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Autore: Nightingale    18/11/2012    1 recensioni
é la prima storia che ho scritto e riguarda principalmente me, Matt Shadows e le mie fantasie su Matt Shadows!:) Ecco uno spezzone di un capitolo più avanti:
"Ali sorrideva contenta,Brian boccheggiava,Zacky mi guardava un po’ confuso mezzo sorridendo e Jhonny con molto tatto non mi fissava proprio,mentre Matt semplicemente non si era ancora voltato a guardarmi."
Spero veramente che vi piaccia! :)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno dopo mi resi conto di quanto potevo essere patetica. Passai la giornata a guardarlo. Ma non con sguardi così, casuali, no. Erano occhiate da stalker. Cioè, lui preparava il concerto con gli altri, concentratissimo, dedito all’organizzazione di tutto, io passavo il tempo a guardarlo seduta sulla scaletta del palco. Intralciavo tutti, un paio di ragazzi dello staff mi insultarono pure, ma io rimasi lì. Ferma, catatonica, mi allontanai solo per nutrirmi. Alis trovava tutto questo incredibilmente divertente, ogni tanto mi dava un colpetto sulla spalla per cercare di farmi distogliere lo sguardo, per farmi riacquistare un po’ di dignità, ma aveva scarsi risultati. Complice la notte che avevamo passato quasi insonne, purtroppo non a rotolarci fra le lenzuola ma semplicemente a parlare e a coccolarci, sembravo sotto effetto di stupefacenti. Lui era bellissimo, i suoi occhi erano stupendi, le sue labbra.. Oddio le sue labbra erano.. erano le sue labbra. Le sue mani erano grosse, ma eleganti, forti.. e lui era tutto così.. Così incredibilmente troppo bello. E lo volevo così tanto. E io ero così patetica.

Durante il concerto mi comportai come se fosse la prima volta che li sentivo, ascoltavo le loro canzoni con aria trasognata e sospiravo sentendo la sua voce, così roca, così bella. Tutto era bello, fantastico e stupendo. Finché una fan non riuscì a salire sul palco e a buttarsi addosso a Matt. Ficcandogli quasi un metro di lingua in bocca. Al MIO Matt. No, dico, ma siamo pazzi? Lui la schivò in qualche modo, e poi intervenne la security per rimettere a posto la situazione. Io rimasi lì, di sale. Lo avrei ammazzato. La avrei ammazzata. Anche solo il fatto che non avesse buttato giù dal palco quella tipa con un calcio rotante mi faceva imbestialire. Non mi piaceva quello che stavo provando, non era giusto e razionalmente sapevo che non aveva fatto niente. Razionalmente. Emotivamente gli avrei spaccato la testa. E quella sera avrebbe anche dovuto esserci una “festa” per noi due. Sarebbe diventato il luogo di un omicidio.

Quando finì il concerto io non ero presente, mi trovavo nella camera dell’hotel in cui avremmo alloggiato quella notte. Non avevo alcuna intenzione di vedere qualche altra cretina che gli si appiccicava addosso mentre io rimanevo ai margini. Maledizione. Avrei avuto qualche problema ad adeguarmi ad essere la ragazza di un uomo che era il sogno di una marea di donne. Maledizione. Io ero pure gelosa da fare schifo. Dopo neanche 24h di relazione. Avremmo avuto qualche problema.

Mentre mi stavo passando l’eye-liner davanti allo specchio del bagno sentii bussare alla porta della camera. Andai ad aprire convinta che fosse Matt che veniva a scusarsi. Cocente delusione. Mi trovai davanti mia sorella festante, evidentemente un po’ brilla.

<< Rooosh! Siamo tutti giù, ci sono anche altri amici.. Vieeeeni che ci stiamo divertendo! >> e così dicendo mi prese per mano cercando di trascinarmi fuori dalla camera.

<< Aspetta, arrivo, ALIS! Stop, ho le ciabatte, mi lasci mettere delle scarpe si? >> Fece una smorfia non troppo convinta ma lasciò la presa per consentirmi di mettermi le scarpe. Rimasi un attimo indecisa: tacchi, stivali o ballerine? Stivali col tacco o senza? Poi pensai a com’ero vestita, leggins, canotta lunga e maglione aperto, e decisi che con i tacchi sarei sembrata troppo in tiro e con le ballerine una papera tozza, così decisi per gli stivali bassi.

