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Autore: TheDarkLady97    18/11/2012    2 recensioni
A casa dei Petrova, una delle famiglie più ricche della Bulgaria, vivevano due sorelle: Stella e Katerina.
Katerina, scacciata dalla Bulgaria dopo aver concepito una figlia, col passare dei secoli perde la speranza di ritrovare la sua sorellina dispersa la notte del massacro della sua famiglia.
In realtà una maledizione imprigionò Stella in un sonno lungo 500 anni, e al suo risveglio, all'età di 10 anni, non ha memoria alcuna del suo passato.
Vive con la famiglia Gilbert, figlia del terzo fratello di John e Grayson Gilbert.
Tornata a Mystic Falls da sua cugina Elena, conoscerà Damon Salvatore...e la sua vita cambierà per sempre...E Katherine? Riconoscerà la sua amata sorellina persa secoli prima? Quale segreto si cela dietro la maledizione del sonno eterno di Stella? E Klaus?
Quali piani avrà in serbo per la giovane Petrova?
Damon/Nuovo personaggio.
È la mia prima fanfic, commentate in tantii!!!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Nuovo personaggio | Coppie: Elena/Stefan
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti!! Eccomi qui con il capitolo 8. Questo è uno dei capitoli più tragici della storia: Stella non è in sé, Damon fa finta di star bene, ma, in realtà, è a pezzi dopo aver avuto quell’orribile visione della sua Stellina, Stefan, Elena e tutti gli altri sono alla ricerca della Gilbert di Miami senza, però, riuscire a trovarla. Questo è il breve riepilogo del capitolo, spero vi piaccia!! 
Buona lettura!! =)
                     
 
 

 

Capitolo 8

 Secrets from the Past.

 
 

 ATTENZIONE!:
Le scritte in corsivo sono le visioni di Stella e
quelle normale sono riferite alla realtà.

 






Era l’alba di un nuovo giorno.
Stella continuava a vagare per la foresta di Mystic Falls senza una meta. Le sue gambe si muovevano involontariamente, avanzando sempre di più, calpestando il terreno tappezzato di foglie, sassi e radici di alberi secolari.
Era nuovamente ricoperta di sangue: i capelli erano sporchi, intrisi di quel liquido rosso, i vestiti si erano ridotti in piccoli pezzettini.
Ad ogni passo che compiva, un pezzo di stoffa abbandonava il suo corpo rimanendo attaccata ad un ramo, ma, questo, non le importava minimamente.
Le uniche parti ad essere coperte erano il seno e il bacino mentre il viso, le gambe, la pancia, la schiena e le braccia erano completamente nude, coperte solo dal sangue che fuoriusciva dalle profonde ferite provocatole dai rami.
Mentre camminava, gelide lacrime le rigarono il volto accidentalmente mescolandosi al sangue.
Stella sentiva il corpo farsi pesante, le gocce di pianto fuoriuscivano solitarie, l’unico dolore che riusciva a percepire era quello delle grosse ferite e non riusciva nemmeno a comprendere il motivo di quel pianto inaspettato.
Non riusciva a controllarsi: Rabbia, vendetta, dolore, tristezza, erano tutte emozioni che la pervasero facendola agitare per l’ennesima volta.
Per un momento, Stella si era calmata un po’ e con lei era svanita anche quella rabbia che fino a poco prima la stava corrodendo.
Immersa nei pensieri, non si rese conto di essere arrivata quasi alla fine del bosco, solo quando i raggi del sole le illuminarono il volto accecandola, se ne accorse.
Istintivamente, si portò una mano agli occhi infiammati e corse all’ombra, sedendosi, finalmente, su un enorme sasso per riposare.
 
 
 
