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Autore: Red Rope    18/11/2012    2 recensioni
Battery City, California 2019.
La vita degli abitanti della città è scandita da una routine programmata, tutti i giorni scorrono uguali, e anche per Jill è così.
Fino a quando non vede i Killjoy che scappano dalla città. Fino a che in lei non si risveglia qualcosa, e prende la decisione di cambiare la sua vita!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo la California scorrere fuori dal finestrino del camioncino azzurro, ripensando a cosa era successo fino a quel momento: il mio risveglio, la fuga e il Mercato. E Martha nuovamente al mio fianco, che era la cosa più importante. Mi voltai a osservarla mentre guidava, guardai le sue mani piccole strette attorno al volante, gli occhi concentrati sulla strada, la sigaretta stretta tra le labbra sottili. Non era cambiata per nulla in tutti questi anni, era solo più trascurata a causa della vita da Killjoy, e aveva i capelli polverosi e arruffati; pensai che anch'io avrei avuto un aspetto trasandato nel giro di qualche giorno. Strinsi il blocco da disegno a me, mentre tornavo a guardare la strada.
Lo avevo comprato al Mercato Nero con i soldi che ero riuscita a portarmi via da Battery City, insieme ad una penna e qualche pacchetto di sigarette – senza più l'effetto delle pillole avevo ricominciato a sentire molti bisogni della mia precedente vita, come fumare. Martha, a parte comprare ricariche per la sua pistola a raggi, e qualche pacchetto per sé, era riuscita a recuperare dei vestiti per me: anfibi scuri della misura giusta, sicuramente di seconda – ma anche di terza o quarta – mano a giudicare dalla polvere e da come erano comodi, dei pantaloni color senape e una t-shirt bianca, con un grosso ragno nero con la saetta sull'addome stampato sopra. Sempre meglio di quegli odiosi vestiti bianchi della BL/ind. Tutto aveva dei prezzi esorbitanti, a causa dei pericoli che la merce trovava per arrivare lì.
Girammo a lungo dentro il Mercato, mangiando anche un paio di pagnotte che Martha aveva recuperato a poco, e raccontandoci varie cose: lo scorso anno era tornata in America da Parigi, e subito si era recata da Dr. Death Defying, che era un vecchio amico di famiglia, e adesso lavorava con lui, Zack e il fratello di Zack, Ricky; a quanto pare tutto ciò che facevano era raccogliere informazioni per lui, che dirigeva la radio, trovare vinili da mettere, e aiutare la banda di Party Poison. Sembrava interessante come lavoro, e Martha pensava che avrei potuto aiutarli. Mi attirava l'idea di conoscere Party Poison e i suoi, sapevo che erano quelli che avevo visto sfrecciare fuori da Battery City due giorni prima: nessun'altro Killjoy aveva il coraggio di entrare direttamente in città e fare tutto quel casino, solo loro erano così pazzi da fare le cose in modo eclatante ogni singola volta e non venir mai presi.
Davvero ti piacerebbe conoscerli?” mi chiese Martha.
Beh, sì” risposi, guardandola sospettosa. “Visto che comunque lavorerò per Dr. D...e poi sono loro ad avermi riportato alla realtà, in un qualche modo”
Allora vieni, seguimi!”. Mi prese la mano e mi trascinò in mezzo alla gente che girava per il Mercato. Ci fermammo solo arrivati davanti ad una baracca che vendeva colori; c'erano tubetti di tempere mezzi vuoti ovunque, e pennelli spelacchiati, acquerelli, matite già un po' consumate: era un tripudio di colori dappertutto, e tutto sapeva di vissuto.
Questo è il negozio preferito da Party, e vedrai che da un momento all'altro arriveranno Jet Star e Kobra Kid a comprargli nuovi colori” disse sorridente. Il proprietario ci guardò, e sorrise a sua volta a Martha.
Vedo che sei riuscita a trovare ciò che avevi perduto, Shiny” disse indicandomi con la pipa che teneva in bocca. Era un uomo anziano, seduto su un panchetto, e vestito come gli indios, con pantaloni marroncini e un poncho di lana a righe.
Certo, Agua Limpia, dopo tanto tempo ci sono riuscita”. Martha aveva un sorriso largo sul volto, un sorriso vero di felicità, non il sorriso che aveva avuto fino a quel momento – non che quello che aveva prima fosse stato finto, solo era diverso.
