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Autore: Sugharry    18/11/2012    12 recensioni
Si sedette davanti a lei e la guardò negli occhi per un po’ di tempo, un tempo indeterminato.
“Insegui i tuoi sogni, non mollare mai”, ripeté la ragazza. Questa frase le rimase impressa nella mente, scritta sul cuore.
La paura un giorno ti prenderà e ti trascinerà giù, affonderai nelle sue braccia e dimenticherai il resto del mondo. Ci sarai solo tu, accompagnata dalle tue numerose paure.
E, sull'armadio di fronte al tavolo, c’era attaccato un foglio con una sola scritta: LET’S GO TO LONDON.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We're so London.

Ecco, la ragazza dai capelli biondi e rossi, raccolti in una treccia, era di nuovo seduta lì, nel suo posto magico e segreto, il posto dove i sogni sparivano e diventavano realtà nel divulgare dell’immaginazione e delle inutili illusioni. Ancora quelle stupide lacrime le rigavano il viso. Le prime le aveva asciugate in fretta, ma poi si era rassegnata, dato il continuo pianto. Quelle lacrime sembravano infinite…anche quando pensava che quella fosse finalmente l’ultima si sbagliava, perché la seguiva subito un’altra. Era triste? Sinceramente non lo so. I suoi sogni la rendevano felice dentro, nel profondo del cuore, perché ci credeva fino in fondo. Ma la paura della delusione, di quella cavolo di delusione, sembrava incatenarla, torturarla e costringerla a piangere anche quelle ultime lacrime.

Si sedette davanti a lei e la guardò negli occhi per un po’ di tempo, un tempo indeterminato. Potevano essere stati secondi o ore, o minuti…chissà. Anche lei lo guardava lì, dritto negli occhi. In quei profondi occhi verdi che sembrano non avere fine, che sembrano dirti tutto anche durante il più silenzioso dei silenzi. Quegli occhi rappresentavano tutto ciò che lui era, guardandolo negli occhi vedevi il suo mondo, la sua personalità, la sua vita.  
Lei però non poteva reggere quello sguardo penetrante a lungo, e così abbassò la testa per prima. Fissò il terreno. C’era un fiore: un fiore rosa, piccolo, che cresceva nonostante lei si sedesse lì, vicino a lui, tutti i giorni, a piangere.  Intorno al fiore cresceva dell’erba..erba verde, verde come la speranza che le cresceva dentro, attorno al cuore.

“Quando ero piccolo mia madre mi diceva sempre che non mi devo alzare la mattina con dei dubbi o con dei rimorsi. E da quel giorno, da quando me lo ha detto, io faccio tutto quello di cui ho bisogno per avverare i miei sogni. E guarda adesso dove sono e, soprattutto, chi sono. Io non ho mai mollato. Non mi sono mai alzato la mattina con dei rimorsi. MAI. Sono sempre stato forte, ho sempre fatto ciò che il mio cuore mi diceva e non ho aspettato, perché la vita diventa ancora più corta di quello che è se aspetti. Insegui sempre i tuoi sogni, qualsiasi essi siano. Vedrai che se li inseguirai fino alla fine un giorno li raggiungerai. Non mollare mai.” Il ragazzo dagli occhi verdi seduto davanti a lei le rivolse queste parole, poi le alzò il viso con due dita e la costrinse a fissarlo negli occhi. Proprio in quegli occhi che trasmettevano libertà e felicità, spensieratezza.
“Insegui i tuoi sogni, non mollare mai”, ripeté la ragazza. Questa frase le rimase impressa nella mente, scritta sul cuore. Abbassò di nuovo lo sguardo e le lacrime iniziarono a rigarle il volto. Le lacrime si impossessarono un’altra volta del suo viso e lo bagnarono completamente, cancellarono ogni possibile sorriso ed ogni possibile speranza. Cancellarono LEI. La ragazza era scomparsa nel mondo delle lacrime e dei pianti, un mondo parallelo che paralizza milioni di cuori ogni giorno, quel mondo dove si va quando si ha il cuore spezzato o quando si riceve una delusione, quel mondo che racchiude sfoghi e paure.