Intanto, alla Pensione Salvatore, tutti erano in pensiero per la loro amica scomparsa.
Stefan ed Elena stavano facendo di tutto pur di rintracciarla, ma senza tanto successo.
-Stefan cosa facciamo?-Chiese la Gilbert ansiosa, muovendosi avanti e dietro nella speranza di trovare una soluzione che l’avrebbe aiutata a ritrovare la cugina.
-Per favore, calmati, Elena! Non serve a niente agitarsi…-Cercò di rassicurarla il vampiro con scarso risultato.
-Come posso stare calma sapendo che Stella è chissà dove in preda alla follia?! L’hai vista anche tu, Stefan…Quella creatura mostruosa non era lei…-Continuò la ragazza portandosi una mano nei capelli, aggiustando una ciocca dietro l’orecchio.
-So cosa hai visto! Troveremo una soluzione, ma…per farlo dobbiamo trovarla a tutti i costi…Ci sono troppi misteri da risolvere!-
-Hai, ragione! Prima la sua somiglianza con Katherine e me, poi la sua rapida guarigione e, come se non bastasse, questo…Sono disperata!-Elena abbracciò il suo ragazzo sfogandosi in un pianto liberatorio.
Il ragazzo la strinse forte a sé e rimase ad ascoltare il suo pianto, coccolandole i capelli per farla calmare.
-So che è difficile, ma devi farlo…Se non per te, fallo per Damon! So che è strano dirlo, ma penso che Damon la ami davvero…-Riprese a parlare il vampiro staccandosi per un istante da lei per guardarla negli occhi.
-Lo credo anch’io…-Disse lei tirando su col naso, asciugandosi gli occhi arrossati per colpa del pianto.
-Anche se dice di star bene, so che sta soffrendo come non lo ha mai fatto in vita sua…Hai visto anche tu la sua espressione mentre Stella stava per ucciderlo, perciò, ti prego! Fallo per lui, infondo so che gli vuoi bene…-Si avvicinò a lei, sfiorandole una guancia con la mano mentre lei lo guardava tristemente.
-D’accordo, Stefan! Lo farò, sarò forte…Sono sicura che la troveremo!-Esclamò lei sforzando un sorriso che, però, scomparve all’istante.
Mentre i due cercavano un sistema per trovare Stella, Damon fece la sua comparsa nel salone della Pensione interrompendo i due.
-Novità di Stella??-Domandò il moro poggiando la sua giacca sul divano per poi dirigersi al bancone dei drink per versarsi un po’ di Bourbon nel bicchiere.
Quello era l’unico modo per mantenere la calma, cercando di non impazzire pensando alla sua Stellina.
-Niente di niente…Bonnie e gli altri stanno provando a localizzarla con un incantesimo, ma non sanno ancora niente…E’ come scomparsa nel nulla!-Rispose Elena amareggiata.
-Ma come…? Dove potrebbe essere andata…?-Domandò il moro più a sé stesso che agli altri, sforzandosi di ricordare un posto in cui sarebbe potuta andare, ma niente.
-Potrebbe essere dappertutto! Dobbiamo solo sperare e continuare a cercare…-Concluse infine Stefan afferrando il telefono per poi comporre il numero di Bonnie per sapere a che punto erano gli altri.
-Beh…Vado a cercarla per conto mio! Se la trovate chiamate…-Damon indossò la giacca e uscì nuovamente dalla Pensione raggiungendo l’auto.
Mise in moto e si diresse al Grill con la speranza di trovarla lì.
Arrivato a destinazione, fece la sua comparsa all’interno del locale, ma, di Stella, nessuna traccia.
-Hey, Tyler! Hai visto per caso Stella??-Domandò il vampiro al giovane Lockwood.
