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Autore: MaraudersMelody    21/11/2012    10 recensioni
Il giorno dopo, si presentò a scuola addirittura.
Uscii alle 17:00 a causa della professoressa di storia che, per un ritardo di appena venti minuti, mi firmò il foglio della detenzione.
-Ce l’hai fatta ad uscire finalmente! Pensavo ti avessero rapito perché volessero utilizzare le due doti matematiche in favore della scienza.- commentò sarcastico.
-Come fai a conoscere il mio amore per le discipline matematiche?- chiesi ironica e stupita.
Non gli avevo mai accennato niente al riguardo.
-Mi sono informato, M. Adesso andiamo, o faremo tardi.- mi disse prendendomi per mano.
Arrivammo in biblioteca poco dopo e, con mia grande sorpresa, Louis quel giorno mi fece finalmente capire a cosa servisse la goniometria.
Ero bravo in matematica.
Era bravissimo, purtroppo.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 **Asxcavj Ascoltate una musica malinconica come sottofondo C:  
Eravamo così affiatati.
Eravamo così belli insieme.
Eravamo così innamorati.

 
 
Ridevo. Ridevo da più di due ore, ma non sapevo più neanche  il perché.
Con lui era facile ridere, anche se non c’era alcun motivo per farlo, anche se dovevo piangere, con lui era impossibile farlo.
Perché?
Perché con una persona così allegra, solare e bella interiormente come lui non potevi non ridere.
Non potevi, mai.
Anche quella volta in cui tutto il mondo sembrava avercela con me, lui mi fece ridere.
Così ci innamorammo. Ognuno col sorriso dell’altro.
Diciamo che quel giorno la fortuna mi aveva proprio sputato in faccia, ecco: avevo preso un tre in matematica, dopo un bel quattro in fisica.
In più, i miei avevano definitivamente firmato i fogli del divorzio.
Quindi, praticamente, mi avevano abbandonato.
Oltretutto, in quel giorno ricorreva l’anniversario di morte di mia sorella, Ashley.
Una ragazza bella, bella come poche, ed invidiata anche.
Era troppo invidiata perché oltre ad essere bella, era anche intelligente e gentile.
Mia sorella morì in un incidente stradale, per colpa di un fottuto pirata della strada che, dopo averla investita alla velocità di 120km/h, non l’aveva neanche soccorsa.
Le cose brutte capitano sempre alle brave persone, si sa.
Sì, in quel giorno non c’era proprio niente da ridere.
Ma lui, con una battuta squallidissima, riuscì a farmi sentire spensierata per dieci minuti.
Era il 18 Marzo quando lo conobbi.
Faceva freddo quel giorno, troppo freddo per essere vicini alla primavera.
Io ero seduta sulla mia panchina, quella su cui facevo tante chiacchierate con mia sorella.
Ero appena tornata dal cimitero, dove avevo lasciato un mazzo di rose, tutte colorate, sulla sua tomba bianca.
Lei le adorava.
Stranamente quel giorno non piangevo come tutti gli anni.
Forse perché le lacrime erano finite.
Lui si avvicinò.
Si mise a sedere vicino alla mia panchina, poggiandoci la schiena e la testa.
Alzò lo sguardo verso di me quando sentì che io stavo sbuffando.
I suoi occhi azzurri vivaci incontrarono i miei verdi, ormai spenti.
-Ciao.- mi disse sorridendo.
Non risposi subito.
Non riuscivo a capire chi era e che cosa voleva quel tizio che si era avvicinato alla mia panchina.
-Io sono Louis, piacere.- disse, togliendo la mano destra dal giubbotto beige e porgendola a me.
Non so chi mi fece muovere la mano in risposta quel giorno.
Oggi, col senno di poi, capisco che fu Ashley.
Fu sicuramente Ashley.
-Piacere, Mona.-
Lui sorrise più di prima.
-Perché sei triste?- chiese poi, senza troppi preamboli.
-Che cosa ti dice che io sia triste?- risposi stizzita.
-I tuoi occhi. Sono bellissimi, ma sono spenti.- mi disse, guardandomi intensamente.
-Si, beh, io non.. è che, mh.. io..- mi stavo incartando con le mie parole, mi stavo incartando nei miei stessi pensieri.
Non mi erano mai mancate le parole, rispondevo a tono sempre, a tutti.
Con lui quel giorno non riuscì a dare una spiegazione lucida ad una domanda che poteva anche essere semplice.
Lui, però, mi sorrise semplicemente.
Non fece caso alla mia momentanea dislessia.
Sembrava conoscere già la risposta alla sua domanda, come se me l’avesse posta solo per capire che quello che sapeva, era esatto.
Louis quel giorno mi chiese di prendere un caffè con lui.
Non acconsentii, ovviamente.
Lui insistette.
Io rifiutai nuovamente.
A quel punto lui si allontanò.
Pensavo se ne fosse andato, ma in verità, era solamente andato a prendere due caffè al bar di fronte al parco.
Mi porse il mio con lo sguardo gentile e un sorriso splendido dipinto sul viso.
A quel punto, non potei rifiutare, così lo feci sedere accanto a me e bevemmo il caffè.
Louis era sicuramente il più logorroico tra i due, perciò fu lui a cominciare un discorso.
Mi rivolse delle domande e, nonostante le mie risposte poco argomentate, continuava imperterrito la sua chiacchierata.
In un primo momento, ero scocciata dal comportamento di quel ragazzo, poi però, quando cominciai ad ascoltarlo, ne rimasi affascinata.
Parlava e parlava, non la smetteva più, ma era comunque un piacere ascoltarlo.
Sorrideva sempre, qualsiasi cosa dicesse, e raccontava le cose con trasporto e vivacità.
Era simpatico, per niente pesante, un grande oratore, sì.
Mentre lo ascoltavo, lo guardavo attentamente.
Lo studiavo, studiavo le sue mosse, la sua mimica facciale, il suo grande charme.
Perché Louis, oltre che essere simpatico e chiacchierone, era anche bello, incredibilmente bello.
Non riuscii a distogliere lo sguardo da lui, perché le sue labbra, i suo occhi, i suoi capelli, tutto di lui mi piaceva e mi attirava inspiegabilmente.
Sembravo una calamita.
Una povera calamita che non riesce a non andare incontro ad un magnete, perché è un fatto naturale ed irrimediabile.
Eppure, quella situazione non mi dispiaceva affatto.
Mi sentivo bene in quel momento.
 
