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Autore: Silver_River    19/11/2012    3 recensioni
Mi ero appena svegliato e tu mi guardasti, poi ricordai tutto: uno stupido scatolone mi era caduto in testa e molto probabilmente avevo perso i sensi.
-Come stai Georgie?- morivi dalla voglia di scoppiare a ridere, ma cercavi di trattenerti finché non scoppiai io a ridere al tuo posto.
-Da quanto ‘’dormo’’?- feci finta di pensarci su –Da tre ore circa, mi hai fatto prendere uno spavento!- tornasti serio all’improvviso e ti guardai interrogativo –Stavo pensando che durante una guerra sarebbe stupido morire travolto da uno scatolone… hai altre opzioni caro fratellino e anche migliori!- stavo ridendo come un pazzo nonostante tu fossi serio –Sul serio Georgie… se tu dovessi morire cosa vorresti che faccia?- rimasi colpito da quella frase, entrambi sapevamo che c’era quella possibilità ed entrambi ci pensavamo da tempo, ma sentirla dire ad alta voce fu un’altra cosa.
-Vorrei che vivessi anche per me-
-Anche io George- sorridemmo entrambi.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Fred, ora tocca a te- disse la donna grassottella.

 -Ma io non sono Fred, sono George- disse il ragazzo. -Parola mia, donna! e dici di essere nostra madre? Non lo vedi che sono George?-

-Scusami, George caro-

-Te l'ho fatta! Io sono Fred-

 


 

 

 


Serva me, Servabo te.

 

 

 

 

