Brevissima Flashfic che si legge in meno di tre minuti (seriamente).
Non ha senso e lo so, ma mi è uscita con spaventosa spontaneità.
Dopo averla scritta l’ho riassunta mentalmente con un “è un omaggio agli occhi di Dave”…che accresce il suo nonsense XD
Spero vi piaccia almeno la metà di quanto è piaciuta a me scriverla, perché nel caso è già tanto :) Buona lettura!
-MadAka-
 
 
Il rumore di passi continuava a rimbombare lungo il corridoio deserto, velocemente e costantemente.
 
-Dove diavolo è Dave?!- Taylor urlò esasperato la domanda a cui Chris, Nate, Pat e Rami non sapevano dare una risposta.
Stavano ritardando per lo show, loro che da sempre erano puntuali, perché Dave Grohl, il leader della band, non si trovava.
 
Il rumore dei passi si fece più intenso.
 
Taylor era nervoso e agitatissimo.
Continuava ad imprecare tormentandosi i capelli biondi mentre intorno a lui gli altri non sapevano cosa pensare.
Fuori dallo stadio l’acqua scendeva copiosa bagnando tutto.
Dentro all’arena 60.000 voci gridavano all’unisono: “Foo Fighters!”.
 
I passi si arrestarono, il rumore svanì.
 
I cinque si voltarono sollevati: -Dave!- dissero.
In piedi di fronte a loro il frontman, completamente bagnato, si scostò i capelli fradici dal viso mostrando il suo sguardo profondo, determinato e pieno di grinta.
I suoi occhi scuri brillavano di un’incredibile energia, invidiabile per chiunque.
-Salite- disse agli amici con un cenno della testa che indicava le scale del palco.
Gli altri eseguirono e rimase solo Taylor.
-Ma dove cazzo eri finito?!- chiese questi lanciando all’altro un pacchetto di chewingum.
Dave lo afferrò e mangiò una cicca, poi sorrise all’amico:
-Ho avuto un contrattempo…-
-Sei sempre il solito- e corse sul palco.
Dall’altra parte le 60.000 mila voci iniziarono ad urlare mentre la chitarra di Chris riempiva lo stadio accompagnato dagli altri quattro.
Dave si voltò verso uno degli assistenti comparso accanto a lui che gli stava porgendo una maglia e un asciugamano.
Si tolse la sua camicia zuppa d’acqua e si infilò la t-shirt nera, poi con un gesto rifiutò l’asciugamano:
-Non c’è tempo- disse.
Salì sul palco, afferrò la sua fedelissima Gibson DG-335, vi infilò il jack e comparve davanti alla folla che gridò ancora più forte alla vista dell’uomo.
Si avvicinò con passo fermo al microfono, vi si fermò davanti e chiuse gli occhi.
Respirò profondamente finché non calò un irreale silenzio e lentamente riaprì gli occhi.
 
-Signore e signori- cominciò con voce calma –Noi, siamo i Foo Fighters-