Presuntuosa si impossessò di me, a pensar che con la sola forza di volontà, sarei riuscita nel mio intento.
La speranza si era presa beffa di me, nell’offrirmi delle occasioni, ma dietro l’angolo attendeva solo il tempo del fallimento, per provare l’unica gioia del “tel’avevo detto."
Non perse tempo a rinfacciarlo. Nelle notti senza luna, nei sogni, nelle letture dei giorni avvenire. Era un continuo bombardamento.
Ogni mia forza si arrese, ogni luce sembrava svanire. Erano solo illusioni? Mi immaginai tutto?
La fanciulla che dimora in me sprofondò ne buio.
Di nessuna speranza continuò a vivere.
Seppur avesse la verità davanti l’occhi, credeva che l’essere umano batter il fato potesse, che le probabilità sapesse riscrivere.
Ma natura è maligna, e la vita ride dietro noi.
Che senso ha dare vita se per un nonnulla la si leva?
Perché mai farci così umani se per questo ci sembrar di morire?
Abbandonati al nostro destino siamo, ma nessuna Parca scrisse ancora di noi.
Se natura è maligna, quanto potremo esserlo noi?
Nota dell'autrice:Il pessimismo di Leopardi mi ha influenzato parecchio in questo periodo, per questo gli ho "dedicato" questo pezzo. Ho preso un po' delle sue parole, e un po' dei miei sentimenti. Un esperimento che spero sia riuscito, almeno un pochino, bene.