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Autore: Lord Byron    17/11/2012    5 recensioni
La storia è stata revisionata e completata. Si trova ora qui : https://www.amazon.it/Anime-Salve-Elisabetta-Coruzzi-ebook/dp/B08QG2FVBK/ref=sr_1_3?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=elisabetta+coruzzi&qid=1607869396&sr=8-3
Grazie a tutti, a Erika, che mi ha concesso l'onore della pubblicazione, e ai lettori, fonte di soddisfazione e consapevolezza.
Genere: Angst, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il clamore delle armi e l’odore acre del fumo, che bloccava il respiro ed annebbiava la vista, erano ormai solo un ricordo.  Elevato al grado di generale, gli capitava raramente di finire nel pieno di un attacco o costretto alla fuga. Le responsabilità erano troppe, le sue intuizioni strategiche preziose, la fama che lo precedeva rendeva impossibile rischiare la sua vita in uno scontro corpo a corpo. Un drappello di uomini armati fino ai denti lo seguiva ovunque negli spostamenti cui era costretto per ragioni logistiche; erano addestrati a prevenire complotti e ad intervenire nelle situazioni critiche. Avevano la facoltà di usare le maledizioni senza perdono a proprio piacimento, una sorta di nulla osta perpetuo, allo scopo di preservargli la vita, e per questo, la Guardia Personale di Draco Malfoy era senz’altro un’ elite privilegiata, e allo stesso tempo fuori del controllo di chicchessia, perfino del suo.
Dalla vetrata immensa dello studio del suo quartier generale, lo sguardo di Malfoy seguiva il lungo corteo che si avvicinava sulla strada sterrata. Vide i carri armati, le auto con i lampeggianti accesi, e,sapeva che i thestral, nel cielo notturno, li seguivano silenziosi. Le mani allacciate dietro la schiena, l’espressione impenetrabile, la tensione tradita soltanto da un lieve incresparsi della fronte, osservava la legione rientrare dopo la sonora sconfitta che aveva subito sul campo, poche ore prima.
Le sconfitte erano da tenere in conto, ovviamente. Una guerra come quella, che si trascinava da anni ormai, e che si era lentamente trasformata in guerriglia senza vere regole di ingaggio, era imprevedibile proprio perché estemporanea. L’esercito combatteva con un gruppo ben organizzato di terroristi pronti a lanciare attacchi in ogni momento, su chiunque e dovunque, rendendo assai arduo prevenire e difendere gli avamposti.
Sospirò a fondo, cercando di trattenersi dallo sbuffare frustrato. Era convinto di potercela fare, ad ordire un piano strategico definitivo, contro quei ribelli scriteriati e senza controllo, tuttavia, fino a questo momento, ogni tentativo era fallito. Le armi magiche distruggevano covi, facevano morti e prigionieri, ma niente di definitivo, niente che paresse scalfire quel mostro ribelle con cui aveva a che fare da anni.
Tre anni, per la precisione, tre anni in cui non aveva fatto altro che giocare al gatto col topo con i proseliti di Harry Potter, morto e sepolto all’inizio. Draco sapeva che quella sua immediata dipartita durante il duello col Signore Oscuro era stata la fortuna del suo nemico di sempre, gli aveva consentito di trasformarsi in eroe, colui che si è immolato contro le tenebre, come erano soliti dire i prigionieri durante gli interrogatori. Ed era vero. Potter era un eroe, era nel suo nome che si combattevano le battaglie nel mondo magico, era nel suo nome che quella sanguinosa guerriglia continuava decimando soldati e civili.
Scosse la testa, Malfoy, come a voler scacciare quei pensieri, mentre osservava gli ultimi mezzi rientrare alla base. Tra pochi minuti avrebbe ricevuto il rapporto e la lista dei prigionieri, dopo di che avrebbe dovuto affrontare la solita trafila, fatta di riunioni con gli ufficiali e l’organizzazione degli interrogatori.

