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Autore: Aitch    21/11/2012    8 recensioni
“Shhh…” mi sussurrò vicino all’orecchio e cominciò a baciarmi il collo. Con le braccia mi aggrappai alla sua schiena, mentre il suo viso si era spostato, le mie labbra danzavano con le sue, la sua lingua, ormai padrona, abbracciava la mia. Sentivo una leggera e piacevole pressione del suo bacino sul mio. In quel preciso istante non ero più Cora, non ero più un essere umano, ero semplicemente un’anima in balia di quell’angelo riccio. Non mi importava della gente che avevamo attorno a noi, forse avrebbero potuto perfino denunciarci. Sicuramente un luogo con così tanti bambini non era adatto per scambiarsi certe effusioni, ma tra le sue braccia nulla aveva più importanza. Il vocio della gente presente era scomparso, così come la musica di sottofondo. Eravamo solo io, lui e i nostri respiri leggermente affannosi. Restammo legati così per molto tempo, anche se sapevo che mai sarebbe stato abbastanza.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Quando avremmo un po' di pace io e te, uhm?” gli sussurrai,
“Presto, te la meriti un po' di tranquillità” mi rispose lui serio,
“Non intendevo...” cominciai io cercando di scusarmi per averlo magari fatto sentire in colpa, ma le sue labbra si poggiarono dolcemente sulle mie zittendomi,
“Lo so...” mi sussurrò a fior di labbra, riprendendo poi a baciarmi come solo lui sapeva fare, mandandomi in estasi e lasciandomi, per l'ennesima volta, senza fiato.

Al mio risveglio trovai un biglietto sul comodino:

Tesoro mio,
Io e i ragazzi siamo dovuti scappare, il lavoro ci chiama. Se ti svegli prima delle 10.15 accendi la tv e metti sul 5, siamo in diretta.
Un bacio da Niall, Liam, Zayn e Louis e uno speciale da me.

Rilessi quel misero biglietto per tre o quattro volte. Erano solo poche parole, ma sapendole scritte da lui, erano capaci di farmi battere così forte il cuore da temere che potesse uscirmi dalla gabbia toracica e salutarmi definitivamente. Ripiegai con cura il pezzettino di carta e accesi il cellulare per controllare l'ora: 10.19. Cavolo. Saltai giù dal letto e in tutta velocità feci le scale buttandomi sul divano in stile Louis Tomlinson per accendere la tv sul quinto canale. Nel veder prendere vita quell'apparecchio tecnologico, un sorriso si dipinse sul mio volto. Quei cinque erano entrati da poco in quello studio televisivo e stavano ancora salutando il presentatore. Alzai il volume e mi diressi verso la cucina: presi un bicchiere di latte e un muffin avanzato dal giorno prima per poi tornare a sedermi sul divano, stregata da quella scatola magica. Sembravo una fan sfegatata che non si sarebbe persa nemmeno una pubblicità che come sottofondo musicale aveva una canzone dei ragazzi. Sembravo, o forse, ero. Sì, decisamente, ero. Nonostante avessi un rapporto speciale con quei pazzi scatenati, non avevo smesso nemmeno un secondo di essere una loro fan. Erano due cose distinte, l'amicizia che nutri per una persona e la devozione, l'ammirazione e il coinvolgimento che provi per il suo lavoro.
Azzannai il muffin mentre Niall ringraziava tutti quanti dell'immenso supporto che gli stavano mostrando, scatenando l'assenso delle fan presenti in trasmissione. Il presentatore aveva cominciato con le sue domande che, in realtà, erano sempre quelle. Ma nessuno aveva un pò di fantasia? Ad un tratto però, lo stesso giovane ragazzo che stava ponendo loro le domande, annunciò al pubblico a casa che chiamando il numero in sovra impressione, qualche fan avrebbe potuto fare una domanda in diretta. Il mio sguardo cadde sul telefono che sostava a qualche decina di centimetri da me sul divano. In meno di un secondo avevo già la cornetta appiccicata all'orecchio mentre una vocina metallica mi diceva di attendere in linea. Non ce l'avrei mai fatta, insomma, quante possibilità c'erano che fra tutte quelle fan scatenate che avrebbero chiamato, mandassero in diretta proprio me?
"Pronto, c'è qualcuno in linea?" finalmente il presentatore stava parlando con una ragazza fortunata. Guardavo la tv per seguire la conversazione, ma nessuno parlava.
