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Autore: kiara_star    20/11/2012    2 recensioni
Agosto 2012 | Norvegia | Set di Thor 2
Chris Hemsworth e Tom Hiddleston sono impegnati nelle riprese del loro nuovo film. Tutto nella norma, se non fosse che il dio interpretato dall’attore inglese, si materializza nel loro mondo.
Follia? Magia?
Forse è tutto reale. Forse, è solo un inganno.
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“Nel momento esatto in cui aprì gli occhi, Loki capì di trovarsi in un luogo diverso da Asgard. Solo qualche istante dopo si accorse di non avere più il bavaglio meccanico né le mani legate.
...
Seguì silente i due umani per qualche minuto in cui si sentì rivolgere domande a cui non poté che dare risposte vaghe, considerando che non sapeva davvero di cosa stessero parlando.
Una cosa però era chiara, quei due continuavano a chiamarlo Tom.
...
«La tua roulotte non è ancora pronta, comunque puoi usare quella di Chris» "

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[Storia Completa]
Genere: Commedia, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Loki: The Bright World




Ciak 11.  "Voi umani siete così..."



Loki aveva detto che avrebbe praticato il rito il giorno seguente. Tutto ciò di cui aveva bisogno era uno specchio, una vasca di ceramica con dell'acqua ed un pugnale. Ovviamente non avrebbero mai avuto modo di procurarsene uno, perché quelli che avevano sul set erano per l'appunto scenici.
«Una lama qualsiasi andrà bene. L'importante è che sia affilata.» Tom e Chris si erano scambiato uno sguardo.
«Ok, fregheremo un coltello dal ristorante» aveva proposto Chris facendo sorridere l'inglese. Era un'idea quanto mai discutibile, non tanto perché politicamente scorretta, ma soprattutto perché è risaputo che i coltelli dei ristoranti sono le uniche cose a non tagliare neanche il burro!
«Delle forbici andranno meglio» intervenne ricevendo un'occhiata dubbiosa da parte del collega «Andiamo, saremmo capaci di trovare un paio di forbici in tutta Oslo?! Al massimo le chiederemo alla troupe... a  Kimberly, ad esempio.»
«A proposito, Tom,» Chris aveva uno strano ghigno divertito sul viso «Ti vuole!» E quelle parole sapeva cosa significavano: 45 minuti di inferno con la puzza nel naso e il pizzicore sulla testa. Annuì trattenendosi dal sospirare, o avrebbe rischiato di assomigliare ad uno scolaro che non ha voglia di andare a scuola. Ma l'amico parve cogliere comunque quel blando malessere «Coraggio! Sai come si dice: via il dente, via il dolore!» Ed ovviamente avrebbe anche dovuto radersi.
Quei due giorni erano stati più intensi di quanto potesse prevedere. Erano successe tante di quelle cose che Tom si era quasi dimenticato che si trovava in Norvegia per lavorare. Non aveva neanche ancora incontrato il cast né Alan. Si stava comportando in modo davvero poco professionale e non era né giusto né accettabile da un attore come lui.
«Allora io vado a cercare qualcuno della troupe. Devo anche parlare con Alan.» Vide Chris cambiare espressione. Ovviamente sarebbe dovuto restare con Loki, non potendo portarselo dietro né tanto meno sarebbe stato carino lasciarlo da solo. Sapeva che l'amico era a disagio con il dio, ma confidava che magari una volta soli, avrebbero avuto modo di trovare un punto d'incontro. Al massimo si sarebbero presi ad insulti finché non fosse rientrato. «Cerco di fare il prima possibile.» E si avviò vero la porta. Loki se ne stava poggiato spalle alla vetrata e lo fissava quasi con lo stesso piglio di Chris, che invece era seduto sul letto e si stava martoriando un angolo della bocca. Faceva sempre così quando era nervoso. Tom si ritrovò a sorridere «Cercate solo di non litigare,» sospirò ironico «Non troppo, almeno.» Ma non ricette risposta. Solo il biondo si limitò ad alzare una mano per poi lasciarsi andare spalle al letto. Il dio lo guardava semplicemente senza dire nulla. Tom sorrise un'ultima volta e prese la porta. Avrebbe dovuto parlare con il regista e spiegare perché non si era ancora fatto vivo. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa. Avrebbe dovuto mentire. Non era per niente bravo in quello, ma sperò che la vicinanza con Loki l'avesse quanto meno temprato un po'.


