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Autore: DarkLucifer    18/11/2012    2 recensioni
Una nuova ditta di spedizione, una ciurma di anime perdute,un nuovo implacabile nemico...l'equilibrio di potere a Roanapur sarà messo in pericolo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina sembrava, fino a quel momento, apparentemente normale, con un sole che illuminava la cappella della Chiesa Della Violenza di quella sfumatura dorata che sorella Yolanda amava chiamare “il bacio di Dio”, in quella particolarmente sperduta succursale del Suo Regno.
Eda non amava quel modo di vedere Dio, ovunque e comunque, era troppo ossessiva e non lasciava all’uomo un vero e proprio spazio decisionale, ma per una donna come lei che si rifugiava dalla gente da cui doveva proteggersi, l’ultima cosa intelligente da fare era esprimere sofismi filosofico – teologici a chi la ospitava.
La donna non era certo un fulgido esempio di cristianità o dedizione, anzi a dirla tutta le erano sempre stati indigesti quasi tutti gli ordini religiosi, fin dalla tenera età; a Roanapur, del resto, tutto è relativo e tutto, in qualsiasi caso, può essere comprato o conquistato.
In quell’assolata mattina Eda doveva ricevere il solito carico destinato ai dormitori delle suore: armi, droga e qualche tunica nuova.
Era uno dei lavori più noiosi che ci fossero, ma Rico era indisposto da quando era tornato dall’ultima “missione evangelica” con qualche buco extra ed una forte dipendenza dal crack.
“Quel piccolo coglione” pensò Eda infastidita “ ora si gode bello bello tutta la riabilitazione a spese della Chiesa, e lascia a me tutto questo lavoro noioso! Quando si rimette lo rimetterò io in riga… spero almeno di non annoiarmi troppo”.
Non sospettava che il destino l’avrebbe proprio accontentata.
Sapeva che la sorella Yolanda era in riunione con qualcuno, aveva visto la porta chiusa, ma non aveva idea di chi fosse, e perché occupasse quell’orario così scomodo di ricevimento: Eda adorava parlare con sorella Yolanda per ingannare il tempo, era una persona acuta ed intelligente e su quella città sapeva quasi più di quasi chiunque altro, quindi poteva fornire tante ed interessanti informazioni a chi sapeva coglierle.
La cosa più strana era che sorella Yolanda, di solito, voleva sempre avere Eda a fianco nei ricevimenti pomeridiani, in quanto era una sicurezza in più nell’eventualità di scontri a fuoco in minoranza numerica.
All’inizio Eda era stata ingannata dall’apparenza fisica della sorella più anziana e si era spazientita, in quanto si sentiva obbligata a fare da balia ad un’inutile vecchia.
Questa conclusione era quanto di più lontana dalla realtà e Eda aveva potuto rendersene conto al primo piccolo “incidente”, avvenuto alla Chiesa: un piccolo trafficante di droga, imbaldanzito nel trovarsi davanti un “vecchio pinguino”, aveva pensato bene di portarsi quattro amici per “convincere” l’anziana donna a rifornirli gratuitamente della loro erba migliore.
Se n’erano venuti impettiti, armati di Glock e mazze da baseball, pieni di boria giovanile e pronti a sfogarla sulla casa di Dio.
L’attacco non era durato che dieci minuti, e ad occuparsene era stata unicamente sorella Yolanda; Eda non aveva nemmeno avuto il tempo materiale di intervenire, ma aveva potuto assistere incredula all’epilogo di quello scontro.
La scena che le si era presentata dinnanzi agli occhi era quasi irreale: quasi tutti quei piccoli bastardi giacevano a terra, coperti di sangue e fori di proiettili, tranne uno che aveva un foro sanguinante in entrambe le ginocchia, che si teneva appoggiato ad un muretto ed osservava la suora che si ergeva dinnanzi a lui con puro e concreto terrore.
Yolanda, con la Desert Eagle placcata d’oro in pugno ed un’espressione grave e profonda sul viso, era ben piantata dinnanzi al ragazzotto, e lo osservava tamponare le emorragie che l’arma gli aveva procurato.
Improvvisamente si era chinata su di lui ed aveva esclamato con voce grave:
“Ezechiele 25.17: "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.”. E pronunciate queste parole, la Eagle eruttò l’ultimo fuoco di quel pomeriggio, strappando velocemente e violentemente la vita dello spacciatore.
