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Autore: garry    18/11/2012    1 recensioni
Ci dileguammo poco dopo,ed affondai il mio viso sul suo petto,stringendolo a me più di prima,mentre la sua di presa non cessava e la cosa non mi dispiacque affatto.
Io: scusa se non t-
Harry: ssh,basta.. -sussurrò,carezzandomi i capelli.
Io: Harry...
Harry: mh?
Io: tanto per la cronaca...ti amo anch'io,non ho mai smesso di farlo.
Lo sentii sorridere,mentre riavvicinava il mio volto al suo,pronti a riiniziare un altro di quei baci che sapevano di 'noi'.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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misi lo zaino in spalla,ed uscii di casa sbattendo la porta,mentre il vento mattutino si fiondò su di me. Mi avvolsi nella mia giacca,e mettendo le cuffie alle orecchie,
cominciai a camminare,calpestando con le scarpe,l'asfalto ormai bagnato dalla pioggia insistente,che non cessava da più di una settimana.
Ascoltare musica,era il miglior modo per vivere. Ascoltare musica,è decisamente molto meglio,di ascoltare l'uomo. L'uomo al contrario di quest'ultima,quando apre
bocca,ne esce soltanto veleno. Quel veleno capace di farti star male per ore o giorni. Perché è soltanto questo che la gente sa fare .. ferire.
La musica per me c'è sempre stata,a preiscindere dalle situazioni in cui mi trovo. La musica c'è sempre stata,soprattutto adesso,che è lui a non esserci.
Al solo pensiero,serrai la mascella,per evitare di scoppiare a piagere davanti a mezza città,alzando il volume della musica,così da impedirmi di pensare. Ultimamente,
lo facevo spesso. Pensavo troppo,pensavo troppo a tutto. Tutto,incluso lui,finendo per piangere su tutto,anche la minima stronzata.
Voltai l'ultimo angolo,ritrovandomi davanti l'istutito scolastico che frequentavo. Dio,che merda. 
Riuscii a scorgere Zayn e Miriam,i miei migliori amici,seduti su un muretto,quel solito muretto. Inutile dire che Zayn e Miriam,erano le persone più importanti della mia 
vita,senza loro,senza le loro sgrida,ramanzine,risate e chiacchierate, probabilmente non sarei riuscita ad andare avanti.
Mi avvicinai a loro,con il sorriso più finto che potesse esistere,quello che ormai tenevo da quattro mesi.
Li sautai entrambi,schioccandogli un bacio sulla guancia,per poi sedermi alla destra di Zayn,a gambe incrociate,proprio come una scaricatrice di porto.
Non ero affatto quel tipo di ragazza che accavalla le gambe,e manda indietro la propria chioma ogni due secondi. No,io ero proprio un incrocio tra scaricatrice di porto
e camionista. 
Miriam invece,di prima mattina,era una mummia. Nel senso che,dormiva all'impiedi,e prima che potesse connettere del tutto il cervello,deve passare almeno un ora.
Presi ad osservare tutta quella 'mandria' di studenti che arrivavano,che scendevano dai bus,e si schiacciavano in massa,per riuscire ad entrare per primi nel cortile
della scuola. 
Il mio disgusto verso questo luogo,e queste persone,è infinito. E' tutto,e tutti,una merda. 
A qualsiasi ora del mattino,quando mi reco in bagno,non mancano per niente,cartine,filtri o siringhe nei cestini,come non manca tutta quella puzza tremenda di fumo
passivo. Una volta litigai con mia madre,perché puzzavo di fumo,e lei pensava che io ne facessi uso. Nonostante sia mia madre,non mi conosce affatto.
Le ragazze in ques'istituto,ad eccezione di qualcuna,camminano con le gambe aperte. La darebbero a chiunque,persino ad un barbone di passaggio. E' uno schifo
sfiorare le loro mani,chissà in quante mutande sono entrate.
E i ragazzi? i ragazzi ne approfittano,non sono cretini. Il 97% sono tutti morti di figa. C'è chi si fa la lista delle ragazze con cui scopare quella determinata settimana.
Dovrebbero provarci con me. Si,per ritrovarsi senza palle.