Aspettammo qualche minuto, poi iniziò ad avvicinarsi un ragazzo castano, con grossi capelli ricci, un naso camuso e un paio di Ray Ban scuri. Aveva una pistola a raggi blu alla cintura, e una busta in mano, vistosamente piena di barattoli di cibo in scatola e munizioni per le armi. Cominciò a guardare in silenzio i vari colori, cercando sicuramente quelli che Party gli aveva chiesto di prendere, ed era talmente concentrato nello scegliere quelli giusti che non si accorse di me e Martha che ci avvicinavamo a lui.
Oggi quel matto di Kobra non è venuto a darti una mano nelle compere?”
Jet Star sobbalzò, sentendosi interpellato, e si voltò, sorridendo a Martha.
Shiny Sun!”
E' bello rivedersi ogni tanto, l'ultima volta stavate correndo a tutta velocità fuori Battery City e non mi sembrava proprio il momento per intraprendere una cordiale conversazione!”
Jet Star rise a quelle parole, scuotendo i capelli enormi, poi si voltò verso di me, guardandomi da capo a piedi. “Lei deve essere la tua famosa amica” disse. Com'è che tutti mi conoscevano? Martha parlava così tanto di me? Mi guardò da dietro gli occhiali, inclinando la testa e sorridendo. “Piacere di conoscerti” esclamò, porgendomi la mano; la strinsi, farfugliando un “Piacere mio” appena biascicato.
Beh, Jet, mi dispiace ma dobbiamo lasciarti ai colori per Party Poison” disse Martha, prendendo la mia mano. “Noi dobbiamo andare, prima che Weightless ci dia per disperse”.
Stasera passate dal Diner? Party Poison sarebbe molto felice di conoscere la tua amica, visto che hanno anche fatto entrambi la stessa scuola”. Davvero Party Poison aveva fatto la Visual Art a New York?
Credo che Party dovrà aspettare, prima dobbiamo parlare con Dr Death di alcune cose” Martha mi fece l'occhiolino, e io la guardai senza capire. Chissà di cosa dovevamo parlare, o cosa realmente intendesse. Vidi il viso di Jet Star rabbuiarsi.
Dr Death è andato ”. Martha rabbrividì, cercando di sforzarsi di continuare a sorridere. Dov'era ? Cosa significava? Avrei voluto chiederlo, ma il modo in cui entrambi avevano reagito mi faceva presupporre che avrei fatto meglio a non chiedere niente – e questo mi incuriosiva ancora di più e mi faceva sorgere nuove domande.
Bene, vorrà dire che verremo da voi questa sera” concluse raggiante prima di trascinarmi via verso l'uscita.

Questa sera non sembrava arrivare mai. Passammo l'intero pomeriggio a caccia di telecamere per le Zone, dentro il furgoncino blu, che avevo scoperto era anche il posto dove abitavano Martha e Zack, il quale a quanto pareva aveva trent'anni suonati. E stava con Martha da un annetto ormai. Occhei, era una cosa che mi disturbava, in qualche modo, anche se di preciso non sapevo dire perché; forse era dovuto al fatto che erano anni che non ci vedevamo, e io lo desideravo così fortemente, e poi venivo a scoprire che aveva un uomo. E occhei, forse ero un pochino gelosa della mia migliore amica; ma in fondo ero anche felice per lei, che aveva qualcuno che la amava.
Quando finalmente arrivò il momento di incontrare i Killjoys ero terribilmente emozionata: voglio dire, erano i Killojys! Senza di loro sarei stata ancora a Battery City a mandar giù pillole su pillole!
Martha parcheggiò il furgoncino davanti ad un vecchio edificio con una grande scritta Diner sopra la porta, abbastanza fatiscente ma comunque stabile. Fuori c'era una macchina sportiva, di un bianco sporco, e con un enorme ragno, lo stesso che avevo sulla maglia, sul cofano; la osservai, girandoci intorno, fino a che Martha non richiamò la mia attenzione, dicendomi di seguirla. Zack non era venuto con noi, aveva da fare alcune cose, così noi due eravamo andate dai ragazzi, come ci aveva suggerito Ray; e ora eravamo lì, stavo per conoscere gli altri tre.
Martha aprì la porta del Diner, e la seguii dentro. Era proprio un Diner classico, con il bancone e i tavolini tutti lungo il perimetro; dietro il bancone si apriva un grosso arco nel muro, e s'intravedeva una stanza con dei letti.
