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Autore: fuxiotta95    20/11/2012    1 recensioni
lacrime di un campion che ha fallito deludendo tutta la sua squadra, o quasi tutta...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: David/Jiro, Sorpresa
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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L’errore di un rigore

Unaltra partita finita male, da quando il loro capitano aveva cambiato squadra, loro non erano più i numeri uno in classifica, certo prima era facile vincere grazie ai trucchi, ma avevano abbandonato quella strada ora giocavano per divertirsi, ma non tutti i compagni la pensavano allo stesso modo

 

Seconda partita del torneo, rigori, 5 a 5, rigori già battuti 4, ultimo rigore a tirarlo e Sakuma.

Posai la palla sul dischetto, il portiere saltellava per riscaldare le gambe pronto a tuffarsi era un abile portiere durante la partita aveva dato mostra della sua abilità parando tiri che molti non saprebbero bloccare, ma non avevo tempo per pensare a questo dovevo pensare a che traiettoria dare al pallone, alla forza da usare se dare o no effetto al pallone

-Sakuma ti conviene fare goal-

Esordì uno dei miei compagni alle mie spalle

Presi un respiro, due, scattai in avanti e tirai il pallone che esegui una traiettoria a parabola, era vicino alla porta ero sicuro che sarebbe entrato, quando ad un tratto il portiere tuffandosi lo blocco tra le braccia e il petto, si alzo sorridendo mostrando il pallone fra le sue mani, dagli spalti sali un boato e i suoi compagni gli saltarono a dosso, rimasi a guardarli esultare, poi mi voltai vedendo la mia squadra che stava già entrando negli spogliatoi, tranne Genda

-Hai fatto un ottimo tiro-

Disse avvicinandosi

-Ma non ho fatto goal-

M’incamminai verso gli spogliatoi ma notai che Genda non mi seguiva

-Non vieni?-

-Vado a complimentarmi con il loro portiere poi vengo-

Rispose prima di voltarsi verso l

altra squadra, lo vidi stringere la mano al loro portiere che sorrise per ringraziare.

Entrai nel corridoio che portava agli spogliatoi e quando giunsi alla porta del nostro non mi stupii di non sentire nessuna voce, apri lentamente la porta ed entrai una stanza dalle mattonelle del pavimento bianche, i muri in cemento anch’essi bianchi, nella stanza cerano dodici armadietti in acciaio e due panche il legno, da una porta si accedeva alle docce.

Appena entrai i miei compagni si voltarono a fissarmi, potevo vedere nei loro occhi la rabbia e lodio, abbassai il capo e mi diressi al mio armadietto, appena posai la mano sulla maniglia di esso mi senti tirare per i capelli

-Per colpa tua abbiamo perso!-

Stavo per tirare un pugno a chi mi stava strattonando, ma ecco che uno dei miei compagni mi si para davanti tirandomi una ginocchiata allo stomaco, facendomi piegare in due per il dolore, chi mi teneva i capelli mi lascio andare spingendomi a terra, li vidi circondami e poi solo dolore, dolore agli arti, alla schiena, al petto, mi urlavano contro, dandomi nomi incolpandomi delle ultime sconfitte, non avevo la forza di alzarmi e difendermi quindi mi tappai le orecchie e li lasciai fare.

 

Avevo salutato la squadra avversaria e mi stavo dirigendo verso il nostro spogliatoio, quando raggiunsi la porta sentii che dentro cera agitazione, apri leggermente la porta per vedere cosa stava succedendo, trovai Sakuma rannicchiato a terra in posizione fetale che si tappava le orecchie gli occhi lucidi puntati sulle mattonelle e gli altri che gli tiravano calci e pugni insultandolo, senti la rabbia ribollirmi nelle vene e spalancai la porta, gli altri si voltarono sorpresi e appena incrociarono il mio sguardo si allontanarono da Sakuma, chiusi con forza la porta alle mie spalle

-Cosa sta succedendo qui?!-

Nessuno rispose, Sakuma continuava a restare nella sua posizione

-Ho chiesto: cosa sta succedendo qui?-

Urlai con voce autoritaria

-E colpa sua se abbiamo perso-

Fissai colui che aveva parlato, gli altri annuirono concordando con lui

-La squadra e sciolta!-

Annunciai con voce ferma

-Cosa? Non ne hai il diritto-

-Non puoi fare una cosa del genere-

-Posso eccome, poiché avete dato mostra di non sapere una delle regole principali del gioco di squadra e v’informo che avviserò il preside del fatto che avete ferito un vostro compagno non solo di squadra ma anche di scuola-

Calo il silenzio li vidi guardarmi con odio

-E ora sparite prima che vi ammazzi per ciò che avete fatto-

Uno ad uno presero il proprio borsone e uscirono dalla stanza, mi avvicinai a Sakuma che si mise seduto, lo sguardo basso e le mani che ancora gli coprivano le orecchie, mi sedetti davanti a lui aspettando che alzasse lo sguardo.