Fece subito buio quel giorno.
Louis se ne accorse prima di me e mi chiese se volessi un passaggio o un compagno per tornare a casa.
Io non riuscii a dire di no a quel ragazzo che per un giorno era riuscito a farmi ridere e a farmi sentire leggera.
Lui, senza aver ricevuto una risposta da parte mia, mi disse : -Indicami la strada, M.-
M.
Solo lui mi chiamava così.
Nessun altro mi ci aveva mai chiamato prima di lui.
Io sorrisi.
Sì, sorrisi senza un motivo valido e feci un sorriso vero, non uno di quelli che mi imponevo di fare per cortesia.
Mi incamminai e lui mi seguì.
Doncaster era una cittadina tranquilla, anche se i pazzi potevano spuntare fuori in qualsiasi momento e da qualsiasi posto.
Louis poteva essere uno di quelli, ma io non riuscivo ad essere preoccupata di lui.
Non avevo paura di lui.
Anzi, mi sentivo protetta.
-Sai, io volevo chiederti se, se, domani ti va di, ecco, di uscire con me …- mi chiese.
Fu la prima e l’unica volta in tutta la giornata in cui gli mancarono le parole.
Ero così tentata di rispondergli affermativamente.
Ma non sapevo cosa avrei dovuto affrontare il giorno dopo, con i miei genitori, con la scuola, con il mondo in generale.
-Cioè, se, se non vuoi, io non mi offendo, tranquilla..- si affrettò a precisare.
Mi strappò un altro sorriso, con la sua espressione da cucciolo bastonato.
Era anche arrossito.
-Mi farebbe molto piacere, Louis.-
Risposi, cogliendolo di sorpresa.
Lui sbarrò impercettibilmente gli occhi e mi sorrise.
Fu un sorriso caldo e bello.
Bello come lui.
Quella notte, fu la prima, dopo tante in cui gli incubi erano sovrani, in cui dormì serenamente.
 
Il giorno successivo, alle 17:00, Louis era sotto casa mia.
Mi portò all’acquario quel giorno.
Lo ricordo come fosse ieri.
Lui si mise la tuta da sub e convinse anche me ad indossarla.
Ci lanciammo nella vasca dei delfini e nuotammo per quella che sembrò un’infinità di tempo lì dentro.
La sera, cenammo con un mega menù al McDonald.
 
Il giorno dopo, si presentò a scuola addirittura.
Uscì alle 17:00 a causa della professoressa di storia che, per un ritardo di appena venti minuti, mi firmò il foglio della detenzione.
-Ce l’hai fatta ad uscire finalmente! Pensavo ti avessero rapito perché volessero utilizzare le due doti matematiche in favore della scienza.- commentò sarcastico.
-Come fai a conoscere il mio amore per le discipline matematiche?- chiesi ironica e stupita.
Non gli avevo mai accennato niente al riguardo.
-Mi sono informato, M. Adesso andiamo, o faremo tardi.- mi disse prendendomi per mano.
Arrivammo in biblioteca poco dopo e, con mia grande sorpresa, Louis quel giorno mi fece finalmente capire a cosa servisse la goniometria.
Ero bravo in matematica.
Era bravissimo, purtroppo.
 
