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Autore: V@le    08/06/2007    1 recensioni
E se Ramon Victorino fosse un campione di calcio argentino e migliore amico di Juan Diaz? E se avesse una sorella per cui Juan ha una particolare attenzione? Leggete e scoprite... N.d.A. Il titolo è tratto da un verso della canzone "Hermanita" degli Aventura ULTIMO CAPITOLO
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ayer...


CAPITOLO 13
 
 
 
-...Pascal supera la metà campo mentre Suarez si porta avanti...oh, Pascal è bloccato! Il difensore della squadra ospite non lo molla! Cerca un compagno libero... trova Diaz sulla sinistra! Ora il gioco è nuovamente in mano al capitano! Si avvicina all'area di rigore... Ma l'arbitro fischia la fine del primo tempo supplementare, che si conclude 4 a 2...
Juan si buttò sul prato a bordo campo, esausto.
-Sei stato un fenomeno. Due goal in dieci minuti- Alan gli lanciò un asciugamano direttamente in faccia.
-Sì, sì...
-Diaz!- chiamò l'allenatore avvicinandosi.
-Cosa c'è?- rispose scocciato mettendosi a sedere.
-Niente, tua moglie sta solo partorendo- rispose il mister sarcastico.
Il ragazzo scattò subito nello spogliatoio e poi fuori dallo stadio, diretto all'ospedale.
 
Ingrid guardava adorante la creatura che aveva fra le braccia. Le gocce di sudore colavano dalla fronte e dal petto, ma a lei non importava: era troppo occupata a rimirare sua figlia.
-Ma lo sai che sei bellissima?- sussurrò accarezzandole piano la guancia -Piccola mia... Vedrai quanto sarà contento il tuo papà di vederti! Solo che dovrai aspettare un po' a incotrarlo... lui è un calciatore molto famoso e sta giocando la finale del campionato nazionale, ma vedrai che appena avrà finito correrà a vederti...
Neanche a farci apposta, la porta si aprì e comparve sulla soglia l'oggetto del discorso.
-Juan! Ma come, la partita è già finita?
-Sta finendo, quando sono andato via era terminato il primo tempo supplementare- si avvicinò.
-Sei fuggito di nuovo? Ma che ti costava aspettare un altro quarto d'ora? E se aveste perso?
-Non ti fa bene agitarti in questo stato- la baciò sulla fronte sudata, per poi posare lo sguardo sulla bambina -oh mio Dio...
Ingrid si spostò per permettergli di sedersi al bordo del letto, poi gliela avvicinò.
-E' bella, vero?
-E' una meraviglia...- disse con la voce troncata dall'emozione, pensando che quella creatura assomigliava terribilmente alla madre.
Ad un tratto sentì quest'ultima ridacchiare.
-Che c'è?
-Qualcuno lì dietro si sente trascurato.
Il ragazzo si voltò, accorgendosi che il bambino dietro di lui stava tirando insistentemente la sua maglietta.
Lo prese di peso e se lo mise sulle gambe.
-Già cominci a essere geloso?- chiese vedendo che teneva il broncio.
-Oh, piccolino... guarda, adesso diamo la tua sorellina a papà e tu vieni in braccio a me, ok?
-Sì, però subito!
Eseguirono l'ordine impartito. Il bambino di tre anni si accocolò in braccio alla madre.
-Ma adesso smettila di tenere il broncio, eh?
-Scusa, ma io sono nato prima e coccolate di più lei!
-Inocente- continuò lei -guarda che questo vuol dire che abbiamo coccolato te tre anni in più.
-Ma adesso lo farete solo con lei e non mi guardarete più!
-Inocente- lo richiamò il padre -calmati e non parlare così alla mamma.
-Shh, ci penso io- gli sussurrò la ragazza, per poi tornare a discutere con figlio -lei è più piccola ed è normale che la coccoliamo un po' di più, ma tu rimani sempre il nostro pestifero preferito...
Entrambi i genitori sorrisero.
-...e poi ora sei diventato un fratello maggiore ed è compito tuo proteggere la tua sorellina. E' una cosa molto importante.
-Esattamente- intervenne Juan -basta che non prendi esempio dallo zio Ramon...ahu!
Se non avesse avuto in braccio la bambina, si sarebbe massaggiato la spalla dopo il colpo della compagna, a cui Inocente aveva riso.
Il piccolo si sfilò dalla stretta di Ingrid e a quattro zampe osservò la nuova arrivata.
-Adesso che la guardo- fece con un'aria troppo saccente per la sua età -mi pare carina... Però è bianca!
-Non è bianca, è che ha la carnagione chiara... deve aver preso dalla nonna di papà. Anche lei aveva la pelle candida candida.
A quelle parole il bambino si sedette e parve riflettere.
Più tardi Juan era andato a prendere Pascal per portarlo a vedere la bambina, lasciando madre e figli soli.
-Mamma?- disse Inocente ad un certo punto.
-Dimmi, tesoro.
-Come si chiama?- chiese riferendosi alla bambina.
-Ancora non lo abbiamo deciso.
-Posso decidere io?
Per un momento Ingrid fu spaesata, poi gli sorrise.
-Beh, magari dovremmo chiederlo a papà... ma non penso ci siano problemi. Hai già qualche idea?
-Mmm- rifletté concentrato - forse... Chicca!
-Chicca? Chicca non è un nome, Inocente, è un soprannome...
Il bambino incrociò le braccia, seccato.
-Oh, adesso non fare così... non sarà il suo nome, ma tu potrai chiamarla Chicca tutte le volte che vorrai.
-Sì... ma allora quale sarà il suo nome?
-Prova a pensarci, ti verrà in mente qualcosa.
Dopo un po' i piccoli pugni baterono sul letto.
-Candida! Ha la pelle chiara, va benissimo!
La madre lo fissò stranamente.
-Che c'è?... Non ti piace?- chiese lui con una vocina timorosa.
-No, che dici- lo invitò a vernirle in braccio -è perfetto. Vedrai che piacerà anche a papà.
 
