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Autore: YoungWild_Free    20/11/2012    1 recensioni
Questa storia parla di Vittoria e William. Lei è una ragazza di tredici anni, mentre lui sedici. Dicono che l'amore non ha età, ma vale uguale per l'amicizia?
Ma se l'età fosse solo un numero e la vita fosse troppo corta? Diciamo che sedici anni a volte possono essere anche troppo pochi!
Questo è la mia prima OS e spero di essere stata decente a scriverlo, commentate se vi va, a me fa piacere!
Ispirata alla canzone: Unica al mondo - Fedez
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 -Vittoria?- Risposi alla chiamata del mio migliore amico, anche se mi accorsi che quella non era la sua voce, ma di un uomo che mi insospettii fosse suo padre.
-Sì?- Chiesi confusa, perché suo padre doveva chiamarmi a mezzanotte di venerdì sera?
-Sono il padre di William, ora mi trovo in ospedale. Faresti meglio a venire..- Si limitò a dire attaccando, fu davvero fortunato perché mi trovavo a casa di una mia amica che abitava a due passi da quel luogo.

E' un'altra notte in ansia in cui non riesco a dormire,
e cosi com'è iniziata doveva finire.
Una discesa troppo lunga per non trovare una salita,
Un sogno troppo bello per durare una vita.

 

“Anche stanotte non mi hai fatto dormire, brutto stronzo!” Scoppiai a ridere. “Mi vuoi morta! Oh, scusa non ne dovrei parlare così.. Comunque ti ho portato un regalo!” Estrassi l'Ipod dalla tasca della tuta.
Era da tre giorni che non mi cambiavo, con la mia divisa da casa poi sembravo ancora più andata di quanto non potevo essere! Sì, perché anch'io mi ero accorta che ormai quell'esistenza provata mi stava uccidendo.
“Ecco Will, se la trovo..” Cercai la canzone fra tutti i brani e gli misi gli auricolari alle orecchie. “Ecco è questa! Senti, dai.. Fammi questo piacere.” Due lacrime amare rigarono le mie guance, non potevo vederlo così.
Era sdraiato in quella stanza bianca che ti faceva sentire male solo a vederla, sdraiato immobile sotto le coperte azzurri sbiancate. Mi ero sempre chiesta perché rendevano così triste il posto in cui le persone dovevano essere salvate, mha!
Ascoltai con lui..

Da quando non ho più i tuoi occhi non mi bastano le stelle
E anche con 200 troie non mi basteranno quelle

Forse troppo vecchi per non pensare più alla morte
Ma ancora troppo giovani per un rapporto così forte

Avevo sempre odiato quei primi due versi di quella frase della canzone, non mi diceva niente e perciò lui si metteva ad urlarla ogni volta. In quel momento avrei pagato oro per sentire ancora una volta la sua voce, anche per dirmi un ultimo addio
Tutti mi dicevano che ad un ragazzo così grande non sarebbe mai importato di me, ma ormai avevo trovato quel tipo di persona a cui dire i miei problemi, a cui confidare i miei segreti e condividere i miei sogni. Un vero amico.
Anche lui mi raccontava dei suoi amici che gli parlavano male di me, o perlomeno di non perdere tempo con me perché ero solo una bambina, ma diceva che per lui non ero mai stata solo una bimba! Io gli credevo e forse questo era il motivo per cui mi trovo da sola a piangerlo.

Flashback

Seduti su quell'autobus stracolmo di facce conosciute, mi faceva finalmente sentire sola con lui. Eravamo seduti accanto, si era tanto preoccupato per me la scorsa sera che avevo deciso di dargli una chance. Era strano che ci conoscessimo da così poco e in così poco riuscii a fidarmi di lui.
-Vitto, mi si è scarico il cellulare, possiamo prendere il tuo?- Ovviamente stavamo ascoltando la musica, infatti mi faceva strano che non iniziasse nessun'altra canzone. Annuii col capo e presi il mio Ipod, facendolo partire in modo casuale.
Continuammo a parlare finché lui non mi interruppe:
-Ehi!- Si esaltò tutto. -Ma questo è Fedez! Mmhh.. Unica al mondo, vero?- Pensai che non amavo quella canzone, anzi, la detestavo altamente, perciò gli esternai le mie emozioni. -Brutta? Ma te non capisci niente. Allora ascolta meglio..

Non è la prima strofa che ti scrivo
Ma forse è la prima che faccio veramente con il cuore
E se ti guardo in faccia, ti dico solo "amore"
Perché mi riesce difficile spiegartelo a parole

 

“Amore..” Sussurrai dopo quelle parole. Dopo quella volta mi ero innamorata di quella canzone, mi sembrava che fosse stata scritta per noi, o per lo meno per quello che eravamo prima.
“Senti mi fai proprio incazzare adesso! Prova dire qualcosa, io così non ti posso vedere! Eri o no te quello che mi diceva di non arrendermi mai..” Sospirai. “Giusto, lo ERI.. Ok, mi dispiace aver urlato, ma mi stai facendo diventare matta! Sono due notti che rimango qui immobile e non mi sposto da questa sedia neanche quando i dottori si arrabbiando, perché so che tu avresti fatto la stessa cosa per me, vorrei un minimo di riconoscimento, no?” Fissai il suo volto così impassibile che faceva sembrare avesse già superato quella luce di cui vanno tanto parlando. “Ok, no. Hai almeno sentito la canzone? È la prima volta che la risento anch'io, non volevo farlo senza te! Questo mi ricorda che mi dicesti saresti stato tua ad insegnarmi ad andare sul motorino che avremo potuto passare più tempo insieme così.. Perché avevamo così tanto da dirci.”

