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Autore: evnychibi    04/06/2007    6 recensioni
una nuova ragazza,una nuova avventura... nuove rivelazioni e nuovi amori... amicizie sincere,difficoltà,odio,gelosia rabbia...è un misto di tutti i generi...
Genere: Romantico, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Envy, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Wrath
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Edward quel 24 Dicembre era per le vie di Central City

Edward quel 24 Dicembre era per le vie di Central City.

Mani in tasca e sigaretta fra le labbra.

Si bloccò davanti a una vetrina e fissò un abito lungo e nero,uno spacco laterale sulla parte sinistra,un bustino che stringeva sul seno,era senza spalline.

Ricordava lo sguardo di Luana, quando si era bloccata a osservare quell’abito,era stato prima della morte di Hughes.

Entrò nel negozio e poi uscì con una borsina.

Dentro vi era l’abito.

Alzò il capo e guardò il cielo.

Candidi fiocchi cominciarono a cadere.

In quel momento anche Luana era in giardino e guardava i fiocchi.

Aprì la mano per poi richiuderla.

Se lo sentiva anche Edward lo stava guardando.

Quel cielo grigio che sembrava la copia del suo cuore,grigio pieno di dolore,incertezze,amore e odio.

Una lacrima le bagnò la guancia.

Edward sentì una fitta al cuore,da tempo si domandava se ne aveva ancora uno.

Da quando lei non c’era più non sentiva più niente,aveva smesso di battere.

Si accese un’altra sigaretta,riprendendo a camminare.

Tutti rientrarono nelle proprie case per ripararsi dal freddo e dal vento.

Ma lui no.

Era come un fantasma che non sapeva dove andare.

Che non sapeva la sua meta.

Un’anima…Un’anima tormentata,impregnata di un dolore soffocante,pesante.

Non sentiva neanche il freddo che gli penetrava nelle ossa come tanti aghi.

Il vento che si alzava facendo tremare i vetri delle case.

Arrivò al Quartier Generale,si rinchiuse subito in camera sua.

Ormai era diventata la sua gabbia.

 

Luana era ancora in giardino,il capo alzato al cielo.

Era tutta ghiacciata,ma in verità non sentiva nulla.

Edward non ce la faccio più…

Quella mano,quel dolce abbraccio e tu entrasti a far parte della mia vita.

Del mio cuore,travolgendo tutto ciò che c’era prima.

Dopo averti conosciuto ho capito il vero significato della parola “Amore”

Che non è solo rose e fiori,ma contiene tante piccole spine che pungono e ti possono far soffrire.

Si portano via anche l’anima,solo adesso che ti ho lontano capisco cosa davvero provo per te

Ma adesso…

Almeno per adesso siamo lontani.

Delle lacrime amare e dolorose bagnano il mio cuore.

Perché ho paura che tu mi abbia già dimenticato…

E questo mi uccide”

Si mise una mano sul cuore –Ed aspettami ancora un po’…Non dimenticarmi,aspettami-

Chiuse gli occhi e ispirò a pieni polmoni l’aria fredda.

-LUANA!!!Che fai li fuori?!Vuoi diventare un ghiacciolo?- le urlò Izumi dalla finestra –Dai entra-

La ragazza sorrise e entrò in casa,appese il mantello all’attaccapanni in parte all’ingresso.

Indossava dei jeans a vita bassa e un maglione color panna a collo alto entrò in salotto.

-Io mi chiedo cos’hai in quella testa!!Ci saranno zero gradi fuori- sbraitò la donna.

-Suvvia Izumi- cercò di placarla Layla mentre preparava il tavolo.

-Tu continua a preparare la tavola- incrociò le braccia al petto e gonfiò le guance irritata.

Le due si guardarono per poi scoppiare a ridere.

-E adesso che vi prende?- alzò un sopracciglio.

-Scusaci Izumi…Ma…Avevi una faccia troppo buffa!!- si piegò in due la governante.

-Vado a prepararmi- ruggì fra i denti e sbattè la porta facendo tremare le pareti.

Luana scosse il capo ridacchiando –Quella donna non cambierà mai-

Layla sorrise e ritornò al suo lavoro –Vai a prepararti qui ci penso io-

-Sicura di non volere una mano?-

La governante, la sbattè letteralmente fuori dalla porta e Luana fu costretta ad andare in camera.

Per il corridoio incrociò la padrona di casa.

-Buona sera Luana-

-‘Sera signora Dante- abbozzò un sorriso.

-Stai andando a prepararti?-

L’alchimista annuì –A più tardi-

L’anziana signora sorrise e guardò la ragazza allontanarsi senza perdere il sorriso.

Luana entrò nella sua camera,andò davanti all’armadio aprendolo.