Come entrammo nella saletta, mi pentii immediatamente di quella scelta. “Un po’ di amici” per mia sorella voleva dire evidentemente 40 persone. Di cui quasi ¾ donne. Donne in tiro. E io sembravo pronta per un pigiama party. Maledizione. Alis mi trascinò in un angolo dove erano seduti Zacky e Brian, che era impegnatissimo a lanciarsi languide occhiate con una biondona mozzafiato che beveva qualcosa in mezzo alla sala. Vidi subito anche Jimmy e Jhonny, due ubriaconi appoggiati al bancone sghignazzanti. L’unico che mancava all’appello era Matt. Dove cavolo era? Un bestione come lui avrei dovuto vederlo subito. Decisi di farmi un giro per la stanza con molta noncuranza, dirigendomi a prendere qualcosa da bere. Scrutando tutti con fare indagatore, giunsi al bancone, e ordinai un martini cocktail. “Shakerato, non mescolato con oliva, grazie”. Si, adoravo ordinare il martini come lo ordina James Bond. Sconsolata, col ragazzo disperso, iniziai a bere e a riflettere su quanto fossi sfigata. Alla fine del secondo martini mi sentii toccare sulla spalla, e vidi un ragazzo alto, biondo, che mi sorrideva.

<< Sai che sei bella? >> oddio, aveva veramente attaccato bottone così?

<< Mmmmh… Fammici pensare… Si, ma grazie per avermelo ricordato. >> Di solito risposte come questa erano quelle che, come avrebbe detto Brian, “tranciavano le palle a chiunque”. Non a quel biondino, evidentemente.

<< Mi piace una ragazza sicura di sé. >> Replicò con aria maliziosa.

<< Beh, a me non piacciono i biondi però, quindi ciao. >>  E, così dicendo, mi voltai nuovamente verso il bancone. Il biondino, però, o era scemo, o non coglieva i segnali, o se ne fotteva proprio, perché si sedette sullo sgabello accanto al mio.

<< Ma io non sono biondo, sono più castano chiaro, tutta colpa delle luci. Posso sapere il nome della ragazza più sexy del posto? >> No, fammi capire, io ero quasi in pigiama, era circondato da gnoccone nude e io sarei stata la più sexy? Certa gente se le inventava proprio tutte per rimorchiare.

<< No, senti, guarda veramente non è il caso.. Cioè mi chiamo Rosheen ma.. >> Non riuscii a finire la frase.

<< Piacere, Matthew. >> Rispose, tendendomi la mano. Aveva veramente detto di chiamarsi Matthew? Vi leggevo una sottile ironia. Il Mio, che forse poi tanto mio non era alla fine, Matthew era sparito, e me ne arrivava un altro? Sottile, ma neanche poi troppo, ironia.

<< Piacere mio, ma veramente non credo che debba essere io il tuo obbiettivo stasera.. Io sono, ecco, più o meno impegnata, si.. >> Risposi, tentando di far capire che non era proprio il caso che perdesse il suo tempo con me quella sera.

<< Una come te non dovrebbe essere “più o meno” impegnata. E permettimi di approfittare di quel meno, e di parlare qui con te. >> Disse, guardandomi con aria dolce. Ma dove avevano tirato fuori questo soggetto? Dall’uovo di pasqua? Biondo, alto, bello, gentile, con aria rispettosa.. Esistevano ancora esseri umani di questo stampo? Non mi andava di mandare a quel paese quel ragazzo.

<< Si, puoi, a patto che le cose siano chiare.. Io non sono disponibile. Detto ciò, che fai nella vita? >>

<< Chiarissime, ma sinceramente mi accontento di chiacchierare un po’ con una ragazza affascinante, poi chi lo sa? >> Sorriso aperto. << Comunque, lavoro nell’ambito organizzazione eventi, ecc.. Sono qui infatti perché faccio parte dello staff che ha curato il concerto di stasera. Tu? >>

<< Io studio ancora, sarei all’ultimo anno dell’università, lettere moderne, ma ho deciso di.. di seguire il tour del gruppo, ecco, si può dire così. >>  Si, ed ero la ragazza, o meglio credevo di esserlo, del cantante. Ma non potevo dirlo. O potevo? La questione dell’immagine pubblica del pubblico? Io non ci capivo niente, non ne avevamo mai parlato e il suddetto ragazzo era momentaneamente non reperibile.

<< Ah, fantastico, lettere moderne! Interessante, e ti piace? Sei una specie di intellettuale? Forse è per questo che hai un’aria così affascinante qui, così diversa.. >> Marpione che non era altro!! Furbo il tipo!

