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Autore: Layla    19/11/2012    2 recensioni
"Apro la porta e vorrei non averlo mai fatto, visto che ho una visione in primo piano del culo del suo ragazzo prima di scollegare del tutto il cervello e mettermi a urlare come una pazza.
"MA VOI SIETE DELLE BESTIE! STATE SCOPANDO SUL MIO LETTO! IO VI UCCIDO!!”
Sto per mettere in atto le mie minacce quando due braccia mi afferrano e, da come si capovolge il mondo, temo che mi carichino sulla schiena del loro proprietario.
Lancio un ultimo sguardo di fuoco a quella bastarda con cui condivido il dna – che ricambia con uno sguardo smarrito – e al tizio che se la stava scopando.

Finisco per identificarlo come Tom DeLonge, uno del nostro anno, a causa dei capelli platinati, del tatuaggio e degli svariati piercing.
[....]“Ah, Ruby Ruby! Dopo tuuuuuuutto il tuo tuonare contro i punk ti interessa uno di loro!”
“Erin vaffanculo!”
E dopo questo brillante scambio di opinioni lascio la stanza di mia sorella, per oggi l’ho sopportata abbastanza e mi ha dato fin troppe cose su cui pensare.
E no, a me non piace Mark.
Ma proprio no!"
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Scott Raynor, Tom DeLonge
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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17) La lunga notte.

 