- - -


Nella stanza era calato il più pesante dei silenzi. Si poteva udire perfino il ronzare di una mosca che stava svolazzando sulla carta vuota, che poche ore prima conteneva un hamburger. Chris fissava il soffitto apparentemente apatico, lanciando di tanto in tanto uno sguardo verso Loki. Il dio era rimasto immobile da quando Tom era uscito, fissando la porta come se aspettasse di vederlo rientrare da un momento all'altro, e la cosa irritò ed intenerì allo stesso tempo l'australiano. In fondo quello che avrebbe avuto il diritto di sentirsi a disagio, era proprio Loki. Era solo su un mondo che non conosceva, su di un universo che non gli apparteneva. Ma forse se ci pensava bene, era sempre stato solo. Anche ad Asgard.
«Ehi!» lo chiamò e i suoi occhi familiari lo fissarono «Vieni qui.» Ed era certo che quel testone di un dio avrebbe completamente travisato le sue parole.
«Ti ringrazio per l'invito, ma non sono solito giacere in compagnia di altri uomini... A differenza vostra.» Ah, santa pazienza! Si obbligò a non ribattere. Doveva farlo per Tom. Se si fosse accapigliato con Loki, di certo l'inglese avrebbe preso le sue parti. Non ci teneva per niente a trovarselo contro. Era dolce e gentile quasi sempre, ma quando si incazzava, Tom Hiddleston faceva paura come pochi!
«Andiamo, non dire stupidaggini! Voglio solo parlare» spiegò cercando di essere quanto più calmo possibile. Non parve funzionare. Loki se ne stava lì a propinargli un ghigno diffidente senza scollarsi dal muro. Decise allora di usare la sua vecchia tattica: «Se preferisci posso trascinarti qui con la forza». Scelta azzeccata.
Dopo qualche attimo di pausa, il dio si mosse e si avvicinò a letto senza però sedersi. Rimase immobile a guardarlo con le braccia incrociate sul petto. Ok, era disposto a parlare, forse il problema era il letto. Magari lo metteva a disagio. Anzi, era normale che lo mettesse a disagio, la cosa strana era che non metteva a disagio Chris. Forse perché quando lo guardava non poteva non rivedere un po' di Tom in quegli occhi. Ma ovviamente il dio aveva poco o niente -a parte l'estetica- da spartire con l'inglese. Si sollevò quindi mettendosi a sedere, pronto ad alzarsi, ma a differenza di quanto previsto, se lo ritrovò seduto accanto.

«Parla pure» sospirò il moro con un sorriso sghembo. Chris si schiarì la voce, ma di fatto non sapeva cosa dire. Cioè, voleva parlare, questo sì, ma non in modo così “forzato”. Voleva solo chiacchierare apertamente, ma con Loki sembrava impossibile. Il dio non pareva conoscere il significato della parola spontaneità. Fece un lungo sospiro chiudendo per un attimo gli occhi.
«Ascolta, io...» Lo guardò nuovamente sperando che in qualche maniera gli venisse in contro, ma lui continuava a fissarlo senza cambiare espressione, quasi gli stesse facendo un favore. A quel puntò sbottò senza pensarci troppo: «Potresti smetterla di essere così ingessato?» Ecco, l'aveva detto. Loki ridacchiò appena scuotendo la testa.
«Ingessato? Non capisco.»
«Lo stai facendo ancora» sospirò esausto e Loki abbassò per qualche attimo gli occhi prima di tornare a guardarlo con il suo solito ghigno inquietante.
«Facendo cosa, Hemsworth?» Giocava. Come sempre, voleva solo giocare e dimostrare di essere l'unico a poter vincere su quel campo. Ed era così. Chris non poteva competere con il suo ferreo autocontrollo, non poteva certo essere in grado di ponderare ogni parola, ogni gesto nella stessa maniera del dio. Non era così calcolatore. Non lo sarebbe mai stato.
«Senti, lo so cosa pensi,» decise quindi di parlare il più chiaramente possibile «Ma ti sbagli.» Basta giochi, basta battute. Basta fingere. «Qui nessuno vuole farti del male. Siamo tutti dalla stessa parte,» sembrava lo stesse ascoltando sul serio e Chris sorrise appena «Smettila di stare sulla difensiva, ok? Rilassati. Sei fra amici.» E gli poggiò appena una mano sulla spalla. Ma quel gesto spezzò la lieve apertura del dio, che sfuggì dal suo tocco alzandosi di scatto.
«Noi non siamo amici» asserì «Io non ho amici.»
«La cosa non mi sorprende, visto il caratteraccio che ti ritrovi» sospirò alzandosi a sua volta e fronteggiandolo con lo sguardo più comprensivo di cui era capace. «Ma questo non vuol dire che tu non ne possa avere. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno accanto. Di un amico, di un compagno, di un fratello...» vide Loki inghiottire appena «Nessuno è nato per essere solo. Neanche un dio con un pessimo carattere come il tuo.» Era pronto a qualche battuta velenosa, a qualche beffarda replica cinica, ma Loki rimase silente e con le labbra serrata in una linea vuota. Non sorrideva più con sprezzo. Non ghignava, non fingeva più alcuna maschera.
«Voi umani siete così...»
«Patetici?» gli suggerì ma lui scosse la testa.
«Sentimentali.» E stavolta il suo sorriso sembrava sincero. Sembrava quasi quello di Tom, e di conseguenza quello di Chris fu ampio e luminoso. «Ti odio, Hemsworth.» Ridacchiò a quel tono quasi infantile, provando a poggiargli ancora una volta una mano sulla spalla.
«La cosa è reciproca.» Ma stavolta Loki non fuggì.