"Ehilà?" continuò il presentatore mentre Louis aveva cominciato a ridere divertito.
"Cosa ridi a fare, scemotto? Una povera fan sarà rimasta impietrita dall'altra parte del telefono, no? La tua sensibilità Tomlinson è pari a quella di un carciofo, Liam digli qualcosa!" cominciai io come se volessi prenderlo in giro, per poi scoppiare a ridere. Sentii uno strano rimbombo provenire dalla tv, e lo sguardo di Tommo ritornare improvvisamente attento, come quello di tutti gli altri. Mi appoggiai allo schienale del divano, prendendo un sorso di latte, mentre ancora tenevo il telefono attaccato all'orecchio.
"Beh, è un buon inizio direi, con chi abbiamo il piacere di parlare?" disse il presentatore. Un momento... quando mi ero persa la frase della ragazza che era in diretta? Probabilmente prendendo in giro Louis avevo coperto la sua voce.
"Non fare la timida, ti ho sentita! Perchè sarei sensibile come un carciofo?" intervenne allora Louis, sorridendo divertito e dando una gomitata a Zayn che cercava di trattenere le risate. Il latte mi andò di traverso e tossicchiando appoggiai il bicchiere sul tavolino davanti al divano e sgranai gli occhi. Staccai leggermente il telefono dall'orecchio e notai come i secondi avevano cominciato a scorrere sullo schermo, proprio come quando una chiamata comincia. Ritornai ad avvicinarmi l'apparecchio al volto,
"Pronto?" dissi timidamente prestando attenzione,
"Eccola, finalmente ci siamo! Come ti chiami?" e a quel punto sbiancai visibilmente, nonostante nessuno fosse lì a vedermi. Come diavolo avevo fatto a non accorgermi che avevano mandato in diretta la mia chiamata? Che figura che avevo fatto.
"Io? Si, mi chiamo Cor...Corinne!" dissi esitando. Altra gomitata tra Louis e Zayn mentre gli altri si scambiavano occhiatine divertite. Non potevano aver capito che ero io, vero? No. Per di più la voce al telefono è anche diversa da quella che realmente abbiamo, quindi, non potevano aver capito.
"Bene, ciao Corinne! E' un piacere sentirti, da dove chiami?" continuò il presentatore, al che abbassai il volume del televisore per evitare che ci fosse troppo rimbombo e risposi,
"Da Londra!"
"Ottimo, una concittadina! Senti, Louis ti ha fatto una domanda, poco fa, vuoi rispondergli?" quel presentatore mi stava antipatico, doveva per forza rigirare il coltello nella piaga?
"Ehm, sì, cioè...era, era un complimento! I carciofi, sono...buoni no? Fanno bene! Quindi avere la sensibilità di un carciofo significa essere, si insomma, sensibili al punto giusto" farfugliai rendendomi conto di aver detto che i carciofi erano buoni nonostante mi facessero schifo e di aver fatto ridere metà sala e tutti e cinque i ragazzi. Al che, scoppiai a ridere anche io. Tanto, ero Corinne, non Cora.
"Bene Corinne, qual'è la tua domanda per i ragazzi?" mi interrogò il presentatore dopo aver smesso di ridere. Ecco, perfetto. Che domanda avevo in mente? Facile, non ne avevo perchè non pensavo che mai sarei potuta andare in diretta. Passarono due o tre secondi di silenzio. I ragazzi cominciarono a guardarsi divertiti tra loro mentre Louis sussurrava qualcosa a Harry.
"Ci sei ancora Corinne?" continuò il presentatore. E quando gli occhi così verdi del ragazzo riccio puntarono la videocamera dritta nell'obiettivo per un tempo che mi sembrò eterno, solo allora mi fu chiaro quello che dovevo dire. Presi fiato,
"Non è una domanda, se per voi è lo stesso, ci terrei a dirvi una cosa..."