Scelse un vestito di raso rosso,con spalline sottile e una scollatura media.

L’abito arrivava alle ginocchia.

Lo appoggiò sul letto per poi spogliarsi.

La ferita si era completamente rimarginata e aveva lasciato una visibile cicatrice rotonda.

Sospirò e andò in bagno chiudendosi la porta alle spalle.

Si fece una rilassante doccia bollente,si avvolse in un asciugamano e uscì.

Si lasciò andare a sedere sul letto,con un asciugamano si tamponava i capelli.

Forse avrebbe dovuto avvisare i suoi nonni,si sdraiò i capelli umidi sparsi a ventaglio.

“Tra qualche giorno questa tortura finirà”

Chiuse gli occhi,ormai le forze le stavano tornando e presto,molto presto avrebbe rivisto tutti.

Si alzò finendo di asciugarsi i capelli.

Indossò il vestito,dalla scarpiera prese delle decoltè rosse,di pelle lucida.

Si diede l’ultima sistemata ai capelli e guardò l’orologio appeso in camera,19:30.

Uscì e s’incamminò verso le scale per raggiungere la sala da pranzo.

Prima di scendere le scale le scappò l’occhio sul cancello d’entrata che si vedeva dall’ampia finestra.

Sgranò gli occhi.

No,stava sognando…

Non era possibile,davanti al cancello della villa c’era Edward.

Lei sentì dei passi che avanzavano alle sue spalle,si voltò incrociando lo sguardo di Izumi –Scusami- le sussurrò la donna con un dolce sorriso.

La ragazza scese di corsa le scale,s’infilò di volata il mantello e spalancò la porta non curandosi di richiuderla.

Il vento le scompigliò i capelli e le sollevava il mantello.

La neve non cessava di cadere,anzi ogni minuto aumentava sempre di più.

Edward rimase pietrificato davanti al cancello che si aprì,la sigaretta gli era caduta dalle labbra.

Fece un passo,poi un altro per poi iniziare a correre verso la sua dea che gli stava davanti.

Luana nel vederlo avanzare lo imitò,li saltò addosso cingendoli il collo con le braccia..

Edward sprofondò il viso nei suoi morbidi capelli,la teneva stretta per paura di perderla nuovamente.

Ma adesso era li,con lui.

Non era un sogno.

Non era un’illusione.

Lei era li,viva fra le sue braccia.

Se la staccò di qualche centimetro,il netto necessario per poterla guardare in viso.

I suoi occhi.

La sua bocca…La voleva…

Li accarezzò i capelli –Ed…Io…-

L’alchimista la bloccò,posandole delicatamente il dito sulle labbra –Adesso non devi dire niente- appoggiò le labbra su quelle della ragazza,lei si attaccò di più.

Un bacio.

Dolce.

Appassionale.

Desiderato come non mai.

Dopo tanto tempo potevano di nuovo stare insieme,si erano ritrovati.

Edward si staccò sfiorandole il petto –Sei viva-.

-Ti amo- li sussurrò a fior di labbra

Ed la baciò –Anch’io…Ti amo-

-Hei piccioncini entrate o no?- sulla soglia a braccia incrociate c’era Izumi –Io ho fame svegliatevi ad entrare-.

I due risero, prendendosi per mano,entrarono.

Andarono nella sala da pranzo, il tavolo bandito di tutte le delizie immaginabili.

La maestra Izumi indossava un abito lungo di seta bordò a maniche lunghe.

In quel momento entrò Layla tra le mani un vassoio d’aperitivi.

Edward nel vederla spalancò occhi e bocca e li puntò il dito contro.

-TU…!!!-

-Tu sei Edward Elric- sorrise lei –Come stai?-

-Ma tu che fai qui?- alitò incredulo.

-Do una mano alla signora Dante- disse semplicemente.

Luana li guardava confusa –Voi due vi conoscete?-

I due annuirono –Ci siamo conosciuti 3 anni fa,alla miniera di Yous Well nella città al confine orientale- Layla servì gli alcolici e con un inchino si congedò.

-Izumi dov’è la signora Dante?-

-Dovrebbe scendere a minuti. Comunque…- posò il bicchiere con dentro l’alcolico ambrato sul comodino e si avvicinò a Luana –Mi dispiace di non aver rispettato il patto, ma non ce la facevo più a vederti così-

Scosse il capo –Non ti preoccupare-

-Vuoi dire che eri tu che non volevi vederci?- la guardò allibito.

Luana abbassò il capo –Sono stata mele tutto il mese, le prime due settimane ho dormito e poi ho riacquistato le forze. Volevo stare bene prima di tornare da voi-

Edward strinse i pugni –Non ci posso credere…Hai almeno la vaga idea di come sono stato nell’ultimo mese? Come siamo stati tutti?- sbattè le mani sul tavolo.