Fu la voce di Zayn a riportarmi alla realtà,quell'orribile realtà.
Zayn: ah Gaia! -esclamò,facendomi sobbalzare- stasera c'è una festa!Tu ovviamente vieni con noi!
Mi voltai di scatto a fissarlo,quasi incenerendolo. Sapeva benissimo,ansi,sapevano benissimo quanto odiassi andare alle feste. C'è soltanto confusione,nient'altro.
Miriam: Suvvia,togli quell'espressione,stasera si esce! -disse felice,alzandosi dal muretto,e posizionandosi davanti a me.
Allora erano cretini o cosa?
Decisi di andare al sodo,senza girarci intorno. Non mi avrebbero mentito,e se lo avessero fatto,sarei riuscita a capirlo perfettamente.
Io: c'è anche lui,vero? -sbottai,serrando i pugni,talmente forte,da evidenziare le nocche quasi bianche.
Mi guardarono seri,poi si guardarono,per poi rivolgere di nuovo lo sguardo a me,sospirando ma mantenendo il silenzio. 
Chi tace acconsente,no?
Io: scordatevi di me,anche stasera. 
Zayn: non esiste,piantala!
Io: ma cosa c'è? vi divertite a portarmi alle feste dove c'è anche lui? -urlai,innervosendomi già.
Miriam: cosa ti fa credere che ci divertiamo? -domandò rigida- lo facciamo solo ed esclusivamente per te! Hai sedici anni,non puoi continuare a passare la tua vita
chiusa in camera affogando tra le lacrime,mentre lui esce e si diverte tranquillamente!. C'è lui?si!E dov'è il problema? Per un attimo,pensa di uscire da casa tua a testa
alta e di affrontare la vita! Perché va avanti! Con o senza lui!
Rimanemmo a fissarci per una manciata di secondi,mentre contemplavo il suo discorso fatto pocanzi. Aveva ragione. Ne aveva fin troppa,ma forse ero io troppo codarda?
probabilmente,la risposta era positiva.
Deglutii pesantemente,per poi spezzare il silenzio.
Io: d'accordo.. -sussurrai,forzando un altro sorrisino.
Zayn: brava,adesso ti riconosco! -esclamò sorridendomi.
Miriam: ti veniamo a prendere io e Zayn,alle sette,va bene?
Annuii,mentre Zayn mi avvolgeva in un abbraccio caloroso,alla quale si aggiunse pocodopo Miriam. Adoravo quegli abbracci. Proprio,perché erano loro a regalarmeli,
gli amici che chiunque vorrebbe possedere. 
Ad interromperci fu,il suono stridulo della campana. Segno che una giornata di merda è appena cominciata. Segno che stai per entrare in carcare.
Io: dai andiamo.. -sorrisi,saltando giù dal muretto,seguita dai due.
Rimisi lo zaino sulla spalla,ed insieme,riuscimmo ad entrare nel cortile della scuola. Come ogni dannatissima mattina,era inevitabile non vederlo lì,vicino al portone,
appoggiato al muro con le mani dentro le tasche dei jeans,che aspettava Zayn con gli altri suoi amici,Louis,Niall e Liam.
Zayn,era più grande di noi,di un anno,e ovviamente frequentava dei corsi più elevati dei nostri. Ci salutò,per poi recarsi dai suoi amici. Involontariamente,seguendo
Zayn con gli occhi,incontrai lo sguardo di lui. Sentii una morsa allo stomaco,che mi fece salire il cuore in gola. 
Sentii Miriam,sospirare pesantemente,per poi tirarmi via,e aumentare la velocità dei nostri passi. Faceva così,perché sapeva quanto ci stessi male ogni mattina.
Prendemmo i nostri stupidi libri,per poi recarci dentro l'edificio dove avremmo svolto astronomia,per due ore. Entrammo in classe,stranamente in anticipo,prendendo
posto,al nostro solito banco,quello in fondo alla classe,al rifugio dagli sguardi penetranti delle troiette e dei coglioni di turno. 
