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Autore: tartufo    20/11/2012    2 recensioni
Blaine osservò per vari secondi il ragazzo che gli stava davanti, un unica domanda gli martellava nella testa.
“Cosa sei?” chiese guardandolo in volto.
Il ragazzo sorrise dolcemente, e prima di cadere al suolo svenuto, disse solamente una parola.
“Aiutami”.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un passo.

Era bastato un passo, per farla cadere di nuovo.

Era bastato un passo per farla finire in trappola.

Era questo, che le passava per la mente mentre il freddo metallo della tagliola, le trapassava la morbida carne.

Un lungo ululato, un grido d'aiuto, mentre cercava di liberare la zampa, costretta nella morsa di una trappola per lupi.

Ancora, ni nuovo, cosa c'era di sbagliato in lei?

Più si divincolava, più i denti aguzzi calavano in profondità, e allora le avrebbe certamente spezzato l'arto.

Santana vide Brittany avvicinarsi in fretta, come avrebbe fatto a difendersi? Non poteva muoversi, abbatterla sarebbe stato semplice, un colpo ben assestato all'altezza del cranio, e loa sua vita avrebbe cessato di esistere.

Sentiva la rabbia montarle addosso, voleva ferirla, voleva farle del male per averla tratta in inganno, per averla illusa con facilità.

Iniziò a ringhiare mentre la vedeva allungare le braccia verso di lei, ma non glielo avrebbe permesso senza lottare.

Aveva ceduto una volta, ma non questa.

Quando fù abbastanza vicina, con la zampa libera, fendette l'aria, fino a sentire la carne sotto le sue unghie lacerarsi, l'aveva ferita, e poteva esserne certa dall'odore del suo sangue che si spargeva nell'aria.

 

Brittany allungò le braccia verso la lupa che non esitò a colpirla.

Gli occhi le si riempirono di quelle lacrime che aveva cercato di non versare, non per il dolore della ferita, ma per la pena che l'animale le sucitava.

Quanto poteva essere spaventata in quel momento? Chissa quali orribili pensieri le passavano per la mente, era comprensibile che avesse cercato di difendersi.

Al diavolo se avesse cercato di ferirla ancora, senza esitazione Brittany afferrò i denti metallici e iniziò a fare forza per liberare la zampa, ma la morsa era troppo forte e i denti taglienti come lame, e più lei si impegnava, più le mani le si riempivano di tagli e sangue.

Era inutile, era troppo debole, lasciò andare la presa singhiozzando rumorosamente, ma non voleva dire che si stava arrendendo.

Si sollevò da terra, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa, magari un ramo con cui poter far leva, nella ricerca, non si allontanò mai dal campo visivo della lupa, non voleva pensasse che la stava abbandonando.

 

Si era sbagliata, voleva aiutarla e lei l'aveva colpita.

Se avesse saputo la verità, forse l'avrebbe compreso, ma non poteva parlarle, non era pronta.

La vide alzarsi e allontanarsi, se l'avesse lasciata li cosa avrebbe fatto? Quanto ci avrebbe messo gli umani a trovarla, avrebbe fatto in tempo a chiamare aiuto?

Tante domanda affollarono la sua mente, quando la vide tornare con un lungo ramo, inginocchiarsi di fronte alla trappola e con difficoltà inserirlo attraverso la morsa.

La osservò mentre faceca leva e il sudore le imperlava il volto per lo sforzo, e quasi non si accorse che a poco a poco la trappola si schiudeva, permettendole di liberarsi.

“Avanti, dovresti essere libera...” disse Brittany trattenendo il respiro per non perdere la presa sul ramo.

Santana si riscosse sentendo i denti aguzzi lasciarla andare, cercò di allontanarsi in fretta, ma guardando dietro di sé, vide Brittany accasciarsi a terra stremata.

“Tutto bene?” le stava parlando, non era la prima volta, eppure era come se si aspettasse una risposta.

