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Autore: LIttlE_PePpErmIt    21/11/2012    1 recensioni
CHISSA QUANTE VOLTE, VOI CARI LETTORI DI FAN FICTION, AVRETE DESIDERATO DI VIVERE UNA VITA DIFFERENTE O FUORI DAL COMUNE, DI POTER ESSERE I PROTAGONISTI DI UN'AVVENTURA SPETTACOLARE ...
Beh, questo e molto altro è quello che accade ad Angelica Cortinovis, una normalissima ragazza di 15 anni, annoiata dalla sua monotona vita esprime un semplice desiderio: essere la persona che più ammira ed invidia; ELEANOR CALDER.
MA NON SA CHE DA QUEL INNOCENTE DESIDERIO CI SARANNO DELLE CONSEGUENZE MOLTO PERICOLOSE ...
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ma .. purtroppo quella sera non accadde niente di niente! Ripensai per tutto il pomeriggio al mio incontro con lo strano ragazzo.. ma niente. Mi chiedevo perché gli avevo creduto come una scema … cosa credevo che potesse fare magie, solo perché era carino e un po’ misterioso?! A volte riuscivo ad essere proprio stupida ed ingenua! Quella sera andai a dormire piuttosto di cattivo umore. I miei genitori e la mia sorellina Katy non chiesero spiegazioni del mio strano malumore; meglio così anche perché non sarei riuscita a spiegare il motivo del mio comportamento. Appena mi fui addormentata feci una marea di sogni, uno di seguito all’altro ininterrottamente. Erano rapidi, confusi e senza senso.

BIP BIP, BIP BIP, BIPBIPBIP
CAVOLO, NO. ANCORA LA MIA STRAMALEDETTISSIMA SVEGLIA
!

Mi alzai a fatica dal letto. Sentivo la testa pesante. Osservai con lo sguardo annebbiato la sveglia, che stranamente non era la solita sveglia rossa rotonda, ma era di color nero e di forma rettangolare. Probabilmente mia madre avrà creduto che l’altra non andava bene allora aveva deciso di cambiarla. Trascinando i piedi sul pavimento liscio di legno( strano anche questo, il pavimento di camera mia era fatto di mattonelle marroncine, e sicuramente non era stata mia madre a cambiarlo). Decisi allora di osservare con più attenzione la stanza intorno a me: le pareti erano bianche, di un colore così intenso da far quasi male agli occhi. La parte sinistra della camera era occupata da un grande letto a due piazze, dalle coperte color crema, mentre accanto a questo un piccolo comodino pieno zeppo d’oggetti rendeva la camera un poco più reale. la parete di fronte a me era occupata da un immenso armadio. Lo aprii: camicie rosa, jeans attillati, poche felpe, zeppe e alti stivali lo occupavano. No, pensai, non ero assolutamente nella mia camera. Allora, dove cavolo mi trovavo? Fu allora che notai uno specchio attaccato alla parete vicino al letto. Mi si avvicinai tenendo gli occhi semi chiusi per paura di quello che avrei trovato riflesso. Quando fui precisamente di fronte aprii gli occhi. Ebbi un tuffo al cuore: l’immagine riflessa non ero io. Quella ragazza al posto dei miei occhi verdi aveva due profondi piccoli occhi marroni, i suoi capelli erano lunghi e castani, il suo atteggiamento, pur se stravolto, conservava sempre quell’aria carismatica ed affascinante che io non avevo mai avuto, ne tanto meno potevo sognare d’avere. Quella riflessa nello specchio era ELEONOR CALDER.
Urlai. Un po’ per lo spavento, un po’ per la sorpresa, un po’ a anche perché così facendo speravo di svegliarmi dal mio ennesimo sogno. Chiusi e riaprii gli occhi più volte, ma il sogno non scompariva. Forse perché quello in cui ero non era affatto un sogno, ma pura e nuda realtà. A risposta del mio urlo sconsiderato la porta della mia, o meglio, della camera di eleonor si spalancò ed entrò una piccolina donnina arrabbiata. I capelli erano raccolti in una crocchia disordinata. L’espressione, era corrucciata, come testimoniavano le rughe intorno agli occhi e sulla fronte e le sopracciglia avvicinate a formare una V.

  • Eleonor! Ma che cavolo ti viene in mente di urlare alle 7 di mattina?!-
Rimasi in silenzio.
Poi la donna sembrò calmarsi. Fece un respiro profondo e mi disse con più calma – lo so. Ieri sera hai avuto una brutta serata con il tuo ragazzo. Ma questo non mi sembra il giusto motivo per disturbare gli zsltri a quest’ora.-
Le risposi debolmente – ok. Non lo farò più-
Lei mi sorrise. – si tranquilla. È solo che mi hai spaventato. Ma.. cosa è successo precisamente l’altra sera? Dai, a tua madre queste cose le puoi raccontare!-
Certo cara te le racconterei con piacere, ma non so nemmeno io cosa ha combinato sta tipa ieri sera con il suo ragazzo … che .. in questo momento …. È pure il mio ragazzo!!!!
Lei era ancora li davanti a me e si aspettava una mia risposta. – vedi il fatto è che .. beh, … non me la sento di raccontarlo in giro. Sono ancora MOLTO SCOSSA .-
-Ah. Certo hai ragione. Sono fatti tuoi. Dai vieni ho preparato la colazione- detto questo uscii piuttosto mogia dalla camera.
Sentivo la testa girare all’impazzata. Mi sedetti sul letto. Quel ragazzo aveva ragione. Ora ero nel suo corpo, potevo vivere la sua vita. Quella vita che avevo sempre invidiato ed ammirato. Ora io ero lei. Una nuova visio0ne della situazione si impadronì di me, facendomi vedere tutto più roseo. Niente più scuola, basta compagni noiosi e sveglia alle 6 di mattina. Ero una bella ventenne, ricca e abbastanza conosciuta e con un armadio pieno di vestiti bellissimi!!!! No ok, questa ultima cosa non era davvero importante. Aprii con foga l’armadio, scegliendo di indossare una maglietta piuttosto larga e un paio di jeans blu attillatissimi e all star bianche. Jeans così era da una vita che desideravo metterli, ma il m,io corpo e la mia paghetta non me l’avevano mai permesso.
Corsi verso la cucina, un ambiente semplice ed accogliente e mangiai al volo un toast con marmellata ai mirtilli, la mia preferita. La donna di prima, emm .. momentaneamente mia mamma, mi guardò sorridente. Esclamò – lo dico sempre io che un buon toast con marmellata tira su il morale!
Io dissi – già! A proposito è buonissimo!-

  • Oh. Grazie EL.-
  • Figurati … mamma.-
In quel momento qualcuno suonò alla porta. La mamma di Eleonor andò ad aprire. Sentii una conversazione veloce: lei- ciao. Cerchi eleonor - una voce bassa voce maschile dal timbro famigliare le rispose – si. È in casa? Lei – si in cucina.-
Chissà chi era … eppure io quella voce la conoscevo, eccome se la conoscevo. Mi alzai ed uscii andando addosso a qualcuno.

  • Scusami.-
E lui : - si tranquilla ele .-
I miei occhi non credevano a quello che stavano vedendo: la persona a cui ero andata contro era ….

  
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