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Autore: Natalja_Aljona    18/11/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Trecentoottantatré



Trecentoottantatré

Гражданская Война Сибирячка

Graždanskaja Vojna Sibirjačka

La guerra civile siberiana

Первая Часть

Pervaya Čast’

Parte Prima

You and what army, Feri?

Tu e quale esercito, Feri?

Feri Desztor VS Farkas Dragan

 

She'll let you in her house
If you come knockin' late at night
She'll let you in her mouth
If the words you say are right
If you pay the price
She'll let you deep inside
But there's a secret garden she hides

She'll let you into the parts of herself
That'll bring you down
She'll let you in her heart

But into her secret garden, don't think twice

You've gone a million miles
How far'd you get
To that place where you can't remember
And you can't forget

She'll lead you down a path
There'll be tenderness in the air
She'll let you come just far enough
So you know she's really there
She'll look at you and smile
And her eyes will say
She's got a secret garden
Where everything you want
Where everything you need
Will always stay
A million miles away

 

Lei ti farà entrare nella sua casa

Anche se busserai a tarda notte

Ti lascerà entrare nella sua bocca

Se le dirai le parole giuste

Se pagherai il prezzo

Lei ti lascerà entrare sempre più all’interno

Ma c’è un giardino segreto che lei nasconde

Ti farà toccare le parti di lei

Che ti faranno crollare

Ti farà entrare nel suo cuore

Ma nel suo giardino segreto, non pensarci due volte

 

Hai percorso milioni di miglia

Quanto sei arrivato lontano

In questo posto dove non puoi ricordare

E non puoi dimenticare

 

Ti condurrà per un sentiero

Ci sarà la tenerezza nell’aria

Ti farà arrivare lontano abbastanza

Così capirai che lei è veramente lì

Ti guarderà e sorriderà

E i suoi occhi diranno

Che lei ha un giardino segreto

Dove tutto ciò che vuoi

Dove tutto ciò di cui hai bisogno

Ci sarà sempre

Milioni di miglia lontano

(Secret Garden, Bruce Springsteen)

-Riferito a Natal’ja e Feri-

 

Magadan (Kolyma), Estremo Nord-Est Siberiano

Accampamento di Irek Il’ič Stepašin

21 Luglio 1843

 

Placato il suo tormento, anche se solo per un momento, Feri Desztor si mise a dare direttive sulle sue prossime intenzioni.

Intendeva mettere sotto assedio Krasnojarsk, ma prima gli serviva sapere se Farkas e i Suoi sarebbero stati dalla sua parte.

Non poteva, infatti, affrontare i nobili senza aver prima pacificato la periferia.

Era una questione di strategia.

Appena gli uomini di Stepašin fossero stati pronti, si sarebbero messi di nuovo in viaggio per la Siberia Centrale.

 

Ты далёко, отчизна моя!

Я б вернулся в родные края

В кандалах я, башкиры!

Мне пути заметают снега

Но весною растают снега

Я не умер, башкиры!

 

Sei così lontana, mia Patria!

Vorrei tornare a casa ma, ahimé

Io sono in catene, miei Baškiri!

La strada verso casa può essere nascosta dalla neve

Ma vieni in primavera, la neve si dissolverà

Io non sono ancora morto, miei Baškiri!

(Parole attribuite a Salavat Julajev, eroe baškiro che si è unito a Pugačëv e ha combattuto con lui nella Rivoluzione Cosacca fino al suo arresto nel 1775.

È morto il 26 Settembre 1800, a quarantasei anni, a Paldiski, in Estonia, dopo venticinque anni di lavori forzati)

 

Krasnojarsk (Kraj di Krasnojarsk), Siberia Centrale

Шторм, 8 Проспект Небе

(Shtorm, 8 Prospekt Nebe)

Casa Dragan

13 Agosto 1843

Trentesimo compleanno di Pál Desztor

Cinquantasettesimo compleanno di Dekapolites Calie

 

  Close your eyes, turn around

Help me burn this to the ground

Come now, take the blame

That's okay, I'll play the game

 

Chiudi gli occhi, voltati

Aiutami a radere questo al suolo

Vieni adesso, prenditi la colpa

Va bene, parteciperò al gioco

(Arlandria, Foo Fighters)

 

Farkas lo aspettava.
In piedi sull'ultimo gradino di casa sua, con i folti capelli biondo chiaro scompigliati dalla furiosa violenza del vento siberiano e gli occhi azzurrissimi di luce ferita che sembravano voler trafiggere la nebbia tutt'intorno.

Feri si ricordava tutto di quel suo quasi nemico stanco di vivere già a ventidue anni.

