Odio la scuola.  Anche perché non ho molti amici qui. Beh, forse anche perché non sono la ragazza alta, magra, e perfetta. Sono una ragazza in carne, e questo sembra un problema. Ormai conta solo l'aspetto esteriore e non quello interiore. Poi, qui mi prendono in giro. E come se non bastesse sono rimasta sola. Ho perso mia madre due anni fa. Incidente d'auto. Mio padre, se ne frega di me. Si ricorda di avere una figlia solo quando ha bisogno di qualcosa o quando li fa piacere a lui. Per questo son dovuta andare a vivere dai miei nonni,per fotuna che c'erano loro. La mia migliore amica, si è dovuta trasferire. In poche parole la mia vita è andata a rotoli. Anche se, avevo delle persone al mio fianco. O quasi. I miei idoli, One Direction. Ho smesso di essere una 'directioner' un po' di tempo fa. Perché ormai non ci speravo più. Il mio motto era 'never say never' ma più dicevo e mi ripetevo quella frase, più le cose andavano storte.  Per cui ero completamente sola. 
x:'hei ciccia bomba.' 
Oh dimenticavo, 'soffro' di bullismo. Già..
Io:'Daniele,che vuoi?' 
Odiavo quel tizio. Mi aveva già fatto del male in passato. Volevo denunciarlo, ma lui mi avvertì che se lo avrei fatto, l'avrei pagata cara. 
Daniele:'che dici, preferisci essere picchiata a pugni in faccia, o a calci..?' 
Digrignai i denti, e trattenni le lacrime. Non riuscivo, ero troppo debole. Non ne sarei mai uscita. 
Io:'lasciami stare.' 
Cercavo di essere forte. O almeno lo davo a vedere. Infondo, bastava alzare la manica della mia maglia per vedere quant'ero debole..
Daniele:'perché dovrei?' 
In quel momento entrò il professore, salvandomi. 
Prof:'buongiorno ragazzi.' 
Abbassai il capo. 
Daniele:'continuiamo dopo.' 
Perché doveva succedere tutto a me? Perché la vita mi puniva in questo modo? Perché devo continuare a soffrire e vivere in queste condizioni?! Però, una risposta a queste domande non c'era, per cui non si poteva fare niente.

Finalmente ,le cinque ore passarono. Ed io mi affrettai ad andare a casa, a passo svelto. Avevo paura di incontrare Daniele e la sua 'banda'. Avevo paura di soffrire ancora una volta. E, per mia sfortuna, lui sapeva dove abitavo, per cui potevo incontrarlo ovunque. 
Daniele:'eccola qui.' 
No no no. Non poteva farlo di nuovo. Ed io non potevo scappare, ero circondata da loro. 
Daniele:'allora ciccia bomba?' 
Io:'ti preg-go.. lasciami stare.' 
Daniele:'oggi mi sento particolarmente buono, quindi..' 
Nemmeno il tempo di finire la frase, che con un pugno mi colpì in faccia, facendomi cadere per terra. Continuò così per un po'. Tirandomi calci e pugni. Ed io, fragile, non potevo reagire. Aspettai che andassero via. Pian piano riuscii ad alzarmi, e presi lo specchietto che avevo in borsa. La faccia era piena di sangue, e mi faceva male lo stomaco. Cercai di pulirmi il sangue sul mio viso. E, mi incamminai verso casa.. 

Nonna:'Chanel, grazie a Dio, dov'eri finita?' 
Abbassai il capo. 
Io:'dovevo passare in biblioteca.' 
Nonna:'va bene, ma la prossima volta avvisaci, ora vieni a mangiare.'
Io:'non ho fame ,grazie.' 
Scappai in camera, e mi buttai sul letto, scoppiando a piangere. Pensando a quanto mi mancasse mia madre, e quanto la vorrei qui con me, solo per abbracciarla un momento.