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Autore: soradreams    18/11/2012    2 recensioni
Questa storia parlerà di ragazzi e ragazze provenienti da varie parti dell'Italia e sarà ambientata nel mondo della magia come quello di Harry Potter solo che saranno cambiate varie cose conosciute!
Genere: Azione, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Più contesti
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-Premessa-
-Siamo di nuovo noi, solo che ho deciso di cambiare un po' le cose e di aggiustare le nostre età in modo uniforme e soprattutto in modo che si possa frequentare l'ultimo anno tranquillamente :D buona lettura-


Era finalmente giunta la fine di agosto quando Andrea aprì la finestra di camera sua per fa entrare la civetta proveniente dalla scuola di magia e stregoneria Italiana. L'animale era candido e ad Andrea pareva proprio Edivge e fu veramente felice di poter dare a lei dei biscottini per gufo.
Andrea viveva in un paesello in provincia di Rimini che lui definiva in modo molto volgare. Egli aveva diciassette anni era alto un metro e settantotto aveva i capelli corti e castani gli occhi tra un verde e castano e si vestiva nel modo più disparato, ma non gli importava un granché della moda e degli usi che correvano nel mondo babbano, gli interessava solo indossare la divisa scolastica della sua scuola, che teneva costudita nel suo baule.
All'improvviso si sentì un rumore e Andrea si girò di scatto, era il suo gatto. Questo era completamente nero con la differenza di una piccola macchia bianca sul collo e lo aveva chiamato Conner.
"Accidenti mi hai fatto paura!"
La risposta del micio fu solo un miagolio.
"Ahhh... se esistesse una magia per far parlare gli animali a quest'ora avrei compreso ciò che hai appena detto" ironizzò il ragazzo.
Egli aprì finalmente la sua lettera che conteneva tutto l'elenco dei libri che avrebbe dovuto comprare a Roma in un piccolo pub che si chiamava Il boccale magico e ovviamente vi erano scritte tutte le precauzioni sull'uso improprio della magia e di tutte le 'cavolate', come diceva Andrea, inventate dal ministero per la sicurezza degli alunni.
Mancava ormai un giorno, e Andrea si era preparato tutte le cose per tempo, mancavano solo i libri, che sarebbe andato a comprarli il giorno stesso della partenza e sarebbe andato molto presto con la metropolvere per evitare la gran confusione che c'era stata lo scorso anno. Aveva preso tutto, anche le molteplici lettere inviategli dai suoi amici e coetanei che gli avevano scritto per tutta l'estate, per lui erano un ricordo dell'estate trascorsa, senza di loro mise il gatto in una gabbietta confortevole il suo povero gatto che sarebbe stato sballottato per tutta quella strada che doveva fare e puntò la sveglia per le sette precise e si addormento pensando a tutte le cose fatte e quelle che farà insieme ai suoi compagni e amici e a quale fortuna aveva avuto nel poter frequentare una scuola di magia così prestigiosa.
Non aveva fatto in tempo a pensare a tutto che la sveglia suonò e Andrea si sorprese nel vedere che si era addormentato subito e che il tempo fosse trascorso così velocemente quindi scese dal letto, si vestì, prese le use cose controllando non avesse dimenticato nulla e salutò i suoi genitori promettendo di scrivergli ogni tanto e si piazzò davanti al camino.
"Quando odio viaggiare con il camino" si lamentò.
"Dai prendi un po' di polvere" rispose la madre in tono assonnato.
"Sì, d'accordo lo faccio. Ma odio comunque viaggiare in questo modo perché poi i bagagli la maggior parte delle volte mi finiscono sopra" rispose seccato.
Ed egli dicendo questo si mise dentro il suo piccolo camino insieme ai suoi oggetti, prese la polvere e gridò "Diagon Alley" dicendo questo, e pensandolo ogni singolo anno, rifletté sul fatto che non avevano avuto molta fantasia a chiamare lo stesso posto dove si compravano oggetti magici italiani come quelli londinesi, ma per fortuna era certo che sarebbe arrivato dietro al Boccale magico, che stava a Roma, e non dietro al Paiolo magico, che stava a Londra.