Eccole le nostre care ragazze!”. La voce allegra di Ray mi arrivò addosso come un'onda fresca, mi risvegliai completamente dal torpore dell'osservare dov'ero finita. Gli sorrisi timidamente, la sua massa di ricci si mosse con tranquillità e dietro di lui spuntarono un paio di persone sedute ad un tavolo, intente ad aprire delle scatolette della Better Living: storsi il naso, odiavo quel cibo. Come diavolo facevano a mangiarlo tutti i giorni?
Ehi, Frank!” disse allegramente Martha, avvicinandosi alle figure sedute; un ragazzo moro, dal volto simpatico, ma stanco, le rivolse un gran sorriso, mentre finiva di aprire la sua scatola e ci infilava dentro la forchetta.
Oe, Martha! Quanto tempo!”. Sembrava sinceramente contento di vederla, e pensai che forse lui ci provava con la mia amica. Dio, dovevo smetterla di vedere in chiunque qualcuno che potesse allontanarla da me!
Vidi l'altro ragazzo voltarsi verso di me, serio. Due occhi verdi mi fissarono per qualche istante, e la bocca piccola rimase ferma, serrata. Mi sentii avvampare, e cercai di trovare il modo di non sentirmi più in imbarazzo – per cosa, poi? Distolsi lo sguardo, guardandomi attorno con forzata nonchalance, fino a che la voce di Martha non mi riportò alla realtà.
Ragazzi, lei è Jillian, la mia migliore amica” esordì, prendendomi per un braccio e tirandomi verso di lei. Frank, il ragazzo moro mi sorrise, tendendomi la mano con un allegro “Piacere, io sono Frank!”; l'altro tenne la sua espressione impassibile, e mi guardò ancora un secondo prima di dire “Io sono Mikey”. Mi sforzai di sorridergli, mi sentivo terribilmente a disagio – non un disagio negativo, era un disagio più...timido, oserei dire, quello che provi di fronte ad una persona carina e non sai come comportarti di preciso.
Ehi” mormorai, cercando di sembrare il meno impacciata possibile. Mi sentivo quasi come ai tempi dell'Accademia, quando Martha mi portava alle feste e conoscevo qualcuno di nuovo: era un tempo così lontano, irreale a confronto con ciò che era il presente. La Better Living, le pillole, i Killjoys, il deserto: tutto sembrava che in quel momento si stesse affievolendo, lasciando il posto ad una normale serata tra amici.
Vidi Ray posare una vecchia caffettiera sul tavolino dove erano seduti i due ragazzi, e mettere sei tazze grandi, la maggior parte delle quali erano sbeccate.
Visto che gli alcoolici sono vietati in questa casa, sono riuscito a recuperare del caffé”. Fece l'occhiolino a Mikey, la cui faccia cambiò repentinamente espressione: da neutra, inespressiva diventò improvvisamente raggiante e sorridente. Allungò una mano verso una tazza, come un bambino potrebbe fare con una torta al cioccolato, e la portò verso di sé, aspettando impaziente che gli fosse versato il caffé. Mi venne da sorridere, il disagio e l'imbarazzo andavano lentamente sciogliendosi.
Prendi anche te il caffé, Jill?” mi chiese Ray.
Ah, no!” dissi “Non ho mai bevuto caffé, ha un sapore orribile per me” spiegai, storcendo il naso. Mikey mi lanciò un occhiataccia, poi tornò a concentrarsi sulla sua tazza.
Meglio così, ci sarà più caffè per me e Mikey” disse una voce alle mie spalle. Mi voltai.
Gee!”. Frank scattò in piedi e si gettò tra le braccia di un ragazzo alto e dalla chioma spettinata rosso fuoco, che lo accolse felicemente, schioccandoli un bacio tra i capelli neri. Li guardai, mentre un pensiero mi passava nel cervello.
Finalmente ti sei svegliato, sei veramente un pigro!” gli disse ridendo Ray, porgendogli una tazza con il liquido scuro dentro. 'Gee' la prese, sorridendogli di rimando, mentre Frank continuava a cingergli la vita in un abbraccio. Il rosso bevve un sorso, mentre Ray versava il caffè nelle restanti tazze – con conseguente crescita di felicità in Mikey, che iniziò a sorseggiare avidamente la bevanda, rendendosi poi conto che così non sarebbe durata per niente e iniziando a bere sorsi piccoli. C'era qualcosa in lui che mi ispirava terribilmente tenerezza.
