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Autore: Charlotte Doyle    30/06/2004    8 recensioni
"La guerra è finita troppo presto per i miei gusti. Questo perché il sollievo, e la gioia della comunità magica, mi hanno fatto capire che la guerra è finita per tutti tranne che per me. Più precisamente, quella che ho combattuto contro di te tutto questo tempo senza che tu stessa o nessun altro ne fosse a conoscenza." Hermione post-hogwarts.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La migliore amica o L'ultima guerra.

*

Di: Charlotte Doyle
Disclaimer: Harry Potter & co. non li ho inventati io! Ma vi pare...
Beta: Grazie Laura, as usual!

*

La guerra è finita troppo presto per i miei gusti. Questo perché il sollievo, e la gioia della comunità magica, mi hanno fatto capire che la guerra è finita per tutti tranne che per me. Più precisamente, quella che ho combattuto contro di te tutto questo tempo senza che tu stessa o nessun altro ne fosse a conoscenza.

Forse devo spiegarmi meglio, e qui passerei senza esitazioni al punto della questione.

Quando lui si è dichiarato a me la prima volta, e io l'ho scansato, con un terrore che gli sarà parso quasi disgusto, quando gli ho detto che eravamo solamente amici e che dovevamo esserlo per Harry, dentro di me in attesa di tempi migliori, più maturi, ho fatto un semplice, terribile errore.

Non ti ho calcolato, Luna.

Non ho calcolato la cotta che avevi per lui.

E così, con la tua solita aria sognante, quello stesso giorno, ti sei avvicinata al tavolo a cui lui era seduto, la testa tra le mani, e senza sapere niente lo hai salutato.
"Ciao, Ronald" avrai detto, "posso sedermi qui?"

Lui non aveva mai fatto caso a te, davvero. Non ti aveva mai considerata veramente. Prima. Pensava che tu fossi una ragazza stramba, assurda, pazza. Non eri assolutamente niente per lui.
E sarebbe continuato ad essere così se solo quel giorno lui non avesse posato lo sguardo su di te, uno sguardo vuoto, assente, e con fare automatico non ti avesse lasciata sedere accanto a lui.
Non so precisamente cosa tu gli abbia fatto. Probabilmente quello che avrei dovuto fare io, da buona amica quale ero, e nota il tono sarcastico della mia voce. Buona amica. Ma quando l'ho rivisto quella sera era tranquillo, di buon umore quanto la situazione lo esigeva. E io mi sono sentita per un momento vuota e inesistente, perché non lo credevo capace di una tale maturità e di una tale ripresa, di un tale perdono, già dimentico di me.

Avrei voluto ringraziarti per quello che avevi fatto. Quello che era stato il mio rifiuto è risultato come una ferita molto meno grave di quanto lo sarebbe stata senza le tue parole di conforto.
E sono stata felice nel sentirmi rivolgere la parola da lui come niente fosse successo. E meglio ancora, chiarire la nostra semplice, platonica relazione, più avanti, in modo maturo come si addiceva a due persone adulte, per così dire, strappate dall'infanzia così precocemente e dedite a problemi molto più gravi di una semplice cotta adolescenziale.
Ma io l’amavo.

Me ne sono accorta quando lui ha cominciato a parlarmi di te. Questo è successo più tardi, ma non abbastanza. All'inizio era un po' impacciato, anche perché era a me che stava parlando. La sua migliore amica.
Ma ho sempre mascherato i miei sentimenti. Ancora di più, li ho rinnegati, mi sono tradita. E davanti a lui in quei momenti non potevo far altro che continuare a recitare la mia parte. La sua migliore amica. Brillante. Acuta. Codarda.

E quando la vostra relazione è sbocciata, per così dire, il mio mondo è sembrato crollare. Ero certa che non sarebbe mai accaduto. E cercavo di controllarmi e di consolarmi con gli sguardi complici che lui ed io ci scambiavamo durante le riunioni dell'Ordine. Ma non siamo più inciampati in una lite, e questo mi è mancato, e mi ha fatto male. Mi piaceva provocarlo. Mi piaceva maledettamente vedere come alla forza delle mie risposte si arrendeva e abbassava gli occhi, e non continuava a ribattere quando avrebbe potuto, per paura di farmi piangere. E ora la mancanza di parole non significava più nulla, e in poco anche io avevo smesso di tentare, di smuovere quella sua espressione ridente, così vuota ai miei occhi, nei miei confronti.

Lui è sempre stato una persona disperatamente fedele. Non permetto che nessuno mi confermi che il suo amore per te era vero. O se eri soltanto una ruota di scorta (in ogni modo non credo di avere così tanti punti a mio favore)… Ma ti voleva bene, ti capiva, e non voleva farti soffrire.
E sembrava felice.
Definitivamente, non ti avrebbe mai tradito per alcun motivo.
E non l'ha fatto.

Anche adesso, in questa giornata d’amaro sapore autunnale, hai ancora lo stesso stile di sempre. Attorno a te riluce un alone di nuvola, e ti aggiri tra la gente qui riunita con la tua aria sognante senza versare neanche una sola lacrima, sebbene tu stia soffrendo maledettamente; la semplice veste nera che porti assume un'aria stravagante e bizzarra guidata dai tuoi movimenti, e tuttavia mantiene quella dignità propria della tua persona, una cosa di te che non smetterò mai di ammirare.

Ti vedo mentre ti avvicini a Harry e cerchi di fargli coraggio. Poi ancora vai dalla famiglia Weasley, e Molly ti abbraccia con tanta dolcezza e tanta disperazione, ma fa attenzione a non stritolarti anche se ormai non c'è più ragione in lei, solo pianto. Non dobbiamo essere tristi, le sussurri, Ron non avrebbe voluto.

Ti do ragione. Non avrebbe mai voluto tutto questo dolore. Ma come succede spesso so parlare bene di quello che non so mettere in pratica, così piango a dirotto anch'io, stringendomi le spalle; probabilmente sono una persona molto meno forte di te.

C'è una luce nei tuoi occhi che rivela una grande speranza. Sei l'unica qui che riesce ad appoggiarsi a ciò che c'è di buono al mondo piuttosto che a ciò che c'è di cattivo, sei l'unica che ne è a conoscenza veramente e che se ne rallegra, anche se tutti sono consapevoli del bambino che porti nel tuo ventre, quel bambino per la quale salvezza lui si è sacrificato, come d'altronde era già risaputo da sempre: Ron sarebbe morto per le persone che amava, e così è stato. E' morto per te e per tuo figlio. Suo figlio.

Un tempo avrei desiderato fortemente di essere io quella persona per cui lui avrebbe rinunciato a tutto, anche alla vita; che dico, mossa dal mio spirito così sconsiderato e arrogante avrei voluto trovarmi proprio al tuo posto, pur di non ammettere di avere sbagliato ad allontanarlo da me, pur di non aver sbagliato affatto. Il mio orgoglio non mi ha mai permesso di realizzare che in realtà non hai mai avuto nessuna colpa, che non hai mai agito contro di me, e che non mi devi niente. Probabilmente è ancora così, e lo sarà ancora. Ma l'unica cosa che voglio adesso è dimenticare tutto quello che è stato, ed abbandonarmi alla tua luce, abbracciarti come un'amica. La migliore delle amiche.

E se un sacrificio può portare la fine di una guerra, ora anch'io sono pronta a sacrificare tutti i miei stupidi rancori pur di finire quest'ultima e fare finalmente la pace.

***

Siete dei tesori se commentate, e ancor più se visitate l'archivio di ff su HP che ho finalmente riaperto qui.
ChaDo
 

  
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