<< Ho un’aria diversa? Beh, a me piacciono le canzoni degli Avanged, sono letteratura in un certo senso, no? >> Replicai, ordinando un altro martini.

<< In un certo senso si, anche se ad essere del tutto sincero non hai proprio l’aria della fan sfegatata >>

<< Perché? Non ho piercing, borchie, capelli viola e verdi..? Sinceramente mi sembra un’idea un po’ troppo stereotipata la tua, non credi? >>

<< No, mi riferivo semplicemente al fatto che sei l’unica qui che non sta puntando come un segugio qualcuno dei membri della band.. Guardati intorno, sono tutte qui per questo! >> E, così dicendo, mosse il braccio ad indicare la sala. Aveva ragione, prima non ci avevo fatto caso, ma tutte le ragazze stavano fissando con aria libidinosa-adorante i musicisti. Alis era abbarbicata tipo ereda attorno a Zacky.

<< Diciamo che a me non piacciono per questa ragione, ecco.. Mi interessa più la loro musica! >>

<< A proposito di musica, ma dov’è finito Shadows? È dall’inizio della serata che non lo vedo.. Il manager si incazzerà se non si fa neanche vedere ad una festa organizzata per i loro fan! >> Disse, passandosi una mano fra i capelli. Già, dov’era Mr Shadows? Dove cazzo era? Con chi era? Perché non era con me? Complice l’alcool, ebbi un lieve giramento di testa, e appoggiai una mano al petto di Matthew per non finire lunga distesa. Non l’avessi mai fatto! Mi prese per un braccio e mi attirò a sé, tenendomi stretta.

<< Ehi, tutto bene? Vuoi che ci andiamo a sedere? O andiamo a prendere una boccata d’aria? >>

<< Aria, si, andiamo un secondo fuori che mi riprendo, grazie.. >> Col cavolo che mi sedevo su uno dei divanetti con te, marpione! D’altra parte avevo davvero bisogno di rinfrescarmi un attimo le idee, e l’aria fresca della notte era l’ideale. Uscimmo dall’hotel e ci sedemmo su una della panchine poste all’ingresso. Io chiusi gli occhi e riversai lentamente la testa indietro, appoggiandola al muro. Iniziavo già a sentirmi meglio, quando sentii una mano dietro il collo che mi massaggiava. Che stava facendo? Aprii gli occhi di scatto.

<< Ehi, ehi, ehi, fermo lì.. Non avevamo detto che la situazione era chiara? >> Si, chiara il tubo, chiara!

<< Si.. Ma ti stavo facendo solo un massaggio dietro il collo, nulla di più.. >> Furbacchione!

<< Si ma lo trovo inopportuno, non mi pare proprio il caso.. Senti, rientriamo che è meglio va! >> Era meglio che raggiungessi velocemente mia sorella, ormai ero un po’ brilla e iniziavo ad entrare nella fase di “ubriachezza malinconica”. Chissà, magari avrei ritrovato Matt. Magari.

Matthew, sempre sorreggendomi come se stessi svenendo, mi ricondusse nella saletta. Quando fummo dentro, feci per congedarlo, ma mi trascinò quasi di peso al bancone dicendo di voler bere ancora qualcosa.

<< Tranquilla, non ti faccio prendere nulla, prendo qualcosa solo io.. Fammi compagnia, dai! >> Volevo solo sedermi, e in quel momento lo sgabello del bancone era il posto più vicino, così acconsentii.

<< Allora, ti andrebbe di lasciarmi il tuo numero? >> Che? Mah, la gente era dura di orecchi!

<< No, senti, non è proprio il caso.. Sono più o meno impegnata, te l’ho detto.. >>

<< Cerco di sfruttare ancora quel “meno”.. Che succederà mai per un numero? >> Feci per rispondergli, ma si introdusse qualcun altro e non feci in tempo.

<< Succede che quel “meno” non esiste, la ragazza è impegnata. >> Oh, era ritornato il figliol prodigo. Mi girai verso di lui, guardandolo con aria infastidita. Era accanto ad una ragazza, un’oca tutta tette e ciglia finte. Alzai un sopracciglio al suo indirizzo, e feci le dovute presentazioni.

<< Matt, lui è Matthew.. Ironia, vero? E la tua ragazza si chiama..? >> Lui mi guardò con aria irritata.

<< Come ti chiami, scusa? >> Fece, rivolto alla tipa, che gli lanciò un’occhiata adorante.