Poco dopo dieci minuti,arrivò il professore,che dopo un rapido saluto,ordinò di aprire i libri,per una nuova lezione. Lo aprii svogliatamente sbuffando,mentre lui
cominciò a parlare. Parole dopo parole:senza senzo.
ASTRONOMIA: la più antica scienza del mondo,che studia i corpi celesti dell'universo. 
I corpi celesti,comprendo anche le stelle,no?
Al momento,per quanto potessi comprendere,il professore spiegava le stelle 'supernove',ma in realtà,le uniche stelle che dominavano la mia mente,erano quelle
due enormi pozze verdi,che per quanto brillassero,facevano invidia a queste 'supernove'.
Ovunque,noto la sua assenza. Ogni cosa mi ricorda lui,anche la minima scemenza. Sentii improvvisamente un mal di testa pressante,mentre un groppo gigante in 
gola,mi si stava formando. La vista cominciava ad essere ofuscata dalle lacrime,che a poco sarebbero sgusciate via.
Mi mancava l'aria. Avevo letteralmente bisogno di uscire da quel posto.
Titubante,mi alzai dal mio posto,avvicinandomi alla cattedra,mentre i miei 'compagni',per non chiamarli 'coglioni',erano concentrati a scrivere qualcosa su un foglio.
Inizialmente sentii Miriam sussurrare il mio nome,per attirare la mia attenzione,ma non avevo intenzione di dare spiegazioni a nessuno,non ne avevo per niente voglia.
Io: professore.. -sussurrai,piano,non appena gli fui vicina.
Prof: che c'è signorina Smith?
Io: n-non mi sento bene,posso uscire?
Prof: vada,vada.. 
Trionfante,uscii da quel manicomio,stranita dal fatto che il professore sia stato così gentile. Solitamente,è sempre un tipo freddo. 
Percorsi il corridoio del mio piano,che al momento sembrava essere lunghissimo ed infinito. Riuscii ad arrivarci,e non appena ci fui dentro,chiusi la porta,lasciando
che ci scivolassi dietro. Abbracciai le mie ginocchia,nascondendo il viso tra di esse. 
Anche questa era una delle azioni che ultimamente compivo spesso. Mi rinchiudevo in un posto,a sfogarmi. Sfogarmi,forse nel peggiore dei modi: imitando una 
fontana che straripa.
Era in momenti come questi,che per la mente passavano tutti i momenti passati in sua compagnia. Il giorno in cui uscimmo,andammo in centro città,passeggiando
mano nella mano,e cercavamo di far ridere le guardie reali,i Beefeaters,con scarsissimi risultati,ma ritrovandoci a ridere noi,invece che quei soldatini senza emozioni
mentre mi perdevo scrutandolo. 
Cos'era il suo sorriso? la causa del mio.
Amavo da morire quando quelle sue labbra rosee e morbide,si ampliavano mostrando quella perfetta schiera di denti. Ma amavo molto di più quelle labbra,quando si
posavano delicate sulle mie,quasi attente a non farmi male. 
Amavo da morire il modo in cui era geloso,mi faceva sentire protetta. Così come mi faceva sentire protetta,quando mi avvolgeva tra le sue braccia,facendomi sentire
piccolissima. 
Amavo da morire i suoi occhi,quelle iridi verdi,che causava un brivido lungo la mia schiena,ogni volta che mi ci perdevo.
Amavo ogni cosa di lui,proprio perché era lui a possederle. 
Amavo lui ..  ancora.
Ancora,anche dopo quel maledettissimo giorno,in cui ero felice,o meglio il pensiero che dopo sei ore di lezione,mi sarei buttata tra le sue braccia mi rendeva felice,ma
quella felicità svanì nel preciso istante in cui misi piede fuori l'istituto. Mi sentii cadere il mondo addosso,mi sentii umiliata,presa letteralmente in giro. 
Non è stato per niente piacevole,vedere le labbra di quella gatta morta,sulle labbra del MIO ragazzo. Soltanto io sentii il cuore rompersi in mille pezzettini,talmente
piccoli,che difficilmente si sarebbero ricomposti.