Ci sono momenti in cui devi tirare fuori tutto il tuo coraggio e non farti distrarre dalle circostanze, ad esempio il fatto di essere mezza distesa sul ragazzo che ami, ubriaco perso e che ti guarda in un modo stranissimo.
Non vorrei vedere quella rabbia nei suoi occhi, è una cosa che mi distrugge e che fa sparire il desiderio di baciarlo.
“Perché sei sempre attaccata a DeLonge?
Sei attratta da lui? Lo capirei, sai?
Anche se è un coglione ha un certo ascendente sulle ragazze e tu sei una ragazza.
Lo abbracci, lo consoli, fai l’amicona con lui e non riesci a scioglierti con me, ti interessa solo lui.”
“NO.
NO e NO!
L’unico motivo per cui faccio l’amicona è perché lui è un amico e non mi interessa, se arrossisco e mi comporto in modo strano è perché mi piaci tu, non De Longe!
E se gli sto attaccata è perché mi ha chiesto una mano con Erin e sto cercando di dargliela non perché mi piace.
Perché non mi credi?”
“Perché anche oggi eri da lui?
Perché prima vi stavate per baciare?”
La rabbia prende possesso di me, perché non mi ascolta?
Perché non mi crede?
“NON CI STAVAMO PER BACIARE! LO STAVO SOLO CONSOLANDO PERCHÉ QUELLA COGLIONA DI MIA SORELLA È SCAPPATA ANCORA UNA VOLTA, NONOSTANTE SIA UNA SETTIMANA CHE LO TENGA SULLA CORDA DOPO CHE LUI LE HA FATTO UNA SERENATA!”
“Serenata?”
Mi guarda perplesso, mi farebbe tenerezza se non fossi così incazzata.
“SÌ, SERENATA! CAPISCI ORA?
E POI SE TU NON MI INTERESSASSI PERCHÉ SAREI QUI?
SEI TU CHE HO CERCATO TUTTA SERA!  TU CHE HO AIUTATO A VOMITARE!
TU CHE HO SCALDATO! TU CHE HO PORTATO A CASA UBRIACO!
TU CHE HO MESSO A LETTO!
SE NON MI FOSSE INTERESSATO NULLA DI TE ME NE SAREI RIMASTA AL LOCALE, MA TANTO TU NON MI CREDI, QUINDI É INUTILE CHE TE NE PARLI!”
Potrei andarmene da questa stanza – sarebbe una perfetta uscita teatrale – ma forse ciò che voglio più di tutto è una risposta da lui, deve essere per questo che mi rannicchio in un angolo del letto lasciando libero sfogo alle lacrime.
Non mi importa che lui le veda, voglio risolvere questa situazione e se per farlo è necessario piangere non mi importa.
Non mi aspetto che lui si rannicchi dietro di me e mi stringa a sé, sentire il suo calore così vicino mi destabilizza, né più né meno che sentirlo sussurrare al mio orecchio.
“Non piangere. Non voglio che tu pianga perché odio  vederti piangere, così come odiavo vederti sempre da sola e incazzata.
Ti ho osservato per un sacco di tempo prima di parlarti e quando ho evitato che uccidessi Tom sono stato davvero felice.
Sono felice di averti conosciuto, sei una persona speciale e ti amo.”
La rivelazione mi lascia fulminata, tanto che per un paio di minuti non ho nemmeno il coraggio di rispondergli, nonostante il mio cuore urli che lo amo anche io.
Sto per girarmi e dirglielo, ma ora sarebbe inutile, perché sento il suo respiro farsi pesante: si è addormentato.
Io sorrido tra le lacrime, accarezzo la mano di Mark che è finita sulla mia pancia e continuo a sorridere.
Non è ancora finita – la notte è lunga – ma già questo mi sembra un buon inizio, una prima vittoria.
“Anche tu sei una persona speciale, il resto al secondo ruond…. E ti amo anch’io.”
Ora devo solo trovare il coraggio di dirglielo quando sarà sveglio, ma penso di essere sulla buona strada, ammesso che voglia ascoltarmi.
Buffo come si complichino le cose semplici.
Con questi pensieri in testa – cullata dal suo respiro dietro di me – mi addormento.
Non so quanto duri di preciso il mio sonno, ma so che a un certo punto sono sveglia abbastanza da percepire un vuoto.
Lui si deve essere alzato, così apro gli occhi e lo vedo: è in piedi davanti alla finestra.
“Come mai in piedi?”
Chiedo con la voce impastata per il sonno.
“Dovevo andare in bagno.
E così mi hai riportato a casa.”
“Già.”
“E mi hai messo a letto e sei rimasta. Ho dei ricordi confusi, ero troppo ubriaco, cosa ti ho detto?”
Io sospiro, il secondo round è cominciato.
“Mi hai chiesto perché oggi fossi con Tom e come mai ci stessimo per baciare.
Ti ho detto che ero da lui perché lo stavo consolando e perché ultimamente lo sto aiutando con Erin. Tu non sapevi che il tuo amico le avesse fatto una serenata caduta nel silenzio più totale da parte di mia sorella ed è questo il motivo per cui lo stavo consolando.
Non ci stavamo baciando.
Mi credi?”
Lui non mi risponde.
“No, non mi credi…
Mi hai anche detto qualcos’altro.”
Si gira di scatto con il panico negli occhi.
“Mi hai detto che sei stato felice di avermi conosciuto e che.. mi ami.”
Lui torna a voltarsi.
“Beh, almeno sai tutto.
La verità è che ti ho osservato un sacco di tempo prima che ci conoscessimo e ho stressato per un sacco di tempo tua sorella perché ti presentasse al gruppo.
Odiavo vederti lì da sola, avevi qualcosa che mi aveva colpito e, con la tua fama, sapevo di non avere possibilità con te se non quella di prendermi una scarpa in testa o una maledizione indefinita.”
Sorrido, mentre una fitta allo stomaco si fa sentire.
“Il giorno in cui finalmente sono riuscito a parlarti, grazie a quel cretino di Tom, è stato davvero un bel giorno e sono davvero felice che sia successo.
