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Autore: _Light94_    17/11/2012    1 recensioni
Lorenzo è un adolescente come tanti: ha quindici anni, e trascorre le sue giornate tra amici, scuola e sport. Per difendere una sua compagna - se non di più -, Giulia, viene condannato ad una sospensione di dieci giorni, che i genitori hanno concordato di fargli trascorrere tra le Alpi nello schietto paese dove abitano i nonni, e dove lui è nato, in quanto credono che "l'aria di montagna lo aiuterà a rilassare i nervi"
Ma un'oscuro segreto che attanaglia la sua famiglia fin dai propri albori lo attende, e non potrà più lasciare il paese a patto che non ritrovi l'Aspetto degli Antichi, un antico tesoro perduto da secoli che si narra celi un enorme potere magico.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.


Appena aveva visto i loro genitori fare il loro ingresso dopo il colloquio avuto precedentemente con il preside della sua scuola, Lorenzo non ci aveva messo molto a capire ciò che di lì a poco sarebbe capitato. Il padre lo avrebbe sgridato con la sua solita aria minacciosa, mentre sua madre – come al solito – avrebbe preso le sue difese, provocando un litigio che non si sarebbe placato prima di diverse ore. E sfortunatamente aveva indovinato.

"Figliolo, siediti, dobbiamo parlare", gli aveva detto suo padre con le sopracciglia corrugate. Poi aveva preso uno sgabello, e si era posizionato di fronte a lui.

"Il preside ci ha detto ciò che è successo oggi pomeriggio, e anche i genitori del ragazzo cui hai litigato hanno voluto dire la loro"

"Suvvia Thomas", era intervenuta la mamma. "Capisco ciò che ha fatto, ma così stai esagerando. Non ha mica ucciso qualcuno..."

"Luciana, sto cercando di dare a nostro figlio i giusti principi con cui crescere", aveva risposto Thomas con una nota di troppo nella voce.

E da lì era nata la discussione, che aveva portato Lorenzo a fuggire in camera sua e cercare conforto nel magico mondo di internet dove poteva condividere i suoi pensieri senza il timore di essere ripreso da qualcuno. Di là uno tempesta sta imperversando, aveva scritto su Facebook, ricevendo poi dodici "Mi piace" e ventidue commenti, che recitavano tutti quanti la stessa cosa.

Poi, dopo tre ore di schiamazzi, le acque avevano preso a chiamarsi.

"Tesoro, vieni a darmi una mano ad apparecchiare", aveva ordinato sua madre dalla cucina. Lui aveva distrattamente chiuso il browser di internet, spento il vecchio computer ribattezzato "rottame" da tutti coloro che avevano avuto la sfortuna di provarlo, e la raggiunse. Il papà non c'era – probabilmente era uscito a comprare le sigarette per far scemare lo stress conseguente alla discussione.

"Allora, com'è andata?" le chiese, approfittando dell'assenza di Thomas.

"Lesioni e contusioni sparse per il corpo, oltre al setto nasale rotto e cinque punti punti al braccio per colpa del tuo morso"

"Cinque punti?", ripeté Lorenzo incredulo. Aveva visto – e assaporato – il sangue uscito dalla ferita, ma non immaginava che si dovesse ricorrere addirittura alla sutura."E i suoi genitori? E il preside? E voi?"

"Be', dopo tutto il pomeriggio perso a ragionare, siamo arrivati ad un conclusione in comune: nonostante tu abbia agito per difendere la tua compagna – se non di più – Giulia, le tue azioni sono state a dir poco eccessive. Per questo ti meriti dieci giorni di sospensione, che io e tuo padre abbiamo concordato di farti trascorrere dai nonni", spiegò lei relativamente calma, con un tono che non ammetteva repliche. Ciò nonostante, Lorenzo osò lo stesso.

"Ma mamma!", esclamò con un improvviso tono più acuto nella voce."Dai nonni piove per trecentosessantaquattro giorni l'anno, e in più puzza di vecchio. Non voglio sprecare dieci giorni della mia vita in un mortorio simile"

"E invece ci andrai, e vedrai anche che l'aria di montagna di farà bene. Ti aiuterà a rilassare i nervi, che tu lo voglia o meno", detto ciò, Luciana chiamò Thomas, affinché li raggiunsse in tempo per la cena.