Caro Fred,
non riesco ancora a rassegnarmi della tua scomparsa, ogni giorno è sempre più dura e non riesco ad andare avanti.
L’altro giorno mamma mi ha chiamato come te, senza rendermene conto scoppiai a ridere e mi girai per farti l’occhiolino per dare il via alle nostre battute, ma tu non c’eri.
Osservai gli occhi di nostra madre luccicare e le lacrime bagnarle il viso, non rimasi lì a consolarla, scappai via da quella realtà come un vigliacco, lasciandola cadere in ginocchio sul pavimento, scossa dai singhiozzi.
Salii le scale di corsa e, arrivato in camera, sbattei la porta con forza e iniziai a piangere e urlare.
Come posso illudermi di vivere senza di te?
Guardai il tuo letto pronto per accoglierti  quella notte in cui lo avresti lasciato di nuovo vuoto come sempre da quando mi avevi lasciato.
Sapevo che se fossi stato lì mi avresti preso a pugni per come avevo lasciato mamma e per quanto fosse difficile, volevo credere che tu fossi con me.
Mi alzai e scesi le scale entrando in cucina: mamma era ancora a terra con le mani a nasconderle il volto. Mi abbassai su di lei stringendola e aiutandola ad alzarsi senza dire nulla.
Si girò a guardarmi negli occhi e mi sussurrò appena –Scusa George- non risposi sicuro di non riuscire a controllare la mia voce ma la strinsi, supplicandola di donarmi in parte quell’affetto che mi era stato strappato via.
Si aggrappò a me, ero convinto che pensasse di star abbracciando anche te, ma non dissi niente.
Non avevo mai visto mamma così debole, non mi ero mai immaginato così solo e sconfitto.
Possibile che fosse tutto vero? Non c’era luce nei miei occhi quando mi guardavo allo specchio e non vedo neanche l’ombra di un sorriso.
Cosa aspetti a venire a prendermi Freddie?
Sono stufo di camminare per questa casa, stanco di vedere il fantasma di me stesso nello specchio.
Riprendimi con te per poter tornare ad essere Gred e Forge come ai vecchi tempi, quando il pensiero della guerra o della morte era lontano anni e luce dal nostro mondo.
Ginny è la persona che più ringrazio, entra in camera mia, nostra, si siede con me sul mio letto e in silenzio, mi sta accanto mentre osserviamo il tuo letto vuoto.
Non parla ne accenna a volerlo fare, qualche volta la vedo sorridere, immagino pensando a te e vorrei abbracciarla, ma resto immobile chiuso nel mio dolore.
Passa le ore seduta li con me e quando arriva il momento di andarsene, si alza dolcemente, mi bacia la fronte ed esce dalla stanza senza proferir parola.
La mattina quando mi sveglio mi trovo in un bagno di sudore e con il cuore a mille, è sempre il solito sogno, il solito dolore. Ho smesso di chiedermi se prima o poi cesserà perché so che non lo farà.
Sono stanco Fred, voglio dormire e non svegliarmi mai più.
Al matrimonio di Bill e Fleur eravamo tutti sorridente ricordi?
A quello di Ginny e Harry a malapena ero presente.
Un nostro zio di non so quale grado mi ha chiesto dove avrebbe potuto ‘’salutarti’’, papà era dietro e aveva sentito tutto, si girò in tempo per prendermi prima che cadessi in ginocchio sul prato. È preoccupato del fatto che non voglia più vivere. A volte viene in camera mia, nostra, a parlarmi per tentare di farmi confessare, ma quando capisce che non lo sto nemmeno ascoltando si alza, mi da una pacca sulla spalla ed esce.
Charlie e Bill vengono a trovarci più spesso ora e quando salgono in camera mia, nostra, mi trovano nella stessa situazione in cui mi trova Ginny.
Si limitano a salutarmi, consapevoli degli sforzi inutili di papà e gli altri.
Ron non lo vedo quasi più, per lui è difficile quanto me stare in quella casa dove i tuoi ricordi sono presenti in ogni angolo.
Lui ed Hermione hanno deciso di sposarsi e mi hanno chiesto di fare loro da testimone.
Dopo la cerimonia, dove tutti sorridevano come se nulla fosse successo, mi rinchiusi in camera mia, nostra, a fissare di nuovo il tuo letto.
Perché festeggiare quando stai annegando nel tuo dolore? Non sentii neanche la porta aprirsi finché non mi accorsi di Harry che mi guardava. Mi asciugai in fretta le lacrime che mi bagnavano il volto e mi alzai.
Non tentò di sorridere o convincermi a scendere, lui capisce perfettamente ciò che provo, come me ha perso tutto. Senza neanche accorgemene ero stretto a lui mentre altre lacrime percorrevano il mio volto. –Vorrei che fosse qui- mi strinse forte, non c’era bisogno di chiedermi chi, era troppo evidente. Pacche di consolazione mi battevano sulla spalla ma non era abbastanza, non sarebbe mai stato abbastanza.
-Ron ti sta aspettando- ricordi quanto poco eravamo legati a lui? Be’ adesso lui mi aspetta sempre, mi scrive sempre nonostante sappia che non risponderò mai alle sue lettere.
Scesi le scale con Harry pronto a festeggiare un altro giorno inutile, senza di te.
Percy è rimasto a vivere alla Tana, lavora e aiuta mamma in casa. A volte entra in camera mia, nostra, e mi parla di quei noiosi progetti a cui sta lavorando sperando di strapparmi un sorriso. L’altro giorno, stufo dei suoi inutili tentativi, mi ha urlato contro. Non ho ascoltato nulla di quello che ha detto, solo una richiesta assurda che mi ha fatto –Ritorna a vivere George, fallo per mamma, per papà, per lui- non ricordo perché, ma quella volta gli risposi –Come posso vivere se lui… è morto? Vattene Percy- lasciò la stanza consapevole che George Weasley non sarebbe più tornato.
Ho abbandonato il nostro negozio Fred, mi dispiace.
Come potevo tornarci se tu non c’eri? Non l’ho neanche venduto, appartiene a noi.
Mamma è a pezzi, vorrei tanto aiutarla ma non riesco a rialzarmi io, come posso aiutare lei?
