Il giorno dopo mi resi conto di quanto potevo essere
patetica. Passai la giornata a guardarlo. Ma non con sguardi così, casuali, no.
Erano occhiate da stalker. Cioè, lui preparava il
concerto con gli altri, concentratissimo, dedito all’organizzazione di tutto,
io passavo il tempo a guardarlo seduta sulla scaletta del palco. Intralciavo
tutti, un paio di ragazzi dello staff mi insultarono pure, ma io rimasi lì.
Ferma, catatonica, mi allontanai solo per nutrirmi. Alis
trovava tutto questo incredibilmente divertente, ogni tanto mi dava un colpetto
sulla spalla per cercare di farmi distogliere lo sguardo, per farmi
riacquistare un po’ di dignità, ma aveva scarsi risultati. Complice la notte
che avevamo passato quasi insonne, purtroppo non a rotolarci fra le lenzuola ma
semplicemente a parlare e a coccolarci, sembravo sotto effetto di stupefacenti.
Lui era bellissimo, i suoi occhi erano stupendi, le sue labbra.. Oddio le sue
labbra erano.. erano le sue labbra. Le sue mani erano grosse, ma eleganti,
forti.. e lui era tutto così.. Così incredibilmente troppo bello. E lo volevo
così tanto. E io ero così patetica.
Durante il concerto mi comportai come se fosse la prima
volta che li sentivo, ascoltavo le loro canzoni con aria trasognata e sospiravo
sentendo la sua voce, così roca, così bella. Tutto era bello, fantastico e
stupendo. Finché una fan non riuscì a salire sul palco e a buttarsi addosso a
Matt. Ficcandogli quasi un metro di lingua in bocca. Al MIO Matt. No, dico, ma
siamo pazzi? Lui la schivò in qualche modo, e poi intervenne la security per
rimettere a posto la situazione. Io rimasi lì, di sale. Lo avrei ammazzato. La
avrei ammazzata. Anche solo il fatto che non avesse buttato giù dal palco
quella tipa con un calcio rotante mi faceva imbestialire. Non mi piaceva quello
che stavo provando, non era giusto e razionalmente sapevo che non aveva fatto
niente. Razionalmente. Emotivamente gli avrei spaccato la testa. E quella sera
avrebbe anche dovuto esserci una “festa” per noi due. Sarebbe diventato il
luogo di un omicidio.
Quando finì il concerto io non ero presente, mi trovavo
nella camera dell’hotel in cui avremmo alloggiato quella notte. Non avevo
alcuna intenzione di vedere qualche altra cretina che gli si appiccicava
addosso mentre io rimanevo ai margini. Maledizione. Avrei avuto qualche
problema ad adeguarmi ad essere la ragazza di un uomo che era il sogno di una
marea di donne. Maledizione. Io ero pure gelosa da fare schifo. Dopo neanche
24h di relazione. Avremmo avuto qualche problema.
Mentre mi stavo passando l’eye-liner
davanti allo specchio del bagno sentii bussare alla porta della camera. Andai
ad aprire convinta che fosse Matt che veniva a scusarsi. Cocente delusione. Mi
trovai davanti mia sorella festante, evidentemente un po’ brilla.
<< Rooosh! Siamo tutti
giù, ci sono anche altri amici.. Vieeeeni che ci
stiamo divertendo! >> e così dicendo mi prese per mano cercando di
trascinarmi fuori dalla camera.
<< Aspetta, arrivo, ALIS! Stop, ho le ciabatte, mi
lasci mettere delle scarpe si? >> Fece una smorfia non troppo convinta ma
lasciò la presa per consentirmi di mettermi le scarpe. Rimasi un attimo
indecisa: tacchi, stivali o ballerine? Stivali col tacco o senza? Poi pensai a
com’ero vestita, leggins, canotta lunga e maglione
aperto, e decisi che con i tacchi sarei sembrata troppo in tiro e con le
ballerine una papera tozza, così decisi per gli stivali bassi.
Come entrammo nella saletta, mi pentii immediatamente di
quella scelta. “Un po’ di amici” per mia sorella voleva dire evidentemente 40
persone. Di cui quasi ¾ donne. Donne in tiro. E io sembravo pronta per un
pigiama party. Maledizione. Alis mi trascinò in un
angolo dove erano seduti Zacky e Brian, che era
impegnatissimo a lanciarsi languide occhiate con una biondona mozzafiato che
beveva qualcosa in mezzo alla sala. Vidi subito anche Jimmy e Jhonny, due ubriaconi appoggiati al bancone sghignazzanti.