Qualche anno dopo...
 
-...mhmh, certo, nessun problema... Ma si figuri, anzi, lo faccio volentieri!... Sì, alla prossima settimana. Arrivederci.
Ingrid mise giù la cornetta e ritornò all'impasto del suo dolce. Che venne prontamente assaltato da una ditata.
-Inocente! Bisogna cuocerla una torta prima di mangiarla.
Il bambino se ne andò soddisfatto col dito in bocca.
La ragazza stava cercando disperatamente una teglia, quando la vocina della più piccola provenì dal corridoio.
-Papà! Zio!... Alan!
Sorrise. Sua figlia era uno spettacolo quando la venivano a trovare.
Salutato pure il piccolo, i tre la raggiunsero in cucina. Quando vide entrare Ramon, Ingrid gli saltò letteralmente in braccio.
-Quanto tempo che non ti vedo!
-Scommetto che sei stata da dio senza di me.
-Spiritoso!- poi passò all'altro -ciao, Alan- lo baciò sulle guance.
-Ciao. Ti trovo bene.
-Grazie!- sorrise lei con falsa vanità.
-Ehi, sono oltremodo stupito dall'accoglienza- si lamentò Juan prendendo un bicchiere d'acqua -e poi pensavo che avessi sposato me.
-E' tardi per fare il geloso, non ti pare- lo baciò sulle labbra e ritornò alla sua disperata ricerca.
In quel mentre Inocente e Candida entrarono in cucina.
-Mamma, andiamo di fuori a giocare- parlò il primo a nome di tutti e due.
-Va bene.
-Venite pure voi?
-Andate, io inforno la torta e vi raggiungo.
Uscirono tutti tranne Ramon.
Per un po' rimasero in silenzio. Poi, quando lei riuscì a trovare la dannata teglia e cominciò a versarci dentro l'impasto, lui prese parola.
-Sei veramente uno spettacolo come donna di casa.
-Dovrei prenderlo come un complimento?
Il ragazzo rise.
-Mi sembra ieri che eravamo bambini. Noi che giocavamo con un pallone mezzo sgonfio, tu che stavi a guardare o ci correvi dietro...
-...senza mai riuscire a raggiungervi.
-Sì. Poi sei partita...
-...sono tornata dopo anni, mi sono innamorata di Juan, tu hai cominciato a fare il geloso, poi ho trovato lavoro e adesso sono qui: sposata e con due figli.
-Sono veramente due miti. Non sai quanto Candida mi ricordi te.
-Ah sì?- Ingrid infornò e chiuse lo sportello -non l'avrei mai detto. Io non mi ricordo così carina.
-Così carina no, ma così piacevolmente rompiballe...
Si beccò un pugno sulla spalla.
-Gentile con tua nipote, eh?
-E' semplicemente una forza della natura come te. Inocente, invece...
-Inocente è testardo come Juan e dolcissimo con la sorella come te. E poi comincia a mostrare di avere una certa vena sarcastica tipo Alan, e non capisco da dove  uscita fuori.
Pausa.
-Sono contento che sia andata bene tra voi due. Se ti avesse fatto soffrire lo avrei preso a calci... ma è andata bene.
Fu incuriosito dalla faccia mezza rassegnata di lei.
-Sono spaventata.
-Spaventata? Di che cosa hai paura?
Sospiro.
-Siamo tanto giovani, Ramon, e vedendo tutti quei matrimoni che vanno a rotoli...
-Avanti, sorellina- le si avvicinò e l'abbracciò -il vostro è al sicuro. Durerà, ne sono certo- sciolse l'abbraccio per guardarla in viso -e poi io sonosempre pronto a prenderlo a calci.