"Prego!" mi esortò il conduttore. Scorsi con gli occhi tutti i ragazzi, dal primo all'ultimo e poi cominciai,
"Liam, sei sempre stato un ragazzo formidabile, responsabile, attento ma pieno di vitalità, di voglia di divertirsi e affettuoso, grazie. Niall, con la tua fame insaziabile ci hai fatte divertire e con i tuoi tweet sempre aggiornati ci hai tenute incollate al computer dandoci la possibilità di raggiungerti ovunque tu sia, grazie. Zayn, quel tuo ciuffo sempre perfetto ci piace talmente tanto e il tuo voler essere sempre in cima, non è altro che un tuo punto di forza, grazie. Louis, con il tuo carattere così spensierato e spontaneo ci hai fatte ridere senza nemmeno rendertene conto, grazie. E Harry...quello charme che ti porti dietro, quei tuoi sorrisetti ammiccanti e quella tua inconsapevole sicurezza, ci hanno dato la forza di crede in noi stesse, grazie. Quindi, grazie ragazzi per tutto quello che avete fatto per noi e grazie per averci fatto sognare e sorridere ascoltando le vostre voci." Ero arrivata alla fine del mio discorso senza nemmeno rendermi conto del silenzio che era sceso in sala, degli sguardi commossi di alcune fan che annuivano, del presentatore che incrociava le braccia soddisfatto, dei ragazzi che sorridevano con una luce brillante e viva nei loro occhi. Un applauso prese vita dal nulla.
"Beh, Corinne, credo che tutte le directioners siano d'accordo con te! Ora purtroppo però è venuto il momento di salutarti. Grazie per aver chiamato!" mi salutò il conduttore, mentre i ragazzi salutavano a loro volta ringraziando per l'intervento. Schiacciai il tasto rosso del telefono. Ero soddisfatta di quello che avevo fatto, anche se non era cominciato nel migliore dei modi, il mio intervento si era concluso proprio come volevo. Era la pura verità quella che era uscita dalle mie labbra, e ripensando a quando in Italia sognavo di incontrarli, quel "grazie" era l'unica cosa che volevo dir loro anche allora.
La trasmissione continuò dopo la pubblicità con qualche altra chiamata da casa e qualche intervento dal pubblico presente in sala. Quando alle 11.00 precise terminò il programma, accesi il computer. Volevo scrivere una mail ad Aurora, era da tanto che non la sentivo.

*driii, driiin, driiin*

L'avviso di video chiamata precedette ogni mia intenzione. Aurora era online.
"Coraaaaaaaaaaa!" gridò la ragazza non appena mi vide attraverso la webcam,
"Auri, tesoro mio, come stai?" le dissi con un sorriso a trentadue denti,
"Bene, io bene dai. E tu come te la passi? Ma che domande, benissimo immagino!"
"Si, benissimo. Non sono mai stata così felice in tutta la mia vita Auri, sul serio..."
"Eh lo immagino. Senti ma, la prossima volta cerca di modificare la voce al telefono" mi disse lei ridendo,
"Cosa?" le chiesi perplessa,
"Ho visto il programma in streaming da internet bella, ho sentito la prima chiamata del pubblico a casa e, anche se ho capito ben poco delle conversazioni, una cosa l'ho capita..."
"E cioè?" le domandai esitando,
"Corinne!? Ma come ti salta in mente? Louis ha la sensibilità di che cosa? Cora, ma che mi combini?!" mi prese in giro ridendo a crepapelle, tanto da far oscillare il computer portatile che aveva poggiato sulle gambe.
"Come diavolo hai fatto a capire che ero io?" le urlai ridendo a mia volta,
"Sono la tua migliore amica! E poi, anche un carciofo, per l'appunto, l'avrebbe capito!" continuò lei imperterrita. Come mi mancava. In quel momento avrei voluto soffocarla in un mi abbraccio, ma lei si trovava a 1568 chilometri di distanza da me.
"Quando mi vieni a trovare?" le domandai,
"Presto, spero...insomma, non lo so ancora, ma ho già cominciato a stressare per bene mia mamma" disse lei alzando il pollice verso l'alto.
"Bene, guarda che ci conto, eh!"
Mi voltai verso la porta che improvvisamente si era aperta, poi tornai a guardare Aurora sussurrandole,
"Sono tornati, mi raccomando non dire niente di Corinne..."
"Certo, perchè non l'avranno capito di sicuro! Dai, fammeli vedere!" disse lei piuttosto scalpitante.
"Aspetta qua" e posai il computer sul tavolino davanti al divano per poi alzarmi e correre in contro ai ragazzi.
"Cora, allora ci hai visti in tv?" esordì il dolce irlandese,
"Certo Niall, eccome se vi ho visti!" e gli schioccai un bacio sulla guancia,
"Dai, venite tutti in salotto, c'è Aurora!" dissi sorridendo. Tutti mi seguirono e Louis, guardandosi in torno cominciò a urlare,
"Auroraaa!? Dove sei?"
"Carciofo, sono qui!" lo chiamò lei dal computer ridendo come una matta.