E con l'ultimo bacio dato
Ho capito l'importanza di ciò che prima davo per scontato
Presi dai nostri lavori e dalle circostanze
Questa non è per dirti addio, ma solo per dirti grazie.

 

“Non capisco, ci siamo conosciuti così poco tempo fa.. Nemmeno un anno, e tu devi essermi già portato via! Non è giusto, avevamo ancora tantissime cose da fare e da dirci.. Io mi aspetto ancora di vedere quel film horror con te, ti ricordi? Per farmi passare questa mia stupida ossessione..” Accenno ad un sorriso. “E poi non ti ricordi che quando prendevi la macchina ci dovevamo fare un bel viaggio per tutta l'Europa per due settimane e poi mi avevi promesso che quando avrei compiuto il mio quindicesimo compleanno mi avresti fatto passare la serata in discoteca.. Perché non vuoi più stare con me? Se questo era il motivo potevi anche trovare un modo meno drastico per farmelo capire!” Gli strinsi la mano per fargli capire che non me ne sarei andata comunque.

Questa è per te che mi hai capito, sostenuto, sopportato
Lo ripeto all'infinito, sei unica al mondo
Con cui mi sono aperto, con te gioco allo scoperto
Lo ripeto all'infinito, sei unica al mondo.

 

“Ti ricordi anche del nostro primo casuale incontro? Io sì. Eravamo entrambi su quella panchina. Io mi ero seduta dopo una lunga corsa per seminare i miei amici che non riuscivo più a sopportare e tu scappavi seriamente, con lo zaino in spalle da boyscout smarrito! Ti avvicinasti a me e mi chiedesti perché ero arrivata di corsa a quella panchina, ma io stronza ti supplicai di spiegarmi perché eri lì. Eri scappato di casa, ma facevi seriamente? Che poi due ore e già ti eri pentito! Comunque anch'io ti raccontai di me e non so come ci trovammo a parlare di quanto sia bella la Thailandia. Non siamo mai stati normali, io l'ho sempre detto!” Mi guardai attorno, come se qualcosa si fosse mosso, ma più probabilmente ero io che ogni volta diventavo sempre più paranoica. “Dicevo che poi tu mi desti il tuo numero e mi dicesti di trovarci il giorno successivo sempre là, perché ti piaceva stare con me. Notai fin da subito la tua sincerità a decisi di fidarmi non so ancora per quale motivo.” Oh cazzo! Non era possibile sentii ancora quella sensazione, mi alzai e guardai se le finestre erano chiuse male o qualcosa del genere, ma era tutto perfettamente a posto, osservai anche tutte le apparecchiature che giacevano accanto al mio amico ed era tutto normale, o per lo meno dal punto di vista estetico! Ancora. Allora doveva esserci per forza qualcosa, bastava capire cosa.

Per te che mi hai abbracciato quando ne avevo bisogno
Non sembra ma ti ho amata più di ogni altra cosa al mondo
Se non te l'ho mai detto è perché me ne vergogno
Non so se l'hai capito, sei unica al mondo.


Continuai a parlare tutto il giorno saltando sia la colazione che la cena, non me ne importava se per lui era lo stesso. “Signorina,” Richiamò la mia attenzione un dottore. “Dobbiamo fare degli esami, se lei si può gentilmente spostare” Ormai avevano capito che a me non mi avrebbero certamente smossa da là anche con le cannonate, perciò mi misi infondo al letto in silenzio sbirciando nelle loro cartelle anche se non ci capivo molto. Ero particolarmente interessata perché avevano tutti un'aria più preoccupata del solito, ma non capivo, quella macchina che segnava i battiti cardiaci continuava a fare lineette perciò significava che il cuore batteva, no?
Improvvisamente notai che fecero uno sbalzo assurdo, per poi andare sempre ridimensionandosi, mi stavano prendendo per i culo, vero? Non poteva accadere davanti ai miei occhi, e perché quegli idioti non muovevano un muscolo per lui? Cazzo, fate qualcosa! Pensai fra me e me, ma volevo veramente urlarlo a quelli là.
Bip.
“Mi dispiace” Disse l'ultimo dottore uscendo, Mi dispiace, sai anche a me dispiace se stanotte compierò un omicidio! Certo perché a loro morivano diecimila persone al giorno sotto gli occhi senza provare un minimo di pena, ci credo! Loro non avevano niente a che fare con quei diecimila, ma cosa avrebbero fatto se ci fosse stato il loro migliore amico fra quegli? Forse quello che stavo facendo io. Fissarlo e vederlo più immobile di quanto non lo fosse prima, sperando che da un momento all'altro si sarebbe alzato gridando “Sorpresa”, mi avrebbe fatto venire un attacco di cuore, ma perlomeno potevo abbracciarlo e vederlo sorridere, non quella faccia da morto che ora lo mascherava. Ma che dico? Lui è veramente MORTO. E tutti i nostri sogni? Bé, a questo punto potevano andare nel cesso, ma la mia vita? Come potevo continuare a sorridere se ogni suo ricordo è stato sostituito da un semplice Bip. Se qualcuno mi avesse chiesto come stavo, non avrei saputo che dire.. Era tutto finito, per davvero. Dovevo solo sperare di poter premere il tasto replay come per una canzone.

E' un'altra notte in ansia in cui non riesco a dormire,
e cosi com'è iniziata doveva finire.
Una discesa troppo lunga per non trovare una salita,
Un sogno troppo bello per durare una vita..

  
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