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Autore: LadyPalma    19/11/2012    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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10.


C’era qualcosa di strano a Palazzo quella sera. Sembrava all’apparenza una normale festa, una di quelle indette da Sua Maestà per celebrare indipendentemente un matrimonio o un funerale, e difficile era ad un occhio esterno agli intrighi di corte, riuscire a capire quale fosse l’occasione del momento. Ciò che però ad ogni modo rendeva quella serata particolare era che  l’attenzione generale sembrava monopolizzata da un unico punto della sala che coincideva, com’era da aspettarselo, proprio con il trono reale. Una qualche novità doveva essersi verificata di sicuro… Ora che Anna Bolena aveva davanti a sé meno di cinque giorni di vita, era probabile che il Re avesse già in mente una nuova moglie e che quella magari fosse la serata della sua presentazione. Tutti fissavano la stessa direzione, tutti sussurravano sullo stesso argomento, ma Gregory non riusciva proprio a cogliere qualcosa di significativo in quella folla, forse perché in fondo non gli interessava neppure comprendere; poi come per magia, o forse per ciò cui la psicologia darà qualche secolo più tardi il nome di fenomeno del “cocktail party”, si voltò di scatto nel sentirsi chiamare. Non era amante delle feste o del ritmo di Corte, come è cosa già nota, sembrava estraneo ai pettegolezzi e non era avvezzo alle chiacchiere; c’era in definitiva poche cose in grado di attirare la sua di attenzione. Lucia era una di queste.

“Chi non muore si rivede!” esclamò lei avvicinandosi con un radioso sorriso.

Il ragazzo rispose al sorriso e la guardò in silenzio per qualche istante. Possibile che la sola vista di quella dama riuscisse letteralmente a lasciarlo senza parole?

“Che sta succedendo?” chiese finalmente rompendo il silenzio, per celare l’imbarazzo più che per reale interesse.

“Come cosa sta succedendo?” ripetè Lucia confusa “Non ditemi che non sapete cosa sta succedendo!”

“No…” ammise sinceramente Gregory “vedo solo tutti sorpresi e stupiti, ma non riesco a capire quale ne sia il motivo…” continuò lanciandosi un’occhiata intorno.

La dama lo fissò per un po’ sbalordita, poi iniziò lentamente a ridacchiare; il giovane Cromwell normalmente avrebbe preso quel gesto come una presa in giro e si sarebbe innervosito, ma conoscendola si limitò semplicemente a lanciarle un’occhiata indispettita.

“Guarda!” disse allora lei indicando il trono accanto al Re, quello solitamente destinato alla Regina che appariva adesso occupato da qualcuno “Stanno tutti fissando la Regina Caterina!” spiegò poi, rivelando il nome della donna del mistero.

“La Regina Caterina?” ripetè lui immediatamente sgranando gli occhi “Vuoi dire che lei è qui?” chiese sempre più confuso.

Lucia annuì distrattamente, mentre fissava un punto oltre la spalla del ragazzo, poi si inchinò improvvisamente e solo allora voltandosi, Gregory potè rendersi conto della reale presenza in carne ed ossa della donna che fino a qualche giorno viveva nascosta a casa sua, mentre mano nella mano a Enrico VIII raggiungeva il centro della Sala. Si inchinò anche lui e poi li osservò danzare: c’era davvero qualcosa di strano quella sera, anzi di quasi surreale; ma quando vide altre coppie unirsi ben presto al ballo e lanciò una rapida occhiata alla bella dama italiana, ogni pensiero nuovamente passò in secondo piano.

“Allora, mi concedete l’onore di questo ballo?” le chiese porgendole una mano.

La risposta di Lucia è facilmente immaginabile: pochi istanti dopo una nuova coppia stava ballando e Gregory potè giurare di aver visto la Regina, sua preziosa insegnante di ballo, fargli un occhiolino.


**


La Corte ai suoi occhi non era mai stata così brillante, forse perché adesso per la prima volta la guardava con occhi diversi, per la prima volta dopo tanti anni essa tornava ad essere centro di una gioia di cui anche lei poteva godere e non assistere come comparsa indesiderata. Le luci l’abbagliavano, la musica la sorprendeva e gli sguardi degli altri la spaventavano e divertivano allo stesso tempo. E Caterina sorrideva, la mano di Enrico sulla sua e il suo sorriso tutto per lei… Quanto le era mancato, il suo sorriso, il suo tocco, tutto.

“Balliamo?” le aveva chiesto improvvisamente portandosi la sua mano alle labbra e fissandolo con uno sguardo inequivocabilmente innamorato e lei aveva immediatamente accettato.

E adesso erano lì, a ballare nuovamente insieme dopo quasi dieci anni; sembrava tutto così surreale e invece era vero e lei non aveva dubbi sul fatto che la felicità era vicina, non solo per lei ma per tutti. Lei era di nuovo Regina, sua figlia Maria era di nuovo Principessa, i Bolena stavano per essere sconfitti: sembrava la chiara dimostrazione di come a volte anche la realtà ha il suo lieto fine, come una fiaba.