Stranamente quest'anno era atterrato sano e salvo integro e con tutti i suoi oggetti, gatto incluso. Si trovò dentro al Boccale magico dove attraccavano tutti i maghi e streghe che usavano la metropolvere.
Il locale era aristocratico, era grande, e vi erano anche delle scale che portavano ai piani superiori, ossia alle stanze per gli ospiti che venivano da lontano e cui piaceva soggiornare lì.
"Mi scusi" disse lui a Sigmund, il proprietario del locale.
"Oh salve, di nuovo qui vedo. Quest'anno ultimo anno, vero?"
"Speriamo, non vedo l'ora di potermi cimentare nel mondo della magia come un vero mago diplomato! Comunque volevo chiederle..."
"Sì, lo so" lo interruppe il locandiere "vuoi, come ogni anno chiedermi se posso tenerti gli oggetti mentre vai a comprare i libri e gli ingredienti per le pozioni" disse lui con un sorriso.
Andrea rise "Ormai mi conosce anche troppo bene, comunque sì, tutto corretto. A parte che gli ingredienti ne ho anche troppi, forse ne comprerò durante le vacanze di natale, o manderò mia madre a farlo"
"Povera donna" commentò l'uomo
Andrea lo guardò torvo e si mise a ridere nuovamente.
"Faccio in un attimo e torno" 
Il ragazzo camminò verso un muro e con un dito tracciò una forma che somiglia a quella di un porcospino con un corno enorme. In un attimo le mattonelle che formavano il muro si intrecciavano fra loro formando un passaggio a forma di arco grande abbastanza da farci passare un orco.
Diagon Alley era sempre magnifica, piena di negozi che vendevano le cose più disparate: dalle bacchette ai libri, dagli indumenti agli ingredienti, dagli animali ai dolciumi e c'erano anche vari generi di bar, ristoranti, dove ovviamente erano serviti piatti puramente fatti con la magia che davano a loro quel tocco in più che ti faceva venire voglia di comprarne finché non avevi esaurito il conto in banca.
Andrea si diresse subito in libreria ed entrando vide che quel posto era sempre colmo di libri, da fuori sembrava una catapecchia ma dentro era immenso, sconfinato. 
"Se non fosse per il commesso qui dentro, qualcuno si perderebbe" commentò Andrea fra se e se.
A un tratto sentì il tocco di una mano sulla sua spalla ed egli si girò e con sorpresa vide Laura e Alice.
"Ragazze che bello vedervi, ma pensavo che voi aveste già comprato tutto il materiale”.
"Sì, infatti, è così" rispose Alice "ma siamo venute perché sapevano che c'eri anche tu, che, come al solito, fai sempre le cose all'ultimo momento" lo rimproverò. 
Alice era una ragazza alta, aveva i capelli tinti, gli occhi scuri e un bel paio di occhiali e veniva da Napoli. Laura invece era più bassa di Alice, aveva i capelli castani, gli occhi dello stesso colore e veniva da Padova.
"Sì, hai ragione... ma che ci vuoi fare? Comunque ancora devo chiedere i libri per il nostro ultimo anno"
"Ed eccoli qua" rispose una vocina "sapevo che qualche ritardatario sarebbe venuto l'ultimo giorno e mi sono preparato per tempo".
All'improvviso apparve un omino basso e tarchiato con una quindicina di libri. Vedendo quella pila di libri tutti e tre i ragazzi tirarono un sospiro di disperazione.
"Grazie mille, almeno abbiamo risparmiato tempo. Quanto le devo?" disse Andrea.
"Fanno cinque galeoni per libro, quest'anno i prezzi sono aumentati" rispose sempre l'omino con quella sua voce fastidiosa.