Ingrid rise.
-Anche Inocente fra qualche anno farà così con Candida. Juan alla nascita di lei gli ha raccomandato di non imitarti, ma credo che quando Chicca diventerà un'adolescente cambierà idea.
-Sicuramente.
Ramon uscì e lei rimase lì appoggiata
Entrò Juan, seguito da una bella bimba saltellante.
-Guarda, mamma, ti ho portato un fiore!
-Oh, ma che bello! Grazie- si inginocchiò e abbracciò la bambina dandole un bacio sulla guancia -come ricompensa stasera avrai una grande fetta di torta.
-Sì!- esclamò contenta Candida -ricordatelo, eh? la fetta più grossa a me!- tornò saltellando di fuori.
Il padre rise, per poi posare lo sguardo sulla moglie che si rotolava tra le dita la piccola margherita bianca.
-Ti vedo stravolta.
-Oh, stamattina allo studio mi hanno massacarto e tra una settimana ho un concerto di beneficienza.
-Candida stava correndo dietro a Inocente mentre giocava col pallone.
-Sicuramente ha preso da me.
Il ragazzo la guardò. Sì, era proprio stanca.
-Piccola- la affiancò circondandole le spalle con un braccio -ti stanno stremando le pesti, eh?
-Ma no, figurati, sono pure troppo buoni. E' che ancora mi devo abituare a fare tutte ste cose insieme.
-E' che tu ne vuoi fare troppe: l'assistente all'asilo infantile, la mensa dei poveri... guarda che sei un normale essere umano.
-Me ne sto rendendo conto- confermò lei strofinandosi gli occhi con una manica come una bambina.
-Vieni, ti accompagno di sopra: ti devi riposare.
Ingrid non fece tante storie quando la prese per mano e la condusse in camera da letto.
Si abbandonò sul letto e lui le si mise un momento accanto.
-Cosa c'è?- chiese vedendo che la fissava.
-C'è che sei bellissima anche quando sei stremata.
Lei sorrise al complimento.
-Come fai a essere così dolce- gli accarezzò la guancia.
-Come fai a essere così eccezionale?- ribatté lui prima di abbassarsi su di lei e baciarla.
Si fecero le coccole per un po', poi Juan si alzò per tornare di sotto.
-Ingrid?- non si era ancora allontanato dal letto.
-Dimmi- si drizzò a sedere.
-Sono incredibilmente felice di averci provato.
Non vedendo nessuna reazione, si voltò per uscire. 
Ma sulla soglia sentì due braccia circondargli le spalle e la voce della compagna all'orecchio.
-Sono incredibilmente felice di averti praticamente costretto a provarci.
Le prese un polso e la trascinò davanti a sé sorreggendola per la schiena.
-Resti sempre una ragazzina!
Bacio.
-Anche tu!
Bacio.
La rimise in piedi, abbracciandola all'istante.
-Resta sempre così, ti prego.
Silenzio.
-Anche tu.
 
 
Fine 
 
 
N.d.A. Siamo arriavti alla fine. Spero che questa storia vi sia piaciuta e che mi lasciate qualche commento per sapere come vi è sembrata.
Hikarisan: innazitutto i due hanno 22 e 23 anni nello scorso capitolo, poi ti volevo ringraziare tanto x avermi seguito lungo questo interminabile corso. spero che rimarremo in contatto!
Baci e grazie a tutti,
  
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