 

Sentivo lo sguardo di Genda su di me, ma avevo paura di alzare il mio, paura di incontrare i suoi occhi e di vedere in essi lodio che avevo visto in quelli dei nostri compagni.

Ad un tratto senti che mi afferrò i polsi costringendomi a togliere le mani dalle orecchie

-Mi dispiace-

Sussurrai appena, mi lascio i polsi è iniziò ad accarezzarmi il viso

-Per che cosa?-

Mi chiese spostandomi la frangia da davanti il volto, le sue dita affusolate giocavano con le mie ciocche

-Per colpa mia non abbiamo neanche superato il secondo girone-

-Non è colpa tua, ricordati che in una squadra ognuno ha una parte della colpa esattamente come tutti gli altri-

Presi coraggio è alzai lo sguardo finendo per incontrare le sue iridi blu, mi persi in quegli occhi che mi fissavano dolcemente

-Perché non hai reagito? Non è da te stare fermo senza rispondere-

La sua mano passava dolcemente sulla mia guancia

-Hanno ragione ho sbagliato il rigore che ci avrebbe fatto passare al terzo girone-

Sentivo il peso di tutta la colpa su di me, il rigore lo avevo tirato io, ero io davanti a quella porta

-Smettila di darti la colpa!-

Genda si alzo di colpo la sua voce era irritata

-Cosa dovrei fare io che non ho parato 5 rigori? Dovrei stare seduto a piangermi addosso?-

Si voltò dandomi le spalle e si mise a tirare fuori il proprio cambio dal borsone, era calato il silenzio, silenzio rotto solo dallo sfrusciare dei vestiti di Genda, continuai a fissarlo sperando che si voltasse, lo vidi sfilarsi la maglietta da portiere mettendo in mostra il suo petto dalla pelle chiara, la chioma rossa gli ricadeva sulla schiena, afferrò il suo asciugamano e si diresse alle docce, continuai a guardare il suo borsone mentre il umore dellacqua che scorreva mi suonava nelle orecchie.

Mi ritornò in mente quando da bambini giocavamo a calcio nel parco del quartiere, solo noi due nessun altro, passavamo le giornate a rincorrere il pallone e poi quando entrammo nella squadra della scuola la nostra promessa, la promessa di impegnarci al massimo per diventare campioni insieme e quando ci dissero che la nostra squadra era riuscita a entrare nel girone del torneo, già quel giorno

 

-Sakuma sono arrivato-

Corsi giù dalle scale, rischiando varie volte di cadere è spalancai la porta di ingresso

-Genda!-

Lo feci accomodare, si tolse le scarpe

-Permesso-

Mia madre usci dalla cucina

-Ciao Genda ho saputo la grande notizia-

-Mamma noi andiamo in camera mia-

Dissi iniziando a salire le scale seguito da Genda

-Va bene ragazzi-

Entrammo in camera mia, io saltai sul letto, mentre Genda chiudeva delicatamente la porta

-Come sei attivo Sakuma-

Disse sedendosi a terra vicino al tavolino mentre io saltavo sul letto

-Ci pensi da dopo domani affronteremmo squadre provenienti da tutto il mondo-

Continuai saltando sul letto

-Già, dobbiamo fare del nostro meglio-

Affermò con un sorriso sul volto, con uno scatto saltai giù dal letto e mi fiondai alla cattedra tirando fuori dal cassetto un pacchetto avvolto in una carta da regalo con disegnato sopra dei palloni da calcio, mi accomodai vicino a Genta e glielo porsi

-Tieni lo preso per te!-

La mia voce era squillante, non vedevo l

ora di vedere la sua reazione

-Ma non è il mio compleanno!-

Disse lui esaminando la scatola

-Lo so ma sei il primo portiere e quindi Avanti aprilo!-

Senza farselo dire due volte scarto il pacchetto e rimase a bocca aperta

-Sakuma ma questi-

La scatola conteneva un paio di guanti neri dalle cuciture arancioni della Puma, li avevamo visti due mesi prima in un negozio di articoli sportivi Genda avrebbe voluto prenderli ma costavano troppo, mi era dispiaciuto vedere la sua espressione amareggiata dal fatto di non potersi permette quei guanti, quindi mi ero messo a fare diversi lavori per la gente del quartiere per racimolare abbastanza per comprarglieli