- - -


Non sapeva neanche come, ma si era lasciato convincere. Cosa gli fosse passato nella mente quando si era steso su quelle lenzuola, Loki ancora non lo sapeva. Così come non sapeva perché si trovasse completamente a suo agio nello stare seduto sul letto accanto a Chris mentre questi continuava a parlare di cose che francamente al dio, non avrebbero dovuto interessare. Della sua vita, del suo lavoro, della sua famiglia. Quegli occhi azzurri che tanto gli avevano ricordato quelli di Thor, pian piano sembravano appartenere a qualcun altro. Perché Loki se ne stava rendendo conto: si era sbagliato. Chris e Thor erano molto diversi. Il dio del tuono era sempre stato avventato ed arrogante. Chris sembrava possedere una certa timidezza ed una buona dose di autocontrollo, che onestamente non avrebbe sospettato. L'ingenuità sconcertante dell'asgardiano era opposta alla sottile malizia ed al beffardo sarcasmo che Hemsworth aveva più volte sfoggiato. Thor splendeva nella sua grandezza regale, Chris brillava di una luce diversa, una luce che non pareva metterlo in ombra, bensì sembrava essere capace di avvolgere anche lui. Uguali, perfettamente uguali, eppure indubbiamente diversi. Così come lo erano lui e Tom. In qualche maniera parevano completarsi.
La disarmante gentilezza di Tom, sapeva riequilibrare la sua ambiguità cinica. L'umiltà di Chris speculava la superbia di Thor.
Quel rito era davvero portentoso, solo adesso iniziava a comprenderlo a pieno. La cerimonia ancestrale che poteva mettere in comunicazione due universi, ma che non erano semplicemente diversi, erano due universi paralleli. Due universi che si specchiavano fra di loro.
«A cosa pensi?» Si voltò a guardarlo. Il sorriso di Chris era tremendamente contagioso.
«Pensavo che sei decisamente logorroico, Hemsworth»  sospirò chiudendo gli occhi e lasciandosi cadere spalle al letto.

