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Autore: Giova85    05/06/2007    1 recensioni
Una storia ambientata dopo CoTBP, ma scritta quando avevo già visto il secondo film. Elizabeth si comporta in modo strano, e sta per sposare....Norrington?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Fate Vela Verso la Cina

Un paio di ringraziamenti prima di cominciare col capitolo vero e proprio…

 

Pikky91: Mi dispiace, sinceramente non avevo idea che il nome Ulisse ti potesse dare così fastidio…mi sono solo rifatto al mito di Ulisse e Calipso che lo voleva trattenere…spero che questo capitolo ti piaccia, comunque! Tanto non ci sono altri riferimenti mitologici! Ihih

 

Valepigia: Mi fa piacere che ti sia piaciuta finora…spero che tu segua anche il resto!

 

Capitolo 3: Fate Vela Verso la Cina!

 

Appena la barca ritornò alla Perla, Jack ordinò di far vela per la Cina. Ana Maria era un po’ dubbiosa, ma Gibbs la rassicurò.

 

“E’ sia nel nostro interesse che in quello del ragazzo, questo viaggio. Lui troverà qualcosa per salvare la sua donna e noi il più grande tesoro della Terra” le spiegò. “Adesso, per favore, gira la nave”

 

Nel frattempo Jack stava controllando alcune mappe, mentre Will continuava a fissare la bussola, sperando che funzionasse davvero. Ma Jack gli aveva assicurato che era grazie a quella bussola che aveva trovato Isla de Muerta, quindi Will decise di fidarsene.

 

E poi, continuava a puntare in una direzione precisa, quindi almeno non andava a caso. Stava davvero dando loro una rotta. Se poi fosse quella giusta lo avrebbero saputo solo dopo, giunti in Cina.

 

I giorni passarono, e loro si avvicinarono allo stretto di Panama. Attraversato quello, si trovarono nell’Oceano Pacifico.

 

“C’è gente interessante in questa parte del mondo, Will” Jack gli disse, mentre erano entrambi sul ponte, approfittando del bel tempo che li accompagnava per il momento. La Perla scorreva veloce sull’acqua, e il mare era calmo.

 

“Come mai?” Will gli chiese. Ormai era sempre più abituato alla compagnia di Jack e della ciurma. Probabilmente stava davvero diventando un pirata come suo padre, e come evidentemente aveva nel cuore.

 

“Beh, sono molto bravi nel commercio. Non è facile fare un accordo con loro e guadagnarci, e tanto meno ingannarli. Infatti quasi mi impiccavano l’ultima volta che sono venuto da queste parti…” il capitano gli disse, bevendo dalla bottiglia di rum.

 

“Ancora non mi hai detto che ci facevi a Singapore, però” Will gli fece notare.

 

“Come ti ho già detto, c’è stato un tempo in cui ero inesperto. Non si è sempre capitani, ci si arriva con calma e se si hanno le capacità. Quindi, ero qui con l’equipaggio di una nave su cui ero imbarcato, per fare alcuni accordi commerciali. Poi conobbi quella ragazza di cui t’ho parlato. Era davvero splendida” Jack disse, tracannando ancora rum. Will notò che c’era un sentimento diverso negli occhi di Jack, e questo lo incuriosì. Certo poteva capire come si sentisse il suo amico ora, visto che per lui era lo stesso pensando a Elizabeth.

 

“Beh, in quei giorni diventammo prima amici, poi amanti. Ma per lei non ero altro che un passatempo prima delle nozze con un’importante uomo della città. Ci restai male, e fu allora che conobbi quel pirata che ti dicevo, Edward Thornby, che mi ha introdotto al rum”

 

Will continuava a notare come Jack ormai non si staccasse quasi più dalla bottiglia, e come ci fosse un’aria triste nei suoi occhi di solito così vivi. Poi il silenzio calò fra loro, mentre entrambi bevevano rum pensando alle donne che amavano, o avevano amato e cercando di affogare nel liquore il loro dolore.

 

Gibbs li vide da prua, e capì che Jack stava raccontando all’altro la sua sventura amorosa. Per fortuna la ciurma era impegnata con le vele e la pulizia del ponte e non potevano ascoltare. Solo lui e adesso Will lo sapevano, e così doveva restare.

 

Un paio di giorni dopo, il tempo peggiorò all’improvviso. Continuarono a tenere la rotta indicata dalla bussola, per il momento, ma Jack sapeva che avrebbero dovuto deviare un bel po’ per non essere spazzati via dalla tempesta che si preparava. E a ragione, perché pur deviando per evitarne il centro, ed essere solo sfiorati da essa, incontrarono le peggiori condizioni marine mai viste da ciascuno di loro.

 

“Non oso pensare come sarebbe stato passarci in mezzo” considerò, mentre Will e Gibbs, bagnati fino alle ossa, ammainavano parte delle vele. Ragetti e Pintel facevano lo stesso su un altro albero, e gli altri a fatica rimanevano a bordo, mentre la Perla era sballottata da onde gigantesche.

 

Per tre giorni la tempesta non diede loro tregua, e quando ne furono fuori Jack decise che la ciurma e lui stesso avevano bisogno di un po’ di relax, così diresse la nave a un’isola vicina.

 

“Calate le ancore” ordinò quando arrivarono. Poi tutti scesero a terra per rilassarsi e ubriacarsi senza alcuna preoccupazione. Solo Will se ne andò in giro pensieroso.

 

Mezza giornata dopo, ripartirono, e Jack scrutava l’orizzonte col cannocchiale. Will stava diventando impaziente, dovevano fare in fretta o al loro ritorno Elizabeth sarebbe stata già sposata, e allora probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di rompere il medaglione, condannandola a una vita da infelice, sposata a un uomo che non amava. Avrebbe sopportato che lei lo trattasse così male, ma non che lei fosse infelice.

 

“Calmati, compare. Troveremo quei pirati, li spazzeremo via e ci prenderemo l’Occhio e il tesoro. Tu avrai la tua donna e noi i soldi” Jack lo rassicurò.

 

Will sorrise amaramente. Tesori, ecco tutto quello che interessava ai pirati. Solo oro e ricchezze. Ma lui, come loro erano ossessionati dall’oro, lo era con Elizabeth. E si ricordò una cosa che Jack gli aveva detto a Isla de Muerta.

 

“Non tutti i tesori sono d’oro e argento”

 

Quindi Elizabeth doveva essere il suo tesoro. Da un punto di vista piratesco, lo era. Ma Elizabeth era una persona, una splendida e gentile donna se non era sotto l’influsso di qualche oggetto malvagio, e non una cosa. Non doveva pensare a lei come un premio o un tesoro.

 

Scuotendo la testa, si andò a sedere a prua per stare solo con i suoi pensieri. La brezza fresca gli soffiava sulla pelle, e per la prima volta si sentì perfettamente in sintonia col mare. Il viaggio era stato davvero piacevole, a parte la burrasca, ma quelle erano cose da mettere in conto. Ma quando la giornata era così, sole alto nel cielo, brezza fresca a spingerli, e mare calmo e cristallino, non si poteva che rimanere innamorati del mare, e voler navigare per tutta la vita.

 

Improvvisamente i suoi pensieri furono interrotti da Ragetti che era di vedetta, e urlò.

 

“Terra in vista! Lì davanti a noi!”

 

 

 

 

 

  
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