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Autore: Psychedelic Mushroom    19/11/2012    2 recensioni
Cosa poteva saperne lui?
Non avrebbe mai potuto immaginare che, da quella sera, tutta la sua vita sarebbe cambiata.
N.B. questa FF avrà pochissimi capitoli! xD
RECENSITE ;D
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                               L'amore è cieco.

La sala era grandissima: sedie con contorni oro e imbottiture rosse, muri decorati con affresci grossi e variopinti, pilastri dorati con decorazioni a rilievo. Quello stile così simile al barocco non gli piaceva particolarmente, ma se doveva sopportarlo per vedere Isis lo arebbe fatto. Si sentiva un pò fuori posto; lì la gente era vestita in modo elegante, gli uomini con cravatte nere e giacche del medesimo colore mentre le donne indossavano abiti lunghi e portavano, con grazia, delle borse molto decorate. Lui non aveva nemmeno pensato che forse avrebbe dovuto cambiare il suo abbigliamento per un concerto di musica classica in un teatro del genere ma, anche se gli fosse passata per la testa quest'idea, non lo avrebbe fatto. Amava il suo modo di vestire e non sopportava dovrelo cambiare.
Cercò un posto nelle prime file anche se la maggior parte dei posti a sedere erano prenotati. Quando vide una sedia priva del cartellino bianco ci si sedette subito; fu sorpreso nel vedere che da quella seduta la visuale fosse perfetta, non avrebbe avuto problemi a guardare Isis suonare. Al solo pensiero si sentiva esaltato; non riusciva nemmeno a spiegarsi perchè stava facendo tutto questo e perchè sentiva quelle cose, ma provava sensazioni che in fondo gli piacevano.
Ripensando a tutto quello che aveva letto su di lei, non si rese conto del tempo che era passato e nemmeno delle persone che si erano accomodate ai loro posti per potersi godere lo spettacolo che, dopo pochi minuti, iniziò con un pezzo suonato da un'orchestra posta sullo sfondo del palco. Tom era impaziente di vederla anche se trovava piacevole il suono dei violini. Cominciò a battere convulsamente un piede per terra tanto era nervoso. Sì, gli piaceva la musica ma, a quel punto, avrebbe preferito che tutti quegli strumenti scomparissero per lasciare spazio solo al pianoforte.
Passarono diversi minuti; ogni tipo di strumento esistente venne suonato per il piacere del pubblico. Le palpebre di Tom cominciavano davvero a cedere quando la musica si disperse nell'aria e il silenzio circondò la sala. Le luci si abbassarono lasciando illuminato solo il pianoforte. Tom capì che il momento più atteso da lui era arrivato. Pochissimi secondi e, proprio come dal nulla, comparve Isis. Era meravigliosa: i capelli lasciati liberi sulle spalle, un vestito nero dalle maniche molto larghe che rivadevano morbide sulle esili braccia lasicandole un pò scoperte, la sua espressione era serena ma ferma. Quando le sue sottili dita cominciarono ad accarezzare i tasti del piano tutti rimasero a bocca aperta per la melodia creata dalla ragazza. Tom non smetteva di guardarla mentre dei piccoli sorrisi si dipingevano sul volto della giovane pianista. I suoi occhi erano chiusi come se stesse assaporando quel momento il più possibile. Alla fine del pezzo la ragazza si alzò dallo sgabello e con uno splendido sorriso si inchinò al pubblico che applaudiva. Tom rimase incantato ancora una volta dall'eleganza di Isis mentre lei scompariva dal palco.
Il concerto andò avanti per gli altri, ma non per Tom; lui aveva di meglio da fare. Si alzò dalla sedia e si avvicinò al grande tendone che portava alle quinte. Rimase sorpreso nel vedere che all'ingrasso c'era una sua vecchia guardia del corpo.
Non mi sbagliavo. E' proprio il mio giorno fortunato queste parole rigirarono nella sua mente più volte mentre si avvicinava a quell'uomo alto quasi due metri. Si salutarono e Tom gli chiese se, per favore, poteva farlo passare per conoscere Isis, ma lui in un primo momento gli negò il passaggio. Il ragazzo non si arrese e riuscì nel suo intento. Tom era al settimo cielo l'avrebbe vista da vicino, le avrebbe parlato. Non ci poteva credere.
Quando arrivò davanti alla porta del camerino di Isis abbe un minuto di esitazione; aveva paura.