L’unico che mancava all’appello era Matt. Dove cavolo era? Un bestione come lui
avrei dovuto vederlo subito. Decisi di farmi un giro per la stanza con molta
noncuranza, dirigendomi a prendere qualcosa da bere. Scrutando tutti con fare
indagatore, giunsi al bancone, e ordinai un martini cocktail. “Shakerato, non
mescolato con oliva, grazie”. Si, adoravo ordinare il martini come lo ordina
James Bond. Sconsolata, col ragazzo disperso, iniziai a bere e a riflettere su
quanto fossi sfigata. Alla fine del secondo martini mi sentii toccare sulla
spalla, e vidi un ragazzo alto, biondo, che mi sorrideva.
<< Sai che sei bella? >> oddio, aveva
veramente attaccato bottone così?
<< Mmmmh… Fammici
pensare… Si, ma grazie per avermelo ricordato. >> Di solito risposte come
questa erano quelle che, come avrebbe detto Brian, “tranciavano le palle a
chiunque”. Non a quel biondino, evidentemente.
<< Mi piace una ragazza sicura di sé. >>
Replicò con aria maliziosa.
<< Beh, a me non piacciono i biondi però, quindi
ciao. >> E, così dicendo, mi
voltai nuovamente verso il bancone. Il biondino, però, o era scemo, o non
coglieva i segnali, o se ne fotteva proprio, perché si sedette sullo sgabello
accanto al mio.
<< Ma io non sono biondo, sono più castano chiaro,
tutta colpa delle luci. Posso sapere il nome della ragazza più sexy del posto?
>> No, fammi capire, io ero quasi in pigiama, era circondato da gnoccone nude e io sarei stata la più sexy? Certa gente se
le inventava proprio tutte per rimorchiare.
<< No, senti, guarda veramente non è il caso.. Cioè
mi chiamo Rosheen ma.. >> Non riuscii a finire
la frase.
<< Piacere, Matthew. >> Rispose, tendendomi
la mano. Aveva veramente detto di chiamarsi Matthew? Vi leggevo una sottile
ironia. Il Mio, che forse poi tanto mio non era alla fine, Matthew era sparito,
e me ne arrivava un altro? Sottile, ma neanche poi troppo, ironia.
<< Piacere mio, ma veramente non credo che debba
essere io il tuo obbiettivo stasera.. Io sono, ecco, più o meno impegnata, si..
>> Risposi, tentando di far capire che non era proprio il caso che
perdesse il suo tempo con me quella sera.
<< Una come te non dovrebbe essere “più o meno”
impegnata. E permettimi di approfittare di quel meno, e di parlare qui con te.
>> Disse, guardandomi con aria dolce. Ma dove avevano tirato fuori questo
soggetto? Dall’uovo di pasqua? Biondo, alto, bello, gentile, con aria
rispettosa.. Esistevano ancora esseri umani di questo stampo? Non mi andava di
mandare a quel paese quel ragazzo.
<< Si, puoi, a patto che le cose siano chiare.. Io
non sono disponibile. Detto ciò, che fai nella vita? >>
<< Chiarissime, ma sinceramente mi accontento di
chiacchierare un po’ con una ragazza affascinante, poi chi lo sa? >>
Sorriso aperto. << Comunque, lavoro nell’ambito organizzazione eventi,
ecc.. Sono qui infatti perché faccio parte dello staff che ha curato il
concerto di stasera. Tu? >>
<< Io studio ancora, sarei all’ultimo anno
dell’università, lettere moderne, ma ho deciso di.. di seguire il tour del
gruppo, ecco, si può dire così. >>
Si, ed ero la ragazza, o meglio credevo di esserlo, del cantante. Ma non
potevo dirlo. O potevo? La questione dell’immagine pubblica del pubblico? Io
non ci capivo niente, non ne avevamo mai parlato e il suddetto ragazzo era
momentaneamente non reperibile.
<< Ah, fantastico, lettere moderne! Interessante, e
ti piace? Sei una specie di intellettuale? Forse è per questo che hai un’aria
così affascinante qui, così diversa.. >> Marpione che non era altro!!
Furbo il tipo!
<< Ho un’aria diversa? Beh, a me piacciono le
canzoni degli Avanged, sono letteratura in un certo
senso, no? >> Replicai, ordinando un altro martini.