<< Oh, un rapporto profondo e consolidato il vostro! >> Ironizzai, guardandoli con aria che speravo sembrasse deridente, ma credo mi riuscì solo incazzata. << Ecco, vedi Matty, forse hai ragione, io non sono uguale a.. A queste Missy, Lizzy, o come cavolo si chiama.. >> aggiunsi rivolta al biondo, che mi sorrise.

<< Si beh, in ogni caso Rosheen è impegnata. >> Intervenne Matt, guardando duramente Matthew.

<< E con chi sarebbe impegnata? Non vedo nessuno qui.. E questa non è una ragazza da lasciare da sola, non credi? >> Rispose il biondino dandomi un’occhiata lusinghiera. Bravo, vai così, diglielo a questo stronzone! Non mi si deve lasciare da sola! Matt lo guardò per neanche una frazione di secondo, poi fissò i suoi occhi nei miei. Che occhi che aveva. Verdi, profondi,.. E indubbiamente incazzati. Ma con quale diritto? Spariva non si sa per quale motivo per mezza serata e rispuntava con una strappona accanto pretendendo anche di pisciare sul territorio? Non c’eravamo proprio.

<< Rosh, hai bevuto troppo, ti porto dagli altri. >> Faceva pure l’autoritario ora?

<< E se lei volesse rimanere qui invece? Ci sono anch’io eh.. >> Intervenne il biondo, e Matt riportò la sua attenzione su di lui per tipo 20 secondi.

<< Si, ti vedo, anche se preferirei enormemente che tu non ci fossi proprio. Quindi se non vuoi essere licenziato nel giro dei prossimi 5 secondi sparisci dalla mia vista o ti trovi senza lavoro e con delle spese mediche da pagare per quello che ti faccio, chiaro? >> Aveva subito una mutazione? Era un boss mafioso? Ma si poteva essere più arroganti? La minaccia sortì comunque il suo effetto, perché Matthew tirò fuori il suo biglietto da visita e me lo diede.

<< Se dovesse prevalere il “meno” chiamami, sarò felice di fare quattro chiacchiere con te, dolcezza. >>

E così dicendo voltò le spalle e se ne andò. Io mi girai verso l’arrogante, borioso, egocentrico cantante che avevo di fianco, e rimanemmo a fissarci. Lo avrei ammazzato, e avrei ucciso quella scema appesa al suo braccio, e avrei fatto una strage. Ma i suoi occhi continuavano ad avere un colore stupendo. Lo odiavo, ma nei suoi occhi mi ci perdevo comunque. Lo scostai bruscamente e mi diressi verso l’ascensore, per andare in camera a picchiare il cuscino. O a piangere come una disperata. O almeno a dormire.

Avevo appena finito di struccarmi, quando sentii bussare alla porta. Mi guardai, e vidi riflessa nello specchio una ragazza con un pigiama con le paperelle e i capelli legati, senza trucco, e l’aria sbattuta. Un cesso insomma. Sperai fosse mia sorella.

<< Si? >> Chiesi, prima di aprire la porta.

<< Sono io. >> Ovviamente era Matt. Non  mi lasciava neanche dormire? Non aprii.

<< Che vuoi? >> Non era gradito, volevo fosse chiaro.

<< Aprimi. >> Aveva pure le pretese?

<< Non mi va. >>

<< Rosh, apri che voglio parlarti e preferirei che non ci sentisse tutto il corridoio. >> Beh, si, quello avrei preferito evitarlo anch’io. A malincuore, soprattutto per la mia presentazione, feci scattare la serratura per aprire. Mi scostai leggermente per farlo passare, richiusi la porta e mi andai a sedere sul letto. Lui rimase in piedi a fissarmi con un sorriso divertito sulle labbra.

<< Ma.. Sono papere quelle che vedo? >> Lo sapevo già di essere ridicola, maledizione!

<< Si, è comodo, e le papere a volte sono una consolazione. Amo i pigiami con animali sopra, c’è qualche problema? >> Ok, forse ero stata un po’ aggressiva ma.. Andiamo, lui era stupendo lì sulla porta e io sembravo una dodicenne ad un pigiama party.. Era normale che fossi sulla difensiva, soprattutto considerata la serata che avevo appena passato.

<< No, a me piacciono le papere. E mi piace come ti stanno addosso. >> Si avvicinò al letto. << Ad ogni modo, non ero venuto qui per parlare di papere. >> Oh, finalmente si arrivava al sodo.