Lo sguardo di Rachele dopo essersi staccata,ricadde su di me,squadrandomi dalla testa ai piedi,per poi scappare via ridacchiando. E' particolarmente difficile,dimenticare
tutto questo. Dimenticare Harry che per due mesi cercava di spiegarmi l'accaduto.
Ma non c'era nulla da spiegare.
Nulla,se non quel che avevo visto con i miei stessi occhi,nulla se non il mio cuore stritolato.
A volte,come adesso,mi chiedevo se si ricordasse ancora di me. Se si ricordasse ancora,di quella ragazza a cui diceva spesso,con tutta la sincerità che vi si poteva
leggere negli occhi :'ti amo'.
Tirai un calcio al muro che tenevo di fronte,con la pianta del piede,non facendomi per niente male,anzi scaricando quasi tutta la rabbia. In quel momento,avevo la 
forza di fare a pugni con Bill,il bullo dell'istituto,di cui tutti si cagavano in mano. Tutti,tranne alcune eccezioni,tra cui io. 
Decisi di uscire da quel luogo,in effetti,contemplare in un bagno pubblico,non era un bel modo,ma pur sempre efficace,e poi la puzza di quel solito fumo,cominciava
a darmi la nausea. 
Aprii la porta,asciugandomi il volto con le maniche della felpa,pronta per sopportare altre cinque ore di tortura.
 
Miriam: hai detto che ci sarai,per cui fatti trovare pronta! -esclamò,saltellando.
Io: ti ho già detto una miriade di volte che verrò!
Miriam: potrei ripeterlo all'infinito,per cui fat-
Io: Miriam! va bene! 
Miriam: -scoppiò a ridere- d'accordo,d'accordo,allora a stasera!
Annuii sorridendole,per poi rientrare a casa mia. Casa,dolce casa. Quel giorno,come quasi tutti i giorni,i miei non erano in casa,e neppure mio fratello. Erano tutti
fuori per lavoro,a quell'ora. A volte,mi sentivo trascurata anche da loro.  
Per quanto mi riguardava,non avevo molta fame,ma non potevo rimanere digiuna. Per cui,cucinai alla svelta qualcosa di rapido,per poi buttarmi sul divano,davanti
alla televisione. 
Sentivo pian piano le voci provenienti dalla tv farsi sempre più lontane,fin quando non le sentii più completamente.
Aprii pian piano gli occhi,e quando notai che la luce proveniente dalla finestra era molto bassa,capii di essermi addormentata.Mi alzai di scatto,ricordandomi dell'uscita,
e che ancora dovevo prepararmi. Erano le sei,in un'ora ce l'avrei fatta.
Salii al piano di sopra,uscendo tutta la mia roba dall'armadio. Odiavo l'essere elegante,per cui optai per un jeans stretto,accompagnato da un paio di tacchi non molto
alti neri,e una maglia bianca coperta da un gilet in pelle anch'essa nera.
Pettinai alla svelta i capelli,preferivo tenerli naturali,mentre in quanto al trucco,misi il solito giornaliero,il mio amato eyeliner.
Misi il cellulare in tasca,e mentre scendevo le scale,come se li avessi chiamati,suonarono al campanello. Andai ad aprire,ritrovandomi Miriam davanti,più sorridente che
mai. Ricambiai il sorriso,mentre insieme,entrammo sull'auto di Zayn. 
Arrivammo a destinazione,nel giro di un quarto d'ora. Quando scesi dall'auto mi affiancai a Miriam,guardandomi intorno. Si sentiva già la musica assordante del locale,
e il fumo artificiale dei dj. Salimmo le scale esterne,notando che all'ingresso invece vi erano quattro ragazzi,che evidentemente avevano bevuto troppo.
Ignorandoli,riuscimmo ad entrare,e la musica non appena aprii la porta,mi sfiondò i timpani.
La pista da ballo era invasa da gente,che ballava scatenandosi come non mai,tra le luci colorate del disco ball. 
Miriam mi tirò per un braccio,diretta verso il piano bar. Ci accomodammo,in quei sgabelli alti..
Io: dov'è Zayn? -urlai,cercando di superare il volume della musica.
Miriam: dai suoi amici,adesso torna! -urlò a sua volta.