<< In un certo senso si, anche se ad essere del
tutto sincero non hai proprio l’aria della fan sfegatata >>
<< Perché? Non ho piercing, borchie, capelli viola
e verdi..? Sinceramente mi sembra un’idea un po’ troppo stereotipata la tua,
non credi? >>
<< No, mi riferivo semplicemente al fatto che sei
l’unica qui che non sta puntando come un segugio qualcuno dei membri della
band.. Guardati intorno, sono tutte qui per questo! >> E, così dicendo,
mosse il braccio ad indicare la sala. Aveva ragione, prima non ci avevo fatto
caso, ma tutte le ragazze stavano fissando con aria libidinosa-adorante i
musicisti. Alis era abbarbicata tipo ereda attorno a Zacky.
<< Diciamo che a me non piacciono per questa
ragione, ecco.. Mi interessa più la loro musica! >>
<< A proposito di musica, ma dov’è finito Shadows? È dall’inizio della serata che non lo vedo.. Il
manager si incazzerà se non si fa neanche vedere ad una festa organizzata per i
loro fan! >> Disse, passandosi una mano fra i capelli. Già, dov’era Mr Shadows? Dove cazzo era? Con
chi era? Perché non era con me? Complice l’alcool, ebbi un lieve giramento di
testa, e appoggiai una mano al petto di Matthew per non finire lunga distesa.
Non l’avessi mai fatto! Mi prese per un braccio e mi attirò a sé, tenendomi
stretta.
<< Ehi, tutto bene? Vuoi che ci andiamo a sedere? O
andiamo a prendere una boccata d’aria? >>
<< Aria, si, andiamo un secondo fuori che mi
riprendo, grazie.. >> Col cavolo che mi sedevo su uno dei divanetti con
te, marpione! D’altra parte avevo davvero bisogno di rinfrescarmi un attimo le
idee, e l’aria fresca della notte era l’ideale. Uscimmo dall’hotel e ci sedemmo
su una della panchine poste all’ingresso. Io chiusi gli occhi e riversai
lentamente la testa indietro, appoggiandola al muro. Iniziavo già a sentirmi
meglio, quando sentii una mano dietro il collo che mi massaggiava. Che stava
facendo? Aprii gli occhi di scatto.
<< Ehi, ehi, ehi, fermo lì.. Non avevamo detto che
la situazione era chiara? >> Si, chiara il tubo, chiara!
<< Si.. Ma ti stavo facendo solo un massaggio
dietro il collo, nulla di più.. >> Furbacchione!
<< Si ma lo trovo inopportuno, non mi pare proprio
il caso.. Senti, rientriamo che è meglio va! >> Era meglio che
raggiungessi velocemente mia sorella, ormai ero un po’ brilla e iniziavo ad
entrare nella fase di “ubriachezza malinconica”. Chissà, magari avrei ritrovato
Matt. Magari.
Matthew, sempre sorreggendomi come se stessi svenendo, mi
ricondusse nella saletta. Quando fummo dentro, feci per congedarlo, ma mi
trascinò quasi di peso al bancone dicendo di voler bere ancora qualcosa.
<< Tranquilla, non ti faccio prendere nulla, prendo
qualcosa solo io.. Fammi compagnia, dai! >> Volevo solo sedermi, e in
quel momento lo sgabello del bancone era il posto più vicino, così acconsentii.
<< Allora, ti andrebbe di lasciarmi il tuo numero?
>> Che? Mah, la gente era dura di orecchi!
<< No, senti, non è proprio il caso.. Sono più o
meno impegnata, te l’ho detto.. >>
<< Cerco di sfruttare ancora quel “meno”.. Che
succederà mai per un numero? >> Feci per rispondergli, ma si introdusse
qualcun altro e non feci in tempo.
<< Succede che quel “meno” non esiste, la ragazza è
impegnata. >> Oh, era ritornato il figliol prodigo. Mi girai verso di
lui, guardandolo con aria infastidita. Era accanto ad una ragazza, un’oca tutta
tette e ciglia finte. Alzai un sopracciglio al suo indirizzo, e feci le dovute
presentazioni.
<< Matt, lui è Matthew.. Ironia, vero? E la tua
ragazza si chiama..? >> Lui mi guardò con aria irritata.
<< Come ti chiami, scusa? >> Fece, rivolto
alla tipa, che gli lanciò un’occhiata adorante.