Stranamente, la famiglia mangiò tranquillamente. Nessuno dei tre accennò più al colloquio, né tantomeno all'imminente partenza del figlio per lo sperduto borgo tra le Alpi dove risiedevano i nonni materni. E quando la madre tirò fuori dal frigorifero un'enorme torta al cioccolatto al latte e fondente, tutto sembro essere dimenticato.

Dopo cena Lorenzo si rintanò in camera sua, e la stanchezza e il nervosismo lo aiutarono di gran lunga a prendere sonno. Sperava che la notte avrebbe portato consiglio ai suoi genitori, facendoli capire quanto fosse sbagliato spedirlo tra i monti contro la sua volontà. Ma evidentemente si sbagliava.



L'indomani mattina, Lorenzo comprese appieno il significato delle parole del padre. << Che tu lo voglia o meno >>, gli aveva detto, e, infatti, che lo volesse o meno, si svegliò direttamente sul sedile posteriore della loro auto. Profondamento sbigottito e sorpreso, socchiuse appena un occhio, giusto il necessario per poter sbirciare fuori dal finestrino. Il cielo stranamente era limpido, terso, perfetto. Nemmeno una nuvola minacciava il sole che si stagliava alto nella volta celeste.

"Prima che tu inizi a brontolari, sappi che è troppo tardi per poter tornare indietro. Tra poco più di un'ora dovremmo arrivare", lo informò sua madre, accorgendosi del suo risveglio.

Lorenzo tirò sù la testa, i muscoli del collo che gli dolevano in un modo pazzesco. "Io giuro non ci credo. Quale genitore sano di mente carica il proprio figlio in macchina mentre lui sta dormendo e lo trascina lontano dalla propria casa?"

"Noi due, per esempio", disse Luciana muovendo l'indice da destra a sinistra, da Lei al marito alla guida.

"Mamma, per favore, ho detto sano di mente"

E a quell'affermazione, Thomas non riuscì proprio a trattenere una risata, che rimbombò nella macchina mentre lo sguardo truce della consorte l'accompagnava.

"Sù, torna a dormire. Ti sveglierò io al nostro arrivo"

Di risposta al consiglio della madre, Lorenzo accennò con un sì con la testa, e, appoggiata ancora la testa al freddo vetro del finestrino, chiuse gli occhi e si lasciò abbandonare tra le braccia di Morfeo.



"Sveglia, sveglia"

Un forte senso di nausea, accompagnato da leggeri tocchi nella zona della spalla. Il freddo pungente dell'ambiente circostante che penetrava dal finestrino minimamente aperto fece rabbrividire Lorenzo, che, svegliatosi di scatto, scrollò le spalle e accese l'aria calda della macchina. Quindi si guardò un attimo spaesato attorno: stavano attraversando un sentiero in mezzo ai boschi, i cui alberi e arbusti erano ricoperti da un folto strato di neve fresca che continuava a cadere in abbondanza dal cielo. Non ci mise molto a capire la loro posizione.

"Siamo arrivati, vero?", domandò voltandosi all'indietro per poter così vedere Luciana che annuiva con un cenno del capo.

"Fantastico", commentò sarcastico, incrociando le braccia al petto e cominciando a battere i denti. "Odio il freddo"

"Tieni duro, la nonna e il nonno hanno già acceso il camino", disse Luciana.

Poi, in mezzo alla lattea nebbia che circondava il paesaggio, gli occhi della famiglia guizzarono sulle altissime mura di cinta che circondavano il paese, ultimi residui di un castello ormai perso nel tempo. Sopra di esse, scritta a caratteri cubitali la parola << Benvenuti >>

Lorenzo tirò un sospiro di sollievo, ed esultò internamente; era stanco di viaggiare e pregrava il cielo affinché quei dieci giorni – quasi nove – passassero al più presto. Ma quando la macchina attraversò il varco nella mura, fu preso da una dolorosa sensazione nel petto: era come se il suo cuore bruciasse, come se delle invisibili catene vi si fossero attorcigliate attorno. Per una frazione di secondo, il suo respiro venne a mancare, tanto velocemente che si lasciò sfuggire un gemito dalle labbra. Si portò quindi una mano in corrispondenza, e strizzò più forte che poteva. E quando la macchina era ormai dentro il paese, il dolore sparì come se nulla fosse successo.

  
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