-Mmm…Mi dispiace Damon, ma non l’ho proprio vista! L’ultima volta che l’ho vista siete partiti per Miami…-Rispose il licantropo finendo di bere il suo bicchiere di whisky.
-D’accordo…Grazie lo stesso per l’aiuto…-Il moro uscì dal Grill per raggiungere la seconda tappa, casa Gilbert.
Parcheggiò l’auto fuori il viale dell’abitazione e, velocemente, entrò sperando con tutto se stesso che fosse tornata a casa, ma, le sue speranze, svanirono quando vide Jenna seduta sul divano insieme ad Alaric, fermi in silenzio a guardare un punto qualsiasi.
-Damon! Ti prego…dimmi che hai notizie di Stella! Ieri sera è scomparsa e sono preoccupata che possa accaderle qualcosa di terribile…-Disse tutto d’un fiato Jenna alzandosi in piedi angosciata appena vide la figura del moro davanti alla porta.
-Mi dispiace, ma per ora non abbiamo notizie…Speravo fosse tornata a casa ma a quanto vedo neanche voi l’avete vista…-
-Cosa le sarà successo? Perché è scappata?!-Chiese Alaric tra se e se, più preoccupato che mai per la sorte della ragazza scomparsa.
-Beh…Ragazzi io continuo a cercarla, dovrà pur stare da qualche parte!-Concluse Damon uscendo dall’abitazione, accendendo nuovamente l’auto per poi dirigersi alla tappa successiva, il liceo.
Fece irruenza nel liceo facendo meno rumore possibile, raggiungendo l’aula di Alaric nella quale vi erano Bonnie, Jeremy e Caroline intenti a sperimentare un nuovo incantesimo.
-Allora, streghetta…Hai fatto l’incantesimo o il tuo radar non funziona??-Il moro si avvicinò bruscamente a Bonnie, impaziente di avere delle risposte da lei.
 -Dovrai aspettare ancora! La magia non è cosa da poco come quei giochetti del controllo che utilizzate voi vampirelli…Questa è una cosa seria e serve concentrazione…-
-Mi sa che dovrai concentrarti più in fretta, non abbiamo tutta la giornata!-Esclamò lui sarcastico.
-Mi concentrerei più velocemente se non ti avessi tra i piedi quindi ti invito ad andartene…Renditi utile se puoi e quando avremo notizie te lo diremo…-
-Fa come vuoi, io me ne vado! Lascia che ti dica una cosa…voi streghe siete proprio le persone più acide che io abbia mai conosciuto…-
Damon lasciò il liceo e si diresse alla centrale di polizia.
Entrò nell’ufficio dello sceriffo Forbes, sedendosi in attesa di qualche notizia dalla polizia.
-Buone notizie per te, Damon!-Esclamò lo sceriffo entrando nell’ufficizio con una cartellina tra le mani.
-Bene, Liz!! Dimmi tutto quello che hai scoperto…-Un sorriso comparve sulla faccia di Damon che guardava la bionda ansioso di avere qualche notizia di Stella.
-Ci sono stati segnalati degli avvistamenti di una presenza nel bosco di Mystic Falls…-
-Questa si che è una buona notizia…-Esultò il moro sorridente.
-Alcuni cittadini che abitano ai confini del bosco ci hanno detto che, durante la notte, è stata avvistata una persona che vagava per il bosco…Secondo loro si tratta di una donna, credo possa essere Stella…-Spiegò lo sceriffo porgendo al vampiro la cartella che aveva in mano nella quale vi era il resoconto ottenuto dai contadini.
-Lo credo anch’io…Beh, almeno sappiamo che è in città! Continuate a cercarla, io farò lo stesso…Grazie Liz!-Posò la cartella sulla scrivania, salutò la Forbes con una stretta di mano dopodiché scomparve oltre la porta.
Il maggiore dei Salvatore lasciò la centrale di polizia deciso a continuare le ricerche per conto suo.
 