«Bugiardo!» Sorrise divertito.
«Grazie!» E Chris rise a sua volta.
«Guarda che non era un complimento!» precisò. Stava per ribattere quando si sentì colpire in pieno volto. Si alzò di scatto trovandosi sulle gambe un cuscino. Infantile! Umano saccente ed infantile!
«Non avresti dovuto» lo minacciò con poca convinzione stringendo fra le dita la stoffa della federa. Chris si alzò dal letto, ed afferrato anche l'altro guanciale, lo colpì nuovamente ridacchiando ancora una volta. «Non essere ridicolo, Hemsworth! Non mi abbasserò a fare questi gioch-» Ed un nuovo cuscino, stavolta quello del divano, colpì il viso di Loki. Il dio respirò a fondo. Avrebbe dovuto essere irritato, sconcertato, allibito. Avrebbe dovuto sentirsi oltraggiato ed indispettito da quell'immaturo gesto. Ma l'unica cosa che riusciva a fare, era sforzassi di non ridere. Era avvolto da uno strano tempore che pareva dimenticato. Di cui faticava quasi a ricordare il nome.
«Avanti, Loki. Non essere così ingessato!» Era la prima volta che Chris lo aveva chiamato per nome da quando aveva saputo chi fosse in realtà. Lo guardò ed il suo sorriso gli si impresse negli occhi aumentando quel tepore immemore, che da secoli non aveva più avvertito «Cos'è, non avrai per caso paura di-» stavolta fu il biondo ad essere obbligato al silenzio quando Loki gli scagliò con precisione il cuscino in pieno viso.
«Che questo ti serva da monito, Chris
E mentre si rimetteva a sedere ignorando gli ulteriori incoraggiamenti dell'altro affinché si decidesse a scendere in campo in un'infantile guerra di cuscini -cosa che ovviamente non avrebbe fatto, essendosi limitato a quell'isolato gesto-, Loki ricordò il nome di quella calda sensazione. Era un parola piccola, breve, ma che pareva possedere la forza di un intero cosmo. Che tanto gli era stata lontana dalla pelle, che ora gli pareva quasi impossibile potesse riprovare: pace.



- - -


Tom salì lentamente le scale dell'hotel passandosi appena le dita sul viso liscio. Svoltò poi l'angolo per giungere nel corridoio della sua camera. Se ancora non era stata chiamata la vigilanza, probabilmente Chris e Loki non si erano aggrediti reciprocamente. Magari il suo piano per farli avvicinare,  aveva avuto successo. Fece un lungo respiro ed infilò le chiavi nella serratura. Sapeva quale sarebbe stata la loro reazione alla sua vista, soprattutto quella di Chris, ma non aveva avuto scelta.
Una volta raggiunto Alan al ristorante, e chiarito il perché e il per come della sua momentanea irreperibilità –che non aveva neanche necessitato di troppe bugie-, Tom aveva dovuto fare i conti con Kimberly, che lo aveva letteralmente trascinato con lei per metterlo “in ordine”. Un po' di tinta, due extensions, via la barba et voilà: ecco a voi il dio Loki. Peccato solo che in quel folle contesto, fosse solo motivo di ulteriore confusione. Spinse la maniglia ed aprì la porta.
«Ehilà, c'è nessuno?» scherzò quando non vide anima viva. Pensò fossero usciti, ma la tenda che si muoveva, gli fece intuire che la portafinestra del terrazzo era aperta. Infatti poco dopo aver chiuso la porta, Chris sbucò dal balcone.
«Ehi, Tom sei...» fece un breve sospiro «... Tornato.» Già, lo sapeva che avrebbe fatto quella faccia. Fece una leggera smorfia di dispiacere imbronciando le labbra per fargli capire che non aveva avuto scelta ed il biondo scosse la testa arrendevole poggiandosi le mani sui fianchi «Non poteva capitare in un momento migliore.» Alle spalle dell'australiano spuntò anche Loki.
«Capitare cosa?» Ma non gli servì risposta quando incrociò i suoi occhi. Sembrava sorpreso. Benché mascherasse bene le sue emozioni -no che si aspettasse di meno dal dio degli inganni- era facile intuire che la vista di Tom con il suo nuovo look, che li rendeva praticamente due gocce d'acqua, avesse quanto meno sbigottito Loki. Certo, l'aveva visto nei film, ma ovviamente dal vivo faceva un altro effetto. Lui poteva capirlo benissimo.
«Sorprendete, vero?» ridacchiò indicandosi i folti capelli neri. Loki lo guardò ancora qualche attimo, poi sorpassò Chris e gli si avvicinò. Una volta di fronte allungò appena una mano per sfiorare le ciocche nere. Poi fece scivolare l'indice sulla sua mascella glabra, provocando anche un certo brivido nel suo corpo. Era sorpreso da quella confidenza e di istinto si trovò a guardare oltre le spalle del dio il volto di Chris.
«Sì, davvero sorprendente» sospirò Loki facendo riportare gli occhi di Tom sul suo viso. Poi fece un passo indietro per guardare meglio quel cambiamento e lui si sentì quasi in imbarazzo ad essere osservato con tanto interesse dal dio. Sì, era un attore pronto a mettersi a nudo sotto qualunque macchina da presa -anche nel senso letterale della parola- ma lo sguardo regale di Loki sapeva mettere decisamente in soggezione.
«Beh, Tom, tempismo perfetto» alitò ironico Chris raggiungendoli.
«Guarda che sei stato tu a dirmi di Kimberly» puntualizzò con un sorriso mentre Loki ghignò palesemente divertito.
«Ora come farai a distinguerci, Hemsworth? Già prima non è che te la sia cavata molto bene...» Chris sorrise a sua volta.
«Se ti facessi un occhio nero, risolverei il problema. Non credi?»
«Nessuno ti vieta di tentare.»
«Nessuno mi vieta di riuscirci.»
«Lo credi davvero?».
«Lo credo davvero.» Loki sorrise. Chris sorrise.
Gli occhi dell'inglese balzarono da un viso all'altro. Non poteva negarlo, quello scambio di frecciatine aveva un suono diverso. Sembrava quasi che fossero... amici? Tom, non ne era sicuro. Era una parola grossa, troppo grossa. Ma forse neanche troppo lontana dalla realtà. Si ritrovò a sorridere imbarazzato.
«Perdonatemi se vi interrompo, ma prima che me ne dimentichi,» si infilò una mano nella tasca posteriore dei pantaloni «Ti ho portato questo.» E tirò fuori un taglierino che allungò verso Loki. Il dio lo prese e lo osservò con cura.

