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Autore: TrustInBieber    19/11/2012    22 recensioni
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho una domanda. É una cosa che mi inquieta abbastanza, non riesco proprio a togliermela dalla testa.
Perchè in una pubblicità la donna balla in tango in tanga?
Insomma, è una cosa che noi donne facciamo ogni giorno, giusto?
Uscite dalla doccia, ci stringiamo in un asciugamano e via due giri di tango e un casqué contro il lavabo.
Olè!
Ma perchè il tango in tanga, dai?!

É per caso uscita una nuova legge di cui non sono a conoscenza? Della serie: 'Tutte le donne presenti nelle pubblicità idiote devono mettersi il tanga e ballare!'.
Insomma, è stupido.
É come vedere Tom Cruise che scala il Khalif in mutande e con passi di tango.
Un, due, tre, casqué. Tre, quattro, cinque, olé.
É come vedere la gente che corre in mutande dietro al rotolone regina, e nel frattempo fa dei casqué e si rompono le gambé.
In poche parole: il mondo sta andando a puttane.
Non in senso che va a fare giri con le prostitue. Insomma, ben venga, ognuno è libero di far ciò che vuole.
Mi alzo dalla sedia e svuoto la ciotola di cereali nel lavandino, poi lavo la ciotola e la metto nella credenza, uscendo dalla cucina.
Raccolgo la borsa di scuola da terra ed esco di casa, dopo aver fatto aspettare Connor per circa venti minuti, dicendogli che dovevo vedere se in una delle pubblicità del Nespresso, potevano finalmente tirare quel dannato piano in testa ad Elisabetta Canalis e risparmiarci le sue penose scene nel film.
Connor mi sorride e mi da un abbraccio. "Buongiorno."
"Buongiorno." Dico, salendo nella sua bella Jeep metallizzata. "Bella macchina."

"Grazie." Sorride, mettendo in moto e partendo. "Sai guidare?"
"Ovvio." Annuisco. "Se per guidare intendi colpire tutti gli alberi di un vicolo senza mancarne neanche uno." 
Ride. "Sono doti anche quelle." Fa spallucce. "Potrei insegnarti."
"Vuoi davvero morire giovane?" Lo guardo. Cavolo, se è bello.
Ha un profilo che nemmeno Lachowski ha. Perchè Lachowski ce l'ha più bello, è chiaro.
"Ascolta, stavo pensando se ti andrebbe di uscire stasera, invece di domani." Mi dice tutto d'un tratto, e io soffoco con la saliva.
Cazzo, stavo sbavando.
"Eh?" 
"Usciamo stasera? Domani mia sorella ha una recita di classe e non posso mancare." Dice tranquillamente, girando un angolo e fermandosi al semaforo.
Annuisco leggermente. "Sicuro. Dove andiamo?"
"É una sorpresa." Sorride.
Sospiro. Ecco che si rovina l'immagine del mio ragazzo perfetto.
Ho una lista di tutte le qualità che deve avere il mio ragazzo.
1: deve essere figo. Lo è.
2: deve essere spiritoso. Lo è.
3: deve vestirsi bene. Lo fa.
4: deve praticare qualche sport. Lo fa.
5: deve esistere. Minchia, se esiste.
Mi sventola una mano davanti al viso e io mi riprendo. "Si, le magliette con le maniche corte!" Gli sorrido.
Inarca un sopracciglio e trattiene un sorrisetto divertito. "Le magliette con le maniche corte?"
"Si." Indico la sua maglietta. "Ne stai indossando una. Molto carina. Gucci?" Sorrido.
Scuote la testa e parcheggia. "No, Hollister."
E che palle, oh.
Usciamo dall'auto e ci dirigiamo verso la scuola. Mi sento come Bella quando è uscita dall'auto di Edward.
Tutti gli occhi sono su di me.
Ci manca solo che Connor mi metta il braccio intorno alle spalle e con un accento sexy mi dica: 'Se devo proprio andare all'inferno, tanto vale andarci in grande stile.'
Sento un braccio intorno alle mie spalle e sobbalzo. "Ehi, Perlana!"
Sbuffo. "La smetti di chiamarmi così?" Spingo via Chad e lui ride.
"Io vado. Passo a prenderti alle sette." Connor mi bacia la guancia e sorride, andandosene.
