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Autore: _gurochan    18/11/2012    2 recensioni
L'attrazione per il proibito, l'impulsività domata, il puro e semplice bisogno di contatto, la patetica ipocrisia ed il ruolo che si è fuso con l'attore: come una brava burattinaia, inscenerò spettacolini per ognuno di questi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Bondage, Incest
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Cosa c'è di bello in una relazione aperta?
Beh, c'è più libertà. Non ci sono legami ossessivi, nessun obbligo assurdo. E se si vuole andare a letto con qualcun altro lo si fa senza tanti problemi, perchè alla fine va bene così: se ci si trova bene assieme che bisogno c'è di regole assurde?


Yuu se lo ripeteva a mo' di mantra ogni volta che svegliandosi al mattino capiva di aver passato la notte con una ragazza che non fosse lei, più che altro per convincersene. Erano mesi ormai che stavano assieme, e da subito avevano messo le cose in chiaro: nessuno dei due voleva rinunciare alle proprie libertà.

Anche quel mattino, aprendo gli occhi, non aveva riconosciuto la stanza in cui si trovava e la sua compagna di letto, di cui tra l'altro ricordava a stento il nome. Era sempre così quando usciva da solo o con qualche amico: complici l'alcool e l'euforia del momento, si avvicinava a qualche piacente fanciulla e nel giro di un paio d'ore si trovava tra le sue lenzuola, dimentico della partner e di quei fastidiosi pensieri che lo tormentavano di tanto in tanto nell'ultimo periodo riguardanti lei.

Si rivestì con tutta calma, non curante di svegliare la sua ultima amante per salutarla, e nel giro di cinque minuti era fuori dal suo appartamento, pronto ad accendersi una sigaretta mentre restava in attesa di un taxi per tornare a casa. Aveva tutto il tempo di rilassarsi, quel giorno non erano previste né registrazioni né interviste e quindi poteva dedicarsi a sé stesso e a prepararsi alla serata in compagnia della sua Naoko. Si sarebbero rivisti dopo una settimana scarsa di contatti tenuti solo via telefono, in fondo si mancavano a vicenda e lo sapevano bene entrambi; quelle serate erano piccole soddisfazioni strappate al caos della vita a Tokyo, oasi di pace in cui potevano ritrovarsi e vivere concretamente il loro essere una coppia. Accese la sigaretta e rise di sé, vedendosi come una ragazzina smaniosa di vedere il fidanzato; al pensiero del suo profumo sentì il cuore impazzire, sciogliersi nella dolcezza più assoluta e totale.

E poi arrivò il pensiero di quell'odore così dolce, paragonabile a nessun altro, misto a quello di qualcun altro, a quello di un uomo che non fosse lui. Il sangue iniziò a ribollire nelle vene, la sigaretta finì più velocemente del solito: l'idea lo infastidiva, da qualche mese a quella parte. Voleva essere l'unico a poter avere quel corpo, quel profumo, quell'anima. Le storie di una notte poi non lo soddisfacevano più come una volta, ammise a malincuore: erano un ottimo rimedio allo stress, quello era certo, ma sentiva il bisogno di essere curato anche nell'animo, di ricevere un po' di quell'amore che lei sola gli concedeva incondizionatamente.

 

Era perso nei suoi pensieri quando vide un taxi avvicinarsi; tornò in sé e fece un cenno per attirare l'attenzione dell'autista, che posteggiò subito davanti a lui e lo fece salire. Si accomodò sui sedili posteriori e, detto l'indirizzo, si mise a guardare fuori dal finestrino tornando con la mente alle sue riflessioni; ma aveva tutta la giornata per pensarci e per pensare a cosa dirle quella sera, e per quei venti minuti di tragitto si lasciò andare tra le braccia del sonno.

   
 
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