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Autore: paoletta76    20/11/2012    1 recensioni
Non sarai re, ma che t'importa..? Puoi essere un milione di altre cose.. con le tue capacità, con il potere che hai fra le dita.. puoi guarire, puoi salvare.. puoi essere più che un re.
La storia introduce un nuovo personaggio (ma quanto, nuovo?) accanto agli Avengers..
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Quei due giorni trascorsero con la terribile lentezza con cui trascorre il tempo per chi attende con ansia. 
Loki appariva assente, distratto, nervoso, ma la sposa non osò farne parola, nonostante il suo cuore cominciasse a provare un inspiegabile timore.
 
Ho stretto patti che non avrei dovuto stringere, fatto promesse che non avrei dovuto fare..
 
Perché trascorreva le sue ore chiuso nella biblioteca? Perché si muoveva con il fare circospetto di chi sta tramando qualcosa?
 
Sorgeva su Asgard la seconda alba, quando percepì il suo muoversi fra le lenzuola. Rimase immobile, ad occhi chiusi, cercando di ascoltare e capire cosa suo marito stesse facendo, così presto.
Forse ha ancora sul corpo l'effetto della prigione.. si disse. La sveglia all'alba e le frustate.
 
Un tremito. Spostò la spalla e si raccolse di più fra le coperte, come avesse sentito il dolore su di sé.
- Sif..- lui la vide, e si piegò ad incontrare il suo viso, costringendola ad aprire gli occhi.
- Dove vai..? - lei lo vide già vestito, come fosse stato pronto per il campo di battaglia.
- Esco. 
- Dove vai..? - ripeté lei, più ovattata, come una preghiera, trattenendogli una manica dell'uniforme.
- Non me lo chiedere, Sif.
- Loki..- lei si sollevò appena, senza nascondere i capelli arruffati e l'espressione carica di una paura che adesso aveva le sue conferme.
- Andrà tutto bene, amore mio. Tutto bene. Presto sarà tutto finito, saremo liberi da questa prigione.
Quelle parole prive di senso ebbero l'effetto di spaventarla di più, portandola a stringere con più forza quel braccio.
- Lasciami, Sif. Lasciami andare.- lui provò a liberarsi, senza successo - devo farlo. Voglio la mia vendetta.
- No, ti prego..
Uno strattone, deciso, e lo sposo si liberò della sua presa.
- Porta via il bambino, Sif. Andatevene, andatevene lontano.- le disse, con una voce non più sua. E scomparve oltre la porta.
 
La giovane donna raccolse il figlio cercando di non svegliarlo, lo avvolse nella coperta e lo adagiò sul letto, prima di riempire una sacca con quelle poche cose che potevano servirle nel viaggio.
Fuggire.. sì, ma dove? E perché? Cos'aveva intenzione di fare, suo marito? E poi.. vendetta? Perché, e contro chi? E perché le aveva detto devo farlo? 
 
Che diavolo sta succedendo..?
 
Il sole si alzava, su Asgard. E con lui il vento di una battaglia che non aveva spiegazioni.
 
Loki era scivolato a passi veloci verso la camera delle reliquie. 
Sei ancora qui..
 
Il cubo emanava una luce azzurra, intensa, viva. Sembrava chiamarlo, attendere le sue mani a prenderlo e portarlo via con sé. Come la prima volta in cui ne aveva sollevato lo scrigno, e più forte ancora.
Lo raccolse, puro e limpido com'era, mostrando di nuovo la propria reale natura di gigante di ghiaccio. La sua forza gli diede il potere di teletrasportarsi sulla grande terrazza da cui si dominava l'intera città, nella frazione di tempo sufficiente a sfuggire alle guardie.
 
Chiuse gli occhi, e l'energia che aveva fra le dita dissolse il sigillo posto sulla sua fronte dal padre, amplificando a dismisura l'incantesimo che le sue labbra stavano pronunciando.
Dalle mani di Loki si sprigionò un raggio di luce, intenso, accecante, che andò a perforare i cieli come già accaduto a Midgard, liberando la strada per nuovi eserciti e nuovi nemici.
 
Poi a quella luce si sommarono migliaia di altre luci, altri fuochi e suoni di guerra. Il gridare di soldati e vittime che si mescolava allo stridore dei metalli ed al tonfo sordo delle esplosioni nei palazzi della città.
 
Il dio degli inganni aprì di nuovo quegli occhi di cristallo, contemplando la propria opera, quasi inebriato da luci e rumori. Poi il suo viso puntò verso il varco creato nei cieli, in tempo per assistere all'atto finale della battaglia.
  
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