Annuii mentre,lei dava a parlare al cameriere,che subito dopo,posizionò sotto ai nostri nasi due bicchieri,con dentro un liquido. Non so precisamente che colore fosse,
le luci colorate non mi aiutavano affatto. Arricciai il naso guardando Miriam,e notando che lei mi scrutava divertita.
Io: che cos'è?
Miriam: stasera per una volta potremmo dimetnicarci di tutto quanto? -urlò di nuovo,ignorando la mia domanda.
In effetti,non mi importava. Ci pensai su,e aveva per l'ennesima volta ragione,quella sera dovevo dimenticarmi di tutto quanto,e di tutti quanti. Soltanto io,e quel coso
dall'odore raccapricciante. 
Le sorrisi,afferrando quel bicchiere,per poi mandar giù quella bibita,o meglio forse quel liquore. 
Miriam: è disgustoso! -disse ridendo
Nonostante fosse davvero disgustoso,le avvicinai l'altro bicchierino,mentre lei mi guardava alzando un sopracciglio.
Io: hai detto dimenticare,no?
Miriam: sai cosa?hai ragione!
Afferrai anch'io l'altro mandandolo nuovamente giù.
Non so quanti altri ne bevemmo,so soltanto che ad un certo punto,sentii soltanto un mal di testa,molto più peggiore di quello di stamattina,come se avessi un coltello
conficcato sulle meningi. Avvertivo anche un senso di vomito terribile,e cominciava a mancarmi l'aria,dentro quel posto affollato. Mi alzai,provocandomi un capogiro,
sentivo Miriam che rideva senza alcun motivo,a lei ci avrebbe pensato Zayn,io dovevo uscire di lì,o ci sarei morta.
Facendomi spazio tra la folla,barcollante,raggiunsi la porta,che con forza aprii,precipitandomi fuori il locale. I ragazzi di pocoprima,sembravano essersi addormentati 
su delle panchine,incuranti di chi potesse vederli. Con fretta,scesi le scale,tenendomi fortemente al passamano,e non appena arrivai alla base,e trovato un piccolo 
angolo,mi liberai completamente,espellendo forse anche l'anima. 
Sentii due mani spostarmi i capelli,per evitare che mi andassero sul viso. Mi allontanai dal casino che avevo fatto,voltandomi,e poggiando la schiena al muro,ancora 
seduta per terra. Inutile dire,che mi venne un quasi infarto non appena notai chi fosse,non appena lo riconobbi.
Se ne stava lì a scrutarmi con un espressione preoccupata sul viso,mentre io ero incapace di spiaccicare parola.
Harry: cosa diamine hai bevuto!? -sbottò,quasi nervoso.
Io: non ti riguarda quel che faccio. 
Harry: sei ubriaca!
Io: no che non lo sono! va via,invece di stare qui a giudicarmi! -urlai,mentre il mal di testa non cessava.
Harry: saresti capace di rialzarti? -ridacchiò.
COSA.CAZZO.RIDEVA.
Strizzai gli occhi,e mettendo forze sulle ginocchia,cercai di alzarmi,ma se non fosse stato per i riflessi pronti di Harry,credo che avrei abbracciato calorosamente il
pavimento.
Avvertii quelle strane farfalle allo stomaco,notando che ancora una volta quelle forti braccia mi avvolgevano.Sentii la sua mano posarsi delicata sul mio viso,intenta
a farmelo alzare verso lui.
E così fece.
Mi ritrovai,dopo tantissimo tempo,immersa in quelle due stelle lucenti,mentre il suo profumo mi inebriava del tutto. Soltanto Dio,sa quanto mi era mancata quella vicinanza.
Harry: mi manchi da morire. -sussurrò,deglutendo,mentre il suo pollice percorreva il profilo della mia guancia.
Serrai la mascella,e anche se non avrei voluto farlo,lo spinsi via,adagiandomi alla ringhiera per non cadere per terra. 
Io: mi manchi da morire? -sibilai a denti stretti,sentendo gli occhi luccicare.