Quello che ne è seguito – le nostre cazzate, il consolarti, le avventure a San Diego, i baci – è stata una cosa meravigliosa e mi ha fatto capire che sei una persona fantastica e che non mi sbagliavo.
Sono stato contento di averti conosciuta e, sì, ti amo, ma probabilmente a te non interessa…”
Non può dire così!
Quello che faccio dopo non è premeditato, è puro istinto, visto che mi lancio ad abbracciarlo praticamente sull’orlo di una crisi di pianto.
“NO! NON DIRLO!
Io… tu mi interessi! Santo cielo, non so come fartelo capire o spiegare.
È vero che all’inizio ti detestavo, odiavo trovarti sempre tra i piedi quando volevo stare da sola, ma poi ho iniziato ad apprezzarlo. Ho capito che avevo bisogno di qualcuno che mi stesse attorno, perché da sola stavo affogando e non lo sapevo nemmeno.
Siamo diventati amici e poi è successo qualcos’altro: mi sei diventato indispensabile.
Capisci? Indispensabile.
Forse non è stato nemmeno casuale che diventassimo amici, forse avevo solo paura che diventasse da subito qualcosa di più, volevo controllare tutto, ma certe cose non si controllano e basta.
La verità è che mi sei indispensabile da tanto mi piaci poco ed è per questo che agisco in modo strano, con Tom sono più socievole perché non mi interessa se non come amico.
Tu sei diverso.
Adoro i tuoi occhi, adoro il modo in cui riusciamo a fare gli scemi insieme, adoro il tuo sorriso e – cosa più importante – adoro sentirti ridere.
La tua risata mi fa svoltare la giornata e mi mette sempre di buon umore.
Non so come ci riesci, è il tuo miracolo personale.
Forse ho fatto questo lungo discorso senza senso per farti capire che mi interessi e..”
Mi fermo un attimo, senza fiato.
“E che sono irrimediabilmente persa per te, ti amo.”
Il silenzio che si crea dopo la mia dichiarazione si taglia con il coltello, lui non emette nemmeno un suono e percepisco che sta persino trattenendo il fiato.
Forse sarebbe stato meglio se fossi stata zitta, forse è troppo presto o i ragazzi non vogliono sentirsi dire queste parole.
Lui si volta e mi guarda negli occhi con uno sguardo indecifrabile, a metà tra il sospettoso e l’incredulo.
“Ripetilo.”
“Ti amo.”
Mi bacia e poi mi guarda di nuovo.
“Dillo di nuovo.”
“Ti amo.”
Mi bacia di nuovo e ripete il giochetto per un po’ di volte, fino a che la lastra di ghiaccio che si era formata nella mia pancia non si scioglie.
Sento la felicità che sale a ondate – a ogni bacio, a ogni suo sorriso, ogni volta che vedo la sorpresa lasciare spazio alla felicità nei suoi occhi – e sorrido contro le sue labbra.
“Ti amo anche io e scusa se sono stato così cretino da pensare che ti interessasse Tom.
Io …”
Gli appoggio un dito sulle labbra, sorridendo.
“Non mi devi delle scuse, non fa niente.
Alla fine la sua teoria della gelosia ci ha portato qui.”
Lui alza un sopracciglio perplesso e io scuoto la testa.
“E adesso vuoi baciarmi sul serio o vuoi passare la serata a parlare di Tom?”
Lui mi dona uno dei suoi sorrisi ironici e finalmente mi bacia come si deve.
Mi mancava il suo sapore o il suo modo di baciare, deve essere per questo che sospiro soddisfatta e lascio che la mia mente prenda il volo.
Esistiamo solo noi in questo momento.
Noi e i nostri respiri che si mischiano, i nostri sospiri, i nostri gemiti e la sua risata appena accennata ogni volta che ci stacchiamo.
Non mi accorgo nemmeno che stiamo andando verso il letto finché non ci cado sopra, trascinando Mark con me.
Dovrei fermarmi?
Sì, ma per ora non me la sento.
Lo lascio continuare, al momento sto troppo bene per preoccuparmi delle conseguenze.
Lascio che mi baci il collo e che mi tolga la maglia e – sorprendendomi – anche io inizio a spogliarlo e ad accarezzarlo.
La sua maglietta va a fare compagnia alla mia sul pavimento della sua camera ed è seguita dai nostri pantaloni.
Forse sto correndo troppo e inizio a sentirmi leggermente a disagio, credo sia arrivato il momento di fermarmi, peccato che lui non lo abbia capito.
È eccitato – sento qualcosa che preme sulla mia coscia – basta guardarlo in faccia per capirlo e io vorrei assecondarlo, ma è semplicemente troppo presto.
Me ne accorgo quando le sue mani arrivano ad accarezzarmi le mutandine perché mi irrigidisco all’istante: devo fermarlo.
Interrompo il nostro bacio puntandogli le mani sul petto, lasciandolo – lasciandoci – ansante e perplesso e scuoto la testa.
“Scu-scusa, ma non me la sento.”
Mormoro rotolando via e mettendomi in posizione fetale.
Lo sento sospirare.
“Va bene, vado in bagno. Qualcuno qui deve comunque sfogarsi.”
Io annuisco, sentendomi sempre più a disagio e stupida.
E se lui non volesse una ragazza come me?
La cosa mi riempie di paura e mi porta a fare una cosa irrazionale come alzarmi e seguirlo ed è una cosa che preferirei non avere fatto. Non è il massimo della vita spiare il ragazzo che TU hai fatto eccitare – senza avergliela data – mentre si masturba.
Me ne torno in camera mortificata e mi butto sul letto in attesa del suo ritorno e temendo che lui mi scarichi.