-Un primo portiere deve avere dei guanti degni del ruolo-

Si voltò a fissarmi, potevo vedere nei suoi occhi la felicità crescere

-Sei unico Sakuma-

Disse lui sorridendo, quel complimento mi rese felice, restammo per alcuni minuti a guardarci quando ad un tratto Genda avvicinò il suo viso al mio fino a che i nostri nasi non si sfiorarono, mi vedevo rispecchiato in quelle iridi blu mare, non sapevo cosa stesse succedendo, stavo sognando oppure era tutto vero?

Compresi che non era un sogno quando senti le sue labbra calde posarsi sulle mie, chiusi gli occhi allinizio volevo allontanarmi da lui ma subito dopo volevo assaporare quel momento, senti la sua lingua premere sulle mie labbra finche non le dischiusi per farla entrare, le nostre lingue si muovevano in sincronia come in una danza, ci dovemmo staccare per riprendere fiato, Genda mi guardò dritto negli occhi, vidi nelle sue iridi il timore i aver fatto un errore, stava per dire qualcosa quando qualcuno busso alla porta, con un colpo di reni ci allontanammo luno dal altro

-Sakuma vi ho portato qualcosa da bere-

Scattai in piedi e cercai di assumere la mia solita espressione, ma sentivo il viso in fiamme, apri la porta incrociando lo sguardo di mia madre

-Grazie mamma-

-Hai già dato il regalo a Genda?-

-Sì-

Fu Genda a rispondere al posto mio, mi voltai vedendo che si era alzato

-Scusi signora ****** ma ora devo andare, grazie per la sua ospitalità-

-Figurati Genda e sempre un piacere averti qui-

Accompagnai Genda alla porta

-Grazie ancora per i guanti-

La sua voce era bassa, entrambi cercavamo di non guardarci negli occhi

-Figurati… ci vediamo lunedì a scuola-

-Sì, notte-

Lo guardai uscire dal mio cortile, chiusi la porta e me ne tornai in camera mia, non riuscivo a spiegarmi perché Genda mi avesse baciato né tanto meno perché io avevo risposto al bacio, con le dita mi sfiorai le labbra, il profumo di Genda era ancora percepibile nella stanza.

 

Già quella sera me la ricordavo bene, mi ricordavo perfettamente il nodo allo stomaco mentre guardavo Sakuma, mi ricordavo il suo profumo e infine il calore e la morbidezza delle sue labbra, anche mentre ritornavo a casa il viso di Sakuma si ripresentava nei miei pensieri, non sapevo che cosa mia avesse portato a baciarlo sapevo solo che nel momento in cui le mie labbra si erano posate sulle sue avevo avuto paura di essere respinto, invece con mia sorpresa ero stato ricambiato è perciò avevo osato ancora di più.

Di quella sera non parlammo più, all’inizio fu difficile guardarci senza sentire il bisogno di spostare lo sguardo, ma col tempo le cose erano tornate alla normalità anche se molto sesso sentivo il bisogno di sfiorarlo, di sentire il suo calore.

Chiusi il rubinetto della doccia e con l’asciugamano in vita feci per tornare al borsone ma la strada mi fu sbarrata da Sakuma, che senza preavviso mi butto le braccia al collo e con prepotenza mi bacio, il mio corpo reagì da se stringendogli dolcemente la sottile vita, quanto avevo desiderato riassaporare le sue labbra, la mia mano destra s’insinuò sotto la sua maglia accarezzandogli dolcemente la schiena che tremò appena al contatto, latra scivolo silenziosa nei suoi pantaloncini osando oltrepassare anche l’indumento intimo stringendo avaramente la natica soda e muscolosa, Sakuma gemette appena, senti il suo membro ormai eretto contro il mio, anche Sakuma se nera accorto è arrossì notevolmente, con dolcezza gli abbassai i pantaloncini che cedettero coprendogli le caviglie.

 

Senti i pantaloncini scivolarmi lungo le gambe, alzai le braccia permettendogli di sfilarmi la maglietta, arosii ancora di più quando lui mi guardò, poso le sue labbra sul mio collo lasciandovi piccoli baci, sentivo crescere in me la voglia di essere suo, voglia che venne appagata quando con la mano si tolse l’asciugamano dalla vita, i nostri membri si sfioravano provocando in entrambi dei quasi impercettibili gemiti.