<< Oh, un rapporto profondo e consolidato il
vostro! >> Ironizzai, guardandoli con aria che speravo sembrasse
deridente, ma credo mi riuscì solo incazzata. << Ecco, vedi Matty, forse hai ragione, io non sono uguale a.. A queste Missy, Lizzy, o come cavolo si chiama.. >> aggiunsi
rivolta al biondo, che mi sorrise.
<< Si beh, in ogni caso Rosheen
è impegnata. >> Intervenne Matt, guardando duramente Matthew.
<< E con chi sarebbe impegnata? Non vedo nessuno
qui.. E questa non è una ragazza da lasciare da sola, non credi? >>
Rispose il biondino dandomi un’occhiata lusinghiera. Bravo, vai così, diglielo
a questo stronzone! Non mi si deve lasciare da sola!
Matt lo guardò per neanche una frazione di secondo, poi fissò i suoi occhi nei
miei. Che occhi che aveva. Verdi, profondi,.. E indubbiamente incazzati. Ma con
quale diritto? Spariva non si sa per quale motivo per mezza serata e rispuntava
con una strappona accanto pretendendo anche di pisciare sul territorio? Non
c’eravamo proprio.
<< Rosh, hai bevuto
troppo, ti porto dagli altri. >> Faceva pure l’autoritario ora?
<< E se lei volesse rimanere qui invece? Ci sono
anch’io eh.. >> Intervenne il biondo, e Matt riportò la sua attenzione su
di lui per tipo 20 secondi.
<< Si, ti vedo, anche se preferirei enormemente che
tu non ci fossi proprio. Quindi se non vuoi essere licenziato nel giro dei
prossimi 5 secondi sparisci dalla mia vista o ti trovi senza lavoro e con delle
spese mediche da pagare per quello che ti faccio, chiaro? >> Aveva subito
una mutazione? Era un boss mafioso? Ma si poteva essere più arroganti? La
minaccia sortì comunque il suo effetto, perché Matthew tirò fuori il suo
biglietto da visita e me lo diede.
<< Se dovesse prevalere il “meno” chiamami, sarò
felice di fare quattro chiacchiere con te, dolcezza. >>
E così dicendo voltò le spalle e se ne andò. Io mi girai
verso l’arrogante, borioso, egocentrico cantante che avevo di fianco, e
rimanemmo a fissarci. Lo avrei ammazzato, e avrei ucciso quella scema appesa al
suo braccio, e avrei fatto una strage. Ma i suoi occhi continuavano ad avere un
colore stupendo. Lo odiavo, ma nei suoi occhi mi ci perdevo comunque. Lo
scostai bruscamente e mi diressi verso l’ascensore, per andare in camera a picchiare
il cuscino. O a piangere come una disperata. O almeno a dormire.
Avevo appena finito di struccarmi, quando sentii bussare
alla porta. Mi guardai, e vidi riflessa nello specchio una ragazza con un
pigiama con le paperelle e i capelli legati, senza
trucco, e l’aria sbattuta. Un cesso insomma. Sperai fosse mia sorella.
<< Si? >> Chiesi, prima di aprire la porta.
<< Sono io. >> Ovviamente era Matt. Non mi lasciava neanche dormire? Non aprii.
<< Che vuoi? >> Non era gradito, volevo fosse
chiaro.
<< Aprimi. >> Aveva pure le pretese?
<< Non mi va. >>
<< Rosh, apri che voglio
parlarti e preferirei che non ci sentisse tutto il corridoio. >> Beh, si,
quello avrei preferito evitarlo anch’io. A malincuore, soprattutto per la mia
presentazione, feci scattare la serratura per aprire. Mi scostai leggermente
per farlo passare, richiusi la porta e mi andai a sedere sul letto. Lui rimase
in piedi a fissarmi con un sorriso divertito sulle labbra.
<< Ma.. Sono papere quelle che vedo? >> Lo
sapevo già di essere ridicola, maledizione!
<< Si, è comodo, e le papere a volte sono una
consolazione. Amo i pigiami con animali sopra, c’è qualche problema? >>
Ok, forse ero stata un po’ aggressiva ma.. Andiamo, lui era stupendo lì sulla
porta e io sembravo una dodicenne ad un pigiama party.. Era normale che fossi sulla
difensiva, soprattutto considerata la serata che avevo appena passato.
<< No, a me piacciono le papere. E mi piace come ti
stanno addosso. >> Si avvicinò al letto. << Ad ogni modo, non ero
venuto qui per parlare di papere. >> Oh, finalmente si arrivava al sodo.
<< E cosa sei venuto qui a fare? La “conversazione”
con Missy-Lizzy non era soddisfacente? >>
Mi guardò con aria irritata. Ma che voleva?!