Passo minuti orribili a immaginarmi cosa potrebbe dirmi e quale parole potrebbe usare per mollarmi, tanto che quando lui arriva non sento la porta aprirsi, solo il materasso che si abbassa per il suo peso.
Credo mi voglia persino abbracciare, ma la mia bocca lo precede ed esprime le mie paure.
“Non credo dovresti stare con me, non sono la ragazza adatta a te.
Dio, ti ho costretto a masturbarti!”
Lo sento ridacchiare, poi mi abbraccia e mi lascia un bacio sulle spalle.
“Mi hai visto? È imbarazzante!”
“Oh, lo è.”
Inizia ad accarezzarmi piano la pancia e sussurra di nuovo al mio orecchio, mandandomi in confusione.
“Ma sai cosa penso? Che sia meglio masturbarmi perché tu ti sei tirata indietro che sulle conigliette di playboy, almeno ho una ragazza nel mio letto.”
Arrossisco.
“Sono un disastro.”
Lui ride e  mi bacia sul collo, regalandomi un brivido di piacere.
“Era la tua prima volta?”
“Sì, beh… Data la mia fama nessuno ci ha mai provato, temevano tutti che potessi fargli cadere i testicoli.”
“Lo farai anche con me?”
Gli accarezzo un braccio, sentendolo tremare.
“No, non potrei mai, in fondo con te ho acquistato anche loro, no?”
Lui ride.
“Ti amo quando fai così. Non sentirti in colpa, sono stato troppo precipitoso io, non ho pensato al fatto che fosse la prima volta per te, è normale che le ragazze si tirino indietro se non sono pronte.
Non devi fare niente se non vuoi, hai capito?
Se senti che non è ancora arrivato il momento puoi fermarmi tranquillamente senza sentirti in colpa.
Ti amo.”
Mi dà un altro bacio dietro l’orecchio, facendomi rabbrividire e distruggendomi gli ultimi neuroni funzionanti, visto che mi giro e lo bacio con tutta la passione che ho in corpo.
Non passa molto prima che la stanza si riempia di nuovo dei nostri gemiti e che io mi fermi per guardarlo: ha la gote arrossate e lo sguardo liquido.
“Non è ancora il momento, ma è con te che voglio fare l’amore.”
“E io sarò onorato di essere il primo, così mi ricorderai tutta la vita.”
Io rido, la tensione si è spezzata.
“Ti scoccia se metto la tua maglietta? Ho freddo.”
“Fai pure.”
Io mi alzo e la raccolgo, non è il massimo – puzza un po’ – ma è sua ed è assolutamente perfetta così com’è.
Dio, la serata è svoltata in modo fantastico!
Torno di nuovo a letto rifugiandomi tra le sue braccia, mi fanno sentire protetta e adoro come emetta calore, perciò sospiro soddisfatta.
Sono felice, per la prima volta nella mia vita sono autenticamente e totalmente felice.
“Sbaglio o stai sorridendo?”
“No, non sbagli è colpa tua!”
Lui ride, di nuovo.
“Prima, tra le cose che ami di me ti sei dimenticata di menzionare una cosa: la mia pancia.
O è troppo morbida e non la ami?”
Io scoppio a ridere e gliela accarezzo, è morbida – non è certo un tipo palestrato –  ma mi piace.
“Oh, sì che mi piace. È morbida, è un antistress fantastico!”
Continuo a giochinare con la sua ciccia, fino a che non mi sposta la mano.
“Il mio amico lì sotto potrebbe svegliarsi.”
Io arrossisco.
“Ah, beh… ma non sono certo l’unica che ama le cose morbide o che cospira al risveglio dell’amico ai piani bassi! È la tua mano quella che è finita sulle mie tette e le sta palpando!”
Alzo lo sguardo, giusto in tempo per vederlo arrossire.
“Uhm, sì. Vero! in effetti, per fortuna lì non sei spigolosa, sono un antistress fantastico, problemi?”
“Nessuno, basta che poi non ti devi alzare ancora.”
Lui ride.
“Oh, potresti alzarti anche tu, non lo sai?”
Io arrossisco e nascondo la mia faccia sul suo petto, con nelle orecchie l’eco della sua risata. Odio come abbia capito che mi sto eccitando anche io.
Fortunatamente ha pietà di me e sposta la maledetta mano e riprende ad accarezzarmi la schiena e i capelli, questo lo posso sopportare.
“Meglio?”
“Si, grazie.”
Biascico io, disegnando cerchi sulla sua pancia.
“Sono felice.”
“Anche io.”
“E mi viene da vomitare.”
Alzo gli occhi al cielo e per la terza volta lo assisto mentre sbocca.
“Non ti azzardare mai più a bere così tanto.”
Lui scuote la testa, ridacchiando – buffo, ma bello, come sia passato dal silenzio alla sua consueta allegria –  e si fa accompagnare di nuovo a letto.
Questa volta non c’è molto spazio per le chiacchiere, gli occhi si stanno chiudendo ad entrambi, così ci limitiamo a coccolarci.
“L’avresti mai detto che saremmo finiti così?”
Mormoro io.
“Lo speravo.”
“Ti amo, buonanotte.”
Gli lascio un ultimo bacio a fior di labbra e mi godo le sue carezze che mi conciliano il sonno.
“Ti amo anche io, mia bruja.”
Io mi irrigidisco.
“Oh, so che non ti fa piacere, ma pensavo che associandolo a una cosa piacevole come me ci avresti fatto pace.”
Io ridacchio.
“Ok, puoi chiamarmi così.”
E questa volta il silenzio cala davvero e spero che cali anche il sonno, almeno fino a domani in tarda mattinata.
La notte è stata lunga e faticosa, ma mi ha lasciato in dono qualcosa di assolutamente fantastico: lui.
C’è di che essere felici.

 Angolo di Layla.

Beh, come promesso ecco il diciasettesimo capitolo. Spero vi sia piaciuto. 

Ringrazio viola terracini, eve182, killallyourfriends, MatyOtaku, A_DeLonge182, LostinStereo, DeLonge per le recensioni.

   
 
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