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Autore: Cretina_numero_1    20/11/2012    0 recensioni
Questa è una storia penso io originale, non mi sembra di avere mai letto una cosa del genere, spero che vi piaccia a me come idea non sembra male, ma siete voi che dovete giudicare.
Ora sarà meglio che parli della storia altrimenti non è un introduzione.
Questa storia parla di Madison una ragazza di diciassette anni che vive a Londra, in un orfanotrofio con i bambini (anche lei è orfana non da molto tempo), prima che fosse orfana era una bimba che aveva tutto, cambia tutto quando un giorno incontra suo fratello e... Beh ora non anticipo più se volete sapere di più leggete i capitoli, spero di avere tante recensioni e cercherò di continuare tutte le storie.
beh un saluto da Cretina.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto va male, ma mille emozioni provo!
 
 
Heylà bella gente,
sono di nuovo io (Cretina) con una storia tutta mia.
Non so se qualcun altro ci ha mai pensato, ma se fosse così a me è venuta di colpo leggendo una delle solite storie dove: lei è bella, ma si crede brutta e si innamorano e via e via.
Non so se vi piacerà ma io ci provo; nel caso non vi piacesse ditemelo cercherò di cambiarla e di renderla interessante, lo so che devo ancora finire le altre, ma inizierò lo stesso questa nuova storia e cercherò di continuarle tutte spero le leggiate tutte e di ricevere recensioni con i vostri pareri.
                                                                                                                    Cretina.

 
                                                                                    “Non tutto va come vorremmo che andasse, possiamo solo andare avanti con tutte le nostre forze
 
E anche quel giorno era come gli altri, scarsi e con poco riuscimmo ad andare avanti, sembrava molto difficile ma ce l’avevamo fatta nonostante non tutto andasse sempre bene.
Ero (e sono tuttora) Madison,avevo diciassette anni e vivevo a Londra una città molto bella secondo tutto il mondo, ma a me questa città non ha dato altro che sofferenze, la gente era crudele e molto menefreghista, anche se c’erano alcune eccezioni.
 
Si, Londra la città del Big Bang, dei famosi monumenti che tutti conoscevano e che tutti una volta nella vita andavano a visitare, la città dove tutto andava bene e dove tutti vivevano felici e contenti,dove nascevano i primi amori, dove la gente si lasciava e dopo poco tornavano insieme,dove la famiglia era sempre al tuo fianco qualsiasi cosa succedesse, dove tutti i ragazzi andavano a scuola e passavano le ore in classe con i propri compagni a fare casino e dove la sera andavano tutti a ballare e a scatenarsi nelle discoteche, le ragazze erano tutte belle e truccate e con i loro vestiti tutti attillati appariscenti e con tacchi alti due metri e i ragazzi belli anche loro che ci provano con le ragazze, la città perfetta.   
 
Per me non era così, io non sapevo cosa era l’amore, cosa era una famiglia, cos’era la scuola, e come erano le discoteche.
I ragazzi che quasi tutte le sere uscivano e andavano a mangiare tutti insieme invece io era già tanto se riuscivo a mangiare un pezzo di pane.
Gli unici miei amici erano i bambini dell’orfanotrofio e beh si io vivevo all’orfanotrofio con loro erano molto dolci e carini.
 
 
Era da giorni che cercavo lavoro per riuscire a sfamare i miei piccoli angioletti ma niente, avevo girato giorno e notte ma nessuno che volesse assumere una povera ragazza di strada, per fortuna che Londra era perfetta.
 
