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Autore: fredlove    20/11/2012    3 recensioni
Morgana gli era ancora più vicino, ed al diavolo l'etichetta di corte.
- Merlino -
Lui la guardò e qualcosa cambiò, si ruppe, dentro di lui. La castellana gli stava offrendo l'appoggio che tanto desiderava, ma che non voleva chiedere.
Il dolore per la perdita oltrepassò l'argine che aveva tenuto saldo fino a quel momento. E l'abbraccio di Morgana, per lui, sembrava la riva su cui naufragare.
Non seppe quando cadde in ginocchio, e lei lo seguì. Non seppe come si ritrovò a piangere calde lacrime, di dolore e rabbia, con il viso nascosto contro il seno di lei. Si sentiva, lentamente, svuotare.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Morgana
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chiedo venia, se il capitolo sembra... corto?! Ma più di così non potevo fare!!!





Cap 7





- La magia è un dono, mia signora -
Il vecchio Druido, offrì loro una tazza di tisana fumante, mentre si riscaldavano accanto al fuoco. Almeno la pioggia era diminuita.
- La magia è nell'insieme delle cose. Della terra, dell'acqua... del fuoco e dell'aria. - continuò - Anche nel semplice sorgere del sole e della luna. -
Merlino in silenzio ascoltava. Gaius gli aveva detto già quelle cose. E lui l'aveva ripetute a Morgana.
Ma sentirle da un venerabile Druido, era tutt'altro. Il solo sentirlo parlare, gli sembrava qualcosa di mistico, affascinante. E dire che lui parlava con un Drago vecchio di mille anni!
Osservò Morgana, oltre l'orlo della tazza, di fronte a lui.
Sembrava rapita, ed in pace con sé stessa. Forse sentiva che la stava osservando, perché ad un tratto si voltò.
Incrociando lo sguardo verde smeraldo con il suo. Merlino deglutì.
Da quanto, lo affascinavano quegli occhi? E le labbra?
Riprese ad ascoltare il Druido, che rispondeva ad una domanda di lei - Uther odia la magia, solo perché non la conosce pienamente. Uther, ne ha conosciuto solo la parte peggiore. Senza una morte, non ci può essere una vita. È per l'equilibrio delle cose. -
Uther. Solo il nome lo faceva innervosire, ma decise di non pensarci. Perchè, poi?
Aveva pure promesso la donna che amava, a qualcun altro. E non uno qualunque. Il mandante della morte di sua madre. Della fine di Eldor.
Gli scivolò via una lacrima, e deglutì prima di borbottare una scusa per alzarsi.
Si rintanò nella tenda che avevano adibito per lui, sedendosi a gambe incrociate su quel giaciglio improvvisato di paglia e coperte.
Respirando profondamente.

- Merlino?-
Morgana fece capolino, quasi un quarto d'ora dopo, scostando l'entrata della tenda.
- Tutto okay?-
Lui annuì - Più o meno. - la guardò - Ha risposto alle vostre domande?-
- In gran parte. Per le altre, ha detto che devo trovare la risposta da sola. -
- Enigmatico... - le sorrise asciugandosi gli occhi - Dovreste dormire, siete stanca. Mancano quattro ore all'alba.-
- Posso rimanere qui con te?- chiese senza preamboli. - Se ho ... degli incubi?-
- Ne siete sicura? Vi fidate di me, a tal punto?-
- Perché... - era entrata del tutto nella tenda - Dovrei aver paura di te?-
Silenzio.
- O sei tu, ad aver paura di me?-
Merlino sorrise appena ma continuò a restar in silenzio, nel guardarla. Accidenti se era bella, seppur con i capelli umidi ed un po' in disordine. Ed un vestito poco adatto per una nobildonna.
- Rispondi. Hai paura di me?-
- Non mi fido di me stesso, quando siete con me. - ammise.
- Davvero?-
- Non siete spaventata? - le domandò, quando lei gli si stese accanto.
Lei lo guardò sorridendo - Potrei sempre sfinirti, facendo l'isterica. - e nel dirlo, si era sciolta del tutto i capelli.
Merlino sobbalzò internamente. Era un gesto tanto semplice, quanto sensuale. Deglutì, mentre istintivamente allungava una mano. Scostandole, dolcemente, un boccolo ribelle dal viso.
- O parlare a sproposito.- continuò lui.
- Vedo che mi capisci. -
Se era imbarazzata, non lo diede a vedere. Intanto Merlino si diede dello stupido, solo per quel gesto affrettato.
- Vedo che rammentate poco... - le disse dopo un po' di silenzio. - Io vi adoro - sottolineò apposta le parole, mentre la guardava - Quando parlate a sproposito e siete isterica. -
- Non sono isterica!-
- Certo che lo siete!-
- No!-
- Sì. Siete isterica. - le sorrise, prima di diventare serio - E siete bellissima. Non sposate Re Salazar. Non ho niente da offrivi... ma vi amo.- la guardò - Ti amo, Morgana. - si corresse.
Provando la pazza voglia di baciarla. Doveva baciarla.
- Sono una dama isterica, la figliastra del re. Tu, il servo di Artù - disse lei malinconica. - Merlino, non... può... accadere. Non deve. -
- Vuoi che accada?- la guardò e nel domandarglielo si era chinato verso il suo viso. - Vuoi che accada, Morgana?- le domandò più dolce.
Lei lo guardò soltanto. In silenzio.
Voleva che accadesse?
Il silenzio, Morgana tentennante e così pensierosa, erano cose nuove per lui.
Che fosse dannato! Quel silenzio lo stava uccidendo!
- È la prima volta che vi vedo così - disse rompendo il silenzio.
- Così come?-
- Titubante. - fece spallucce - Perdonatemi se vi ho turbata, milady. Dormite ora. -
Si stese apparentemente tranquillo, le braccia sotto la testa, anche se cercava di capire come e perché si era dichiarato. Forse era meglio se l'avesse baciata, beccandosi uno schiaffo e la gogna. Sarebbe passato come un piacevole incidente.
Il fruscio delle vesti di Morgana, non lo disturbavano. Il respiro silenzioso, accompagnato dal rumore leggero della pioggia, nemmeno.
Non era coerente nemmeno con se stesso! Il silenzio di Morgana lo uccideva e lo tranquillizzava allo stesso tempo.
- Avete freddo?- le domandò, notandola di spalle.
- No, sto bene. Grazie. -
- Notte, Milady. -
- Notte, Merlino. -
Ancora silenzio. Merlino chiuse gli occhi, per lo meno per evitar di pensare ad ogni cosa. Giusta o sbagliata che fosse.
Ma un movimento, di lei, lo mise in allerta.
- Merlino -
Quando aprì gli occhi, si trovò lei di fronte al viso. La guardò interrogativo, prima di agire d'istinto. Allungò il braccio per passarglielo dietro alle spalle e la fece adagiare sul suo petto.
- Dormite, ora. -
Iniziò a canticchiare una piccola nenia, passando le dita tra i suoi capelli, poi sul braccio di lei.
Su e giù.
Si fermò, solo, quando lei gli cinse la vita con il braccio mettendosi più comoda.
-Ho sbagliato qualcosa? - sollevò il viso per guardarlo.
- No.. non credo. Sempre se siete voi a volerlo.-
Lei fece una smorfia - ... Torna a cantare, Merlino...- si riadagiò sul suo petto - E non ti ho detto, mica, di fermarti con le dita!-
Merlino sussultò ridendo. - Viziata -
- Vorrei dormire, Merlino. Fa silenzio. -
- Iniziamo bene!-
Fu il turno di Morgana, per ridere apertamente.

   
 
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