Ho preso le mie cose e mi sono trasferito a Diagon Alley, senza me magari riuscirà ad andare avanti.
Stavo tornando da casa di Harry e Ginny quando vidi Angelina, anche lei mi vide e mi corse incontro abbracciandomi.
Ero convinto che pensasse fossi te ma quando si staccò, si fece forza e mi chiese – Sopravvivi George?- mi limitai ad annuire.
I giorni passano e in realtà sembra che il tempo si sia completamente fermato per intensificare il mio dolore e prendersi beffa di me. Vorrei averti accanto, sentirti ridere o semplicemente sentire che respiri ancora.
L’altro giorno era Natale, ci siamo tutti radunati alla Tana, dico tutti perché sono sicuro che anche tu eri presente. Mamma mi ha regalato due maglioni quest’ anno: uno aveva la mia iniziale, l’altro la tua. Ho guardato nostra madre e per la prima volta le ho sorriso –Grazie-. Si è illuminata anche lei, ha capito che l’unico modo che ho per sopravvivere è averti accanto.
Ho cercato di sorridere a tutti, pure ad Hermione che mi ha regalato un libro a sua opinione di lettura leggera.
Dovresti vederlo Georgie, è quasi alto quanto quello di Storia di Hogwarts! Ha pensato che mi facesse bene leggere qualcosa, non le ho dato della pazza solo per educazione, io leggere?
Non per niente ho preso la decisione di far quel teatrino alla Umbridge al nostro ultimo anno, ricordi?
Mi ricordo ancora la faccia di mamma quando ci ha trovati in cucina a ridere a crepapelle.
Sono tornato nel mio appartamento a sera tardi, mamma voleva rimanessi li a dormire, credo si senta sola ma da una parte si sente più leggera senza il tuo volto in giro per casa. Ho rifiutato, non potevo tornare dove tu non saresti mai arrivato, anche qui di certo non verrai, ma la era troppo facile credere che saresti entrato dalla porta di camera nostra e ti saresti buttato a peso morto sul letto.
No, ho sbagliato parola e questo mi fa ripiombare nel mio dolore. Come vorrei che fossi qui accanto a me, Freddie.
Potresti essere ovunque in questo momento ma ti immagino ancora accanto a me, ti vedo sai? Quando mi guardo allo specchio so che dall’altra parte ci sei tu, ne sono più che sicuro.
Ti parlo durante il giorno e so che tu mi ascolti e che vorresti che io andassi avanti anche per te, ma dove la trovo quella forza?
Ti ho sognato Fred, non ci posso credere era così vero questa volta! Non si trattava della tua morte, ma mi ritrovo lo stesso a piangere, quanto mi manchi fratellino.
Sono andato alla Tana e ho chiesto a Percy di accompagnarmi al nostro negozio, non so perché ma avevo bisogno di un posto dove ascoltare le nostre risate e avevo bisogno di qualcuno che mi sostenesse.
Colto di sorpresa, Perce tra un po’ cadeva dalle scale ma alla fine abbiamo raggiunto la vetrina del negozio. Ho rivisto davanti ai miei occhi la prima volta che siamo entrati in quell’appartamento, era un vero schifo, poi quando facevamo avanti e indietro con gli scatoloni mentre la gente ci guardava sconvolta vedendoci ridere in un periodo come quello.
È come tornare indietro, solo che adesso sono io ad aver bisogno di ridere. Percy mi poggia una mano sulla spalla –Andiamo George- giro la serratura e per un attimo mi balza per la testa la speranza che dentro ci sia tu ad aspettarmi, ma questa se ne va prima ancora di accendere la luce perché ancora per una volta tu non ci sei.
Poi vedo uno scatolone e un altro amaro ricordo mi travolge.
Mi ero appena svegliato e tu mi guardasti, poi ricordai tutto: uno stupido scatolone mi era caduto in testa e molto probabilmente avevo perso i sensi.
-Come stai Georgie?- morivi dalla voglia di scoppiare a ridere, ma cercavi di trattenerti finché non scoppiai io a ridere al tuo posto.
-Da quanto ‘’dormo’’?- feci finta di pensarci su –Da tre ore circa, mi hai fatto prendere uno spavento!- tornasti serio all’improvviso e ti guardai interrogativo –Stavo pensando che durante una guerra sarebbe stupido morire travolto da uno scatolone… hai altre opzioni caro fratellino e anche migliori!- stavo ridendo come un pazzo nonostante tu fossi serio –Sul serio Georgie… se tu dovessi morire cosa vorresti che faccia?- rimasi colpito da quella frase, entrambi sapevamo che c’era quella possibilità ed entrambi ci pensavamo da tempo, ma sentirla dire ad alta voce fu un’altra cosa.
-Vorrei che vivessi anche per me-
-Anche io George- sorridemmo entrambi.
Mi ritrovo a guardare lo scatolone mentre piango e rido con Percy che mi fissa.
-Tutto bene George?- mi giro verso di lui mentre penso ‘’Era questo che volevi Freddie? Ci dovrò lavorare’’ – Forza Percy, c’è tanto da fare prima di riaprire questo negozio, sarà meglio chiamare anche Lee-
Serva me. Servabo te, Fred.

Spazio autrice:

Lo so, non mi faccio viva da moltissimo tempo ed è vergognoso, non riesco mai a scrivere e ho a disposizione pochissimo tempo.
Questa storia l'ho messa giù questa estate verso le tre del mattino, quindi se ci sono errori scusatemi ma ho voluto pubblicarla così com'era.
Perchè pubblicarla adesso e non questa estate?
Me lo sono chiesta anche io molte volte perchè non l'ho pubblicata questa estate, forse perchè volevo migliorarla... O forse perchè mancava semplicemente la voglia.
Vi chiedo scusa lo stesso.
Faccio solo una piccola precisazione: il titolo e l'ultima frase significa: Salvami. Ti salverò. Viene dal latino, non è opera mia ma del libro 'Innamorata di un angelo' .
Spero di non avervi annoiato troppo.
Grazie a chiunque lascerà una recensione e a chiunque leggerà semplicemente.
Un bacio

  
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