«Andrà benissimo» sospirò. Ancora non gli avevano chiesto a che servisse, a dire il vero non gli avevano chiesto praticamente nulla riguardo a quel rito.
«Ogni rito ha bisogno di una chiave di attivazione» iniziò il dio quasi captando i suoi pensieri «Il tuo ritratto ha-»
«Foto» lo corresse Chris beccandosi un'occhiataccia da parte del dio «È una foto non un ritratto.» Anche Tom lo fulminò per quell'inopportuna puntualizzazione «Ok, ho afferrato: sto zitto» si auto ammonì infine alzando le mani. Così Loki continuò,
«La tua foto, ha attivato il rito. Non sono certo del come, ma credo sia dovuto ad una semplice quanto vana coincidenza.» Tom sbatté le palpebre un paio di volte.
«Coincidenza?»
«Esatto. Quando la giovane donna ha celebrato quella sottospecie di incantesimo, si devono essere attivate involontariamente delle formule. In fondo gli elementi necessari per il rito erano simili. La tua immagine nella foto è stata però la chiave di attivazione.»
«E quindi come si riattiva?» chiese l'australiano e Loki sorrise fiero.
«Semplicemente tramite il nostro sangue.» Tom aveva immaginato fosse qualcosa di simile, anche se doveva ammettere che era una cosa che lo agitava un po'.
«Non basta un'altra foto?» E Chris doveva essere dello stesso avviso.
«No. La foto ha attivato il rito in maniera casuale. Diciamo che poteva arrivare chiunque. Anche un altro riflesso di un altro universo parallelo.»
«Che vuoi dire?» Loki sorrise ancora alla domanda dell'australiano.
«Se ci ragionate un po' non è difficile da capire. Basta prendere in considerazione un semplice assioma geometrico: per un punto passano infinite rette, mentre per due punti distinti, passa una ed una sola retta. È chiaro così?»
Quel chiarimento gli fece venire un brivido lungo la spina dorsale. Non ci aveva ancora pensato, ma non esisteva un solo universo. Anche la scienza lo teorizzava. Esistevano miriadi di universi paralleli e quindi le possibilità erano a dir poco infinite. Avrebbe potuto incontrare perfino un altro dei suoi personaggi... Ancora un'altra parte di sé. La cosa non poteva negare, fosse decisamente inquietante.
«Quindi per essere sicuri di riaprire il portale giusto, dobbiamo combinare il nostro sangue» sospirò sommessamente come un ragionamento a voce alta.
«Il tuo sangue sarà il perno di questo universo, che legato al mio, aprirà una strada univoca» asserì infine il dio.
Chris era silenzioso e Tom lo vide guardare verso di lui. Sembrava preoccupato e non poteva negare che condividesse quel suo pensiero. Solo una cosa non gli era chiara.
«E perché domani?» Non che avesse fretta di salutare il dio, anzi, solo che non capiva il perché di quella scelta, e Loki doveva essere proprio di buon umore perché decise di rispondere anche a quella domanda con insospettata calma.
«Su questo pianeta non ho poteri, per cui necessito di una fonte di energia forte che sorregga il rito. In questo caso sarà la stella più vicina alla Terra.» Fece una breve pausa «Quando il sole sarà alto nel cielo ed i suoi raggi arriveranno a colpire l'interno del tempio, solo in quel momento avrò abbastanza forza energetica per aprire il portale.»
«E se non dovessi riuscirci?» Aveva temuto di porre quel quesito, preoccupato che Loki potesse travisare la sua intenzione. Ma i suoi occhi lo sollevarono da ogni dubbio, così come il dolce sorriso che gli rivolse.
«Non esiste margine d'errore. Fidati.» Gli annuì grato per quella sicurezza. Non aveva nulla da temere. Poteva fidarsi davvero di lui, quegli occhi adesso brillavano di una luce diversa.
«Dì un po', servirà molto sangue?» La domanda che porse Chris però lo agitò appena. Non aveva considerato ancora quella parte del rito. Non che avesse paura di un po' di sangue, però era meglio sapere a cosa sarebbe andato in contro. Loki ghignò in maniera preoccupante, però poi scosse la testa.
«Basteranno poche gocce.» E sebbene l'avesse sospirata come una noiosa delucidazione, alle orecchie di Tom risuonò più come un'affettuosa rassicurazione.