E così tu sei Jill, eh?” Gee si avvicinò a me, squadrandomi con un sorriso sbilenco. Gli occhi verdi e il naso a punta mi fecero sospettare che fosse fratello di Mikey, ma non avevo tempo per pensare a questi particolari. Gee mi si era avvicinato veramente troppo, e se c'era una cosa che odiavo, erano gli sconosciuti che mi venivano troppo vicini; dovette notarlo, però, perché fece un passo indietro, rimettendo una giusta distanza tra noi.
Sì, sono io”. Il ragazzo mi porse la mano, sorridendo con quel suo sorriso particolare.
Beh, piacere di conoscerti, io sono Gerard” disse. “Finalmente avrò qualcuno con cui confrontarmi sui disegni, senza che mi venga solo detto 'wow, sono meravigliosi!'”. Wow, felice di conoscerti anch'io. Davvero, ero solo utile per il riscontro su questo? Rimasi un po' delusa, pensando però che forse lui non l'aveva detto in modo negativo. In fondo, è difficile trovare veramente qualcuno che guardi i tuoi disegni e dica qualcosa per consigliarti: tutti sono troppo impegnati a dire 'a me non riuscirebbe mai' o 'wow, è bellissimo!' anche quando a te non piace per niente.
Frank era tornato a sedere al tavolo, e Martha si era messa accanto a Mikey. Gerard si sedette accanto a Frank, mettendogli un braccio intorno alle spalle. Dio, sembrava davvero che stessero insieme; e forse era così. Io presi uno sgabello dal bancone, e mi misi in un angolo del tavolo, in silenzio, mentre bevevano il loro caffé.
Allora, Martha” cominciò Frank. “Con Zack tutto a posto?”. Bene, si prospettava una lunga serata di frasi di circostanza. Ascoltai Martha parlare del più e del meno sulla sua storia con il ragazzo, e chiedere a Frank e a Gerard come funzionasse tra di loro – così io potei avere la mia conferma sulla relazione tra i due. Per un primo momento pensai che eravamo in guerra, e come dice il detto, 'in guerra ogni buco è trincea'; però poi li osservai bene, c'era una dolcezza nei modi protettivi di Gerard che una relazione unicamente basata sul sesso non avrebbe mai concesso. Un po' mi vergognai dei pensieri di poco prima, invidiando i due: sembravano volersi davvero bene, io non avevo mai avuto una persona accanto che mi guardasse come Frank guardava Gerard, uno sguardo totalmente adorante e completamente ricambiato.
La serata continuò tranquilla. Non fui particolarmente considerata, e la cosa era a mio favore: non avevo assolutamente voglia di mettermi a parlare di come me ne ero andata dalla Better Living e blablabla. Quel poco di normalità che stavo vivendo in quell'istante era tutto ciò che desideravo. Dai loro discorsi capii che Mikey e Gerard erano davvero fratelli, che in quella casa abitava anche una bambina di dieci anni, Grace, in quel momento nella stanza da letto che dormiva, e che i due fratelli avevano una disperata dipendenza dalla caffeina. Cosa difficile da gestire, per altro, visto che al Mercato Nero era complicato recuperare del caffè.
Poi la porta si aprì ed entrò Zack, seguito da un ragazzo longineo, dai capelli neri e con un disegno rosso vicino all'occhio destro. Aveva dei ridicoli leggins bianchi a pois azzurri con delle mutande nere sopra: dio, ricordava fottutamente Superman!
Buonasera a tutti” esordì Zack, avvicinandosi a Martha e dandole un bacio lieve sulle labbra. L'altro ragazzo avanzò pattinando, scoccandomi un'espressione sostenuta. Che diavolo voleva quel pagliaccio?
I ragazzi salutarono i nuovi arrivati, mentre Ray versava loro due tazze di caffè. Con la coda dell'occhio vidi Gerard guardare in direzione di Mikey, che aveva un'espressione indecifrabile – di nuovo – e faceva di tutto per non guardare in direzione del ragazzo con i leggins.
L'aria si era fatta pesante, in qualche modo. Frank aveva un'espressione terribilmente tirata, Mikey era inquieto, e Gerard tentava di apparire il più tranquillo possibile. Mi chiesi il perché di quel cambiamento improvviso, pensando che sicuramente c'entrasse il ragazzo di cui non sapevo ancora il nome – senza però riuscire a collegare come c'entrasse.
Martha e Zack sembravano tranquilli, ma erano silenziosi, e l'unico che non subiva l'influsso di qualunque cosa stesse succedendo era Ray – che però era ben conscio di cosa stava succedendo, e cercò di correre ai ripari parlando di qualunque cosa.