-Calmati- cercò di placarlo la maestra.

-Non dirmi di calmarmi!! Ho passato un mese d’inferno,non sapevo se stavi bene se eri viva!!- ringhiò rabbioso.

-Ed mi dispiace io…-

-Io pensavo che fossi in coma per un mese e no che era una tua scelta non vederci-.

Luana si avvicinò –Ed cerca di capire,volevo solo riprendermi-

Lui la guardò con gli occhi infuocati –Ti costava tanto avvertirci?-

-Buona sera- la porta si aprì entrò Dante –Tu devi essere Edward Elric, assomigli molto a tuo padre-

-Ooh fantastico ora posso dormire tranquillo la notte- sibilò acido –Scusatemi- uscì sbattendo la porta.

Luana strinse i pugni,tanto che le nocche divennero bianche,corse all’ingresso –Edward!!-

Il ragazzo le dava le spalle,la mano sulla maniglia.

-Perché non riesci a capire?!-

-Perché non c’è proprio nulla da capire- rise privo di divertimento.

Aprì la porta lasciando libero passaggio al pungente e freddo vento.

-Domani al Quartier Generale si terrà il ballo per Natale,se vuoi vedere gli altri vieni inizia alle 20:00- uscì sbattendo la porta.

-Non capisci niente- si lasciò andare in ginocchio.

-Non capisci niente- ripetè stringendo i pugni.

Dante le arrivò alle spalle –E’ una reazione comprensibile,dagli tempo. Vedrai che il tuo gesto lo capirà da solo-.

-Mi dispiace,ti ho rovinato la vigilia- sussurrò mortificata.

L’anziana rise –Non ti preoccupare,ora andiamo a mangiare la cena si può ancora salvare-

Lei annuì e insieme ritornarono in sala da pranzo.

 

 

La mattina seguente Luana si alzò molto presto,il sole era sorto da pochi minuti,la neve aveva smesso di cadere,si alzò dal letto e guardò la sveglia.

Le 7:00,andò alla porta finestra e tirò le tende,uno spettacolo bellissimo,la candida neve risplendeva alla luce tenue del sole.

Di colpo sobbalzò.

Envy.

Era seduto a ¾ sulla ringhiera di marmo del balcone.

Incurante del freddo.

Una sigaretta tra le labbra.

Si diede della stupida,ovvio che lui non provasse freddo,era un essere artificiale.

Una bambola vivente, un morto che cammina che continua a vivere.

Il sole lo illuminava,la pelle candida e liscia risaltava in mezzo a tutto quella neve,le palpebre chiuse.

Sembrava un angelo dalle ali nere.

Luana scosse il capo chiudendo gli occhi,lo riguardò e vide che si era accorta di lei.

Perché i suoi bellissimi occhi viola la fissavano.

Come al solito privi di alcun sentimento.

Emozioni.

Due iridi perfette,ma che ti uccido con il solo sguardo.

Istintivamente si nascose dietro la tenda.

Si portò la mano sul cuore che batteva quasi a scoppiare.

“Maledizione ma che mi prende?”

Fece un profondo respiro richiudendosi in bagno.

L’homuculus che stava ancora sul balcone spense la sigaretta con un ghigno.

Adorava, quando quella piccola creatura arrossiva.

Quando senza nemmeno accorgersene lo guardava incantata,la sera precedente avrebbe spaccato volentieri la faccia a quel piccoletto.

Pensare che metà del suo sangue era come il suo gli faceva venire il voltastomaco.

Diede un ultimo sguardo alla finestra e poi con un balzo saltò dal balcone.

Luana uscì dal bagno e si mise dei jeans con sopra una felpa nera dalle stampe fucsia.

Guardò fuori dalla finestra ma Envy non c’era più.

Sospirando uscì dalla sua camera,arrivò in salotto e sul divano trovò Shigu –Ciao-

Lui tolse lo sguardo dal giornale che teneva davanti alla faccia –Ciao Luana, in sala da pranzo c’è un pacco per te è arrivato dieci minuti fa-

Non se lo fece ripetere due volte e corse nella stanza accanto,sopra il tavolo c’era una scatola nera dal fiocco bianco.

Lo guardò confusa e poi prese il biglietto appoggiato in parte,lo aprì leggendolo.

 

“Se stasera vieni, se ti fa piacere indossa questo

                                     Buon Natale

                                                        Edward”

 

Quel biglietto sapeva di freddo,abbassò lo sguardo e aprì lentamente la scatola.

Sgranò gli occhi,tirò fuori il contenuto.