 
 
Stella era ancora seduta, cercando di recuperare un po’ le forze che la stavano abbandonando pian piano.
La sua mente era offuscata dai ricordi di quella sera, di Damon che la guardava dolorante e la implorava di smettere, ma lei non lo ascoltava, del rumore provocato dal paletto una volta penetrato nello stomaco del vampiro.
Quegli occhi di ghiaccio l’avevano guardata penetrandola sempre più e non la lasciavano nemmeno per un secondo.
Il silenzio la circondava, finché un rumore catturò la sua attenzione.
Il rumore di foglie calpestate e di rami spezzati la fece spaventare.
Si alzò di scatto, guardandosi intorno terrorizzata.
-Chi è là??- Disse con voce tremante, guardando oltre gli alberi, ma non riusciva a vedere nulla.
Forse era Damon, o forse no.
Non riusciva a capire per quale  motivo, dopo che l’aveva distrutta, non faceva altro che pensare a lui.
In ogni cosa che faceva vi era quel dannato uomo dagli occhi di ghiaccio che la tormentavano da quando aveva messo piede in città.
Dal primo momento in cui lo vide alla Pensione, da quando i loro sguardi si incrociarono, capirono che erano fatti l’uno per l’altro.
Il suo cuore sapeva che era così, ma la sua testa non poteva dimenticare quello che le aveva fatto: dopo aver passato la notte insieme, l’aveva morsa assaporando il suo sangue utilizzando la violenza, l’aveva sgridata e distrutta con parole taglienti che l’avevano colpita dritta in faccia come un secchio d’acqua gelida.
 Era combattuta tra amore e odio, separati da un sottile filo che, in qualsiasi momento, poteva cedere.
Non riusciva a decidersi, non sapeva chi ascoltare; il cuore o la testa.
Pian piano si avvicinò in direzione del rumore e, dal fitto degli alberi, sbucò un capriolo che la spaventò facendola urlare.
Una volta ripresasi dallo spavento, fece un lungo sospiro dopodiché si mise a correre sforzando le sue gambe al massimo con la speranza di uscire dal bosco il prima possibile, ma, questo, non era concepibile viste le sue condizioni.
Le doleva tutto e ogni passo che compiva era come un ago conficcatole nella pelle.
Una volta uscita dal bosco, Stella si diresse in città passando per strade e scorciatoie con poche persone in circolazione, raggiungendo l’unico posto sicuro che conosceva: la radura scoperta da Damon nella quale i due andavano spesso a fare dei picnic.
Attraversò il parco passando inosservata e raggiunse il muro di rampicanti, li spostò ed entrò dentro la grotta, uscendo, dopo un po’, nella radura.
Raggiunse lentamente, quasi strisciando, il ciliegio per poi accasciarsi senza forze vicino al tronco.
La troppo perdita di sangue la stava uccidendo lentamente, se non sarebbe accorso qualcuno al più presto sarebbe stata la fine per lei.
La testa le pulsava in un modo incredibile e non riusciva più a distinguere l’ambiente circostante, il corpo intriso di sangue era sudato ed accaldato,le forze l’avevano abbandonata del tutto.
Non riusciva nemmeno a muovere le dita delle mani, né quelle dei piedi.
Istintivamente chiuse gli occhi e quando li aprì vide una bambina davanti a sé che la guardava senza proferire parola.
 Notò in lei qualcosa di familiare: aveva i suoi stessi occhi, gli stessi capelli.
Quando i loro sguardi si incontrarono delle scosse le invasero il corpo raggiungendo la testa, facendola sobbalzare come se avesse preso la corrente.
Chiuse gli occhi spaventata, aprendoli una volta che le scosse cessarono e, una volta aperti, comprese che la bambina di prima era ancora lì.
La piccola le si avvicinò silenziosa fino a sfiorarle il viso con la manina.
-Chi…sei..tu?-Sussurò Stella.
-Perché stai male? Ti prego, non chiudere gli occhi…-Disse la bimba con voce cristallina, guardandola con tristezza poi però si voltò sentendo qualcuno pronunciare il suo nome: Stella.
-Stella…Stella dove sei??-Una ragazza più grande sbucò dal nulla, correndo accanto alla bimba.
Dapprima Stella non si accorse tanto dell’aspetto di lei, ma, quando lo fece, si  rese conto che erano identiche.
-Sono qui sorellona…-Rispose subito la bimba correndo poi verso la ragazza più grande, saltandole il braccio impaurita.
La ragazza era la fotocopia di Stella, ma, sapeva che quella non era lei, era un’altra persona.
-Stella, quante volte ti ho detto di non allontanarti tanto! Potresti correre dei rischi…-La rimproverò la maggiore guardandola con sguardo torvo.
-Perché…si…chiama come…me?!-Continuò Stella, rivolgendosi alla ragazza che, però, sembrava non sentirla.
Era come se fosse invisibile, proprio come un fantasma: lei poteva vedere le due, ma loro non potevano fare altrettanto.
-Scusami, sorellona…Ti prometto che non lo farò più…-Rispose la bimba abbassando lo sguardo rattristata.
-Brava piccolina! E io ti prometto che, per questa volta, non dirò nulla alla mamma…Ora andiamo a casa!-