La ragazza si sentì tirare il braccio, una mano la stava stringendo fortemente, con una forza che sembrava dire “io non ti lascio”.  Si spaventò, perché aprendo gli occhi, che aveva chiuso scoppiando in lacrime, notò che il paesaggio attorno a lei non era più il solito. Girandosi non vide più gli alberi belli, verdi e con  la chioma folta, la bellissima distesa blu di acqua o i fiori rosa sul terreno: tutto intorno era cambiato, e lei stessa non riusciva a spiegare ciò che era accaduto. Una folata di vento le aveva catturato il cuore, e ora lei si trovava qui, con le lacrime agli occhi e il braccio trattenuto da chissà chi. Raccolse le forze, senza badare molto a ciò che la circondava e si girò. Chi le teneva il braccio? Sbiancò. Vicino a lei non c’era nessuno. I capelli magici della ragazza diventarono d’un tratto più rossi di quello che ormai erano e il volto invece cambiò, trasformandosi in un volto color bianco quasi cadaverico, un bianco che avrebbe potuto spaccare i vetri con la sua enorme e al contempo spaventosa forza. Il tempo sembrava essersi fermato, la clessidra della vita aveva per caso bloccato la lenta caduta dei granelli di sabbia? Le domande che ronzavano nella mente della ragazza erano troppe, così tante che ella si sentiva la testa pulsare, come se fosse sul punto di scoppiare, abbandonandola. Si sentiva impaurita, ma anche libera. Tutto il corpo l’aveva lasciata: niente più cuore, niente più mondo..niente.
La paura un giorno ti prenderà e ti trascinerà giù, affonderai nelle sue braccia e dimenticherai il resto del mondo. Ci sarai solo tu, accompagnata dalle tue numerose paure. Ed essere soli con la paura, è la cosa peggiore che possa capitare. Non puoi divincolarti, non puoi scappare, non puoi lasciare quel luogo che ti intrappola il cuore e il corpo all’interno di una grande gabbia senza fine, senza uscita. La libertà è solo un grido lontano, che pian piano diventa sempre più flebile, fino a trasformarsi in un soffio impercettibile.  Liberarsi di quelle paure allora è impossibile, loro ti prendono e ti strizzano il cuore finchè l’ultima goccia di speranza va via.
E abbandoni il mondo in un triste e lento addio, catturata da ciò che più odi: quella paura che pian piano ti divora. La paura di rischiare per avverare il tuo sogno.
 
Aprì gli occhi: il lago si stendeva davanti a lei. Non ci stette a pensare molto e corse via, verso il suo incredibile sogno. Aprì la porta, salì le scale e raggiunse la sua cameretta. Quella camera che l’aveva accompagnata per  anni e anni, che ormai era una parte di lei. Le pareti erano completamente tappezzate di poster, eccetto una, piena di foto e ricordi, lettere appiccicate alla bianca parete per non dimenticare. Il tavolo in legno di mogano era coperto da numerosi fogli e penne, libri e quaderni.
E, sull’armadio di fronte al tavolo, c’era attaccato un foglio con una sola scritta: LET’S GO TO LONDON.


Hello!
Valerie è di nuovo qui, non vi libererete di me facilmente *risatamalefica* 
Allora, ecco un'altra os che ho scritto un bel po' di tempo fa e che finalmente pubblico. Spero con tutto il cuore che vi piaccia. Inizialmente doveva essere una long, ma vedete, io non credo di essere in grado di scrivere una ff cwc quindi mi spiace, ma è solo una os. Magari un giorno continuerò, sempre se vi va. Maybe. 
Lasciatemi una recensioncina, così saprò se continuare o no, se pubblicare altre cose o no e, soprattutto, se vi piace o no. E, se ve gusta (?), passate, leggete e recensite le mie altre storie. Sono tutte corte-corte, quindi sono sicura che abbiate un po' di tempo per leggerle c:
Il vostro parere è davvero importante (sembra una di quelle pubblicità: "chiamate ora, il vostro parere è davvero importante per noi" ahahah). Seriously.
Ultime due cose: ho scritto alcune lettere a quei cinque, se vi va le posto! Ma solo se vi va di leggerle. Sono proprio sdolcinate e diabetiche, ma pur sempre tenerelle. Seconda e ultimissima cosa: se volete seguitemi su twitter e scrivetemi, sono @vasharold.
Bye! x
  
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