"Noo!" Allungo una mano teatralmente appena si allontana, e Chad ridacchia. "Cosa ridi, che l'hai mandato via tu." 
Fa spallucce. "Fa niente, ora ci sono io. Sono un ottimo sostituto. La sai la nuova barzelletta?"
"Ti prego, illuminami." Dico sarcastica. Raggiungiamo il mio armadietto e Chad si appoggia a quello accanto.
"Cosa fa un ago in un pagliaio?" Mi chiede allegramente, mentre metto tutto il mio impegno nel cercare di tirare fuori il libro di Inglese.
"Um, non..." Tiro il libro. "Lo..." Gli do un altro strattone. "So!" Perdo l'equilibrio e cado per terra, mentre il libro mi cade tranquillamente in testa e finisce sul pavimento.
Chad scoppia a ridere. "Sei un caso perso, Perlana." Mi aiuta ad alzarmi e mi porge il libro, mentre io mi pulisco i pantaloncini.
"Allora, che fa l'ago?" Chiudo l'armadietto con un tonfo sordo e ci incamminiamo.
"Niente!" Sorride, poi scoppia a ridere. "Sai, perchè l'ago nel pagliaio non fa niente. Insomma, cosa può fare?" Mi da una pacca sulla schiena e a momenti mi fuoriesce il pancreas dal naso.
"Molto divertente." Sorrido. "Ma ora vado. Sai, Francese, la baguette, le lumache." Entro nella prima classe che trovo e mi chiudo la porta alle spalle.
Tiro un sospiro di sollievo e mi giro, trovando un ragazzo nudo disteso sulla cattedra e un gruppo di studenti intendi e dipingerlo.
Spalanco gli occhi. "Cavolo!" Borbotto. "M- Mi dispiace, io... Ho sbagliato classe." Riapro la porta ed esco.
Fuori trovo Chad ad aspettarmi, ridendo contento. "Ma non era una battuta stupenda?!"
Alzo gli occhi al cielo e me ne vado, lasciandolo lì a dare pacche alla gente che passa.

Giro le pagine del giornalino per bambine che ho preso da mia sorella di 23 anni e mi passo la lingua sulle labbra, pensando e ripensando a cosa potrei mettermi.
Ecco perchè voglio sapere dove mi portano i ragazzi.
Porca troia, non c'è niente di bello nelle sorprese, lo volete capire, ragazzi?
Una ragazza deve avere il tempo giusto per prepararsi, avere un bell'aspetto, magari anche adatto all'occasione e al posto dove andrete.
Invece no. 
I ragazzi si preparano bene e finisce che si va al Polo Nord con la ragazza vestita in minigonna e tacchi.
La solita sfiga.
Getto il giornalino sul letto e sbadiglio, finchè un sassolino non mi colpisce la guancia.
Mi metto a sedere e guardo il lampadario sopra di me. Non può essere stato questo. Insomma, è una lampadina, altro che lampadario.
Mi alzo e vado alla finestra, massaggiandomi la guancia con la mano. "
Guarda come appoggia la guancia su quella mano! Oh! Foss'io un guanto sopra la sua mano, per poter toccare quella guancia!"
Scuoto la testa alla vista di Chad. "É estate e io non porto i guanti. Che ci fai qui?"
"Vuoi uscire?" Sorride, iniziando ad arrampicarsi sull'albero. "Oh, Giulietta, Giulietta, perchè sei tu, Giulietta?"
"Per me Giulietta è la macchina di Uma Thurman, e questo basta." Gli faccio spazio per farlo entrare dalla finestra. "Come sai dove abito?"
"Ti ho seguita." Fa spallucce e si butta sul letto, osservano la pila di vestiti che avevo innalzato sul tappeto. Mi da un'occhiata confusa.
"Devo uscire con Connor e non so cosa mettermi." Faccio spallucce tranquillamente e mi siedo sulla poltrona.
"E per questo leggi i giornalini?" Alza il mio giornalino con sguardo divertito.
"Senti, non sono fatti tuoi." Glielo prendo di mano e lo lancio nell'armadio, chiudendo le ante. "Allora, che c'è?"
"Usciamo?" Si mette a sedere e incrocia le gambe.
