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Autore: Triskell Nyx    17/11/2012    2 recensioni
una ragazza del mondo reale da cinque anni è stregata da un cartone: blue dragon.
un giorno per un caso fortuito viene catapultata in quel mondo e può realizzare il suo sogno di vivere delle belle avventure insieme ai suoi amici. contemporaneamente scoprirà che nemmeno in quel luogo è tutto rose e fiori e si ritroverà a cercare di risolvere i quesiti che la tormentavano già dall'altra parte dello schermo.
è la mia prima fanfiction, per favore siate clementi e aiutatemi a migliorare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, eccomi con il secondo capitolo! grazie a tutti quelli che dopo avermi sopportata nel primo vogliono leggere anche questo e un ringraziamento speciale a Lirin97 e Eli_Hope che hanno lasciato una recensione. Buona lettura, spero che vi piaccia!


-Stiamo avendo un’allucinazione, vero? Oddio, come mi sono conciata! Deve essere un qualche tipo di scherzo...-
La voce di Mel è la prima a rompere il silenzio dopo la domanda rimasta senza risposta di Dante.
Come al solito quando c’è qualcosa che non va lei inizia a strepitare per cercare un po’ di normalità nella sua stessa voce. Cosa che, devo ammetterlo, non sopporto.
Mentre Dante cerca di farla calmare, io mi concentro su qualsiasi cosa non sia lei, e così mi accorgo di una specie di grattare.
-...Oh, se becco il responsabile di questo me la pagherà...-
-Mel!- cerco di interromperla per identificare quel suono. Lei non mi guarda neanche di striscio.
Il rumore è diventato un po’ più forte. Sembra che venga...
-...E il mio vestito nuovo, come si è ridotto...-
-Mel!- ci provo di nuovo, senza risultato.
Il rumore aumenta di nuovo ed inizio ad avvertire un tremito...
-...Avete la minima idea di quanto mi sia costato questo vestito?...-
-MEL; ACCIDENTI; ZITTA!!!!- Grido, forse un po’ troppo forte.
Comunque, il risultato è notevole: Mel mi da’ retta...Wow. Dovrei iniziare ad urlare più spesso.
Non mi ero sbagliata. C’è qualcosa che trema sotto di noi, ed è proprio quel qualcosa che fa rumore. Come se stesse cercando di emergere...
-Via di qui! Ora!- urlo, ancora più forte di prima (andando avanti così potrei stabilire un record).
Li prendo per le braccia (lasciando un’impronta di sabbia sulla manica del costoso vestito di Mel) e li trascino letteralmente via. Appena in tempo.
Nel punto in cui eravamo sbuca una specie di... di... ragno-locusta-scorpione-multiocchi-gigante? Si, credo che renda l’idea, anche se trovo più facile chiamarlo “Insettone”, ”Mostro”, o semplicemente ”Coso”.
Insomma, non è che io abbia tutti gli interessi a scoprire il nome scentifico di qualcosa che vuole sicuramente mangiarmi!
Grazie alla mia immensa fortuna, la gamba sinistra, che già faceva male, atterra sull’unica roccia nel raggio di tre metri quadrati. Come se non bastasse, è una roccia appuntita. Evvai......
Mel si mette ad urlare, Dante rimane come pietrificato.
Io allungo le mani indietro.....
-AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!...- il coso sembra incuriosito dalle urla di Mel.
...le mie dita frugano nella sabbia cercando qualcosa...
-...AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!...- il coso si avvicina alla mia amica...
... la mia mano destra si stringe intorno ad una specie di impugnatura...
-...AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!...- Dante si risquote, afferra un braccio di Mel e la trascina via...
... porto trionfante quello che ho trovato davanti a me per vederlo...
-...AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!...- Mel ha deciso di mettere fuori gioco il coso facendolo diventare sordo; peccato che questa tattica funzioni solo su Dante e me.
... un tubo di ferro??? Ma nooooooo!!!!!! Io volevo una spadaaaa!!!!!
“Mi sa proprio che dovrò accontentarmi...” mi dico, appurando che non ci sono spade in giro.
-EHI TU!- grido più forte che posso tirandomi in qualche modo in piedi e cercando di sovrastare la voce di Mel (-...AAAAAAAAHH!!!...-). Impresa più o meno impossibile, infatti non ci riesco, così prendo il simpatico sasso su cui sono caduta e glielo tiro su un occhio.
Il coso si gira. Wow, grandioso, ora sta puntando me! Ma chi me lo ha fatto fare???
-Ambra!!- Dante si gira e fa per correre verso di me, ma io lo blocco.
-Via! Dante, Mel, andate VIA!!-.
Dante sembra esitare, poi qualcosa lo fa decidere e scappa, sempre trascinando Mel con se (credo che il merito sia più del mio amico insettone qui davanti che delle mie convincenti parole...)
Il mix-di-insetti-vari mi tira una zampata, che riesco a schivare saltando all’indietro, ignorando il lancinante dolore alla gamba.
Certo che guardando Zola, Jiro e compagni dall’altra parte dello schermo era tutta un’altra storia...
Intanto cerco di riportarmi alla mente i consigli del mio maestro di scherma.
“Non essere frettolosa di attaccare..”
No, in effetti in questo momento sono più frettolosa di trovare un modo per salvarmi le penne.
“Stai attenta allo spazio che ti distanzia dall’avversario...”
Fosse per me, il più lontano possibile da lui.
“Non essere troppo imprudente...”