Tutti gli astanti che come Eda avevano assistito a quella scena in rispettoso silenzio erano trasaliti a quell’ultimo sparo, non tanto per lo sparo in sé, quanto per il fatto che avevano osservato le azioni della sorella Yolanda come una risposta alla domanda che molti che avevano a che fare con la Chiesa si domandavano, e cioè perché un’organizzazione criminale come la loro era retta da una così vecchia serva di Dio.
E Yolanda aveva provveduto a ricordare a tutti quella risposta che avevano dimenticato, per poi ritirarsi in convento e digiunare per una settimana: si potevano dire molte cose di quella donna, ma di certo era totalmente coerente e devota ai suoi principi.
Questa serie di reminiscenze nella mente di Eda furono improvvisamente interrotte dall’arrivo di un volto noto.
Dutch, l’afroamericano a capo della Black Lagoon, si avvicinava a passo sostenuto alla Chiesa, fumando come suo solito e tenendo lo sguardo basso, come se fosse immerso in chissà quali pensieri.
“Eeehi, chi non muore si rivede, eh Dutch??” disse Eda a voce alta, scostandosi un attimo dalla porta a cui era appoggiata, sorpresa da quell’arrivo inaspettato ma felice di poter scuotere il torpore in cui si trovava “Da quanto tempo non fai un salto qui eh! Se mandavi ancora quella cagna di Two Hands sarei stata costretta a rispedirla a casa con qualche foro extra! Anche se forse quel suo Romeo non sarebbe stato molto d’accordo!
Che racconti, vecchio mio?”
“Ciao, Eda.” Esordì il capo della Lagoon con quella voce profonda e penetrante, fermandosi a pochi passi da lei e piazzandole addosso il suo sguardo,come sempre celato dagli onnipresenti occhiali da sole “In effetti, è un po’ che non passo di qui, ma che vuoi farci, dirigo una società di consegne, non un Supermarket: il lavoro non manca mai e più mando in giro Revy, meno mi rompe le scatole in ufficio”.
Eda rise sguaiatamente alla battuta di Dutch, per poi aggiungere “Sì, ma ultimamente di lavoro non ce n’è più come prima, ho sentito!”
Lo sguardo di Dutch si fece di nuovo serio e concentrato “Hai ragione, ed il motivo principale per cui sono qui è scoprire qualcosa in più. Non è che per caso tu hai qualche informazione in più da darmi?”.
“Purtroppo no, Dutch, ho cercato anch’io di saperne di più, per capire se dovevo o meno guardarmi da loro per il bene della Chiesa, sai? Però sembra che siano più in gamba dei miei informatori, non sono riuscita a cavare un ragno dal buco finora”.
“Lo immaginavo” disse Dutch con un sospiro “ Purtroppo tutti i miei canali di riserva hanno detto più o meno la stessa cosa. Però vale la pena di sentire Yolanda, a tal proposito, la trovo in ufficio?”.
Dicendo questo, allungò una mano verso la porta dietro Eda, che conduceva all’anticamera dello studio della reggente della Chiesa.
“Frena le rotative, Dutch” esclamò la suora, poggiando la sua mano su quella di Dutch con energia “Sorella Yolanda è in riunione, e non vuole essere disturbata”.
“Ah si? Ed in riunione con chi, se posso saperlo?” disse l’ex marine con un sorrisetto ma non togliendo la mano dalla maniglia.
“Non l’ho visto entrare e anche se ne sapessi di più, non posso rivelare dettagli sugli incontri di sorella Yolanda, mi spiace: conosci la procedura” disse Eda con molta calma, facendo saltare con altrettanta calma il bottone che teneva nella custodia la pistola.
“Non sono qui per cercare guai, Eda, ma ho davvero bisogno di parlare con lei... “.
“Spiacente Dutch, sto solo facendo il mio dover... “.
Mentre pronunciava quelle parole, ed iniziava a trovare velocemente diversi modi per concludere quella difficile situazione, però, la maniglia della porta su cui Dutch teneva ancora la grande mano scura, si abbassò all’improvviso, e chi l’aveva aperta andò a sbattere in pieno contro l’afroamericano.
Era un uomo sulla trentina a malapena, alto non più di un metro e sessanta, folti capelli rossi ed occhi verde smeraldo, indossava pantaloni lisi ed una scolorita maglia verde con un grande trifoglio al centro; aveva uno sguardo sveglio ed attivo, una corporatura molto robusta, soprattutto se messa in proporzione alla basta statura ed emanava un vago odore di birra.