Qualcun'altro vuole del caffè?”. Mikey alzò la tazza, e riprese a bere nervosamente. Ancora silenzio.
Il Dr. D domani dovrebbe essere di ritorno, Ricky – Ricky era il ragazzo con i leggins – ci farai sapere come è andata?”. Ricky sorrise, in cenno d'assenso, e non posso non dire che ebbi i brividi, quel ragazzo mi ispirava veramente poca simpatia. Mi venne in mente che era fratello di Zack, e capii il perché. Di nuovo silenzio.
Quell'atmosfera era davvero insopportabile. Ray sparò qualche altra stronzata, tanto per cercare di creare un minimo di discussione, ma naturalmente fu infruttuoso. Dio, dovevo trovare un qualunque modo di uscirne. E uno di questi era alzarmi e uscire dal Diner per fumare.
Dove vai?” mi chiese Martha.
Ho voglia di fumare, non sono ancora riuscita a farlo” dissi, tirando fuori una sigaretta dal pacchetto. Speravo non si fosse resa conto che avevo fretta di scappare da quell'aria tesa.
Uscii dal Diner, e mi misi contro la parete, a sedere, accendendo la sigaretta: amarissima, ma meglio di niente. La porta si aprì dopo poco, e apparve Mikey, con la tazza in una mano, e un'altra tazza. “Uhm, ho pensato che se non ti piaceva il caffè forse poteva piacerti del tè” borbottò. Beh, potevi fartelo venire in mente prima, pensai, ma accettai comunque con un sorriso la bevanda. Sapeva tanto di scusa per scappare dall'atmosfera che c'era dentro il Diner, ma mi andava bene.
Non è il massimo, è anche senza zucchero, e riutilizziamo le foglie due o tre volte” mi spiegò, come per scusarsi. “Sai, il tè è ancora più difficile del caffè da trovare, però ne teniamo sempre un pochino per Grace, non vogliamo farle bere il caffè”
Non preoccuparti” sorrisi. Non era buonissimo, ma sempre meglio del cibo della BL/ind era. Feci ancora qualche tiro, alternando con il tè, poi spensi la sigaretta nella sabbia accanto a me. Rimanemmo in silenzio, anche se non era il silenzio pesante che c'era stato prima all'interno.
La porta si aprì ancora, per far uscire Ricky. Mikey s'irrigidì.
Kobra, io vado” disse, schioccandoli un'occhiata veramente molto lasciva. Rabbrividii: che sia chiaro, per me non fa differenza chi ama chi, ma dio, quel modo di fare mi dava veramente noia. Sembrava farlo apposta in modo plateale, ed era una cosa che odiavo. Mikey comunque annuì poco convinto, mentre Ricky rimaneva lì, immobile.
Embeh?” fece. Mikey lo guardò, senza capire.
Show, cosa vuoi?”
Come cosa voglio!” disse, come se il biondo accanto a me non capisse una cosa ovvia. “Voglio un bacio della buonanotte!”. Mikey dovette sentirsi come se l'avessero colpito con un pugno allo stomaco, perché rimase immobile, con gli occhi spalancati dal terrore, oserei dire. Ricky fece una faccia dispiaciuta, quasi addolorata, poi sorrise compiaciuto vedendo la mia espressione basita, e se ne andò sui suoi pattini.
Noi rimanemmo nel silenzio e nel buio, però stavolta imbarazzati. Quel ragazzo era qualcosa di odioso, veramente tanto. Guardavo il deserto davanti a me, senza sapere cosa dire; insomma, ero appena arrivata, non sapevo com'era realmente la situazione, ma Mikey non mi sembrava così...diciamo, legato? a Ricky. Dopo un po' feci per alzarmi, anche lì l'atmosfera diventava invivibile, ma il ragazzo mi mise una mano sul braccio.
Scusa” disse. Lo guardai senza capire. “Io, intendo...scusa per Ricky”.
Ah..” mi lasciai sfuggire. “Cioè, no, non importa che ti scusi!” mi affrettai ad aggiungere.
Il fatto è che ho avuto la cattiva idea di...” cominciò a dire; poi alzò gli occhi, e rimasi col fiato sospeso, senza sapere cosa sarebbe successo. Perché si era fermato? “Scusa, di sicuro non t'interessa” rise nervoso, rigirandosi la tazza tra le mani. Non sapevo cosa dire: avevo l'impressione che se avessi detto che m'interessava sarei stata invasiva, ma se avessi detto che non m'importava sarei stata scortese in qualche modo, superficiale. Così rimasi in silenzio, però senza andarmene come avrei voluto. Rimanemmo lì, fino a che Gerard non apparve dalla porta, guardandoci.