<< E cosa sei venuto qui a fare? La “conversazione” con Missy-Lizzy non era soddisfacente? >>

Mi guardò con aria irritata. Ma che voleva?!

<< E tu allora? Con “Matty”? Che cavolo ci facevi? >> Lui era sparito e ora veniva a rompere?

<< No senti scusa ma con chi avrei dovuto stare? Con Brian che rimorchiava? Con Jimmy e Jhonny che bevevano come due spugne attorniati da ragazze? E comunque, io sono solo andata a prendere da bere, è lui che si è avvicinato per parlarmi. >> Ribattei corrucciata.

<< E ci credo che si è avvicinato! Bella, sola, che cavolo mica è scemo! >>

<< Senti ma che vuoi? Sei tu quello che è sparito per metà serata, ok? Non io. Tu. >> Non aveva minimamente pensato a me. << E ti sei poi ripresentato con quella deficiente accanto. Ma cosa vuoi? >>

<< La deficiente si chiama Claire, è fidanzata e abbiamo parlato un’ora perché grazie ad un concorso aveva “vinto” questo tempo da passare con chi preferiva del gruppo, cioè io. >> Che? Concorso? Perché non sapevo mai nulla? << E se tu non fossi corsa in camera a non si sa bene fare cosa te l’avrei detto dopo il concerto, ma tu non c’eri più. >> Ora era lui quello incazzato?

<< Cosa dovevo fare? Rimanere a guardare te che ti facevi un’altra come nel concerto? >> Risposi, abbassando gli occhi.

<< Rosh, guardami. Noi siamo un gruppo, ok? Queste cose possono succedere. A me come a tutti. Chi è occupato cerca di evitarle, ma se succedono come stasera durante il concerto non ci possiamo fare nulla. Sono le nostre fan. E guardami, ho detto, cazzo! >> Alzai gli occhi verso di lui, e sapevo che erano lucidi. In quell’ultimo periodo avevo il pianto un po’ facile. Lui mi guardò sorpreso.

<< Matt.. Senti, io sono gelosa. Non voglio che succedano, non voglio dividerti con nessun’altra per nemmeno 30 secondi.. E non sono abituata a queste cose.. Io.. >>

<< Rosh.. Io avrei spaccato la testa a quello con cui parlavi, e anche a te.. Non sei l’unica ad essere gelosa! Ma vedi.. Io per ora non posso dire che sono impegnato, per l’immagine della band.. Nemmeno Zacky può.. Ma ciò non vuol dire che io non mi consideri occupato, ok? >> E venne a sedersi accanto a me. << Certe cose non posso dartele, per ora: non posso prenderti per mano e baciarti davanti a tutti, ma ciò non vuol dire che io non voglia farlo, ok? Bisogna avere solo tempo.. >>

<< Matt, il problema è proprio questo.. Io ti darei tutto il tempo del mondo razionalmente, capisco tutto.. Ma emotivamente parlando sono un casino. >>

<< Cosa provi per me? >> Che? Alt, non ero preparata a quella domanda.

<< Beh, mi piaci.. Lo sai.. Cioè, tu sei insopportabile, ma diverso. >> E il premio per la risposta più idiota lo vince?

<< E a me piaci tu. E basta. Tu. Non mettere in crisi tutto per ogni singola cosa, ti prego, è snervante. >> Disse, passandosi una mano fra i capelli. Era così bello. “Diverso”? No, lui era stupendo. Ma come potevo dirgli che mi perdevo guardando i suoi occhi, che quando lo avevo così vicino mi scioglievo, che desideravo non si staccasse mai da me? Non potevo.

<< Posso darti un bacio? >> Oh, Matt, tu potevi fare quello che volevi con me. Mi sporsi verso di lui come risposta. Lui mi prese la testa fra le mani, dolcemente, e posò le sue labbra sulle mie. Dio, le sue labbra. Dio, i suoi baci. Dio, lui. Gli saltai addosso, spingendolo a stendersi sul letto. Finalmente potei stendermi su di lui e sentire tutto il suo corpo contro il mio. Mi piaceva, mi piaceva da matti sentire le sue mani su di me, e il suo fiato diventare più spezzato man mano che continuavamo a baciarci. Lo volevo. Lo volevo davvero tanto. E al diavolo le paperelle. Io avrei avuto quell’uomo. Smisi un attimo di baciarlo per riprendere fiato.