"Ma ti ho appena detto che esco con Connor." Gli lancio un'occhiata stranita e mi alzo dalla poltrona, andando a recuperare i vestiti dal pavimento. 
"Allora ti aiuto a scegliere cosa mettere. Conosco Connor meglio di quanto conosca battute. A proposito, vuoi sentirne una?"
"Basta che nel frattempo mi aiuti a scegliere." Annuisco.
Si alza dal letto e si ferma accanto a me, iniziando a rovistare tra i miei vestiti. "Ecco, è una barzelletta un po' sporca." Dice infine.
"Ok." Incrocio le braccia.
"Pierino è caduto nel fango." Getta la testa all'indietro e scoppia in una fragorosa risata.
Vado ad aprire la finestra. "Fuori dalla mia camera."
Ridacchia ed esce. "Oh, dimmi com'è andata. Io suggerisco il vestito rosso."
"Si, così poi assomiglio a Pamela Anderson."
Chad mi guarda il seno. "Hai le tette rifatte?"
Chiudo la finestra e torno al letto, buttandomici sopra.
"É quel figone del tuo marito immaginario con cui avrai 3 figli che chiamerai Amerìga, Italìa e Australìa, rispondi e di' qualcosa di intelligente!"
La suoneria del telefono di Justin - ovvero la mia voce registrata - mi fa alzare di colpo dal letto.

Corro a prendere il telefono e inciampo nei vestiti, cadendo rovinosamente a terra.
Sono una frana. Sblocco il telefono.
"Ciao figone di marito immaginario con cui avrò 3 figli che chiamerò Amerìga, Italìa e Australìa." Dico tutto d'un fiato.
"Di' qualcosa di intelligente!" Le palle, eh?
"Ciao pazza scriteriata che dovrò vedere domani per riavere indietro il mio telefono e con cui non avrò assolutamente figli perchè ho appena sbattuto i miei gioielli contro la scrivania." Dice tutto d'un fiato anche lui.
Rimaniamo in silenzio.
"Aspetta, ti richiamo e iniziamo la conversazione in modo intelligente. Affaro fatto?" Suggerisce.
"Dai." Stacchiamo la chiamata e faccio in tempo ad alzarmi dal pavimento che il telefono suona nuovamente.
"Eccoci qui. Come stai?" Chiede casualmente.
"Ho un bernoccolo in fronte e devo uscire con Connor tra meno di un'ora. Non ho un vestito, non ho le scarpe, non ho un... Cazzo."
"Meno male che non ce l'hai." Ridacchia divertito. "Ho un'idea. Hai il computer con la webcam?"
"Ovvio, vivo nel 2012." Alzo gli occhi al cielo e prendo il computer.
"Simpatica lei. Vai su Skype, ti aggiungo io. C'è il tuo contatto nel telefono." Riattacca prima che possa dire qualcosa.
Antipatico, il ragazzo.
Qualche minuto dopo accetto la sua richiesta su Skype e andiamo in webcam.
Spalanco la bocca. "Facciamo l'amore in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi con l'universo che ci insegue?" Chiedi di getto, venerando i suoi pettorali.
Senza. Camicia. Senza. Camicia. Senza. Camicia.
Scoppia a ridere e collassa sul letto, tenendosi la mano sul petto.
"Stronzo, mi stai bloccando la visuale!" Mi lamento.
Si rimette seduto e continua a muoversi in preda ad attacchi di ridarella. "Ciao anche a te."
"Psh, io sono più creativa." Faccio spallucce. "Che dob- Mi fai vedere cosa vedi fuori dalla finestra?"
Si alza e prende il computer, andando alla finestra. Vedo una distesa d'oceano. Porca carota.
Torna a sedersi. "Allora, passiamo alle cose importanti."
"Che sarebbero?" Sorrido speranzosa. "Se proprio vuoi, puoi toglierti anche i jeans."
Scuote la testa disperato. "Sono capitato con una pazza, perfetto."
Ridacchio. "Dai, che cosa dobbiamo fare?"
"Provati i vestiti e io ti dico in quale stai meglio." Dice, mettendosi seduto sul letto.
Oh. Mi alzo e prendo un vestito qualunque, sparendo in bagno. Mi cambio e torno fuori, mettendomi davanti allo schermo del computer.