La prima cosa che disse, dopo l’impatto con quella montagna umana di Dutch fu: “Beh, cioccolatino, vuoi levarti dai coglioni?”.
La sua voce era aspra e venata di un’agitazione che non aveva niente a che fare con la paura: era un attaccabrighe di professione, e questo era evidente.
“Senti, sottospecie di folletto, vedi di girare i tacchi e chiudere quella fogna da irlandese mangia patate che ti ritrovi, o ti rispedisco a calci in culo sul tuo arcobaleno” replicò Dutch stizzito.
“Oooh right right, perché non mi fai un po’ vedere come muovi quei prosciutti bruciacchiati da scimmia che ti ritrovi?? Fammi divertire un po’, dai... ” provocò l’altro, tirando indietro le maniche ed alzando la guardia, con un’espressione combattiva e spavalda.
Proprio mentre Dutch si girava verso il rosso, dall’interno della struttura arrivò una voce che non udiva da un po’ di tempo.
“Ma guarda se non è il mio Dutch-boy quello che vedo qui! Quanto è, un paio d’anni che non ti fai vedere?” sorella Yolanda veniva avanti con passo sicuro, fermandosi esattamente tra i due contendenti “ Signor Drive, il nostro colloquio è terminato, mi auguro che voglia lasciare pacificamente la casa del Signore, senza metterci in difficoltà…”.
Il rosso fece una risatina e declamò ad alta voce “Is maith í comhairle an droch-chomhairligh.” (“È buono il consiglio di un cattivo consigliere”, vecchio detto irlandese ndr.) e aggiunse “Con te finirò un’altra volta, Lindor. Ladies... ” mettendo in questo congedo un fortissimo accento,quasi sicuramente di Belfast, ed incamminandosi quindi verso la città.
Dutch come sempre impassibile, non lo degnò di una risposta, si limitò ad esclamare a mezza voce “Coglione di un irlandese”, per poi rivolgere la sua attenzione verso la vecchia Yolanda.
“La vostra clientela è alquanto peggiorata da quando bazzicavo ancora questo posto, eh?” disse con un sorrisetto “Spero che non lo sia anche il vostro fantastico the”.
“Il tuo fattorino ne è testimone, il mio W&M è il migliore in questo schifo di città. Tra le altre cose volevo complimentarmi con te per il buon occhio con cui scegli il tuo personale, Dutch-boy, quel ragazzetto è un negoziatore nato.”.
“Ti riferisci a Rock, vero? Beh lui è stata una piacevole scoperta, quando l’abbiamo “arruolato” non pensavamo nascondesse tanto potenziale… ma mi piacerebbe continuare questa conversazione in un luogo più consono, gustandomi quel tuo buon the”.
“Ma certo, ma certo, ci mancherebbe. Eda?”
“Si, Madre?” rispose prontamente Eda, riscossa dal torpore meditabondo che aveva tenuto durante tutta la conversazione.
“Vorrei chiederti di continuare a star qui ad aspettare le consegne del mattino, io e Dutch abbiamo molto di cui parlare” disse con calma sorella Yolanda.
“Ma... ” iniziò a protestare Eda, contrariata.
“Non preoccuparti, conosco Dutch da quando è qui a Roanapur e so che non devo temere nulla. Inoltre se arrivano le consegne non voglio che disturbino la nostra … confessione.”.
Dutch a queste parole si lasciò andare ad una breve risata gioviale.
“Molto bene, Eda conto su di te! Andiamo Dutch, per di qua.”
“Dopo di lei, naturalmente”.
I due si avviarono così verso l’ufficio della madre superiora, lasciando un’Eda infastidita ad aspettare le consegne, e a chiedersi chi diavolo fosse quell’irlandese che non aveva mai visto prima in città o nei bar in cui andava la sera, finite le funzioni.
Improvvisamente a Eda balenò in mente un’idea, e prese il cellulare.
Si dice che le vie del Signore sono infinite, eppure anche quelle di quella particolare “serva” di Dio, non erano di certo da meno.
  
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
 
 
Eccomi! In ritardo stavolta ma questa settimana sembrava che gli esami non finissero mai, ed il mio tempo libero ne ha parecchio risentito … però per fortuna non le mie idee per questa storia! =) spero che vi piaccia!
P.s. per i più attenti e dotti, ci ho infilato una citazione del mio regista preferito, vediamo se qualcuno la coglie ;)
  
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