Quel pomeriggio, dato che non si potevano far vedere in giro a causa della loro eccessiva somiglianza, Tom e Loki rimasero in camera. Chris invece era andato a parlare con Natalie per avere il famigerato autografo per Hubert, ma si erano fatte le 17 circa ed ancora non era tornato. Non che i due mori  ci avessero fatto poi molto caso, assorti com'erano a chiacchierare affacciati al balcone del più e del meno. A dire il vero era Tom a chiacchierare, mentre Loki lo ascoltava senza interromperlo. Quasi fosse cullato dalla serenità delle sue parole. Ogni tanto diceva la sua e Tom sorrideva oppure lo guardava rapito.
Parlarono di tutto e di niente. Della vita e della morte. Parlarono ancora d'amore e del suo essere assolutamente sopravalutato, a detta del dio. Parlarono di cosa vuol dire essere soli. Di cosa vuol dire odiare.
«Perché lo odi tanto?» gli aveva chiesto con un sospiro. Loki appoggiato alla balaustra non aveva spostato lo sguardo dall'orizzonte. Si era lasciato accarezzare i capelli dal lieve vento, aveva lasciato che i bagliori del sole, ormai prossimo al tramonto, gli scaldassero il viso.
«È l'unico sentimento che riesco a provare» aveva risposto «È l'unico sentimento che posso concedermi.» Tom aveva guardato il suo profilo e poi aveva diretto gli occhi nella stessa direzione del dio.
«Cedere ai sentimenti non è sempre un male.» Sapeva però che l'altro non era dello stesso avviso.
«I sentimenti rendono deboli. Il distacco è la chiave per il controllo.»
«Ma non si può controllare tutto, Loki. Non puoi controllare il tuo cuore.» Il dio lo aveva guardato ancora, con un'espressione che Tom definì compassionevole. Quasi la stessa di quella mattina.
«Ti stupiresti di sapere che invece si può. In fondo è ciò che fai anche tu.» Quella frase lo colpì in pieno. Sapeva a cosa si riferisse, ma non credeva fosse così evidente. Avrebbe potuto tentare di dirgli che non sapeva di cosa stesse parlando, ma Loki avrebbe capito subito che stava mentendo. Un bugiardo riconosce sempre una bugia. Si limitò ad abbassare lo sguardo con un sorriso triste. «Ma non temere, non sei l'unico. Anche lui tenta di placare il suo... cuore» enfatizzò quella parola con un sorriso e Tom non riuscì ad afferrare cosa volesse dire. Forse aveva paura di farlo, perché fosse stato così, avrebbe dovuto ammettere ciò che provava. Ciò che aveva sempre provato.
«Io non...» mugugnò insicuro e sentì Loki ridere scuotendo la testa.
«Umani... Vi piace tanto parlare d'amore, ma poi non siete in grado di riconoscerlo.» Era strano come parlare con lui fosse piacevole. Com'era diverso il dio in quel momento. Nei suoi occhi che riflettevano i propri, Tom riusciva a leggere una profonda serenità. Nuova, acerba. Quasi stesse pian piano sciogliendo la sua anima. Forse si sbagliava, forse era sono deviato per via di quelle parole, ma sperava tanto fosse così.

