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Autore: Mary West    20/11/2012    4 recensioni
Caro signor Black,
siamo lieti di informarLa che Lei è stato ammesso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Just a day


Un giorno. Mancava un solo giorno.
Ancora un piccolo passo per la libertà.
Sirius si svegliò con quel dolce pensiero, la mattina dell’ultimo di Agosto.
Si rigirò nel letto, affondando il viso nel cuscino e tenendo ancora gli occhi ben chiusi. Sapeva che era solo questione di minuti, prima che la voce di sua madre lo facesse scendere bruscamente dal letto e a quel punto i sorrisi sarebbero notevolmente diminuiti.
Diede un sospiro sognante, cercando di immaginare, per l’ennesima volta, la vita nel castello.
Finalmente, avrebbe potuto dormire fino a tardi nei fine settimana, volare ogni volta che ne avesse avuto voglia, mangiare i dolci che più gli piacevano. Non ci sarebbe stata sua madre a rimproverarlo di non essere all’altezza del suo nome o suo padre a rivolgergli occhiate di disprezzo e rancore né Regulus e Bellatrix ad accusarlo ingiustamente delle loro malefatte.
Un altro sospiro gli sfuggì dalle labbra e si sentì leggero come un palloncino.
Stava cercando di ricordare qualcosa a proposito di un passaggio segreto di cui gli aveva parlato Ted, il marito di Andromeda, quando la voce di sua madre risuonò dalla cucina.
Sirius ignorò il richiamo e continuò a pensare.
Secondo quadro a destra dopo la prima scala al terzo piano…
Di nuovo, il suo nome riecheggiò per le scale e Sirius seppe di non poter fingere ancora per molto.
Con uno sbuffo seccato, scostò il sottile lenzuolo che lo copriva e indossò la vestaglia da camera, trascinandosi pigramente verso le scale. Sua madre era seduta vicino alla porta della cucina e parlava a voce alta con Kreacher, dandogli frettolosamente istruzioni.
“E quando avrai finito di sistemare le camere dei signorini, occupati del salone. Stasera vengono a cena Cygnus e Druella e ceneremo in salotto: voglio che tutto sia perfetto. Mi sono spiegata, Kreacher?”
“Buongiorno, madre.”
Walburga lanciò uno sguardo esasperato al figlio, stringendo convulsamente le pallide labbra sottili.
“Sirius, quante volte lo devo urlare il tuo nome perché tu senta?”
Sirius si sedette dall’altro capo del tavolo e si versò una generosa quantità di latte nella tazza che aveva di fronte, fingendo di non sentire. Era una tattica che aveva messo in pratica sin da piccolo e si era reso conto che ogni risposta da parte sua diventava pretesto per un castigo. In quel modo, evitava di essere punito e che gli rovinassero la giornata.
“Dopo che avrai finito di far colazione, spero avrai il buon senso di lasciare libera la stanza. Kreacher si occuperà di sistemarla e di prepararti i bagagli per domani. Hai controllato che non ti manchi niente?”
Sirius ingoiò il suo pane tostato e rispose pacato: “Certo.”
“Bene. Nel vestibolo, ti ho fatto preparare l’abito per stasera”
Sirius, che aveva la testa ancora al passaggio segreto del terzo piano, trasalì bruscamente, versando un po’ del suo latte sulla tovaglia che ricopriva il pesante tavolo di mogano.
“Stasera?” boccheggiò senza fiato.
Walburga gli rivolse un’occhiata impaziente.
“Stasera, Sirius. Vengono i parenti.”
“Ma io non posso riceverli, madre. Devo riposare per domani” tentò lui, con tono quasi implorante.
“Ne dubito seriamente, Sirius. Vengono apposta per te” replicò sua madre con voce gelida.
“Ma madre…”
“Basta così, Sirius. Ora va’ a prepararti.”
Sirius serrò la mascella, mordendosi il labbro inferiore con tanta forza che presto avrebbe cominciato a sanguinare. Senza finire la sua colazione, ritornò al piano superiore e si chiuse in bagno.
Quando ne uscì, Kreacher aveva già rifatto la sua stanza. Sopirò pesantemente e si lasciò cadere sul letto appena ordinato, guastandolo tutto; il suo sguardo cadde sulla bacheca sopra la tastiera su cui era affisso un foglio di pergamene scritto con un inchiostro verde brillante.
Caro signor Black,
Siamo lieti di informarLa che Lei è stato ammesso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Un sorriso gli incurvò le labbra brune e il pensiero dell’agonia che lo attendeva quella sera passò immediatamente in secondo piano.
Ancora un giorno. Solo un giorno.
















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Buongiorno a tutti ed eccomi ancora qui :)
Devo dire che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa in questo fandom che non fosse di animo Auror e oggi ho ritrovato questo file tra le storie scritte che non ancora non aveo pubblicato, così ho pensato di postare :)
Si tratta di una piccola one-shot davvero senza pretese in omaggio al nostro fantastico Padfoot e al suo spirito così libero. Il momento, credo si sia capito, è collocato il 31 Agosto del primo anno ad Hogwarts dei Malandrini. Inizialmente questa storia doveva esser scritta per un contest, ma per varie motivazioni che non sto qui a spiegare la cosa non è andata in porto, però volevo pubblicarlo lo stesso. ^^
I nomi citati sono parenti dei Black. Spero sia tutto chiaro; in caso contrario, chiedete e vi sarà risposto. XD
Spero comunque che la storia verrà gradita. <3
Un bacio a tutti e alla prossima, Mary.
   
 
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