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Autore: giuliaHP4ever    08/06/2007    4 recensioni
Autobiografica.Parla di un modo di vivere la propria tristezza... scritta di getto.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardala è lì ... lì come ormai da giorni, raggomitolata su se stessa con il cuore che batte come impazzito ogni volta che il suo pensiero si rivolge a lui ... ed ormai da giorni la sua testa è capace di formulare solo il suo nome, e il suo cuore batte velocemente, forte, talmente forte da farle male ... dolore fisico ... sicuramente migliore del dolore che le porta quel suo unico pensiero, rimbombante, cupo ... quel nome le si affaccia nella mente, qualsiasi cosa stia facendo... tutto gli ricorda lui... La cosa migliore da farsi sarebbe dimenticarlo, pensare ad altro, conoscere altra gente, ma quel poco di lucidità che ancora conserva glielo impedisce ... non vuole altra gente ... vuole lui! Ormai ha aperto le braccia al dolore ... Lo accoglie nella sua completezza, aspetta che faccia il suo corso... spera che il tempo guarisca le sue ferite... Ma i brevi intervalli di tempo nei quale dopo giorni e giorni riesce a pensare con logica li impiega per trovare un modo per riprenderselo ... Per riportarlo da lei ... E quando invece il dolore torna inesorabilmente da lei, si porta le ginocchia al petto come per proteggersi e scrive... scrive di se tessa... del suo dolore... delle sue lacrime... del suo dover imitare se stessa...una grottesca e poco realistica imitazione..., perchè è impossibile imitare la propria normalità. Scrivere è la sua via di fuga, prendere tutto come fosse un romanzo, una fiaba, una storia a lei estranea... qualcosa che stia accadendo a qualcun altro. Non può più piangere, non ne ha la forza, ma di non può nemmeno riderci sopra, non ce la fa... E allora cosa le rimane da fare? Vagare nell’apatia... nel tentativo di impedire alla sua testa di ripeterle costantemente quel nome, ma no! Non può fare nemmeno questo... Andrebbe contro i suoi sanissimi principi morali... lei è abituata a reagire... a combattere ... e allora reagisce... a modo suo ma reagisce... scrive... blocca tutto quello che non vuole che la sua mente le riporti alla memoria ascoltando musica a volume tale da impedirle di ragionare... cerca possibili modi per riportarlo da lei, e soprattutto per riprendersi se stessa... si costruisce una maschera... che funziona, certo, finché lei non se la toglie per dar libero sfogo alla sua tristezza...si sfoga parlando... lasciando vagare il suo dolore in un fiume di parole.... per poi bloccarsi... tornare fredda ... tenendo lontano nuovamente tutti... scansandosi dai loro abbracci, le loro carezze... rimettendosi una maschera destinata a spaccarsi e ricostruirsi, destinata a non poter durare a lungo... perchè lei si sente persa... irrimediabilmente persa senza lui.
  
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