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Autore: lupabianca    17/11/2012    1 recensioni
"Potrei amarti. Ho sempre pensato che fossi perfetta per me. Fin da quando eravamo piccoli e giocavamo a tirarci la terra e le bambole pensavo che ci saremmo sposati, un giorno. Ma il fatto è che non ci riesco più. Il mio cuore è stato rapito da un'altra."
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La preside scortò Cecilia fino alla sua nuova classe. Quella era la parte che odiava di più: dover entrare per la prima volta in classe ed essere messa sotto esame da parte di tutti. Si fermarono davanti a una porta, bianca come tutte le altre, su cui era attaccata una targhetta che citava: "2° D". La preside la guardò con i suoi occhietti penetranti e gentili: "Pronta?" Cecilia annuì, cercando di mandare giù il groppo che le si era formato in gola. La preside bussò, abbassò la maniglia, aprì la porta... la ragazza notava tutti quei dettagli come se fossero compiuti a rallentatore. Fece i primi passi dentro l'aula, odiando i suoi anfibi che quando sbattevano per terra emettevano un rumore pesante e ovattato, reso un po' metallico dalle borchie. I ragazzi dell'aula si alzarono in piedi alla vista della preside, dicendo buon giorno. Quando si risedettero calò il silenzio, gli occhi di tutti puntati su di lei. Per un attimo Cecilia desiderò di non essersi vestita così, desiderò di essere come loro, anonima, normale, in modo da passare inosservata. Con quegli abiti che la facevano apparire dura e imponente era difficile farsi piccola piccola, tanto da scomparire. Dopo quegli attimi di tensione finalmente la preside ruppe il silenzio, iniziando il suo discorso: "Mmm mmmh, buon giorno ragazzi, e buon rientro a scuola. Come vedete avete una nuova compagna! Il suo nome è Cecilia Sasso, spero che la tratterete bene e che la aiuterete ad ambientarsi nella nuova scuola. Ho piena fiducia in voi ragazzi. Adesso devo andare, ho molte cose urgenti da sbrigare, buon anno nuovo e buona lezione!" e così la preside se ne andò, abbandonando Cecilia in piedi davanti alla classe.  "Bene Cecilia, benvenuta! Puoi sederti in quel posto in fondo, accanto a Giulia" disse la sua nuova professoressa. "Gg-grazie" gracchiò lei, andando in fretta a sedersi, cercando di allontanare l'attenzione di tutti da lei. Quando si sedette potè finalmente rilassare le mani, che aveva contorto e torturato tutto quel tempo senza accorgersene ed ora erano tutte rosse. "Ciao" le disse la ragazza seduta accanto a lei. Non ricordava come si chiamasse. La ragazza sembrò intuirlo, così le porse la mano: "Piacere di conoscerti Cecilia, io sono Giulia". Le sorrise con curiosità, ma tanto adorabilmente che Cecilia non si sentì a disagio, anzi, ricambiò il sorriso. Sentiva che forse, finalmente, avrebbe avuto un'amica.
                                                                           
                                                                                * * *
La prima impressione di Andrea sulla nuova arrivata fu che le ricordava una bambola di porcellana con l'armatura, o una caricatura, tanto era buffa. Mentre la professoressa le faceva il terzo grado, chiedendole fin dove fosse arrivata nel programma, da che scuola venisse eccetera eccetera, il ragazzo non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era di una bellezza commovente: sembrava un fiore delicato, un mughetto o un non ti scordar di me, con quella sua pella bianca, la corporatura esile, i capelli neri e i grandi occhi blu che spiccavano in quel viso angelico che sembrava non essere mai stato sfiorato da alcuna malizia. Ma la sua bellezza era indurita dai vestiti che indossava, neri e spaventosi, pieni di borchie, spuntoni metallici, teschi. Sembrava quasi una di quelle ingenue bambine dei film horror, solo che lei sembrava sapere già dell'esistenza delle creature mostruose. Sembrava sapere già tutto. Aveva gli occhi segnati dall'esperienza della sofferenza. Questo era ciò che più spaventava e affascinava Andrea. Quando la lezione inziò, Cecilia si accorse che lui la stava fissando. Gli lanciò un' occhiataccia e lui si risvegliò dal suo sogno, arrossendo. Per tutto il resto della lezione e anche nelle ore successive sentì il disagio della ragazza aumentare, non riusciva a rimanere attenta con tutti quanti che si giravano a guardarla come se fosse un raro pezzo da collezione. Per questo quando suonò la ricreazione Andrea non si precipitò da lei come fecero tutti gli altri. Capiva che aveva bisogno di respirare. Si sarebbe avvicinato a lei l'indomani, quando ormai l'eccitazione della classe sarebbe cessata e la novità passata di moda. Di tutt'altro avviso era la sua ragazza, che invece non vedeva l'ora di conoscere Cecilia e non passò la prima ricreazione dell'anno nuovo con lui, come invece avrebbe tanto voluto. Dio, quanto gli era mancata.
  
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