21/11/2012
2 recensioniUn Sogno contro vento.
“Ho paura, Violet” disse Louis.Mancavano due giorni ai provini per XFactor e io oggi mi sarei trasferita in un’altra città, perciò eravamo distesi sul mio letto invece di finire di sistemare le mie valigie. Ma Louis era il mio migliore amico, non lo volevo lasciare, soprattutto adesso che aveva bisogno di supporto.
“Non devi avere paura, Lou. Ti prenderanno di sicuro.” Cercai di incoraggiarlo io.
“Ma la tua opinione non vale, potrebbe essere che mi stai dicendo solo quello che voglio sentire e non quello che pensi veramente. Chi ti dice che gli altri non abbiano ragione, che non mi prendano?”
“Ti ho mai detto bugie?” chiesi retorica.
“No” mi rispose lui, ed era la verità.
“Se hai veramente un Sogno, non ti importa di cosa dicono gli altri; cercherai comunque di realizzarlo. Sai cos’è un Sogno, Lou?” “Si, un Sogno è la cosa che desideri di più al mondo.”
“Ci sei quasi. Un Sogno è qualcosa di unico, è quella cosa che ti spinge ad andare avanti giorno dopo giorno e che ti dà la forza di non mollare mai, è la forza di gravità capace di tenerti incollato alla terra,un Sogno è vita, un Sogno è come l’aria che respiri, senza non puoi vivere. Anche se tutti saranno contro di te, anche se il vento ti soffierà contro, cercherai comunque di realizzarlo. Cercherai di realizzare il tuo Sogno, contro vento!” esclamai io. Lui mi guardò a bocca aperta e poi disse “Mi piace quando entri in modalità zen!” e scoppiammo a ridere.
“Allora senti l’ultima perla di saggezza: non importa ciò che dici, non mi ferirà; queste ali sono fatte per volare.” Dissi ancora ridendo. “Violet, dobbiamo partire!” disse mia madre da sotto.
Improvvisamente ritornammo seri. “Non voglio partire, Louis”
“Neanche io voglio che tu parta, ho bisogno di te” disse lui quasi piangendo.
“Quando domani sarai su quel palco, dai tutto quello che puoi” mi raccomandai io.
“Quando domani sarò su quel palco, penserò a te” mi disse lui e poi mi strinse in un abbraccio che sembrava infinito. “Forza, Violet!” urlò mia madre arrabbiata.
Io afferrai la mia valigia e corsi via; non potevo vederlo piangere, non poteva essere quello il mio ultimo ricordo di lui.
6 settimane dopo
“Pronto?”
“ Ciao Vi, sono Louis!” “Lou! Che bello! Come stai?”
“Bene, grazie. Mi hanno chiamato e indovina un po’?”
“Ti hanno preso?!”
“SI!!!”
“Siiii!!! Che bello! Sono così felice per te!”
“Grazie, Vi”
“Non mi devi ringraziare”
“Allora ho un’altra cosa da dirti… Ti voglio bene!”
“Anche io,Lou, tanto! Ora devo andare, scusa. Ci sentiamo”
“Certo, stammi bene!”
Non ci siamo più sentiti dopo quella volta.
1 anno e mezzo dopo (Pov. Louis)
Avevamo appena finito di scrivere il nostro primo singolo, intitolato “What makes you beautiful”. L’ispirazione era venuta un po’ da tutti, ma in particolare da me pensando ad una certa ragazza.
Ora ero in macchina. So che è da pazzi guidare per 4 ore sotto l’acqua scrosciante; ma sentivo il bisogno di andare da lei, di dirle quelle due parole che mi ero tenuto dentro per troppo tempo per paura di rovinare un’amicizia.
Dopo quattro ore arrivai a casa sua. Suonai e mi venne ad aprire sua madre.
“Louis!” esclamò sorpresa “Ma come sei cresciuto! Sei diventato proprio un bel ragazzo!”
“Perché?Prima non lo ero?” chiesi con il solito sarcasmo “C’è Violet?”
La donna si mise quasi a piangere “Ma come? Non te l’ha detto?” chiese poi.
“Detto cosa?”chiesi a mia volta, dubbioso.
“Mi aveva detto che te lo avrebbe detto lei, che le sembrava giusto così, che forse avresti sofferto di meno, sentendolo dire da lei” “Da lei cosa?!?” chiesi spazientito.
“Il tumore era peggiorato, abbiamo provato a fare delle terapie ma non sono servite. Se n’è andata, Louis”
Ora capivo le lacrime, ora capivo le chiamate a vuoto. Lei non c’era più. Violet, la mia Violet, non c’era più. Lei che mi diceva di essere forte non lo era stata abbastanza.
“Ti ha lasciato questo” mi disse la madre porgendomi un biglietto.
“Grazie” dissi e mi voltai. Andai verso il cimitero del paese e vagai fin quando non trovai la sua tomba.
“Avrei dovuto ascoltarti, mi sarei dovuto buttare quando ne avevo la possibilità. Avevi ragione. Su tutto. Ti amo.” dissi rivolto alla tomba. Poi girai il biglietto e lo lessi.
“Caro Louis, se ha letto questo biglietto vuol dire che non ci sono più.
Mi dispiace non avertelo detto, ma l’ho fatto solo per non farti soffrire.
E per non far soffrire me più di quello che stavo già soffrendo.
Mi dispiace di averlo capito troppo tardi.
Ti Amo.
Tua, Violet.”
Vidi una goccia di pioggia cadere sul biglietto e poi un’altra e un’altra ancora.
Il cielo stava piangendo.
E io piangevo con lui.
“Tu sei il mio Sogno.”