<< E tu allora? Con “Matty”?
Che cavolo ci facevi? >> Lui era sparito e ora veniva a rompere?
<< No senti scusa ma con chi avrei dovuto stare?
Con Brian che rimorchiava? Con Jimmy e Jhonny che
bevevano come due spugne attorniati da ragazze? E comunque, io sono solo andata
a prendere da bere, è lui che si è avvicinato per parlarmi. >> Ribattei
corrucciata.
<< E ci credo che si è avvicinato! Bella, sola, che
cavolo mica è scemo! >>
<< Senti ma che vuoi? Sei tu quello che è sparito
per metà serata, ok? Non io. Tu. >> Non aveva minimamente pensato a me.
<< E ti sei poi ripresentato con quella deficiente accanto. Ma cosa vuoi?
>>
<< La deficiente si chiama Claire, è fidanzata e
abbiamo parlato un’ora perché grazie ad un concorso aveva “vinto” questo tempo
da passare con chi preferiva del gruppo, cioè io. >> Che? Concorso?
Perché non sapevo mai nulla? << E se tu non fossi corsa in camera a non
si sa bene fare cosa te l’avrei detto dopo il concerto, ma tu non c’eri più.
>> Ora era lui quello incazzato?
<< Cosa dovevo fare? Rimanere a guardare te che ti
facevi un’altra come nel concerto? >> Risposi, abbassando gli occhi.
<< Rosh, guardami. Noi
siamo un gruppo, ok? Queste cose possono succedere. A me come a tutti. Chi è
occupato cerca di evitarle, ma se succedono come stasera durante il concerto
non ci possiamo fare nulla. Sono le nostre fan. E guardami, ho detto, cazzo!
>> Alzai gli occhi verso di lui, e sapevo che erano lucidi. In
quell’ultimo periodo avevo il pianto un po’ facile. Lui mi guardò sorpreso.
<< Matt.. Senti, io sono gelosa. Non voglio che
succedano, non voglio dividerti con nessun’altra per nemmeno 30 secondi.. E non
sono abituata a queste cose.. Io.. >>
<< Rosh.. Io avrei
spaccato la testa a quello con cui parlavi, e anche a te.. Non sei l’unica ad
essere gelosa! Ma vedi.. Io per ora non posso dire che sono impegnato, per
l’immagine della band.. Nemmeno Zacky può.. Ma ciò
non vuol dire che io non mi consideri occupato, ok? >> E venne a sedersi
accanto a me. << Certe cose non posso dartele, per ora: non posso
prenderti per mano e baciarti davanti a tutti, ma ciò non vuol dire che io non
voglia farlo, ok? Bisogna avere solo tempo.. >>
<< Matt, il problema è proprio questo.. Io ti darei
tutto il tempo del mondo razionalmente, capisco tutto.. Ma emotivamente
parlando sono un casino. >>
<< Cosa provi per me? >> Che? Alt, non ero
preparata a quella domanda.
<< Beh, mi piaci.. Lo sai.. Cioè, tu sei
insopportabile, ma diverso. >> E il premio per la risposta più idiota lo
vince?
<< E a me piaci tu. E basta. Tu. Non mettere in
crisi tutto per ogni singola cosa, ti prego, è snervante. >> Disse,
passandosi una mano fra i capelli. Era così bello. “Diverso”? No, lui era
stupendo. Ma come potevo dirgli che mi perdevo guardando i suoi occhi, che
quando lo avevo così vicino mi scioglievo, che desideravo non si staccasse mai
da me? Non potevo.
<< Posso darti un bacio? >> Oh, Matt, tu
potevi fare quello che volevi con me. Mi sporsi verso di lui come risposta. Lui
mi prese la testa fra le mani, dolcemente, e posò le sue labbra sulle mie. Dio,
le sue labbra. Dio, i suoi baci. Dio, lui. Gli saltai addosso, spingendolo a
stendersi sul letto. Finalmente potei stendermi su di lui e sentire tutto il
suo corpo contro il mio. Mi piaceva, mi piaceva da matti sentire le sue mani su
di me, e il suo fiato diventare più spezzato man mano che continuavamo a
baciarci. Lo volevo. Lo volevo davvero tanto. E al diavolo le paperelle. Io avrei avuto quell’uomo. Smisi un attimo di
baciarlo per riprendere fiato.
<< Rosh.. Mio Dio, così
mi prosciughi lo sai? >> Scherzò, guardandomi con aria dolce e presa.