-D’accordo, Katherine…-Concluse la piccola Stella, scendendo dalle braccia della sorella per poi afferrarle una mano e stringerla nella sua minuscola.
Le due si allontanarono lasciando Stella da sola, ma, subito dopo, ricomparvero.
-Stella corri! Non fermarti per nessun motivo…-Gridò la grande correndo a per di fiato, tenendo per mano la sorellina.
-Perché stiamo scappando?-Chiese la piccola fermandosi di colpo, facendo fermare a sua volta anche la sorella.
-Scappiamo perché stiamo giocando insieme alla mamma e al papà…-Katherine si abbassò all’altezza della bimba per sorriderle dolcemente.
-A che gioco stiamo giocando, sorellona?? E dove sono la mamma e il papà??-La bambina si guardò intorno ridendo.
Intanto, Stella assisteva alla scena senza fiatare, sapendo che non potevano né sentirla né vederla.
-Stiamo giocando ad acchiapparello e se non ci sbrighiamo a correre, la mamma e il papà ci prenderanno…-Spiegò la maggiore guardando indietro terrorizzata.
-Allora, corriamo!-Concluse la bimba che, subito, si mise a correre insieme alla sorella.
Stavano scappando da qualcosa o qualcuno che le terrorizzava, ma Stella non riusciva a capire niente di quello che accadeva.
Le due apparivano e scomparivano come fantasmi.
Solo dopo un po’ si accorse di non essere più nella radura, ma era ai piedi di un albero nel bel mezzo di un bosco.
Davanti a sé vi era una piccola casetta bianca a due piani, con un piccolo portico in legno e una scalinata fatta dello stesso materiale.
Tutto intorno non vi erano altro che alberi, il silenzio regnava sovrano fin quando le due sorelle apparvero.
-Oh, una casa! Sia ringraziato il cielo…-Disse la maggiore raggiungendo la porta dell’abitazione per poi bussare fortemente alla porta.
-Vi prego…C’è nessuno? Aiutateci, fateci entrare, per favore!!-Katherine urlò con tutto il fiato che aveva in gola mentre la bimba la guardava senza parlare.
Dopo un po’ la porta si aprì e spuntò una donna sulla trentina d’anni, con capelli castani, occhi dello stesso colore dei capelli e pelle scura.
La donna studiò attentamente prima Katherine e poi la bambina dopodiché prese parola.
-Chi siete voi?? Come avete fatto ad arrivare qui??-La donna si rivolse alla maggiore che la guardò terrorizzata.
-La prego, ci aiuti! Siamo inseguite, vogliono ucciderci…-La implorò la castana, ma la donna non si mosse.
-Di grazia, chi vi sta inseguendo??-
-Il suo nome è…Niklaus!-
Stella ebbe dei brividi nell’udire quel nome: Niklaus.
Quel nome così agghiacciante, così misterioso e allo stesso tempo spaventoso.
Aveva paura.
Nel sentire quel nome la donna spalancò gli occhi tremante e subito chiuse la porta per non farle entrare, ma fu interrotta dalla ragazza che infilò un piede nella passaggio.
-Andate via! Non siete le benvenute in questa casa…Andatevene!!-Gridò la donna guardandole con disprezzo.
-La prego, non ci faccia questo…Almeno salvi lei!!-Katherine fece fare un passo avanti alla sorellina che, immobile, guardava la donna terrorizzata.
-Non pos…-la signora non terminò la frase che una ragazza apparve accanto a lei.
-Mamma, ti prego, prendi la bambina…-Cercò di convincere la madre, titubante.
-Ma, Kaitlen, non posso…Sono ricercate dal diavolo in persona!-
La Gilbert di Miami era immobile ad osservare la scena. Non riusciva a capire chi fossero quelle persone, cosa c’entrava lei con loro.
Non aveva la minima idea del perché fosse capitata lì.
La paura la pervase sentendo parlare di quell’uomo dal nome tanto pericoloso.
Sembrava di conoscerlo, ma non ricordava di aver mai udito quel nome in vita sua.
All’improvviso, tutte quelle persone che vi erano scomparvero e, al loro posto, apparve Damon.
Il moro si avvicinò a Stella accarezzandole i capelli insanguinati.
-Stellina, andrà tutto bene…-Il vampiro si stese accanto a lei facendola appoggiare sul suo petto.
-Perché mi perseguiti? Perché sei tu l’uomo di cui sono innamorata e non qualcun altro?? Non capisco…-La ragazza iniziò a piangere disperata, rimanendo però attaccata al petto di lui che non osava muoversi.
-Probabilmente perché siamo destinati a stare insieme…Il destino non può essere modificato!-
-Ma io ti odio! Ti odio con tutta me stessa…da quando ti ho incontrato ha avuto inizio la mia sofferenza…-
-No, non è vero..Tu non mi odi! Queste parole provengono dalla tua testa…il tuo cuore dice esattamente l’opposto…Non negarlo a te stessa, Stella!-
-Damon…io…-Non riuscì a finire la frase che il moro scomparve come per magia per poi ricomparire a qualche centimetro di distanza da lei.
I loro visi erano vicinissimi, potevano entrambi percepire il respiro dell’altro.
I loro occhi si spostavano fulminei dagli occhi alla bocca e viceversa, mancava poco e il vuoto che vi era tra di loro si sarebbe colmato.
 