Quando Chris tornò, era ormai sera. Fra le braccia portava due cartoni fumanti di pizza. “Ci ho fatto mettete un po' di tutto” aveva sospirato poggiandole sul tavolo. Tom sapeva era un'attenzione per Loki e cercò di superare il piccolo brivido di gelosia che lo attraversò.
«Ultima notte sulla terra. Devi festeggiare!» Aveva ridacchiato alzando in alto la lattina di birra. Chris aveva alzato il suo bicchiere di cola -obbligato a stare lontano dall'alcol da entrambi- e Loki aveva solo fatto un piccolo cenno del capo.
«Festeggiamo la partenza di un forestiero» aveva sospirato tristemente fingendo un sorriso. Chris aveva cozzato il suo bicchiere contro quello del dio sorridendo dolcemente.
«No. Festeggiamo l'incontro con un amico.» Tom vide brillare qualcosa nel fondo cristallino degli occhi di Loki. Non volle dargli un nome.
Non era più tempo di teorizzare ed analizzare. Erano solo tre uomini simili e diversi. Tre uomini che avevano faticato a capirsi e comprendersi, ma che alla fine ci erano riusciti. Erano semplicemente tre amici che brindavano insieme. Chiacchierando come tali e provando tristezza nel cuore all'idea che presto, si sarebbero separati
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Note saltabili dell'autrice indegna di tale nome
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri e mi scuso se è stato “faticoso” da leggere. Ma era il penultimo e si dovevano chiarire un sacco di cose. Il resto delle vostre domande, fra cui il gettonato “chi cavolo ha eseguito il rito?”, troverà risposta nell'ultimo aggiornamento. 
Che altro aggiungere. Mi preparo a mettere la parola fine a questa avventura che mi ha regalato molto. È stato piacevole e appagante scrivere questa storia. Mi ha dato tanto a livello personale, perché ho ritrovato tutto l'amore di un tempo nel far nascere e portare avanti una long. Non credevo quando ho iniziato di poterla terminare. Ma ce l'ho fatta ^^
Sono solita fare i ringraziamenti generali nel penultimo e non nel finale, in cui non ci saranno note (e lo so che per questo state già festeggiando u_u').
Lascerò spazio ai personaggi ed alle loro ultime avventure, sperando che come è stato piacevole per me scrivere, lo sia stato in parte anche per voi leggere.

Perdonate se ho virato Loki su un leggero OOC, ma ci tenevo a regalare alla storia un finale sereno, ed anche se sono (ahimè) convinta che nella sua realtà Loki non riuscirà mai a trovare la sua serenità per via dei mille mostri interiori che si porta dentro, ho voluto donargliela comunque nella mia fic.
Sentimentale? Sìììì, na cifra XDD
Ed ora partiamo:


Grazie a chi ha letto, apprezzato, preferito, ricordato e seguito la storia. Grazie a chi ha lasciato un commento. Grazie per i sorrisi che mi avete regalato e per le risate che non ho saputo trattenere alla lettura di adorabili folli recensioni! 
Grazie a Tom Hiddleston e Chris Hemsworth, che con il loro splendido rapporto hanno fatto nascere in me l'ispirazione per scrivere questa ed altre storie. Grazie a Loki, per il suo essere un adorabile dio esuberante, pieno di paure e complessi che tanto ce lo fanno amare e tanto ce lo fanno odiare.
Grazie alla musa alla quale non so dare nome, che ha guidato la mia mano nello scrivere. Che mi ha ispirato nel bel mezzo della notte. Per strada, sul FrecciArgento da Roma a Venezia, in cui ho scritto grazie a quaderno e penna come ai vecchi tempi e poi si sono dannata per riportare tutto al pc!
Grazie a tutti e grazie anche a me stessa, che ha portato avanti un obiettivo senza perdersi per strada.

E con questo auto ringraziamento in terza persona, sono pronta per la psicanalisi XD
Scusate la prolissità delle note, ma dovevo farlo.
Ci becchiamo nell'ultimo capitolo, sperando che qualcuno sia riuscito ad arrivare a quest'ultima parola ^^
kiss kiss Chiara.
  
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