<< Rosh.. Mio Dio, così mi prosciughi lo sai? >> Scherzò, guardandomi con aria dolce e presa.

<< Mi va bene.. Io ti voglio, Matt >> Vidi la sua espressione cambiare, e diventare leggermente ansiosa. Mi tirai su a sedere velocemente. << Cosa c’è adesso? Qual è il problema? E non mi dire che sei vergine che mezza America può confermare il contrario. >>

<< Rosh, non sono vergine, decisamente non lo sono.. Ma vorrei che con te fosse diverso. >>

<< Diverso? In che senso? Siamo su un letto! Non più in pullman! >> Sbottai, irritata e perplessa. Lui si tirò su e mi prese una mano, fissandomi negli occhi.

<< Io vorrei solo che noi facessimo certe cose solo se saremo innamorati, ecco. >> Che aveva detto? Ma non sono le donne a fare questi discorsi di solito? Mi limitai a guardarlo allibita. << So che può sembrarti assurdo ma.. Ecco, io penso che quando uno abbia la ragazza debba essere diverso.. Cioè, se uno è single e si fa delle tipe che la pensano come lui non c’è problema, io l’ho fatto mille volte.. Ma vorrei che con la mia ragazza fosse una cosa che accade perché c’è qualcosa di più della semplice attrazione fisica.. Non voglio ripensamenti da parte tua, non voglio ferirti, non voglio essere ferito. >>

<< Matt.. Io non.. Ma scusa.. >> Io ero già persa di lui. Come poteva non capirlo? Anche un cieco se ne sarebbe accorto. E soprattutto, che potevo dirgli? Evidentemente per lui non era così. << Ok.. Ma resti qui a dormire? Come ieri.. >> Ribattei alzando lo sguardo, e lo vidi illuminarsi.

<< Certo! Cioè, magari evitiamo di parlare tutta la notte che oggi sono stato un straccio per i pavimenti tutto il giorno.. Ma per il dormire non c’è problema. Vado a prendere il pigiama. >> E, così dicendo, fece per alzarsi ed uscire. Non volevo che se ne andasse, neanche per 5 secondi.

<< Non importa per il pigiama, usa uno degli accappatoi della stanza.. Davvero.. >> Mormorai, con gli occhi bassi. Lui mi guardò un attimo, poi sorrise.

<< Ok, allora vado in bagno a metterlo e arrivo! Te infilati sotto le coperte! >> Si alzò e andò in bagno. Io rimasi un attimo ferma, poi tutta felice andai a rintanarmi sotto il piumoncino. Sciolsi i capelli, giusto per avere un’aria un po’ più presentabile. Lui dopo poco fece la sua comparsa sulla porta del bagno. Era adorabile. Un energumeno in un accappatoio bianco. Adorabile. Una cosa da innamorarsi al volo. Mi fece uno dei sorrisi che mi facevano sciogliere, con tanto di fossette ai lati, che adoravo in maniera inesprimibile, e venne ad infilarsi nel letto accanto a me. Mi prese di peso e mi trascinò fra le sue braccia, stringendomi in un abbraccio di quelli che ti fanno sentire al riparo dall’universo.

Passammo la nottata così, abbracciati, a baciarci, a chiacchierare, a guardarci, finché lui non si addormentò profondamente. E io passai ancora qualche momento a guardarlo dormire, con il viso sereno, a bearmi dell’idea che quel faccino fosse mio.

La mattina dopo, mi svegliai che stavo morendo di caldo. Come aprii gli occhi capii per quale ragione. Sembrava proprio che non ci fossimo mossi di un millimetro durante la nottata. Trovai il suo viso a 3 cm dal mio, ancora avvolta nel suo abbraccio e nel piumone. Praticamente ero a 5000°C. Non resistetti ad averlo così vicino, e gli diedi un piccolo bacio sulla punta del naso. Immediatamente aprì gli occhi.

<< Buongiorno amore.. >> Che cosa?! Mi aveva chiamato “amore”? Sul serio? Lo abbracciai stretto a me.

<< Buongiorno a te.. Dormito bene? >>

<< Benissimo.. Mai dormito meglio.. Te? Ma che ore sono? >> disse, alzando leggermente la testa per vedere la sveglia sul mio comodino. << Merda! Buongiorno un cazzo, buon pomeriggio al limite! Sono le 14! Fra mezz’ora dobbiamo ripartire! >> E, così dicendo, mandò a farsi benedire l’inizio giornata romantico.

  
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