"Una voce...sento una voce...Harry! Questa volta ti giuro che le voci le sento davvero!" continuò quello senza accorgersi del computer poggiato a qualche metro da lui,
"Si Tommo, e io sono Benjamin Franklin...per forza che senti le voci, guarda là!" entrò in scena il riccio ruotando l'amico di 180 gradi. Nello schermo del pc, Aurora salutava.
"Oh, sì...ma certo, lo sapevo che era in video chiamata!" tergiversò Louis sedendosi sul divano e salutando la ragazza. In poco tempo eravamo tutti seduti su quel divano, fatta eccezione per Zayn che si era seduto per terra, posizionandosi tra noi e il computer, ovviamente per la gioia di Aurora. Chiacchierammo un pò, come fossimo tutti vecchi amici, e in realtà un pò era vero. Aiutai Aurora con qualche traduzione, mentre Liam e Zayn cercavano di ripetere le frasi che dicevo in italiano, senza però, avere molto successo.
"Ho visto l'intervista in streaming, siete stati fantastici!" commentò la ragazza,
"E' stata particolare come intervista, una ragazza ha fatto una chiamata molto strana ma bellissima allo stesso tempo" rispose Niall,
"E se fosse qui, credo che non esiterei a ringraziarla come si deve..." disse Harry accarezzandomi i capelli. Inizialmente, mi persi nell'inebriante movimento delle sue dita che più o meno involontariamente, mi sfioravano il collo facendomi venire i brividi, ma poi mi resi conto che avrei dovuto mostrarmi almeno un pò gelosa. Dopo tutto, chi la conosceva questa Corinne?
"Ah si?" gli domandai,
"Certamente, ha detto delle bellissime cose, non l'hai sentita?" mi rispose lui tranquillo,
"Certo che l'ho sentita...si, è stata gentile dai" ammisi noncurante,
"Per questo si meriterebbe un ringraziamento con i fiocchi, cosa mi avevi detto che le avresti fatto Harry?" domandò Zayn ridacchiando,
"Tante cose..." continuò con nonchalance,
"Beh, complimenti, io me ne sto buona a guardarvi in tv e tu fantastichi su di una fan che non hai mai visto solo perchè vi ha fatto qualche complimento?" lo rimproverai cercando di non dare nell'occhio mentre Aurora se la rideva di gusto, dando corda a Niall che aveva cominciato a ridere prima di lei.
"Esatto...dopo tutto, so il suo nome e so che è di qui, in trasmissione ha detto che vive a Londra" gli occhi di Harry m guardavano inquisitori,
"Londra è grande" conclusi scocciata, facendo ridere anche gli altri. Ma poi, un sorriso divertito si affacciò anche sul mio volto. Guardai in basso fino a quando Harry non mi costrinse delicatamente a voltarmi verso di lui e a sprofondare nei suoi mari verdi smeraldo, mettendo repentinamente fine a quella distanza che separava le nostre labbra. Il suo respiro strozzò il mio, il suo calore mi incendiò la pelle, le sue labbra ammaliarono le mie. Tutto il resto passò in secondo piano, in quel momento eravamo solo io ed Harry, Harry ed io. Aurora, i ragazzi, la tv in sottofondo...tutto era svanito, fino a quando, la distanza tornò a ripresentarsi tra le mie e le labbra del riccio.
Zayn ridacchiava ancora, sapevo che prima o poi avrebbe detto qualcosa,
"A me hai parlato di ben altro!" come volevasi dimostrare,
"Ricordo quello che ti ho detto, ricordo di aver parlato di un approccio più, fisico diciamo..." gli rispose Harry con quella sua voce bassa e roca che mi dava i brividi. Arrossii mentre Liam aveva tentato inutilmente di richiamare all'ordine Zayn che invece se la rideva. Tirai uno scappellotto prima a lui e poi una gomitata a Harry mentre Aurora mi chiedeva di tradurle quello che avessero detto.
"Non hanno detto niente, ora devo preparare il pranzo a questi scemi, ci sentiamo Auri!"
"No Cora, questa me la paghi, dimmi cos" e la conversazione era già terminata.
Mi alzai di scatto posizionandomi davanti a quella banda di scalmanati.
"Questa me la pagate!" minacciai il moro e il riccio che avevano preso a fissarmi piuttosto seri con quei loro occhi così indecifrabili e profondi.