Justin aggrotta la fronte, poi scuote la testa. "No, sembri una banana."
"Sempre al sesso pensi." Scuoto la testa e torno in bagno con un altro vestito, sentendo Justin ridere.
Torno fuori. "Ecco, ora sembri un asparago. Si può sapere dove hai preso un vestito verde così?"
"Veramente a me piace..." Guardo il vestito che ho addosso.
"Se tu ti sdraiassi sul prato con quel vestito, la gente non si accorgerebbe della differenza tra il tuo vestito e l'erba."
Gli mostro il dito medio.
Dopo circa 45 minuti, Justin sceglie un vestito bianco con una gonna larga che mi arriva alle ginocchia.
Eh, vabbè.
Se piace a lui, va bene.
"E ai piedi che mi metto?" Gli chiedo, saltellando intorno per trovare le scarpe.
"Se è alto come me, puoi metterti i tacchi." Dice sicuro di sè.
Mi fermo e lo guardo. "Ma se sei alto come un nano da giardino, Justin!"
Sbuffa e incrocia le braccia. "Grazie."
Sorrido. "Ok, niente tacchi." Mi guardo intorno.
Scelgo un paio di ballerine bianche.
Sembro un tubetto di panna montata.
Sospiro mentre mi guardo allo specchio. "Penserà che un gigante mi ha tirato una palla di neve addosso."
Justin ride. "Ma no."
Il telefono di casa suona e prendo la cornetta dal mio comodino. "Sììì?" Chiedo.
"Sono sotto casa tua, esci." Dice Connor.
"Ok." Riattacco e prendo un bel respiro. "É quì, è quì, è quì, è quì!" Saltello in tondo e Justin mi fissa scioccato.
"Tutte le ragazze reagiscono come te?" Chiede infine.
"No, se una ragazza deve uscire con te, allora urla, inciampa, cade, sviene, si sveglia, urla, inciampa, cade, sviene e così via." Sorrido e prendo la borsa dal letto. "Allora, come sto?"
"Sei perfetta." Sorride.
"Bene." Annuisco. "Divertiti, e non sbattere i tuoi gioielli contro niente."
"Tu non tradire i miei gioielli con i suoi. Ricordati che dobbiamo avere tre figli." Sorride casualmente
Scuoto la testa e lo saluto con la mano. "Ciao." Sorride e spengo il computer, uscendo dalla stanza e andando al piano di sotto.
Jimmy mi blocca davanti alla porta d'ingresso. "Eve, hai 17 anni, penso che tu sia grande abbastanza-"
"Mia sorella aveva 18 anni quando l'hai sverginata e le hai messo in grembo una figlia." Dico velocemente.
Mi guarda per un po' per poi spostarsi dalla porta. "Divertiti!"
Esco fuori e vedo Connor aspettarmi appoggiato alla Jeep.
Prendo un respiro e vado verso di lui, con il miglior sorriso che posso fare.

"Noo, ho paura dell'altezza, non voglio salire sulla ruota paronamica. Non voglio." Metto le radici nel terreno appena Connor cerca di tirarmi verso la ruota panoramica.
"Dai, ci sarò io, e abbiamo Tiziano." Mi mostra il panda che abbiamo vinto alle macchinette. "Dai, al massimo cadiamo e ci sfracelliamo a terra, niente di così tragico."
Spalanco la bocca. "Ma devo sposarmi e avere tre figli con Justin Bieber!" 
Ride e mi tira fino all'entrata della ruota. Ci sediamo e lui chiude la porticina, mettendomi il braccio intorno alle spalle.
"Lily mi ha chiesto se puoi portare Grace alla sua recita, domani." Mi chiede inaspettatamente, quando siamo quasi in cima alla ruota.
Affondo il viso nel suo collo e chiudo gli occhi. "No, ha la visita dal dottore, non si sente bene."
"Che ha?" Chiede.
"Ha ingoiato pezzi di carta igienica mentre e sta passando giorno e notte in bagno." Faccio spallucce e lui ride.
"Interessante." 
"Non ridere di mia nipote e del suo cervello di cinque anni." Gli do un colpo leggero sul braccio e mi allontano, guardando fuori. "Oh, mio Dio. E se cadiamo? Sei sicuro che queste funi reggono? E se la cabina si rompe? E se-"
Mi interrompe con un bacio e io spalanco gli occhi, allontanandomi di colpo e facendo muovere la cabina. "Tutto bene?" Chiede preoccupato.