E se lei l'avesse respinto? Non ci aveva pensato prima, ma era una possibilità. Con lei non poteva usare le solite tecniche di seduzione. Lei non avrebbe potuto guardarlo negli occhi e perdere la testa per il suo sguardo e non avrebbe potuto ammirare le sue labbra e, velocemente, rubargli un bacio. Voleva tornare indietro, ma il desiderio di vederla sorridere da vicino era maggiore dell'inquietudine che si stava creando dentro di lui in quel momento.
Prese un grande respiro e busso sulla superficie bianca. Qualche secondo dopo lo stesso uomo che aveva visto tre giorni prima gli aprì la porta.
- Chi sei? - gli chiese subito col sorriso sulle labbra.
- Mi chiamo Tom. Vorrei parlare con Isis - si diede dell'idiota da solo. In quel momento qualsiasi parola gli sembrava stupida.
- Io non so se... -
- Bart, chi è? - una voce soave si intromise nella conversazione. Quella voce poteva appartenere solo a lei. Tom pensò di essere sul punto di avere un infarto.
- E' un ragazzo, si chiama Tom e dice di volerti parlare - adesso ne aveva la conferma: era Isis. Tom si stava davvero sentendo in imbarazzo ed era agitatissimo.
- Non conosco nessun Tom. Fallo entrare - Tom voleva urlare dalla disperazione. Bart si spostò e gli fece attraversare la soglia.
La ragazza era seduta su una poltrona nera e le vide chiudere un libro prima di poggiarselo sulle gambe. Il suo sguardo si alzò sulla stanza e ricadde prorpio su di lui. Tom fu quasi felice che Isis avesse quel problema, avrebbe avitato di vedere il suo imbarazzo. Si sentiva il cuore esplodere mentre la ragazza si alzava dalla poltrona. Mosse qualche passo, ma lei arrivò di fronte a lui senza alcun problema. Tom pensò che Isis fosse così sciolta da sembrare priva del suo problema, anzi, l'unico problema sembrava averlo lui con quell'agitazione che cresceva di secondo in secondo.
- Ciao, Tom - sorrise lei mentre Tom si sentiva svenire.
- C-ciao - balbettò lui come risposta.
- Bart, potresti lasciarci soli? - chiese Isis con un tono quasi di rimprovero.
- Sicura? - lei annuì e l'uomo rivolse uno sguardo scettico a Tom prima di uscire e richiudere la porta.
Non la mangio, tranquillo pensò Tom.
- Bhe, come mai sei qui... Tom? - Isis alzò leggermente lo sguardo e Tom riuscì a specchiarsi nell'azzurro chiaro dei suo occhi. Pensava che avrebbe visto degli occhi vuoti, spenti, ma si sbagliava. Erano vivi, pieni di sentimento e meravigliosi. Tom pensò di non aver mai visto niente di più dolce e penetrante in tutta la sua vita.
- I-io non, non lo so. Volevo parlare un pò con te - rispose impacciato. Lei sorrise mostrando i suoi denti perfetti.
- Vieni - si diresse verso un divanetto posto accanto alla poltrona. Tom la seguì e si sedettero l'uno di fronte all'altra. Lei aveva un modo rigido di sedere: la schiena dritta, le gambe strette e le mani appoggiate sulle cosce. Aveva un'eleganza fuori dal comune nonostante indossasse un pantalone della tuta, una felpa grigia e i suoi capelli fossero un pò in disordine. La trovava stupenda anche così, forse la preferiva in questo modo.
- Cosa vuoi dirmi? -  Tom sospirò.
Già, cosa voleva dirgli?
- Non so avevo solo voglia di parlarti. Ti ho vista sabato alla festa - la ragazza emise una sonora risata comprendosi la bocca per qualche secondo.
- Tu quindi dovresti essere il maniaco - Tom aggrottò le sopracciglia non capendo a cosa si riferisse la ragazza.
- Non fraintendere. Non credo che tu sia un maniaco, ma Bart mi ha detto che mi guardavi in un modo strano e ti ha soprannominato così -
- Ah, bene - sorrise Tom mentre le fissava i lineamenti gentili del viso. Si sentiva scoppiare il cuore di felicità vedendola ridere.
Cominciarono a chiacchierare e Tom cercava di sviare il discorso di partenza; non sapeva cosa dirle. Era arrivato lì con l'unico intento di stare un pò solo con lei e di conoscerla, ma una volta lì si era praticamente paralizzato. Non sapeva dare una spiegazione logica a tutto quello che gli stava succedendo. Si sentiva come rinato e non avrebbe mai pensato che tutto questo gli sarebbe capitato, non così presto almeno.
...



Note: commentate per favore *-* Grazie <3

  
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