"Cavolo! 75 galeoni d'oro... quanto costa il peso della cultura..." disse il ragazzo che intanto tirava fuori il borsellino "Ecco a lei e grazie.."
L'uomo prese con avidità quei galeoni d'oro e ciò faceva pensare ai ragazzi che era stato l'uomo ad aumentare i prezzi e non gli editori o chissà chi.
Con un gesto della bacchetta Andrea prese i suoi libri e si incamminò insieme alle due ragazze verso la locanda dove si può arrivare a Diagon Alley.
"Sono le 9:30 abbiamo tempo per fare colazione" disse un'allegra Laura.
"Come fai a essere sempre così pimpante tu?" disse Andrea ancora frastornato per il prezzo dei suoi cari libri.
"Beh dai, stiamo per cominciare un nuovo anno, tutti insieme, anche se in casate diverse e ciò mi rallegra.. vorrei solo che non volasse, come lo scorso anno".
"Se ci divertiremo lo farà. Però quest'anno voglio passare con voi natale" le rispose Alice.
"Sì sì, anche io. E ho già avvertito i miei genitori per tempo, quindi io ci sono comunque sia" commentò per ultimo Andrea.
I tre ragazzi fecero colazione in quel locale di Roma che era vista solo da chi era magico e poi partirono alla volta della stazione di Termini.
Stazione, ore 10:15... i ragazzi, che avevano avuto la possibilità di conoscersi durante gli anni scolastici, si erano accordati per le 10:30 ovviamente al binario 9 e 3/4. Così i tre si buttarono a capofitto fra il binario nove e il dieci e lo scenario, che era formato da tanti binari, si trasformò in un solo istante in un unico binario solo con un grande marciapiede per farci stare ogni sorta di essere umano magico e non che poteva attraversare quel muro. Lo spettacolo era grandioso e per i ragazzi era sempre una meraviglia vedere quel binario. Vi era una scritta grande bianca con scritto 'Binario 9 e 3/4' su di un cartello completamente nero che risaltava completamente e il treno immenso di un colore verde smeraldo con vagoni enormi.
"A quanto pare siamo i primi" si destò per prima Alice.
"Eh? Ah si?" Ritornarono in loro anche Andrea e Laura.
"Scusate e gli altri napoletani e padovani?" disse Andrea confuso.
"Eh avevano altre cose da fare hanno detto che ci avrebbero raggiunti qui dopo" risposero in coro le due.
"Comunque non ti preoccupare, sono già lì" indicò Laura dietro Andrea.
E vide che c'erano tutti, eccetto due ragazze. Erano le 10:40.
"Come al solito mancano Naomi e Ylenia" commentò aspro Andrea.
"Infatti non dovrebbero.. abitando qua vicino, eppure Serena è già qui con noi" disse Alice amareggiata.
"Vedrete che arriveranno presto" commentò Giorgia abbracciando i tre.
"Certo... cinque minuti alle undici" disse sarcastico Andrea.
"E invece siamo appena arrivati Pelato che non sei altro" disse Naomi con voce alta.
"Sempre molto gentile eh, Nami? disse Andrea.
"Con te? Sempre!" sorrise l'amica.
Tempo di salutarsi, caricare i bagagli e salire su un vagone che fosse in grado di contenerli tutti quanti si erano fatte le 10:55.
"Wow questi vagoni sembrano sempre grandi o sembra solo una mia impressione" disse un Ylenia stupita.
"Secondo me sono sempre uguali" disse Stefano.
"Forse si regolano a seconda delle persone che vogliono entrarci, no?" rispose un'arguta Giorgia.
"Sì, hai ragione Grama, come sempre" disse l'amica.
Il treno partì. E fra una chiacchiera e l'altra il viaggio fu veramente piacevole, i paesaggi in mezzo alla campagna sempre fantastici e il cibo che servivano sul treno sempre molto buono, per il piacere di Andrea e Michela.
  
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