Il tenue color oro dei suoi capelli, il celeste spento delle sue iridi cristalline, il niveo pallore della sua pelle e il suo accento rumeno.

Le sue costole sporgenti e il suo sembrare uno spettro, alto, magrissimo e cupo com'era.

La sua voce sottile e tagliente, il carisma ipnotico che aveva.

Era un individuo estremamente affascinante e al tempo stesso inquietante, Farkas Dragan.

Da quando a undici anni, a Bucarest, era stato accusato di aver ucciso suo padre, arrestato e condannato ai lavori forzati ad Omsk, la città di sua madre, era più una presenza che una persona presente.

-Lo sai che non so leggere- fu la prima cosa che gli disse, gelido -E neanche Taisija-

-Aloizy sì, però-

-Aloizy non è sempre a mia disposizione-

-È il tuo migliore amico. Se tu gliel’avessi chiesto...-

-Infatti gliel’ho chiesto. E lui me l’ha detto. Me l’ha detto, che volevi parlarmi.

È lui che ti ha scritto la risposta. Ma io non so leggere né scrivere e... Beh, dovrei imparare.

Vorrei imparare. È bello?-

-Grazie a dei geni come Puškin, Gogol’ e Victor Hugo, sì-

-Puškin... Quello che hanno ammazzato a duello? E Gogol'... Quello che è stato qui?

E Victor Hugo... Non sembra russo, lui-

-È francese- sorrise Feri.

Farkas inarcò un sopracciglio.

-Francese? Scrive in russo, però?-

-Non credo che lo sappia, sinceramente-

-E allora... Tu come fai a legg... Oh, già. Scusa. Tu hai studiato-

Non era esattamente così.

Zsófike aveva studiato.

Lui, suo padre e i suoi fratelli a leggere e a scrivere l'avevano imparato da lei.

Ma la madre di Farkas, Mar'jana Sergeevna Antipova, nativa di Omsk, no, non aveva mai imparato, e di conseguenza non aveva mai potuto insegnare niente neanche a Farkas e a Larisa, la sua sorellina.

Non aveva mai avuto l'occasione di studiare.

Non le era mai nemmeno passato per la testa, figuriamoci!

Per questo Feri non aggiunse altro, e lasciò cadere il discorso.

Perché aveva capito che quel discorso a Farkas faceva male, e lui non voleva fargli male.

Non che gli fosse mai stato molto simpatico, quel ragazzino rumeno...

Però un po’ lo capiva, questo sì.

La sua ostilità nei confronti dei Forradalmi aveva tutt’altre radici di quella degli Zaristi.

-Natal’ja dov’è?- gli chiese ancora Farkas, dopo qualche minuto di silenzio.

-Strano che tu sia venuto qui senza trascinarti dietro la tua biondina-

Feri lo fulminò con lo sguardo.

Non sapeva, o forse...

Non era stato altrettanto attento a non fargli male.

-È felice- rispose poi, e la sua voce non s’incrinò neanche per un secondo.

Aveva i brividi, però.

Come aveva fatto a resistere?

Farkas sorrise.

Aveva voluto metterlo alla prova, ma Feri non aveva perso un colpo, come al solito.

-Sei coraggioso, tu. Non solo per quello che fai... Per quello che ti brucia dentro.

E che ti tieni dentro, anche se brucia.

Non sei esattamente il mio migliore amico, ma sei un tipo a posto, Feri Desztor.

Questo l’ho sempre pensato-

-Per questo hai chiamato tuo figlio come me?-

-Mio figlio... Oh, non lo so, perché l’ho chiamato così. Certo non per rendere onore a te e a tuo fratello!-

-Certo che no...-

-Io lo so perché sei qui. E per me va bene-

-Cosa?- chiese Feri, confuso.

Non aveva ancora detto niente riguardo al motivo della sua “visita”...

E Farkas non s'interessava di politica.

Gli facevan troppo schifo, gli Zaristi.

Quanto alla Rivoluzione...

Per lui era una causa persa già in partenza.

Che senso aveva morire per una Russia che non sarebbe mai cambiata?

Che senso aveva farsi impiccare per la libertà come i Decabristi nel ‘26?

Non l'avevano avuta, la libertà, i Decabristi, e nemmeno chi era venuto dopo di loro.

Quello del 14 Dicembre 1825 era stato solo un patetico tentativo di sovversione stroncato col patibolo.

Ma quegli eroi si erano sacrificati per niente.

Qualcuno aveva raccolto i loro sogni, i brandelli della loro sconfitta.

