Il guerriero alzò gli occhi al cielo plumbeo. Raccolse l'arco posato vicino ad una roccia, estrasse dalla farestra che protava sulla spalla destra una freccia con una punta di ferro rudimentale, la incoccò e tese la corda, prese la mira e scoccò. Quest'ultima si conficco nel ventre di un guerriero ai piedi della collinetta, che cadde a terra senza vita. I suoi compagni assistendo a tutto ciò iniziarno a scagliarsi contro ai guerrieri che davanti a loro stavano contrattando con i loro capi. Iniziò così la battaglia. Il guerriro che aveva scagliato il dardo che diede inizio allo scontro si mise l'arco a tracolla, e discese la collina fino ad arrivare appresso ai suoi compagni, estrasse un coltello d'osso e s'avventò anch'esso contro i nemici. Fu subito addosso a uno e gli conficco all'altezza del petto il rudimentale pugnale, si voltò e lo scagliò colpendo al volto un altro. SI inginocchiò schivando un colpo di clava che gli sfiorò la nuca, raccolse da terra una grossa pietra e con un calcio fece cadere a terra il suo assalitore, poi con la pietra gli frantumò il cranio, mentre quest'ultimo urlante cercava invano di proteggersi dall'impeto del guerriero. Di nuovo si alzò, prese l'arco e una frecca che incoccò subito dopo e fulmineo La scagliò e finì dritta nel petto di un nemico, ne prese un altra ma appena prima di incoccarla un uomo da dietro lo bloccò con le braccia, lui allora gli diede una gomitata all'altezza dello stomaco, che lo fece piegare in due dal dolore, poi gli solevò il volto e gli piantò la freccia che teneva in mano nell'occhio simistro. Quest'ultimo urlante dal dolore impugnò il dardo e lo estrasse dalla cavità oculare portandosi dietro il bulbo, dopo di che cadde a terra tramortito. Il guerriro si voltò nuovamente ma prorpio in quel momento un pugnale gli si conficcò nel ventre. Lui si sentì cadere il mondo addosso, poi un calcio lo gettò a terra, e chiuse gli occhi abbamdonandosi in un sonno eterno.