                                                                              *****************************************

“Il suo umore?” domandò il comandante Nott salendo le a grandi falcate, incurante del fango che lasciava sul prezioso marmo delle scale.
Zabini sospirò, alzando le spalle “Solito”.
Arrivarono davanti al portone di mogano, che si aprì pochi secondi dopo. Lo trovarono chino su alcune carte geografiche, le mani aperte poggiate sulle pergamene, immerso nella contemplazione.
“Generale” lo chiamò Zabini, e Draco alzò la testa “Generale un cazzo” ribatté lui, col tono tagliente di sempre. Zabini represse un sorrisetto, mentre Nott crollava sulla poltrona, accanto al camino acceso.
“Quante perdite?” chiese Draco, lanciandogli una breve occhiata.
“Un quinto degli uomini” la voce di Nott denunciava una grande stanchezza “Usavano bombe magiche della nuova generazione, Draco” gli disse fissandolo “Non eravamo preparati”.
Il generale assottigliò lo sguardo “Non eravamo preparati?”.
“I terroristi non avevano mai usato armi di quella portata” sbottò l’uomo “Non riesco a capire come l’abbiano avute”.
Zabini porse a Nott un calice pieno a metà di un liquido ambrato, e fece lo stesso con Draco, mormorando “Stanno facendo progressi molto velocemente”.
Ci fu qualche momento di silenzio, durante i quali i tre bevvero qualche sorso di whiskey.  Poi, Draco si allontanò dalle mappe e si appoggiò alla balaustra del camino “Quanti prigionieri?”.
Nott si voltò brevemente verso Zabini. Malfoy colse quello sguardo “Beh, che c’è?”.
“Meno di altre volte. Ma ce ne sono” fece Nott, abbassando gli occhi sul bicchiere e facendolo scorrere tra le dita.
Malfoy corrugò la fronte. Nott era imbarazzato, e la cosa lo spiazzò. Era un comandante più volte decorato, spietato in battaglia e geniale nella preparazione delle strategie d’attacco, così come in quelle di difesa, suo amico dai tempi della loro formazione di maghi a Hogwarts e mai gli aveva visto quell’espressione esitante, quel fare imbarazzato. Se ne scoprì irritato.
“E quale sarebbe la novità?” fece scorrere lo sguardo da Nott a Zabini e viceversa “Voglio un rapporto, subito”.
Il sospiro di Zabini attirò la sua attenzione.
“Mi state nascondendo qualcosa?” chiese cercando di mantenersi freddo.
“Figuriamoci” fece l’uomo.
La famigliarità tra loro non era mai venuta meno, nonostante la diversa posizione che occupavano nella gerarchia militare. Lo spirito di commilitoni, e prima ancora di adolescenti compagni da sempre, non li aveva mai abbandonati, e Zabini era un maestro nel riportare tutte le conversazioni critiche su quel piano, maggiormente gestibile.
“Sto aspettando” riprese Malfoy, appoggiando il bicchiere sul ripiano ed incrociando le braccia sul petto.
Nott annuì, piantando gli occhi in quelli dell’amico “Li abbiamo scovati in una specie di cunicolo scavato nelle montagne. Dopo l’ennesimo attacco delle bombe magiche, un dappello dei nostri è riuscito ad aprire un varco e si è introdotto nel cunicolo, trovando una sorta di camera interrata… una specie di quartier generale insonorizzato magicamente, impossibile da rilevare con i nostri strumenti”.
Draco fece un cenno, invitandolo a continuare.
“C’erano meno di dieci persone. Sette, per essere precisi. I nostri prigionieri. Auror, per lo più, armati fino ai denti. Ma quando ci hanno visto, hanno abbassato le armi, si sono fatti catturare. Si sono arresi”.
“Come se vi aspettassero” intervenne Draco, pensoso.
“Non posso esserne sicuro, ma è di certo l’impressione che ho avuto. Avevamo perso la battaglia, stavamo facendo una perlustrazione. Non penso che non si fossero accorti di noi. Sono auror” ingollò un altro po’ di whiskey.
Malfoy guardò Zabini e vide che a sua volta stava fissando Nott. Era uno sguardo strano, come se non volesse perdere nemmeno una delle sue espressioni, come se volesse in qualche modo incoraggiarlo a continuare.
Questa sensazione lo infastidì oltremodo, e lo fece sbottare “Devo strapparti le parole di bocca, comandante, o ti decidi a fare rapporto?”.
Nott alzò gli occhi, per nulla scalfito dal tono del generale “Non hanno voluto combattere, immagino. Hanno abbassato le armi”.
“Per una volta, quegli stramaledetti auror hanno fatto qualcosa di buono” considerò a denti stretti “tanto ormai, ci avevano decimato le forze”.
“Ho pensato subito che stessero difendendo qualcuno” continuò l’uomo “E poi ho capito chi”.
“Per merlino, Nott, dobbiamo stare qui tutta la notte?” il tono di Draco era esasperato. Zabini gli scoccò un’occhiata di disapprovazione, prima di dire “Quel che Theodore non sa come riferirti..”.
“So come riferirlo” lo interruppe l’interessato con voce stanca.
“Sono tutt’orecchi” disse sarcastico Malfoy.
Un momento di silenzio, poi disse “Abbiamo catturato la Granger”.
Per un secondo, Draco si trovò senza parole. Sgranò gli occhi, come colpito da un fulmine, poi si staccò dal ripiano e quando parlò la sua voce suonò appena percepibile “La mezzosangue?”.
Zabini fece un cenno d’assenso col capo, lo stesso fece Nott.
“Cazzo” riuscì a dire il generale.
 
 
 

   
 
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