Nient'altro.

Non avevano lasciato nient'altro, solo sconforto e delusione.

Farkas un'altra illusione non se la poteva permettere.

Così, diceva di non interessarsi di politica.

In realtà, si faceva leggere gli articoli su Feri da Aloizy e li ascoltava divertito.

Credeva di non provare altro che compassione, ma in fondo lui quell'Ungherese lo ammirava anche.

Più di quanto avrebbe voluto.

Per questo quel giorno puntò i suoi occhi celesti in quelli nerissimi del ragazzo di Budapest e sorrise, beffardo.

La sua era una sfida rivolta a se stesso, però.

Non era sicuro che sarebbe finita bene, ma per il momento alla fine non ci voleva pensare.

-Io sono dalla tua parte. Ora non montarti la testa, eh. Non sarò mai come i tuoi Forradalmi.

Non sono il tipo. Non ci credo abbastanza, o non sono abbastanza coraggioso, se vuoi metterla così. Non più. Lo ero, non credere. Adesso fa troppo male, il coraggio.

Però... Sono dalla tua parte. E ora sparisci, Desztor. Sei nel mio quartiere già da troppo tempo-

-Sei dalla mia parte? Tu? Mi hai sorpreso, Farkas Dragan. Da te non me lo sarei mai aspettato. Però sono contento, sai? Sono contento... Grazie-

-Feri! Aspetta!- gridò Farkas, quando il Capitano fu quasi al confine con Forradalom.

Feri si voltò, interrogativo.

-Nessuno... Nessuno al mondo ama Natal'ja quanto te-

Farkas non lo sapeva, perché gliel'aveva detto.

Era quello che pensava, quello che aveva capito in quel momento.

Non aggiunse altro.

Era una semplice constatazione.

Feri sorrise, dopo un primo attimo di smarrimento.

-Forse... Forse George sì-

 

Tanto un giorno tornerà. Tornerà da me. La mia Natal'ja.

 

 

I wanna die with you, Wendy, on the streets, tonight

In an everlasting kiss

 

Voglio morire con te, Wendy, sulle strade, stanotte

In un bacio eterno

(Born to Run, Bruce Springsteen)

 

[...]

 

Honey, I want the heart, I want the soul
I want control right now
Talk about a dream
Try to make it real
You wake up in the night
With a fear so real
Spend your life waiting
For a moment that just don't come
Well don't waste your time waiting
Badlands, you gotta live it every day
Let the broken hearts stand
As the price you've gotta pay
We'll keep pushin' till it's understood
And these badlands start treating us good


For the ones who had a notion
A notion deep inside
That it ain't no sin to be glad you're alive
I wanna find one face that ain't looking through me
I wanna find one place
I wanna spit in the face of these badlands

 

Tesoro, io voglio il cuore, voglio l’anima

Voglio il controllo di tutto adesso

Parliamo di un sogno
Cerchiamo di realizzarlo

Ti svegli di notte

Con una paura così vera

Passi la vita aspettando

Per un momento che non arriverà mai

Bene, non sprecare il tuo tempo ad aspettare

Bassifondi, devi viverci ogni giorno

Lascia che i cuori infranti si facciano avanti

Come il prezzo che devi pagare

Continueremo a spingere finché tutto verrà chiarito

E questi bassifondi cominceranno a trattarci un po’ meglio

 

Per quelli che hanno una certezza

Una certezza nel profondo

Che non è un peccato essere sopravvissuto

Voglio trovare qualcuno che non mi scruti dentro

Voglio trovare un posto

Voglio sputare in faccia a questi bassifondi

(Badlands, Bruce Springsteen)

 


Note

 

You and what army? - Tu e quale esercito? - Arlandria, Foo Fighters.

 

Credo che il titolo di questo capitolo, La guerra civile siberiana, dica tutto ;)

L’avevo detto che non scherzava, il Capitano ;)

Feri adesso un esercito ce l’ha, ma gli sembrava giusto chiedere il consenso di Farkas, prima di cominciare l’assedio di Krasnojarsk.

Non so se ve l’aspettavate così, il confronto tra i due Capitani, ma diciamo che forse non se l’aspettavano così nemmeno loro ;)

Farkas, ormai lo sapete, non è cattivo, solo troppo disilluso.

Però alla Rivoluzione di Feri vuole crederci, almeno un po’.

Perché quel ragazzino ungherese ha la forza che è mancata a lui, e se realizzasse il suo sogno stavolta sarebbe contento, Farkas.

Anche se, ovviamente, loro due amici non lo saranno mai.

 

A presto ;)

Marty

 

  
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