“Allora Madison come è andata?” Mi chiese la Tata al mio ritorno.
“Male Tata non ho trovato niente, nessuno vuole una come me al lavoro.” Risposi abbattuta, poi tutti i bimbi si radunarono da me.
“Madison, Madison ci sei mancata.” urlarono tutti in coro
“Ciao tesori miei tutto bene?” Chiesi loro sorridendo e abbracciandoli tutti uno ad uno.
“Si.” Risposero all’unisono.
Loro erano la mia unica felicità quando non uscivo a cercare lavoro rimanevo con loro a giocare nonostante non avessimo niente, riuscivano a colmare il mio cuore loro erano tutto per me l’unica cosa rimastami.  
“Su ora tutti a letto angioletti miei. ” Dissi indicandogli i loro letti, li misi a letto uno ad uno poi andai a parlare con la Tata.  
“Allora Tata oggi almeno un po’ hanno mangiato?”
“Si, cara là c’è il tuo pezzo di pane.”
“Ma Tata lo potevi dividere ai bambini.” Le dissi sgridandola ma allo stesso tempo essendole grata.
“Cara non puoi passare tutte le tue giornate fuori e non mangiare niente.” Mi rispose lei tenendomi la mano, in effetti avevo fame ma loro erano la cosa più importante per me per loro avrei fatto qualsiasi cosa.
“Ma lo sai come la penso, guardali hanno bisogno di mangiare, non resisteranno ancora per molto.” Dissi guardandoli e facendo un sorriso.
“Domani tornerai fuori al freddo a cercare un dannato lavoro?”
“Si Tata non mi posso arrendere lo devo fare per loro, ora vado a dormire che domani devo di nuovo andare.” Dissi alzandomi e andando a letto.
Era mattina, era molto presto verso l’alba uscii subito; la Tata e i Bimbi ancora dormivano, iniziai a girare, a quell’ora nessuno avrà aperto e ne approfittai per andare ad un parco molto vicino non c’era nessuno l’erba era soffice e soffiava un leggero venticello, sentivo l’erba sotto i miei piedi muoversi lentamente, mi sdraiai per terra e accarezzai con la mia mano l’erba, mi piaceva questa sensazione.
Mi misi a guardare il cielo era di un azzurro bellissimo l’alba era appena finita che bello, volevo restare tutto il tempo così, ma non potevo.
Dopo un po’ che ero lì sentii delle voci erano due persone che parlavano e passeggiavano per il parco a quell’ora non era un po’ presto?
Cercavo di ignorarle ma le voci si facevano sempre più vicine erano due ragazze, si avvicinavano e si sedettero per terra a due metri di distanza da me. Così decisi di alzarmi e di andarmene da un'altra parte.
Mi continuarono a guardare schifate dalla mia presenza ma io cercai di fregarmene e me ne andai via.
 
 
Girai tutto il giorno cercando un lavoro ma niente ormai erano le sei e passai dall’ultimo ristorante e sentii due persone litigare.
“Come non hai trovato nessuno io ho bisogno di quella band!!” Disse uno nervoso.
“Te l’ho detto, non arriveranno in tempo hanno altro, al massimo arriveranno alle undici.” Disse l’altro.
“Cosa me ne faccio io alle undici della band! A me servono dei cantanti fra due ore, arriva un ospite speciale e devo avere la musica o il ristorante andrà in rovina!!” Urlò il primo.
“Scusate, potrei cantare io…” Dissi senza pensarci due volte.  
“Tu bimba ma guarda come sei conciata!” Mi rispose il primo.
“Oh bene, ecco ti ho trovato una cantante, fattela andare bene.”
“No! Guardala è lurida e non saprà neanche cantare!”
“Te la preparo io ma tu smettila!” Disse il secondo andandosene.
“Su ragazza vieni!” Disse lui indicandomi la strada.
Era un uomo abbastanza giovane e non era poi così tanto cattivo, come l’altro, anzi sembrava quasi gentile.
Andammo a casa sua, abitava in un enorme villa, da fuori era magnifica mi incantai, avrà avuto 200 stanze come minimo, era bellissima, c’è un enorme giardino all’ingresso della casa, era fantastico.
“Su entra.” Mi disse gentilmente, entrai e mi portò in un bagno che era più grande dell’orfanotrofio, quanto mi mancavano i miei bimbi.
“Tieni fatti un bagno così per stasera sarai fantastica.” Disse lui sorridendomi, annuii e andai dentro alla doccia, l’acqua era calda. Da quant’è che non provavo una sensazione del genere da quando...
 
-Flashback-
Avevo cinque anni e mia mamma mi aiutava ad entrare nella vasca da bagno enorme giocavo con dei piccoli giocattoli, mentre lei mi lavava.
E il mio fratellone mi veniva a fare degli scherzi. Poi lo tiravo in acqua e ci schizzavamo avevamo tre anni di differenza io continuavo a pronunciare questo nome “Louis” ma piano, piano tutto si è oscurato.
 