Santana si accucciò a terra, quella ragazza, le aveva dimostrato qualcosa dopotutto, prese a leccarsi la ferita senza mai distogliere lo sguardo dalla biondina.

 

“Aspetta, non avere paura... voglio solo aiutarti, va bene?” Brittany si avvicinò piano a Santana, strappo senza pensarci un pezzo del suo vestito, il suo preferito, l'aveva messo proprio per quell'incontro, ottenendo una lunga striscia di tessuto.

Prese con lentezza la zampa ferita tra le sue mani, senza fretta, con calma, iniziò a fasciare la ferita, cercando di essere il più delicata possibile quando sentiva i bassi ugiolii di sofferenza della lupa, quando ebbe finito fece un fiocco e senza pensarci diede un piccolo bacio.

“Adesso farà meno male” disse sorridendo.

Santana si avvicinò piano a Brittany, più vicino di quanto avrebbe mai pensato di essere in grado di fare per sua scelta, abbassò il capo permettendole di farle un grattino tra le orecchie.

Non ci aveva pensato, era la seconda volta che riceveva una carezza da quella ragazza, forse era destino, forse anche lei poteva essere... non amata come una compagna di vita, ma almeno come essere vivente si, era triste pensare che sarebbe rimasta sola, senza nessuno al suo fianco, era triste pensare che la sua opportunità era sfumata, che si era già trasformata, era triste pensare che non sarebbe stato male avere qualcuno come quella strana ragazzina bionda al suo fianco.

Era davvero triste.

 

Come ci si sente a soffocare?

Cosa prova il tuo corpo quando il bisogno dell'aria è talmente intenso, da sentire i polmoni scoppiarti nel petto, da sentire il cuore pompare disperatamente sangue per tenerti in vita? Perchè l'unico che lotta in quel momento è solo lui, il cuore, nonostante sia ferito, nonostante una parte di lui sia morto, continua imperterrito a battere.

Quando sollevò la testa, vedendolo li, appeso, un trofeo di caccia, era diventato solo questo, quando invece per lei, era stato tutto.

Fù in quel preciso momento che scoprì cosa si prova a soffocare, perchè lei non ce la faceva, non riusciva a respirare, non riusciva a pensare, non riusciva a credere che potesse esserci qualcosa senza di lui.

“No... mia Dea, perchè?” sussurrò mentre si accasciava a terra, non poteva sopportare di guardare oltre, non poteva sopportare che in quella stanza, tutti vedessero il suo dolore senza comprenderlo e le facessero terra bruciata intorno, era davvero così imbarazzante per quella gente vederla soffrire?

“Andrà tutto bene mia cara...” le disse qualcuno, e mentre delle mani delicate ma forti la sollevavano, l'aveva sentito, un licquido vischioso e caldo che le colava tra le cosce.

Le mani la acoompagnarono in una stanza pulita e la fecero distendere su una coperta candida, fù allora, che finalmente, diede un volto a quelle mani tanto gentili che l'avevano sorretta.

“Facciamo nascere questa creatura...”.

Immaginava che avrebbe dovuto sentire qualcosa, continuava a osservare quel viso che le parlava, ma nient'altro, non sentiva nulla, finchè un potente schiaffo non la catapultò nella realtà dalla quale era fuggita.

“Avanti, reagisci, se non vuoi che il tuo bambino muoia...” le disse la donna scuotendola con forza.

Avrebbe perso il suo bambino, non voleva, il suo compagno era morto, ma le aveva lasciato un pezzo di sé, un pezzo di loro.

Iniziò a spingere.

 

“Cos'hai deciso?”.

Sebastian sollevò le orecchie di scatto guardandosi attorno, non c'era nessuno, eppure quella voce, l'avrebbe riconosciuta ovunque, anche se erano anni che non la sentiva.

“Sebastian, gli parlerai?”.

“Non basta che popoli i miei sogni e i miei ricordi? Adesso appari anche quando sono vigile? Cosa sei diventato? La mia coscienza?”.