Come potevo mancargli da morire,dopo tutto questo tempo? anzi,dopo essersela spassata con Rachele? cosa c'era,Rachele l'aveva piantato o cosa?
Harry: Gaia,tu n-
Io: io niente!ho portato gli occhiali per quattro anni da adolescente,cosa credi che non ci veda bene? ho visto abbastanza bene,non sono mezza cieca! -urlai,ancora una volta.
Harry: se solo tu una buona volta mi asc-
Io:no! io non voglio ascoltarti,perché non hai assolutamente niente da dirmi!Ora sparisci! 
La prima lacrima,prese a scivolare lungo il mio viso,seguita da un'altra subito dopo. Odiavo essere debole davanti a qualcuno,ma era decisamente troppo.  
Harry: cosa ti fa pensare che me ne vada? -domandò,avanzando di un passo verso di me
Io: il fatto che devi andare via. 
Sul suo viso apparve un espressione divertita,e prima che potessi ancora insultarlo,mi ritrovai spalmata sul muro,con una sua mano sulla mia bocca,e il suo viso
pericolosamente vicino al mio. Mi sentivo un ostaggio,o qualcosa del genere.
Harry: adesso tu mi ascolti. -disse freddo,incastonando il suo sguardo sul mio.
Non annuii,non disapprovai,rimasi in attesa di quel che poteva succedere. Lentamente tolse via la mano dalla mia bocca,allontanandosi un po'.
Harry: non ho baciato io Rachele.
Io: certo,dicono tutti così! -ghignai.
Harry: mi lasci parlare? -domandò,quasi rassegnato.
Incrociai le braccia,poggiandomi al muro,aspettando che continuasse il suo ''racconto''.
Harry: stavo aspettando te,come ogni giorno. Prima che potessi uscire,Rachele mi si è avvicinata,aveva detto che doveva dirmi una cosa,all'orecchio,non so per quale
motivo. Poco prima che tu mettessi piede fuori il portone,mi scostò il viso,posando le sue labbra sulle mie. Non mi hai mai voluto ascoltare nonostante io tentassi
sempre di parlarti. -deglutì,passandosi una mano tra i capelli- so quanto sei stata male,Zayn me ne parlava quando glielo chiedevo...sempre. Giuro che non volevo
che tu capissi dell'altro,tra me e Rachele non c'è mai stato nulla,neanche so che fine abbia fatto,e non mi importa saperlo. Adesso che sai la verità,sei anche libera di
non credermi,ma sappi che ti amo.
Rimasi a fissarlo,negli occhi,notando che i suoi si erano fatti lucidi,in attesa che io facessi o dicessi qualcosa,ma non riuscii a dire niente. L'unica cosa che riuscii a fare,
fu buttargli le braccia al collo,poggiando le mie labbra sulle sue. Sentii le sue braccia circondarmi la vita,in una presa ardua,come se non volesse lasciarmi andare.
Avvertii come prima la parete fresca del muro,a contatto con la mia schiena,e il suo petto perfettamente aderente al mio. Schiudemmo le labbra,e in quel preciso momento,
lasciammo che le nostre lingue danzassero dopo così tanti mesi,che sembravano un'eternità. Fu come il primo bacio,presi a passare le mani tra i suoi morbidi capelli.
 Avvertii di nuovo quelle farfalle allo stomaco,che evidentemente dentro me stavano realizzando un enorme party.
Ci dileguammo poco dopo,ed affondai il mio viso sul suo petto,stringendolo a me più di prima,mentre la sua di presa non cessava e la cosa non mi dispiacque affatto.
Io: scusa se non t-
Harry: ssh,basta.. -sussurrò,carezzandomi i capelli.
Io: Harry...
Harry: mh?
Io: tanto per la cronaca...ti amo anch'io,non ho mai smesso di farlo.
Lo sentii sorridere,mentre riavvicinava il mio volto al suo,pronti a riiniziare un altro di quei baci che sapevano di 'noi'.
Quella notte,ebbi la conferma di quanto amassi Harry.
Perché nonostante tutto,Harry è la persona che amo più della mia stessa vita,e sapere che anche per lui è così,fa di me,la ragazza più felice dell'Universo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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