Un abito da sera nero.

Lo stesso che aveva visto in quel negozio,che le piaceva tanto.

Sorrise tristemente,in quel momento entrò Layla,non fece in tempo a rimetterlo nella scatola che la governante lo prese tra le mani –Wow!!- esclamò illuminandosi –E’ stupendo?Te la regalato Edward?-

Luana fece un leggero cenno –E’ per stasera,c’è un ballo per Natale al Quartier Generale-

-Farai un figurone- ridacchiò senza scollare gli occhi di dosso dal vestito.

-Certo un figurone- sussurrò con un sorriso tirato.

Prese il vestito rimettendolo nella scatola e senza guardare in faccia Layla uscì per poi richiudersi in camera.

Appoggiò la scatola sulla scrivania e si lanciò sul letto tenendo tra le mani in biglietto.

Si sentì un fischio riecheggiare nella stanza –Mmh…Molto carino-

Si alzò di scatto,Envy era davanti a lei,fra le sottili dita il lungo abito nero.

Si avvicinò a lui strappandogli il vestito dalle mani rimettendolo nella scatola.

-Vattene- ringhiò fra i denti.

-Ogni giorno che passa la tua educazione mi sorprende sempre di più- le sibilò sarcastico.

-Se non sbaglio sei tu che sei piombato in camera mia senza permesso,quindi fammi il favore di stare zitto- tuonò irritata.

Il ghigno sul volto del ragazzo non sparì,la sorpassò sedendosi sul letto –Andrai a quella festa?-

-Come fai a saperlo- lo scrutò con fare interrogatorio.

-Hn,non ti interessa- si accese una sigaretta.

Lei sospirò,massaggiandosi le tempie –Che vuoi?-

L’homunculus alzò le spalle –Non so cosa fare,Shorty non mi sembra l’umore di giocare-

-E allora?- lo incalzò.

-Sono venuto a tormentare te- cinguettò indifferente.

-Hai mai tento il suicidio?E’ una proposta allettante non trovi?-

-Dimentichi una cosa ghiacciolino- la guardò con gli occhi freddi ma bellissimi –Io sono già morto-

Nella stanza calò il silenzio,i due si fissarono.

L’alchimista non accennava ad abbassare lo sguardo.

L’homunculus rise.

Quella ragazza, aveva un orgoglio pari al suo, e questo li piaceva.

Alzandosi lentamente si avvicinò a lei,un sorrisetto perverso li piegava le labbra.

Le cinse i fianchi,lei sentì dei brividi freddi in tutto il corpo ma non mosse un muscolo.

-Quanto sei orgogliosa,persino Shorty abbassa lo sguardo con me-

-Hn,cos’è ti rode il fatto che io non abbia paura di te?-

-No- si avvicinò al suo orecchio –Mi eccita da morire-

-Hn,lasciami-

-Lo so che mi vuoi, lo so che mi desideri- con la bocca fredda come il ghiaccio le sfiorò il candido collo.

-Te l’ho già detto una volta,tu sei pazzo-

-Sarò pazzo ma te lo ripeto non sono scemo, vedo nei tuoi occhi il desiderio di avermi-

-Sono illusioni che ti fai da solo-

-Non te ne accorgi neanche, stai cercando di convincere te stessa e non me- ritornò a guardarla –Lasciati andare,lascia che il tuo desiderio ti invada completamente-

All’improvviso bussarono alla porta.

-Luana posso entrare?- bussò di nuovo Izumi.

Lei afferrò per i capelli Envy e lo sbattè senza tanti complimenti in bagno.

-Certo entra pure- Izumi lentamente aprì la porta –Come stai?-

-Ho passato giorni migliori-

La maestra si sedette sul letto –Vai a quella festa?-

-Si ti va di accompagnarmi?-

-Certo va bene,dopo questo disastro è il minimo che possa fare per farmi perdonare-

La ragazza sorrise e la donna uscì.

Luana sospirò e aprì la porta del bagno,Envy era davanti allo specchio e che imprecava come un dannato a denti stretti.

-Che hai?-

Lui si girò lentamente –Che ho?CHE HO?!-

Lei alzò un sopracciglio MI HAI STRAPPATO UNA CIOCCA DI CAPELLI!!!-

Alzò gli occhi al cielo –E che sarà mai- uscì dal bagno e lui a passi pesanti la seguì.

-Guarda che i capelli sono una cosa preziosa per me-

-Allora vai a quel ballo?-

-Perché non dovrei?-

Lui alzò le spalle –Ci vediamo- le diede un bacio a stampo e uscì dalla finestra.

Ancora una volta Luana non era riuscita a cacciarlo a riufitarlo.

  
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