“Siete così bella” le sussurrò Enrico all’orecchio facendola sorridere “Vi prometto che vi renderò di nuovo felice Caterina e cercherò di rimediare a tutto ciò che è successo…Cercherò di fare tutto ciò che può compiacervi, non dovete fare altro che chiedere”.

“Enrico…” disse lei semplicemente, stupita da quelle parole e lanciandosi un’occhiata intorno temendo ancora di trovarsi solo in un sogno.

“Volete un’alleanza con vostro nipote l’Imperatore? O forse restaurare pratiche religiose? Magari sono alcuni collaboratori che non vi piacciono, come per esempio Cromwell, se volete potrei ridimensionare il suo potere o perfino…” continuò il Re pensieroso, cercando di compiacerla.

“No… no Cromwell è… va bene” balbettò immediatamente, mentre il sorriso spariva dalle sue labbra nel pronunciare quel nome.

Proprio in quel momento Gregory Cromwell passò davanti a lei in compagnia della migliore amica della figlia, Lady Lucia; istintivamente gli sorrise e gli fece un occhiolino sentendosi in qualche modo orgogliosa di quel ragazzo. Anche lui avrebbe avuto il suo lieto fine, e lei doveva vivere il suo adesso, completamente. Riportò lo sguardo su Enrico e dopo qualche istante lui era lì a baciarla davanti a tutti, ma in mezzo a quei tutti c’erano solo loro due, gli altri non esistevano e non dovevano esistere, in quella sala come nella loro testa.


**


La fiaba continuava anche per Maria, ma non esattamente come lei voleva. Il suo ritorno a Corte aveva destato lo stupore generale e quasi nessuno era riuscito a riconoscerla dopo tutti quel tempo lontana; l’attenzione era più rivolta su sua madre a dire il vero, ma era lei a detenere il monopolio degli ambasciatori, che tentavano di proporle un vantaggioso matrimonio. “Poveri illusi” diceva tra sé e sé sorridendo, rispondendo gentilmente alle domande e guardandosi intorno. Dopo quasi un’ora, riuscì a trovare finalmente l’oggetto della sua ricerca, Charles ovviamente che non vedeva dal suo arrivo a Palazzo, ma il sorriso le si gelò rapidamente sulle labbra quando lui, passandole accanto, la superò senza degnarla di uno sguardo.

“Scusatemi, Vostra Eccellenza” disse Maria interrompendo un’altra domanda dell’ambasciatore di Milano e congedandolo, chinando il capo.

Uscì dalla stanza, con passo spedito, cercando tuttavia di non destare sospetti e raggiunse finalmente il Duca di Suffolk. Il corridoio era deserto, c’era solo lui davanti a lei, che lo teneva fermo per un braccio.

“Charles, dove andate?” chiese confusa da quell’atteggiamento.

“Mi ritiro nelle mie stanze, Vostra Altezza, sono solo passato a rendere omaggio alle loro Maestà” disse lui ostentando una fredda indifferenza, senza neppure voltarsi.

“Vostra Altezza?” ripetè in un sussurro lei sgranando gli occhi “Vostra Altezza?” ripetè poi nuovamente adesso a voce più alta “Cosa significa tutto questo?” chiese con la voce incrinata da un pianto ancora inesistente. Non sapeva perché, ma sentiva crescere in lei la voglia di piangere, si sentiva morire ed erano state quelle semplici parole a ferirla.

“Niente, non è mai significato nulla…” rispose lui voltandosi, continuando tuttavia a tenere lo sguardo lontano “Anzi, dimenticate ogni cosa, meritate di meglio, tra poco vi sposerete con un principe o un duca straniero e sarete felice…” disse poi, divincolandosi da lei e riprendendo a camminare.

Mary provò a chiamarlo ma era come se la voce le fosse improvvisamente sparita. Lo fissò andare via, poi quando uscì dalla sua visuale, sentì le gambe diventare deboli e si ritrovò a terra con la testa tra le mani. Non riusciva nemmeno a piangere, le lacrime sembravano inutili mentre osservava non vista la sua fiaba diventare tragedia. C’era stato il castello, il Re raggirato, la strega cattiva, le prove da superare e i buoni aiutanti, ma alla fine il principe se n’era andato.

“Principessa!”

Una voce la risvegliò da quel dolore e alzò lo sguardo leggermente, solo per trovare la figura di Thomas Cromwell che l’aiutava ad alzarsi. Buffo come quell’uomo sembrava davvero cambiato, buffo come era stato l’aiutante principale, buffo come non ci trovava nulla di buffo adesso.

“Mastro Cromwell voi credete nelle fiabe?” gli chiese guardandolo, ancor prima di realizzare davvero a chi stesse rivolgendo una domanda simile.

Ma il Lord Cancelliere non ebbe nulla da obiettare, la fissò per qualche istante pensando a una risposta e poi annuì lentamente.
“Non credo nel lieto fine” rispose infine con una punta di tristezza nella voce.

E in quell’istante, due persone che non si erano mai parlate prima in tutta la vita, improvvisamente capirono, trovando la loro stessa paura impressa negli occhi dell’altro. Era finita, e tutta quella presunta felicità che credevano di raggiungere con il potere, titoli e ricchezze era solo una mera bugia. 


   
 
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