sapere?- replicò Jeff, stranamente preoccupato. Di solito quelle situazioni lo divertivano.
-Ci penso io- Liara fermò il suo lavoro al terminale, dando ordine a Glifo di proseguire momentaneamente, quindi uscì di corsa dalla sua cabina. Prese le scale per acquistare tempo e si diresse correndo verso l'alloggio di Shepard.
Una volta all'ultimo piano, bussò forte alla porta, preoccupata dai rumori che sentiva all'interno -Len!- gridò, picchiando la porta con maggiore veemenza.
La stava ignorando, era logico. Liara scosse la testa e attivò il factotum, bypassando il blocco che teneva chiusa la porta.
Quando ebbe attraversato l'ingresso, si ritrovò a spalancare la bocca dalla sorpresa. Qualsiasi cosa era fuori posto. Il microfono della doccia giaceva a pochi centimetri da lei, per esempio.
Shepard seguitava a lanciare cose contro il vetro dell'acquario, leggermente incrinato. Ora aveva tra le mani il cassetto del suo comodino.
-Len! Smettila!- gridò Liara, restando immobile nella sua posizione.
Shepard la ignorò, preferendo scagliare il cassetto. I pesci nuotavano impazziti lungo la parete, colti dal panico.
-Lenore!- la chiamò Liara, puntando il dito -Abbiamo abbastanza problemi, senza che tu distrugga la nave: smetti di fare la bambina!-
Shepard, la gabbietta del criceto spaziale, vuota, tra le mani, le rivolse uno sguardo fugace, poi tornò alle proprie occupazioni, ancora più arrabbiata.
L'Asari ringhiò per l'impazienza e sollevò le mani, caricando l'energia oscura per un lancio biotico. Se quello era l'unico modo per fermarla, allora avrebbe volentieri ricorso alle maniere forti.
Una mano a tre dita le afferrò un braccio, facendola voltare. Garrus le lanciò uno sguardo triste -Ci penso io...-
Liara batté le palpebre. E lui da dove era arrivato? L'aveva forse seguita?
Scosse la testa -É sorda, non mi riesce di calmarla...-
Ma Garrus si era già mosso verso Lenore. Si chinò e prese tra le mani il modellino della Destiny Ascension, soppesandolo. Poi si affiancò a Shepard e, tranquillamente, glielo porse.
Liara spalancò gli occhi a quella scena, curvando leggermente la schiena.
Shepard, la sua sveglia tra le mani, osservò stupita il modellino, poi rivolse un'occhiata perplessa a Garrus, incerta sul da farsi. Cosa voleva dimostrare con quel gesto?
Nel dubbio, il Comandante strinse a sé la sveglia, indietreggiando di un passo.
-Ho sempre sognato di farlo- mormorò Garrus, traendo a sé la Destiny Ascension -Il Consiglio ci ha sempre marciato contro...- e, di scatto, scagliò il modellino sul vetro, facendo sobbalzare entrambe le donne.
Shepard rimase come inebetita mentre il Turian, con nonchalance, raccoglieva altri oggetti da tirare.
Liara scosse la testa, indispettita mentre Garrus perpetrava quell'opera di vandalismo -Questa è pura follia... lavoro con dei bambini!- e si voltò, lasciando la stanza mentre Shepard si univa a Garrus in un buon lavoro di squadra. Assieme, riuscirono a sollevare uno dei lunghi divani, scagliandolo con forza sulla vetrata. Un rigagnolo d'acqua fuoriuscì da una delle crepe, facendo sorridere Shepard -Finalmente!- esclamò, lanciando un sorriso al compagno.
-Ti basta o vuoi che sradichi il lavandino?- domandò Garrus, divertito.
-Ci ho già provato... è più resistente di questo maledetto vetro!-
-Allora potrebbe essere l'arma giusta, Len- ribatté lui, facendole cenno di seguirlo -Dobbiamo solo trovare un punto strutturalmente debole e tirare... potremmo usare Jimmy Boy come mazzuolo, nel caso-
-Sempre che si lasci catturare- aggiunse Shepard, sogghignando.
-Oh, basterebbe usare la classica tecnica del bastoncino che regge lo scatolone: mettiamo un Fornax sotto una gabbia metallica e poi...-
-Ehi, Vakarian...- Shepard gli sfiorò un braccio, bloccandosi sul posto.
-Sì, Shepard?- il Turian si voltò verso di lei, l'aria curiosa.
Il Comandante gli rivolse un sorriso triste -Grazie...-
Garrus annuì, poi voltò la testa verso l'acquario, i pesci che ancora correvano impazziti lungo tutta la parete. Si voltò anche Shepard, raggiungendo l'obiettivo del suo sguardo... e finalmente, si sentì soddisfatta nel vedere che la crepa si stava allargando a dismisura, spinta dalla pressione dell'acqua sul vetro.

   
 
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