"Io? Sì. Tu?" Mi gratto leggermente la testa.
Sorride incerto. "Ecco, ti stavo baciando e ti sei allontanata come se ti avessi accoltellata..."
"Scusa." Scuoto la testa. "Ecco, io... Non me l'aspettavo. Mi piacerebbe sclerare ancora un po', posso?"
Ridacchia. "Come vuoi." 
Annuisco e sto in silenzio, guardando fuori dalla finestra.
All'improvviso la ruota si blocca e io infilo le unghie nel braccio di Connor. "Perchè si è fermata? Si è rotta? Le funi stanno per rompersi, vero? Oh, mio Dio."
Mi accarezza il braccio dolcemente. "Si ferma sempre, è per farti vedere il paesaggio."
"Non voglio vedere il paesaggio!" Sbotto nervosamente, cercando di stare il più ferma possibile.
Cosa abbastanza difficile, visto che mi tremano anche i peli del naso.
Connor ride tranquillamente e scuote la testa. "É uno degli appuntamenti più belli che abbia mai avuto."
"Parla per te, io rischio di morire d'infarto." Borbotto piano, passandomi i palmi delle mani sulle gambe. 
Me lo sento, sto per morire.
Magari una bomba verrà lanciata direttamente sulla ruota panoramica, oppure i Palestinesi decidono di fare un altro attentato terroristico contro di noi.
Sono sicura che è perchè ho parlato male di loro in terza media.
Ma sono cose che capitano! Avevo un'interrogazione per cui non avevo studiato e avevo sentito al telegiornale che i Palestinesi avevano ammazzato un gatto, così me la sono presa con loro e sono uscita con 8!
"Eve, mi stai bloccando la circolazione." Mi dice piano Connor, e noto che gli sto stringendo la mano viola.
"Scusa." Lascio la presa e la ruota ricomincia a girare.
Tiro un sospiro di sollievo e non mi muovo fino a quando non scendiamo.
"Vuoi mangiare qualcosa?" Ridacchia lui, mettendomi il braccio intorno alle spalle.
Scuoto la testa. "Veramente dovrei tornare a casa, domani devo svegliarmi presto."
"Ma domani non c'è scuola." Aggrotta la fronte mentre ci avviamo verso la sua auto.
"Lo so, ma devo fare delle cose in città e..." Faccio spallucce, sperando che non scopra che è tutta una presa per il culo.
Annuisco tranquillamente e mi apre la portiera dell'auto. "Come vuoi."
Sale in macchina e parte. Qualche minuto dopo siamo a casa mia. 
Mi accompagna fino all'ingresso e appoggia la mano sullo stipite della porta.
"Allora..." Comincia.
Ecco le solite scene da film, giusto?
"Senti, se vuoi baciarmi, fallo. Non ho voglia di aspettare qui dieci minuti sapendo come andrà a finire." Faccio spallucce e lui ride.
"Non mi spingerai via di nuovo?" Chiede.
"No." Scuoto la testa.
Preme le sue labbra sulle mie dolcemente e mi circonda la vita con le braccia, avvicinandomi a lui.
"Ora di rientrare!" Jimmy apre la porta e io e Connor ci allontaniamo di scatto.
"Allora si, i tuoi denti sono perfettamente dritti." Mi sorride Connor.
"E dovevi passarle la tua lingua sui denti per scoprirlo?" Jimmy alza gli occhi al cielo e mi prende la mano, tirandomi in casa. "Buonanotte." Chiude la porta.
"Jimmy!" Lo guardo sconvolta.
"Lui non va affatto bene per te!" Dice, prima di tornare in salotto e lasciarmi lì come una cogliona.
Se lo sa lui...

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E Selena è venuta a rovinare tutto c:
Comunque, saltando alla storia.
Spero il capitolo vi sia piaciuto, l'ho scritto di fretta perchè mia madre mi ritira il computer e lo riavrò solo con Grazia di Dio.
Ora sparisco, grazie a tutteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee quelle che recensiscono.
Siete sdjhfgsdhbifdj. 
   
 
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