 
 
Erano passate quasi due ore da quando Damon era uscito per cercare Stella e ancora nessuna traccia di lei.
Dopo aver chiesto all’ennesimo passante se l’avesse visto, entrò in macchina più furioso che mai, sbattendo pugni sul volante disperato.
Ma, proprio mentre prendeva a pugni il volante, gli venne in mente l’unico posto in cui non aveva controllato, la radura segreta.
Speranzoso, mise in moto e partì in direzione del parco pubblico.
Quella era la sua ultima opportunità di trovare Stella, sperava con tutto il cuore di trovarla lì.
Solo così sarebbe potuto essere felice, sapendo che la sua Stellina era finalmente sana e salva e non correva alcun pericolo.
Corse il più velocemente possibile e, una volta arrivato a destinazione, parcheggiò e corse all’entrata della grotta.
Arrivò nella radura e i suoi occhi esplorarono ogni singolo spazio esistente, voleva trovarla, doveva trovarla o non se lo sarebbe mai perdonato.
Dapprima guardò vicino la riva del lago, dietro gli alberi, dietro le rocce della cascata ed infine l’albero di ciliegio.
Quell’albero era pieno di bei ricordi, i loro ricordi.
Ricordava la prima volta in cui l’aveva portata lì e avevano fatto un picnic che si era concluso con schizzi e risate, quando tutti i pomeriggi andavano lì per restare da soli, per parlare e coccolarsi senza scocciatori, ricordava quando le aveva detto che lei era molto importante e si erano baciati, un bacio come quello delle favole, il bacio della loro favola.
Si era perso nei ricordi quando scorse una sagoma rannicchiata dietro il tronco del ciliegio, si intravedeva appena, ma riusciva a riconoscerla perfettamente, era lei.
Le corse incontro e quando la vide, la paura gli creò una morsa allo stomaco, vederla ricoperta di sangue, piena di ferite in ogni singola parte di pelle lo faceva star male.
-Stellina…Stellina…-La scosse leggermente facendole aprire gli occhi.
-Damon…Io ti…io ti odio…-
-Stai delirando! Stai male…ti porto subito a casa…-Esclamò il vampiro cercando di prenderla in braccio, ma si agitava sempre di più continuando a ripetergli che l’odiava.
Poi, improvvisamente, lei smise di parlare, lo afferrò bruscamente attirandolo a sé per poi azzerare le distanze che vi erano tra i loro visi.
Le loro labbra si scontrarono facendo scintille, un calore li pervase, ma, quando lei schiuse le labbra per concedergli il permesso di entrata alla sua lingua, egli si fermò staccandosi definitivamente da lei.
Sapeva che non era in sé, Stella non l’avrebbe mai fatto soprattutto dopo quello che era successo tra loro.
Anche se era triste, l’unica cosa che importava in quel momento era di riportarla a casa per curarla e farla stare di nuovo bene.
Utilizzando la forza da vampiro, la bloccò prendendola in braccio per poi correre verso l’auto, fuori dalla radura.
Arrivato in auto, la poggiò accanto a sé, le allacciò la cintura e partì.
Intanto, Stella si era calmata, ma, ogni tanto, apriva gli occhi e fuori dal finestrino vedeva ripetutamente l’immagine della bambina.
Però, questa volta, era ricoperta di sangue proprio come lei.
Vedendola, iniziò ad urlare terrorizzata agitandosi sempre di più, cercando di liberarsi della cintura, ma non aveva la forza per farlo.
Finalmente, dopo qualche attimo, arrivarono alla Pensione e il moro la portò all’interno di essa poggiandola sul divano sotto gli occhi di tutti gli amici.
-Co-sa…? Che.Cosa.Le.E’.Successo, Damon??-Domandò Elena correndo dalla cugina in lacrime nel vederla ricoperta di sangue.
-L’ho trovata in queste condizioni..Delira e…dice cose senza senso!!-Spiegò il moro guardandola preoccupato, ma allo stesso tempo sollevato per il semplice fatto che fosse lì e non da sola chissà dove.
Dopo un giorno di ricerca l’aveva trovata ed era felice di averla accanto.
 
 
 
 
 
Fine capitolo 8!!
Angolo Autrice: Yeah!! Sono arrivata anche alla fine di questo capitolo. >.< Non mi sembra vero che sia arrivata a questo punto. Tra quattro capitoli siamo a metà della storia. LoL Cooomunque…Cosa ne pensate?? Vi prego fatemi sapere cosa ve ne pare LPrima di andare, però, vorrei ringraziare Sognatrice95, Sweet Fairy, Flower Moon, Bina_Dobrev_Leto che seguono costantemente questa storia e recensiscono ogni capitolo. GRAZIE RAGAZZE!! <3
Ringrazio anche tutte le altre che recensiscono e tutti quelli che la leggono.
GRAZIE A TUTTI!! <3
Ora mi dileguo.
Baci.
TheDarkLady97!! xx
 
 
  
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