Preparai il pranzo ai ragazzi. Per quel giorno avevo programmato della pasta tipicamente italiana con sugo all'arrabbiata. Sapevo che piaceva a tutti, ma in quell'occasione, avrei potuto vendicarmi di quei due furbetti. In tavola distribuii i piatti e cominciammo a mangiare tranquillamente. Tutto sembrava normale, ma sapevo che prima o poi, quei due non avrebbero retto. La pasta era piccante al punto giusto per tutti, tranne per Harry e per Zayn che avevano una porzione extra di peperoncino macinato. Dopo i soliti complimenti di Niall, cominciai a studiare le facce perplesse dei due ragazzi seduti difronte a me. Erano già al terzo bicchiere di acqua fredda nonostante avessero a mala pena mangiato due forchettate di pasta.
"Non è un pò, troppo piccante?" domandò Zayn trangugiando il quarto bicchiere d'acqua,
"Assolutamente no, credo sia perfetta!" intervenne Liam,
"Che c'è non vi piace, ragazzi?" chiesi divertita ai due che finsero tranquillità. Poi però, ad una mia risatina che mi era sfuggita dalle labbra, i due mi guardarono, incrociarono i loro sguardi e corsero al lavandino, cercando di spegnere quell'incendio che volontariamente avevo appiccato nelle loro gole. Scoppiai a ridere sentendoli lamentarsi,
"Zayn, veloce, tocca a me, brucia!" implorava Harry. Gli altri ragazzi mi guardarono perplessi. Poi decisi di precisare,
"Avevo detto che mi sarei vendicata, no?"
"Sei una grande. Non avevo mai visto nessuna ragazza mettere alle corde quei due in un colpo solo!" ridacchiò Louis battendomi un cinque. Mi alzai e portai via i piatti di pasta troppo piccante, per sostituirli con quelli giusti che avevo tenuto in caldo per loro.
"Non sono poi così cattiva, avrei potuto lasciarvi senza..." li misi al corrente quando tornarono a sedersi.

Dopo aver mangiato, mi rinchiusi in camera per terminare qualche esercizio di informatica, ricopiare e studiare gli appunti di storia della fotografia. Quando ormai erano passate tre ore dalla mia assenza, la porta della camera si aprì.
"Niall, ci sono altri tre o quattro muffin avanzati in cucina, sono dietro i cereali..." dissi senza nemmeno staccare gli occhi dal libro.
"Non sono Niall" mi raggiunse una voce bassa alle mie spalle.
"Harry, sto studiando, non vedi?" lo rimproverai leggermente, anche se in realtà, erano circa una ventina di minuti che i miei neuroni non connettevano più. Ormai si stavano prendendo a pugni dopo tutti quegli schemi di informatica.
"Hai studiato anche troppo..." mi disse scostandomi i capelli e baciandomi il collo. Era inutile cercare di sottrarsi a quella tortura. Inutile. Piegai la testa indietro chiudendo gli occhi, mentre la matita che tenevo in mano era caduta sotto la scrivania. Il ragazzo mi convinse ad alzarmi, per poi sprofondare desideroso tra le mie labbra, chiedendo con la lingua il permesso di entrare. Tale permesso gli fu consentito nel minor tempo possibile, mentre le mie dita si intrecciavano tra i suoi ricci. Le sue mani mi tenevano saldamente la vita, avvicinando a se il mio corpo che inerme, rispondeva ad ogni suo minimo stimolo.
"Vieni con me?" mi domandò lui staccando leggermente le sue labbra dalle mie,
"Dove?" gli chiesi divertita tenendo la fronte appoggiata alla sua con le mani ancora perfettamente incastrate tra i suoi capelli,
"Non lo so" fece spallucce baciandomi dolcemente,
"Come non lo sai?" sorrisi io incuriosita,
"Vieni con me..." quella non era più una domanda, suonava più come un ordine. Gli risposi baciandolo ancora.
"Liam lo sa?"
"Forse..." continuò sussurrando,
"Cioè?"
"Cora, vieni con me..." e a quell'ulteriore richiesta, quasi supplicata, non potei fare altro che acconsentire. Il suo tono di voce mi aveva mandata in delirio.
Ci saremmo cacciati nei guai? Probabilmente. Ce lo meritavamo? Forse. Me ne importava qualcosa? No.
