Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
Segui la storia  |       
Autore: rainbowdasharp    20/11/2012    1 recensioni
[Magi - The Labyrinth of Magic]
I tarocchi sono, notoriamente, uno degli strumenti più usati nella cartomanzia. Esistono molteplici associazioni tra essi e Magi, essendo quest'ultimo uno shounen ambientato tra le magie delle Mille e una Notte. Ho provato a darne un'interpretazione personale, raccogliendo ognuna di queste carte in una storia a sé. Al momento, ho previsto 22 one-shots, ma probabilmente mi avventurerò anche più in là... Sperando che l'ispirazione mi assista. Buona lettura ~
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'IMPERATRICE
"L'imperatrice indica stabilità, forza, e protezione.
Questi concetti sono ben simboleggiati rispettivamente da: trono, scettro, e scudo.
L’imperatrice rappresenta forza interiore, forza di volontà, governo delle cose.
"

La forza non è tutto.

Aprì lievemente la porta, forse messo a disagio dal silenzio dell’ora tarda e riconoscendo quella totale assenza di rumore. Uno spiraglio di fioca luce s’introdusse nella stanza insieme a lui, illuminando appena l’ambiente: conosceva bene quelle bianche pareti, arricchite di lussuose decorazioni; conosceva bene quel tappeto rosso di pregiata fattura, dono della nobiltà.
Ma il dono più grande di tutti – per lui e per Laem – giaceva addormentato nei pressi del grande balcone che dava sulla città: l’esile corpo fanciullesco, adagiato sotto il grande arco di marmo, sembrava più la personificazione di una divinità, che un vero e proprio essere umano. I lunghi capelli biondi, liberi, risplendevano all’argentata luce della luna, senza però perdere il loro colore dorato; il volto, liscio e bambinesco, sembrava la definizione stessa della serenità: gli occhi grandi, chiusi da Morfeo, contrastavano il naso piccolo e perfetto e le labbra minute, in quel momento a malapena dischiuse.
Il giovane guerriero, avvicinandosi a colei che più di ogni altra cosa aveva giurato di proteggere, non poté fare a meno di preoccuparsi: non era da lei addormentarsi in tal modo. Era forse allarmata? O semplicemente troppo stanca?
Tormentato da queste domande, sollevò la bambina da terra, tenendola ben salda tra le sue braccia e adagiandola con dolcezza sul letto. In quel momento, pensò che sembrava davvero soltanto una giovane fanciulla dalla rara bellezza; eppure, sapeva bene quale destino quel delicato corpo celava: il potere dei maghi della creazione, un Magi.
Sembrava che non fosse stato delicato quanto aveva sperato: dopo un tenue lamento, gli occhi della Sacerdotessa si aprirono, rivelando – seppur nell’oscurità della notte – le grandi iridi verdi, con la loro espressione saggia e maestosa.
«Muu?» chiese, con tono perplesso. Non aveva tutti i torti: il ragazzo si accorse solo in quel momento di averle enormemente mancato di rispetto, con quel suo goffo tentativo di prendersi cura di lei.
«Perdonatemi, mia signora» si affrettò a scusarsi, inchinandosi di fronte a lei. Scheherazade si sollevò a sedere, guardandosi intorno, ancora disorientatata dal sonno. «Ero venuta per comunicarle--».
La voce gentile della ragazza lo interruppe. «Muu, ti ringrazio» si limitò a dire, sfiorandogli il capo.
Era un gesto, osservò Muu, che ultimamente la Sacerdotessa gli concedeva più spesso, rispetto al passato. Non aveva certo intenzione di montarsi la testa, ma aveva forse bisogno di sentire qualcuno di fidato al suo fianco?
L’imperturbabile Magi lo superò con passi leggeri e lenti, avvicinandosi nuovamente al balcone: Muu si alzò in piedi, raggiungendola. Era vero che era andato lì per comunicarle degli avvenimenti importanti. Estremamente importanti.
«Cos’altro è accaduto?» chiese la fanciulla, dandogli le spalle: il Fanalis sapeva bene che il suo sguardo doveva essersi perso nell’immensità delle costruzioni di Laem e, probabilmente, ben oltre di qualunque luogo i suoi occhi potessero raggiungere.
«Si tratta di Ko» riferì il guerriero. Apparentemente, Scheherazade non ebbe alcuna reazione: se lo aspettava. «L’imperatrice ha assunto a tutti gli effetti il potere che spettava all’Imperatore. Niente eredi, per il momento».
Cadde il silenzio: un leggero vento scompigliò i capelli della ragazza, ma non vi fu altro accenno, da parte sua. Poi si voltò verso di lui, guardandolo dritto negli occhi: Muu vi lesse una profonda preoccupazione e tristezza, ma durò solo un attimo, una frazione di secondo – poi, il suo sguardo tornò vitreo, come se avesse già assimilato la notizia.
«Capisco» si limitò a dire, sollevando lo sguardo verso il cielo. «Le anomalie aumenteranno, non ci sono dubbi».
«Mia signora, non affaticatevi troppo». Le sue parole, forse decisamente fuori luogo, per un capitano dell’esercito, uscirono dalle sue labbra ancor prima che se ne rendesse conto.
Quelle esili spalle portavano su di loro non solo il destino di Laem, ma contribuivano in gran parte a quello del resto del mondo. Ce l’avrebbero fatta a continuare in quel modo, trascinando da sole quel fardello che sembrava di un peso inestimabile e di gran lunga fuori dalla comprensione di un guerriero come lui? Era forse superbo, da parte sua, sperare di condividere con lei quell’enorme fatica?
«Perdonate la mia avventate--» provò a scusarsi, nuovamente, ma fu ancora una volta interrotto dalla dolce voce di Scheherazade.
«Non sono sola» fu la risposta, come sempre di poche parole, della sacerdotessa. Muu sgranò gli occhi, sorpreso da quella affermazione. «Il rukh mi guida» aggiunse ancora, ed infine: «E ho te al mio fianco».
Scheherazade l’aveva detto fissando ancora il cielo che li sovrastava. Le sue delicate mani, solite ad impugnare lo scettro che rappresentava il suo titolo, in quel momento erano intrecciate tra loro, in una sorta di muta preghiera.
Il cuore di Muu saltò un battito: non avrebbe saputo dire se per l’onore di tali parole o per la certezza che poteva esserle veramente d’aiuto. Scheherazade non mentiva. Tutto, in lei, emanava una sorta di calore divino e una purezza fuori dalla portata della natura umana, tanto da metterlo in soggezione. Suscitava automaticamente un sentimento di amore e rispetto, nella dolcezza dei suoi gesti e nella tenacia con la quale teneva ben salde le sorti del paese.
Scheherazade non era solo una Magi: Muu era sicuro che lei fosse persino superiore agli altri esistenti, perché lei amava la sua gente. Aveva curato per decenni la famiglia reale, senza perdere d’occhio ciò che succedeva altrove. Mai una volta l’aveva sentita lamentarsi, arrabbiarsi, alzare la voce: riusciva a mettere d’accordo con la sua sola presenza, dispensava saggezza e giustizia.
Una vera e propria dea incarnata in membra umane.
«Sarò al vostro fianco, mia signora» rispose, ancora incredulo, facendo seguire un inchino alle sue parole.
Scheherazade allora posò nuovamente il suo sguardo su di lui: la folta chioma rossa del guerriero non le permetteva di vederlo in volto, ma era sicura che le sue parole lo avessero toccato.
Sorrise, sapendo che la sua battaglia sarebbe stata meno difficile, con lui al suo fianco.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic / Vai alla pagina dell'autore: rainbowdasharp