Sto affrontando un insetto gigante con un tubo di ferro, hai presente?
“Prenditi tempo per studiare l’avversario...”
Gigante, otto zampe, pungiglione, ali, antenne, tenaglie, tanti occhi... rassicurante.
“Cerca il suo punto debole...”
Non hai sentito la mia descrizione???
“Tutti gli avversari hanno un punto debole...”
Dunque, potrebbe essere... Uffa, perchè non ero attenta durante le lezioni di biologia?... Ah, già. Jiro.
Smetto di pensare agli utilissimi consigli del mio maestro e torno a cercare di schivare l’insettone.
Per un paio di volte ancora mi va bene, ma l’ultima zampata è troppo vicina, così la devio con il tubo di traverso e al posto di essere trafitta mi trovo con una lacerazione al braccio destro.. Non riesco ad impedirmi di urlare, non pensavo che sarebbe stato così doloroso.
Come hanno fatto Jiro e gli altri asopportare ferite più gravi facendo meno storie? La prossima volta che mia madre si lamenta per i lamenti che cacciano dal televisore, rido.
Fortunatamente al nuovo attacco riesco di nuovo a saltare all’indietro, anche se ormai la gamba sinistra sta smettendo di reggermi. Cavolo, sono proprio messa bene!
“Non posso rimanere in vita solo saltellando..” penso.
Provo un gesto disperato (e discretamente stupido aggiungerei), e pregando la mia gamba di rimanere viva ancora per un po’ scatto in avanti.
Approfitto delle ventose sulla zampa dell’insettone per arrampicarmi e affondare il tubo in profondità nel suddetto arto, poi salto via nuovamente. Avrei dovuto fare salto in lungo (magari con un allenatore diverso e meno mostruoso di quello che ho davanti ora).
Il mostro cade, ma quasi subito si rialza, facendo leva sulle sette zampe ancora funzionanti e mi attacca di nuovo. Cavolo.
In qualche modo riesco a ruotare su me stessa per non essere trafitta ma solo scaraventata più in là.
E indovinate dove atterro? Esatto! Sulla mia fortunatissima gamba sinistra! Povera cara, dopo oggi andrà in pensione.
“Se ci sarà un dopo oggi” non posso evitare di pensare mentre il mostro si avvicina torreggiando minaccioso su di me.
Come se non bastasse, durante il mio ultimo volo ho perso il tubo. La mia fotruna è impareggiabile.
Rimando indietro i tremiti. Ok, la mia gamba non mi regge più e il sangue perso mi fa sentire debole.
“Tanto se non morivo qui affogavo, e se non affogavo ci pensava mia madre a farmi fuori appena saputo del due. Altrimenti mi uccideva l’insonnia” mi dico per rassicurarmi. Più rassicurata? Neanche un po’.
Però non ho alcuna intenzione di morire accucciata per terra e tremante come una foglia. Con un ultimo sforzo, mi rialzo in piedi.
-Spero di andarti di traverso!!!!-  Urlo, mentre il mostro si avvicina ulteriormente.
Un solo pensiero mentre si avvicina per darmi coraggio: Jiro.
Il raggio dorato che trafigge l’insettone mi giunge del tutto inaspettato, così come il lamento di quest’ultimo.
Probabilmente sto sognando, quante volte ho visto questa mossa comodamente seduta sul mio divano?
Raggio Pungente, il colpo di Pipistrello Assassino, L’ombra di Zola.
Il corpo del mostro viene avvolto da scintille, dovute ad un uomo con un mantello blu con il cappuccio che gli ha infilzato una delle zampe con una specie di taser. Un taser potente, a giudicare dalla reazione del gigante.
Poi vedo una persona, una femmina credo, con un mantello e il cappuccio bianco sfrecciarmi di fianco con una sciabola stretta in entrambe le mani. Con un colpo secco in qualche modo riesce a tagliare la testa al mostro.
In una parola: WOW.
Tutto bene? Mi chiede quello con il cappuccio blu, mentre entrambi tornano verso di me e io mi affloscio di nuovo a terra.
Noto che ha messo il taser in una tasca del mantello, mentre l’altra oltre alla sciabola ha anche una spada nera come la notte. No, come le tenebre, perchè nonostante sembri fatta con un qualche tipo di cristallo, non riflette minimamente la luce.
-Sono ancora viva- rispondo ansimando. Mai una risposta mi è sembrata più sincera e più sospirata di questa.
Loro due si abbassano il cappuccio e mi viene l’infarto che in qualche modo avevo scampato vedendo l’insettone.
Lui ha i capelli arancioni a caschetto, un fisico oltremodo muscoloso e gli occhi verdi, lei deve avere più o meno vent’anni, occhi azzurro ghiaccio e lunghi capelli argentei raccolti in una coda.
Generalmente i suoi capelli erano sciolti e lei portava una bandana, ma la riconoscerei tra mille. Anzi, riconoscerei entrambi fra mille.
-Come... Chi siete?- domando, giusto per avere conferma di quello che già so.
Lei mi sorride. –Io sono Zola, lui è Homeron- mi risponde. Ecco, come se avessi avuto bisogno di una conferma per quello che già sapevo.
-Io sono Ambra- sorrido, raggomitolandomi su me stessa come se avessi ancora dieci anni. Ho una specie di timore revenziale, pari quasi alla mia gioia di essere davanti a due dei miei idoli.
In qualche modo ci sono riuscita, sono qui. Sono passata dall’altra parte dello schermo.
  
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