Rimasi in silenzio per tutto il resto del tempo, osservando Harry mentre preparava una borsa improvvisata, ficcando al suo interno qualche mio vestito, il mio beauty, qualche completo intimo ed infine, la mia macchina fotografica. Poi mi porse la mia borsa da tutti i giorni, già contenente tutto quello che mi serviva e mi portò in corridoio. Fuori dalla porta della mia camera giaceva un'altra borsa che raccolse e portò al piano di sotto facendomi cenno di seguirlo. Non feci alcuna domanda.
"Liam, io e Cora usciamo" avvisò Harry mentre i ragazzi guardavano la tv o giocavano a qualche videogioco,
"Okay, quando tornate?" chiese lui mentre il riccio mi aveva aperto la porta e invitato ad uscire,
"Mmmh, fra tre giorni!" rispose lui serio,
"Harry cosa significa fra tr..." ma la voce dal tono più alto di Liam era solo un ricordo. Entrambi eravamo già fuori di casa. Il ragazzo buttò in macchina le borse e mi indicò di salire.
Guidava ormai da un'oretta e non si era degnato di rispondere a nessuna delle nove chiamate di Liam. Quando poi, il suo cellulare finì di squillare, cominciò a suonare il mio.
"No, ma che stress!" sbuffò lui guardandomi,
"Pronto, Li?" risposi,
"Cora, almeno tu sei una ragazza responsabile. Per favore, dimmi che non starete via tre giorni!"
"Ne so meno di te...te lo giuro" gli risposi disarmata,
"Quel ragazzo mi farà impazzire! -Dai Liam, lasciali stare!-" intervenne anche la voce di Louis in sottofondo,
"Allora tu sai qualcosa Tomlinson! Vieni qui e sputa il rospo!" il ragazzo non stava più parlando con me, probabilmente si era lanciato all'inseguimento di Louis che poco prima aveva preso le difese del riccio,
"Liam, ti prometto che te lo riporto intero" gli dissi,
"Mi fido di te, è di lui che non mi fido invece! ...Mi tocca disdire l'appuntamento in radio per domani. -Che sfiga!-” questo era Malik sarcastico,
“Zayn, con te faccio i conti dopo! Beh Cora, comportatevi bene. Un bacio"
"Un bacio Liam" e riattaccai. Mi voltai verso Harry guardandolo seria,
"Che c'è?" mi domandò lui candidamente,
"Harry! Avevate un appuntamento in radio per domani!" lo rimproverai, ma lui fece spallucce.
"La pianti di fare così? Io non voglio che tu ti prenda il lusso di trascurare i tuoi impegni per..."
"Per stare con te?" continuò lui,
"Sì, esatto!"
"Ne ho tutto il diritto Cora, la mia vita pubblica può attendere tre giorni, non morirà nessuno se saltiamo un appuntamento in radio...però se non vuoi basta che tu me lo dica, ci fermiamo e torniamo indietro" mi spiegò lui senza smettere di guardare la strada,
"Beh, la regola dice prima il dovere e poi il piacere..."
"Ed è qui che ti sbagli: punto primo, dovresti sapere che Harry Edward Styles infrange le regole; punto secondo: tu sei sia dovere che piacere, ricordatelo" mi disse guardandomi serio,
"Ma..." cercai di parlare inutilmente,
"Niente ma, ormai siamo quasi arrivati e poi...ho già preso i biglietti" continuò sorridendo,
"Biglietti? Quali biglietti?" chiesi incuriosita a quel punto,
"Biglietti? Chi ha parlato di biglietti?" disse guardandosi intorno ridendo divertito,
"Okay Harry, starò al gioco, ma tu mi devi promettere che..."
"Promesso!" mi interruppe ancora lui,
"E piantala di interrompermi!” gli tirai un pugno sulla spalla che lo fece ridere,
“Mi vengono i nervi quando lo fai, è come se..."
"Ti amo" e lo fece per l'ennesima volta. Dannazione Styles, quanto odioso volevi essere?
"Ti amo anche io" mugugnai sconfitta, accovacciandomi sul sedile e guardando fuori dal finestrino.



Buon pomeriggio :)
Ecco il nuovo capitolo. Brrr...chefffreddo che ho...ho i brividabadibidi, come diceva Re Julien, yo.
Che dite del nuovo capitolo? Spero come al solito che abbiate voglia di dirmi cosa pensate in una delle vostre belle recensioncine ^^
Un bacione,
Fe.

Twitter? @CallmeAitch seguitemi, chiedetemi il follow e arriva prima che Zayn e Harry possano farsi un altro tautaggio...impossibile, lo so :P

ccUuufsd 

  
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