Lo sentì ridere, lo faceva spesso negli ultimi tempi, da quando gli aveva confessato che se era li, che se si era preso cura di lui, era solo perchè non aveva potuto fare a meno di innamorarsene, che se avesse accettato di diventare il suo compagno, l'avrebbe reso felice, molto felice.

Chiuse gli occhi, non l'aveva mai visto sotto forma di lupo, purtroppo non ne aveva avuto occasione, il fato non era stato magnanimo con loro, ma l'aveva immaginato, molto spesso, in realtà, non faceca che immaginare momenti che non avrebbero mai vissuto.

Vide due occhi verdi, cristallini, limpidi e puri, contornata da morbina pelliccia marrone, tendente al rossiccio, un corpo ben piazzato, ma allo stesso tempo, aggraziato nei movimenti come solo un lupo poteva essere.

“Sai, potrebbero avere quello che noi non abbiamo avuto...”.

“Lo so...” disse Sebastian sbuffando.

“E' per questo che sei indeciso? Gelosia?”.

“Può darsi... dopotutto, per noi non c'era nessuno...”.

“Eppure, il poco tempo che abbiamo avuto insieme, è stato stanto per me, hai cambiato la mia vita, ero merce avariata Sebastian, tu mi hai salvato, e sono morto felice...”.

“forse se fossi morto io, e tu fossi rimasto a soffrire, la penseresti in modo diverso...”.

“... Ti amo, e sono sicuro che farai la scelta giusta...” disse mentre la sua immagine iniziava lentamente a sparire.

“Tornerai?”.

“Sono sempre con te, non vado da nessuna parte...” disse mentre Sebastian riapriva gli occhi.

 

“Gli ha offerto il polso e l'ha morso? Sei sicuro? Perchè se così non fosse, cambierebbe tutto... magari hai ragione su tua madre e tuo fratello, ma in modo diverso, non ci avevo pensato, dopotutto non li frequentiamo!” disse Kurt separandosi, anche se di mala voglia, dall'abbraccio.

“Cosa stai dicendo?”.

“Sto dicendo, che devi essere certo di quello che ti ricordi, perchè può fare la differenza!”.

“Kurt, ero un bambino, spaventato a morte, io...” Blaine si interruppe vedendo quanta speranza c'era nel volto di Kurt.

“... Io potrei cercare di ricordare meglio...” finì la frase per non deluderlo.

“Però spiegami per favore...”.

“I tuoi e David, potrebbero essere stati attaccati da dei lupi “veri”...” disse mimando le virgolette con le dita.

Blaine sollevò un sopraciglio, sinceramente continuava a non capire.

“Ma si, lupi che non si trasformano” continuò Kurt non notando la pelplessità nello sguardo dell'altro.

“Perchè esistono lupi che non sono... lupi? Cioè umani? Cioè sono un po' confuso”.

“Blaine, l'hai ascoltata la storia? Il primo lupo che si è trasformato, era un solitario, si separò dal branco originale e poi incontrò la Dea, che lo scelse come suo compagno...”.

“Ok... e questi lupi, sono normali, hanno un istinto da animale, quindi possono attaccare tranquillamente gli umani...giusto?”.

“Esatto...”.

“E voi questi “veri” lupi non li frequentate”.

“Esatto!!” disse Kurt felice.

“Kurt, come faccio a sapere che tipo di lupo era?”.

“Devi ricordare Blaine, il lupo ha morso David per attaccarlo? O David ha offerto il polso come dicevi? La risposta è nascosta nei tuoi ricordi... anche se... insomma tu ricordi il braccio teso, come un invito, eppure lui è morto... forse voglio solo trovare il modo per non farmi odiare da te...”.

“C'è davvero differenza?”.

“Tanta...”.

“Ma... se voi non frequentate questi lupi, come portate avanti la specie?”.

“Ogni lupo come me, sceglie, o è scelto, dipende dai punti di vista non è semplice da spiegare, un umano che diventerà il suo compagno, o compagna per la vita, sai, siamo molto fedeli...”.