Ebbene si ricordo ancora la mia infanzia prima che mi abbandonassero, pensavo di avere rimosso tutto dalla mia tasta ma avevo ancora tutto Nella mente.
Finii di farmi il bagno e dopo uscii con l’accappatoio che mi aveva dato e trovai una donna che mi indicò la strada.
“Il signorino mi ha detto di darti questo vestito per sta sera e in questa stanza troverai tutto ciò di cui hai bisogno, quando hai finito scendi.” Disse lei io annuii e lei se ne andò. Nella stanza c’era di tutto, ma questo uomo non sapeva neanche se sapevo cantare e aveva voluto fare tutto questo?
Non ci pensai più di tanto e mi preparai, mi misi il vestito, i tacchi che erano nella stanza e mi truccai, feci i boccoli, nella stanza c’era veramente tutto quello che mi serviva!
Ero diversa dal solito…
Quando finii scesi di sotto e lui era lì che mi aspettava.
“Hey s-sei s-stupenda!” Io arrossii.  
“Ma tu vuoi veramente che io canti, non sai neanche se so cantare.”
“So che non mi deluderai.” Rispose lui sorridendo uscimmo e salimmo su una macchina fantastica, che ci portò al ristorante, subito andammo dal proprietario.
“Allora che ne dici?” Chiese l’uomo che si era occupato di me.  
“Si,si ora andiamo!” Disse lui scorbutico, entrammo e subito salii sul palco e iniziai a cantare le  canzoni che già sapevo bene, ero brava, verso le 22 la gente aumentò e io continuai finché non arrivarono dei ragazzi e mi fecero scendere dal palco e salirono loro.
Io andai dal proprietario e dall’uomo di cui ancora non sapevo il nome,
“Tieni ragazza te li sei meritati! ” Mi diede un casino di soldi con il quali avrei sfamato i miei bimbi, con più del solito pane e per molti più mesi.
“Grazie, Grazie molte! ” Feci un sorriso a 32 denti e rimasi lì ancora un po’.
Quei ragazzi erano veramente bravi.
Quando finirono io mi avviai verso la porta per andarmene.
Corsi subito all’orfanotrofio, tutti tranne la Tata dormivano.
“Tata, Tata guarda!” Urlai tutta contenta stando attenta a non svegliare i bambini.
“Brava ce l’hai fatta!” Poi mi portò nella stanza e mi fece vedere dei giocattoli nuovi che dei ragazzi avevano portato ai bimbi, e mi raccontò della giornata trascorsa con i bimbi e quei ragazzi.
I miei angeli si erano divertiti molto il giorno dopo io sarei rimasta lì mentre la Tata sarebbe andata a comprare qualcosa da mangiare.
 
Andai a dormire.
La mattina dopo dormii molto. E anche i bimbi infatti mentre dormivamo la Tata era andata a comprare da mangiare. Verso le dieci tornò e io mi alzai e svegliai i bimbi.
All’una gli facemmo mangiare, poi verso le due meno dieci si misero davanti alla porta ad aspettare, ma ad aspettare cosa?
“Amori, cosa state aspettando? ”
 “I nostri amici!” Mi rispose Luca uno dei bimbi.
Io sorrisi mi cambiai con l’unico vestito rimastomi perché dovevo riportare il vestito al signore (?)
“Tata io esco torno fra un po’. ” Le urlai e uscii.
Ci misi mezzora per arrivare a casa sua, perché non ricordavo la strada e mi persi molte volte.
“Sono qua per riportarti il vestito.” Gli dissi al citofono.
Lui mi aprii e mi disse che me lo aveva regalato e mi ridiede il mio, lo ringraziai e me ne andai.
Tornai subito dai bimbi, ci misi pochissimi dieci minuti.
“Tesori sono tornata.” Corsero tutti da me a salutarmi.
“Madison!” Dissero abbracciandomi.
E dopo tornarono a giocare, io li seguii, c’erano cinque ragazzi che giocavano con loro a tutto e di più, ma Fabio, che era il più timido si era accucciato da solo in un angolo.
“Ciao mio piccolo Fabio.” Dissi sedendomi accanto a lui.
“Ciao Madison! ” Rispose lui triste.
“Che cos’hai? ”
“Non vogliono giocare con me sono troppo occupati con quei ragazzi!” Disse lui con il broncio, lo abbracciai e gli sussurrai “Adesso ci penso io.” Andai al centro della stanza mi inginocchiai e urlai “Bambini al rapporto!” corsero tutti lì da me e parlammo e subito dopo annuirono e andarono da Fabio, lasciarono perdere quei ragazzi e giocarono tutti insieme per un po’.
“Ciao.” Mi dissero all’unisono i cinque ragazzi.
“Ciao!” Dissi io sorridendo continuando a guardare i bambini giocare.
“Tu sei?” Chiese uno di loro.
“Madison e voi?” Dissi girandomi verso di loro.
“Noi siamo James, William, Harold,Justin, Mike” Disse uno di loro presentandomeli uno ad uno, io poi andai dalla Tata.
“Tata io esco torno dopo.” Le dissi dandole un bacio sulla guancia, fuori dall’orfanotrofio trovai quei ragazzi. Gli ignorai e andai al parco, mi andai a sedere sotto un albero e ad ammirare i bambini che giocavano accompagnati dai genitori, una lacrima scese lungo il mio viso.
Poi in lontananza vidi un ragazzo non so perché ma provavo sensazioni strane guardandolo.
Non so perché, ma avevo voglia di andare da lui e abbracciarlo, ma perché???
  
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