<< Mi va bene.. Io ti voglio, Matt >> Vidi la
sua espressione cambiare, e diventare leggermente ansiosa. Mi tirai su a sedere
velocemente. << Cosa c’è adesso? Qual è il problema? E non mi dire che
sei vergine che mezza America può confermare il contrario. >>
<< Rosh, non sono
vergine, decisamente non lo sono.. Ma vorrei che con te fosse diverso. >>
<< Diverso? In che senso? Siamo su un letto! Non
più in pullman! >> Sbottai, irritata e perplessa. Lui si tirò su e mi
prese una mano, fissandomi negli occhi.
<< Io vorrei solo che noi facessimo certe cose solo
se saremo innamorati, ecco. >> Che aveva detto? Ma non sono le donne a
fare questi discorsi di solito? Mi limitai a guardarlo allibita. << So
che può sembrarti assurdo ma.. Ecco, io penso che quando uno abbia la ragazza
debba essere diverso.. Cioè, se uno è single e si fa delle tipe che la pensano
come lui non c’è problema, io l’ho fatto mille volte.. Ma vorrei che con la mia
ragazza fosse una cosa che accade perché c’è qualcosa di più della semplice
attrazione fisica.. Non voglio ripensamenti da parte tua, non voglio ferirti,
non voglio essere ferito. >>
<< Matt.. Io non.. Ma scusa.. >> Io ero già
persa di lui. Come poteva non capirlo? Anche un cieco se ne sarebbe accorto. E
soprattutto, che potevo dirgli? Evidentemente per lui non era così. <<
Ok.. Ma resti qui a dormire? Come ieri.. >> Ribattei alzando lo sguardo,
e lo vidi illuminarsi.
<< Certo! Cioè, magari evitiamo di parlare tutta la
notte che oggi sono stato un straccio per i pavimenti tutto il giorno.. Ma per
il dormire non c’è problema. Vado a prendere il pigiama. >> E, così
dicendo, fece per alzarsi ed uscire. Non volevo che se ne andasse, neanche per
5 secondi.
<< Non importa per il pigiama, usa uno degli
accappatoi della stanza.. Davvero.. >> Mormorai, con gli occhi bassi. Lui
mi guardò un attimo, poi sorrise.
<< Ok, allora vado in bagno a metterlo e arrivo! Te
infilati sotto le coperte! >> Si alzò e andò in bagno. Io rimasi un
attimo ferma, poi tutta felice andai a rintanarmi sotto il piumoncino.
Sciolsi i capelli, giusto per avere un’aria un po’ più presentabile. Lui dopo
poco fece la sua comparsa sulla porta del bagno. Era adorabile. Un energumeno
in un accappatoio bianco. Adorabile. Una cosa da innamorarsi al volo. Mi fece
uno dei sorrisi che mi facevano sciogliere, con tanto di fossette ai lati, che
adoravo in maniera inesprimibile, e venne ad infilarsi nel letto accanto a me.
Mi prese di peso e mi trascinò fra le sue braccia, stringendomi in un abbraccio
di quelli che ti fanno sentire al riparo dall’universo.
Passammo la nottata così, abbracciati, a baciarci, a
chiacchierare, a guardarci, finché lui non si addormentò profondamente. E io
passai ancora qualche momento a guardarlo dormire, con il viso sereno, a bearmi
dell’idea che quel faccino fosse mio.
La mattina dopo, mi svegliai che stavo morendo di caldo.
Come aprii gli occhi capii per quale ragione. Sembrava proprio che non ci
fossimo mossi di un millimetro durante la nottata. Trovai il suo viso a 3 cm
dal mio, ancora avvolta nel suo abbraccio e nel piumone. Praticamente ero a
5000°C. Non resistetti ad averlo così vicino, e gli diedi un piccolo bacio
sulla punta del naso. Immediatamente aprì gli occhi.
<< Buongiorno amore.. >> Che cosa?! Mi aveva
chiamato “amore”? Sul serio? Lo abbracciai stretto a me.
<< Buongiorno a te.. Dormito bene? >>
<< Benissimo.. Mai dormito meglio.. Te? Ma che ore sono? >> disse, alzando leggermente la testa per vedere la sveglia sul mio comodino. << Merda! Buongiorno un cazzo, buon pomeriggio al limite! Sono le 14! Fra mezz’ora dobbiamo ripartire! >> E, così dicendo, mandò a farsi benedire l’inizio giornata romantico.