“Come? Cioè l'umano come... insomma si trasforma, o voi rimanete così” chiese indicandolo.

“No, noi prendiamo questa forma solo per trovare il nostro compagno, poi... lo mordiamo... è per questo che devi ricordare esattamente cos'è successo...”.

“Forse il lupo voleva trasformarlo, non ucciderlo, è questo che stai cercando di dirmi? E mia madre e mio fratello invece sono stati attaccati?”.

Kurt fece segno di si con la testa.

Blaine rimase in silenzio talmente a lungo, che Kurt credette di averlo definitivamente scioccato.

“Kurt?”.

“Si Blaine...” rispose timoroso.

“Tu... tu hai detto... di volermi mordere... nel bosco intendo, non volevi attaccarmi...”.

“Si...”.

“Io dovrei essere il tuo compagno? Tu, tu mi hai scelto?”.

“Non avere paura...” disse nel vederlo tremare.

“Io... non ho completato il Passaggio... non penso dovesse andare così...”.

Blaine prese un lungo respiro, gli serviva tempo, non sapeva cosa pensare, non sapeva cosa dire, osservva Kurt che lo guardava a sua volta avvilito, voleva diventare il suo compagno? Un lupo?

 

Con un balzo Santana entrò dalla finestra spezzando l'indescrivibile situazione.

“Ho origliato, digli che non è obbligato...” latrò in collera.

“Obbligato a fare cosa?” chiese Kurt.

“A diventare il tuo compagno se non vuole, però sarebbe un bell'idiota...”.

“Santana dice che non devi stare con me se non vuoi...” disse con gli occhi bassi.

“E lei come...”.

“Lei ha fatto il Passaggio, non come me... si è trasformata per un... non sempre le cose vanno bene...”.

Santana interruppe il dialogo continuando a latrare.

“Mi servono dei vestiti...”.

“Vestiti?”.

“Si, chiedi a lui di procurarmeli, non ho intenzione di avvicinarmi al villaggio...”.

“ E come dovrebbe fare Blaine a procurarteli?”.

“Procurare cosa?” chiese sentendosi chiamato in causa.

“A Santana servono dei vestiti”.

“Beh, ci sono dei vecchi abiti di mia madre in casa... mia padre ha difficoltà a buttarli via, magari possono andare...”

“Allora muovi il culo perchè mi servono al più presto... forza!!” disse Santana vedendolo immobile.

“Guarda che non ti capisce!!”.

“Che dice?” chiese Blaine.

“... dice... se puoi essere così gentile da procurarglieli presto...” disse Kurt guardandola male.

“Certo, io potrei andare subito...”.

“Ecco bravo, sloggia...”.

“Dice che saresti gentilissimo...” disse Kurt precedendo la domanda di Blaine.

“Bene, allora vado...” disse prendendo il suo zainetto e lasciando i due lupi soli.

Santana rimase in attesa sentendo i passi di Blaine che mano a mano si allontanavano, finchè non divenne un suono leggero e poi non lo udì più.

“Mi hai mentito, a me, la tua migliore amica, quella che non giudica, quella che prende sempre le tue difese, anche quando sbagli... puoi trasformarti, lo sò” gli disse mostrandogli la fascia sulla zampa.

“Cosa ti è successo?”.

“Non provare a cambiare argomento, si può sapere cosa diavolo stai combinando?”.

“Sai, credo che potrei chiederti la stessa cosa... comunque è molto semplice, non voglio tornare nel branco, voglio stare con Blaine”.

“Potresti farlo ugualmente...”.

“Certo... se torno non mi permetteranno di vederlo San... lo sai vero?”.

“Va bene... però non...”.

“Tranquilla, non ho intenzione di morderlo, non dopo quello che mi ha raccontato e non dopo aver visto la sua faccia...”

“Dagli tempo... vedrai...”.

“San... devo raccontarti una cosa...”.   

  
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