Non so come ma presto mi trovai con le spalle al muro, Genda continuava a baciarmi con passione, con dolcezza mi fece voltare, appoggiai le mani al muro è allargai leggermente le gambe, senti Genta spingere con dolcezza un dito nel mio orifizio, all’inizio provai dolore è urlai, ma pian piano mi abituai, con la mano libera mi solteticava il muscolo ormai eretto, lo senti penetrare lentamente, entrambi urlammo di dolore, ma poi Genta inizio a dare lievi spinte, sentivo le gambe che mi tremavano, sentivo il bisogno di urlare di piacere, Genta mi stringeva per la vita, lo sentivo ogni tanto posare le labbra sul mio collo, le spinte aumentarono sia in velocità che in forza, le nostre urla echeggiavano per i corridoi ormai vuoti

-G-Genda…-

Lo chiamai tra uno spasmo è l’altro, di risposta lui mi strinse ancora di più, abbassai lo sguardo sulle mattonelle bianche che ora presentavano piccole macchie porpure, capii che quello era il mio sangue, ma non mi importò poiché il piacere che stavo provando era più forte del dolore, finalmente giunse il momento più bello, venimmo entrambi, Genda usci da me, restammo per alcuni minuti in quella posizione

-Ti amo-

Mi sussurrò dolcemente all’orecchio

-Anche io-

Risposi ansimando, mi voltai sentendo le gambe molli, appoggiò la fronte contro la mia, i nostri occhi si rispecchiavano a vicenda creando sfumature dai colori caldi, sentivo le palpebre farsi pesanti

-Sakuma, non possiamo dormire qui tra poco chiudono le porte dello stadio-

Feci sì con la testa, mi prese la mano e mi portò sotto la doccia, l’acqua calda iniziò a scorrere donandomi un dolce tepore, le braccia di Genda mi sorreggevano in un dolce abbraccio.

Uscimmo dallo stadio quando ormai il sole era calato, mano nella mano camminavamo per le strade che ormai erano deserte.

 

Giungemmo di fronte a casa di Sakuma, le luci erano tutte spente e il silenzio regnava

-I tuoi non ci sono?-

-No, sono via per lavoro-

Mi abbracciò con calore

-E meglio che vai a letto Sakuma-

-Mi dispiace-

Sussurrò appena

-Per cosa?-

-Per colpa mia hai dovuto sciogliere la squadra-

-Non è colpa tua e poi appena le acque si saranno calmate chiederò al preside di creare una nuova squadra, spero di poterti avere in squadra-

Alzò il viso che venne illuminato dalla luce dei lampioni della strada gli occhi dorati brillarono, un sorriso apparve sulle sue labbra, sorriso che scomparve come la luce negli occhi di Sakuma

-Genda quello che è successo?-

Sapevo cosa intendeva dire, appoggiai la mia fronte alla sua

-Non voglio rinunciare a te-

Gli sussurrai, vidi le lacrime riempirgli gli occhi

-Neanche io-

Rispose con la voce tremante, nascose il viso nella mia maglietta, il suo corpo tremava appena, lentamente infilai la mia mano nella sua tasca alla ricerca delle chiavi di casa, appena le presi lo accompagnai alla porta, Sakuma piangeva silenziosamente.

Ci sedemmo sul divano, la stanza buia mi fece rilassare, dalla cucina proveniva il ronzio del motorino del frigo e il ticchettio dell’orologio, Sakuma si rannicchio stringendomi la vita, iniziai ad accarezzarli la chioma.

 

La mano delicata di Genda mi accarezzava donandomi tranquillità, non mi importava se i miei genitori ci avrebbero visti cosi non volevo rinunciare a Genda, soprattutto ora, ora che eravamo riuniti più che mai

-Genda…-

-Sì?-

-Ti amo-

Senti di doverglielo dire, forse per paura di svegliarmi e di non averlo affianco o forse per timore che fosse tutto un sogno

-Anche io-

No non poteva essere un sogno, perché quello che avevo sentito e provato era tutto vero.

Senti le palpebre farsi pesanti, il calore di Genda era cosi invitante come una calda coperta in pieno inverno, mi lasciai cullare dolcemente dal suo respiro e pian piano entrai nell’abraccio di Morfeo, felice di sapere che al mio risveglio Genda sarebbe stato al mio fianco.

 

Spazio autrice

Ok *rossa* moooolto bene, oggi sono in vena di amore XD

Spero vi sia piaciuta, non linciatemi!!!

Un grazie a tutti voi che avete letto, bacioni dalla vostra pazza fuxiotta95

 
  
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