Più passavano i giorni e più io volevo Louis Tomlinson, era quello il suo cognome, al mio fianco.
Non avevo mai avuto bisogno di una persona così come ne avevo di lui.
Lui mi faceva sentire bene.
Mi faceva sentire quasi felice.
 
La felicità la raggiunsi quel giorno in cui mi chiese di diventare la sua fidanzata.
Avevamo solo ventidue anni.
Ma ci amavamo, troppo per poter aspettare ancora.
E poi, a Louis era stato affidato un incarico dal governo americano.
Già, le sue doti erano state riconosciute e venne preso al servizio della Nasa.
Purtroppo però, nessuno conosceva la sorte del mio Lou, altrimenti non avrebbe mai compiuto quel viaggio, il suo ultimo viaggio.
Lou era agitato ed emozionato quel giorno.
Sarebbe salito sul primo prototipo di Space Luxury Ship, una nave spaziale, progettata da lui , insieme ai suoi colleghi.
Adorava quella nave e si fidava di lei.
Purtroppo Louis, col suo grande cuore, si fidava anche delle persone, magari sbagliate.
Era dotata di ogni comfort, era lussuosa, era grande, ma c’era qualcosa che non funzionava.
Io ero felice per il mio Lou, ma non volevo lasciarlo andare.
Non potevo allontanarmi da lui, non potevo allontanarmi dall’unica persona che era riuscita a farmi ridere, l’unica persona che avevo amato davvero.
Lui però mi aveva rassicurato, avendomi vista nervosa: -Amore, sta tranquilla. Sarà solo un giro di prova. Tra due settimane sarò di nuovo da te.- mi aveva poi accarezzato e aveva terminato con un : -Ti amo, M.-
Mi aveva baciato come mai aveva fatto e io avevo contraccambiato il bacio senza trattenimenti.
-Ti amo anche io, Lou.- gli avevo risposto.
Un’ora dopo, mi ero ritrovata sola: La Space Luxury Ship aveva appena attraversato l’atmosfera e si era frantumata.
Sicuramente, il materiale che avevano utilizzato per costruirla, non era quello che Lou e i suoi colleghi avevano scelto, il tutto per risparmiare.
Per quei fottuti soldi, più di cento persone avevano perso la vita.
Più di cento famiglie erano distrutte.
La mia vita era distrutta, perché la mia vita era lui.

 

Adesso mi trovo qui, sulla tomba di Lou, del mio Lou a caricare la mia arma: una revolver che sicuramente distruggerà altre famiglie, ma questa volta saranno quelle giuste.
-Lou, oggi ti vendicherò e vendicherò tutti quei papà e mariti che non potranno tornare mai più con le loro famiglie, come tu non potrai più tornare da me, amore mio.- sussurro mentre piango.
Bacio la tomba fredda in cui è rinchiuso il corpo del mio bellissimo fidanzato.
Ho fatto delle ricerche e so chi si doveva occupare dei soldi, quindi so chi sono le mie vittime.
Faccio fuori il segretario del capo e le guardie che sono al di fuori della stanza in cui si sta svolgendo una riunione.
Non si è sentito niente, grazie al silenziatore.
Le mie altre vittime sono venti, e sono tutte in riunione.
 
Entro e compio la mia strage.
Guardo i corpi di quegli esseri che non possono essere definite persone.
Posiziono sul grande tavolo di legno il mio biglietto :
‘Sono stata io, Mona Hannah Clark, a fare tutto questo. Ho ucciso io tutti questi bastardi. L’ho fatto per vendicare quelli che sono morti nella Space Luxury Ship. Quando capirete chi sono, sarà troppo tardi. Io non ci sarò più in quel momento. Sto per raggiungere il mio angelo, Louis William Tomlinson. Spero di essere stata utile. Grazie e addio. ‘
L’ultima cosa che sento e un rumore di sparo, perché ho tolto il silenziatore.
Lou, amore mio, sto per raggiungerti. Nessuno potrà più dividerci.
Penso, mentre muoio.

 
Aloha! ♥
Allora, premetto che ci ho messo tutto l'impegno del mondo, perchè volevo fare una OS di questo genere, ma non sono sicurissima del risultato.
Quindi, se vi fa schifo, ditemelo, ci tengo.
Non lo so, io spero vi piaccia, comunque ♥
dfirehuqwsyaxit5t4irju2445xjopasdèàùs+
Era tutto troppo serio, quindi ecco a voi un due secondi di sclero AHAHAHAHAHAHA
Ok, grazie a chi si fermerà  a leggere e chi recensirà, vi adorerò di più se lo fate u.u
AAHAHAHAHAHAHA
Questo è il mio twitter: @Lalla_Twi
Passate nell'altra mia storia, che è di uno stile diverso : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1248678&i=1 
Tanti baci e tanto amore,
Lalla xx


p.s. E' un angolo autrice cortissimo ç.ç
Buona lettura e recensite!! ♥




 



  
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