Beh? Avete intenzione di rimanere lì per molto?” disse, sorridendo sornione. “Martha e Zack se ne vanno, e tu, Jill, per stasera rimani qua”.
Cosa? E perché?”
Devo farti un disegnino o riesci ad arrivarci da sola?”. Avvampai d'improvviso, come potevo non averci pensato subito? Semplice, non ero una depravata. Vero? Mentre ero persa nei miei pensieri sulla sanità della mia mente, Martha e Zack spuntarono da dietro Gerard, tenendosi per mano.
Jill, fai la brava, mi raccomando” sorrise Martha, dandomi un buffetto sulla guancia.
Ehi, smettila di trattarmi come una bimbetta” le risposi, facendo finta d'imbronciarmi. Lei scoppiò a ridere, e mi fece un gesto di saluto, mentre si avviava verso il camioncino azzurro.
A domani, allora!” disse, mentre il furgoncino rientrava in strada e spariva.
Rientrammo dentro; Frank e Ray stavano lavando le tazze e la caffettiera, e tutto sembrava così...familiare, come se i Draculoidi non esistessero e loro non li combattessero tutti i giorni della loro vita.
Non abbiamo molti letti, e quindi dovremo stringerci un po'” disse Gee, rivolgendo uno strano sguardo a Frank, che d'improvviso sorrise, un sorriso a trentadue denti, enorme e scintillante. Dio, ero circondata da allupati, ma per mia fortuna nessuno sembrava rivolgere le sue attenzioni a me. Frank e Gerard no di sicuro, Mikey era troppo preso dalla sua disperazione causata da Ricky, e Ray...beh, Ray mi sembrava tutto tranne che qualcuno che potesse saltarti addosso da un momento all'altro. Fui piuttosto contenta di sapere che avrei dormito tra Mikey e Ray, nel letto di Frank che 'con molto dispiacere' mi cedeva il suo letto per dormire scomodamente avviluppato a Gerard nella piccola brandina del rosso.
Mi sdraiai nel letto, che era tutto fuorché comodo, e senza nemmeno togliermi i vestiti, come del resto gli altri; a pensarci mi viene un po' lo schifo, ma in fondo chi mai farebbe caso ad una cosa del genere quando nel deserto, lontano dalla città, puoi farti la doccia sì e no una volta alla settimana, se sei fortunato? Ebbi un brivido, pensandoci, ma fu subito scacciato dal sonno che lentamente mi stava calando addosso. Feci in tempo a vedere appena gli occhi verdi di Mikey guardarmi e girarsi veloci, forse sperando di non essere stato visto a sua volta, prima di chiudere i miei e cadere nel mondo dei sogni.

Nota dell'autrice:

Bien, è lunghino come capitolo, e forse un po' noiosetto. Ma mi serviva scrivere una cosa del genere per spiegare (soprattutto a me) alcune cose D: Spero non sia così terribile come me lo immagino io! Cercherò di aggiornare più spesso, se la scuola non mi mangia prima D:

Ma passiamo oltre.

Evazick: Evaa! Io e te ci stiamo spronando a vicenda a fare le cose, temo!
Sono contenta che ti piaccia (addirittura tra le preferite, mi rendi una persona felice *O*), comunque sono io che devo ringraziare te e la tua serie Eve ù_ù Senza di quella non avrei mai avuto lo sprone (?) a scrivere questa e a continuare Yapsira! Frerard: Palese!
Per Showpony ti prego di non odiarmi! ç___ç

Black Mariah: Ohh *^* Intanto grazie! I Killjoys sono spuntati fuori, spero di non averti deluso con il modo in cui sono apparsi XD Frerard è inevitabile che ci sia, e forse cado nel banale mettendola D: Però ho intenzione di far apparire Het ovunque mi sarà possibile, Jill ne ha bisogno (??) dopo anni rinchiusa alla BL/ind!

Simokilljoys: Mi sento veramente come se stessi dicendo una frase di circostanza (e forse è così), ma grazie sinceramente che segui la storia *^* Mi sento veramente contenta che la trama e il modo di scrivere piaccia, io mentre le rileggo spesso sono poco soddisfatta :/ Spero di non deluderti con il seguito XD

   
 
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