Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: _LunaRossa_    21/11/2012    2 recensioni
Scavo nella mia mente, tra i ricordi, e ti ritrovo lì, seduta nel box del canile ad aspettarmi... Quante cose sono cambiate da allora... La cosa che mi fa più male è che non capisco perchè anche noi non abbiamo potuto avere il nostro lieto fine...
Storia vera...tutta vera...
Storia mia...solo mia...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una flebile speranza.
Una speranza che allora non c’era.
Ma allora era tutto diverso...

 
 
Occhi arancioni; sì: proprio arancioni. Del colore dei papaveri quando non sono ancora sbocciati, del miele vecchio nel barattolo dimenticato sulla mensola della cucina, del cielo quando il sole si nasconde alla vista della bellezza della luna.
Pelo lungo, da lupo. Mantello marroncino e muso nero, come i cani da pastore che si vedono in Tv.
Orecchie all’ingiù, che danno al muso lupesco una strana nota di simpatia.
Sweety. Il nome dice tutto.


Occhi marroni. Ma non un marrone normale, opaco, scontato. C’era una luce strana in quegli occhi, come se dentro avessero una stella che brillava solo per lei. Il colore delle castagne che mi portava il nonno sul far dell’autunno, della corteccia degli alberi quando piove, dei miei occhi.
Pelo lungo, da lupo. Mantello nero focato, di un colore indescrivibile; sul collo era color cenere. Due macchie chiare sopra gli occhi, una sul petto a forma di cuore e altre più chiare sulle zampe.
Clara. Solo Clara.





Una giornata speciale, unica. Scelta del cane nuovo per i nonni.
Finalmente un cane mio. Finalmente è arrivato il momento che sogno da 17 anni.
Ma... manca qualcosa. Ma cosa?
.... Ah.... già... Dovrei essere felice.
La candidata numero uno è Sweety. A lei servirebbe proprio una casa grande, con un giardino in cui correre e una cuccia calda in cui dormire la notte. E, se c’è, anche una bella scorta di coccole e giochi.
Io ho quello che serve a lei. E forse lei ha quello che serve a me.
Una cagnolina bellissima, quella che tutti vorrebbero.
La vedo nel box, con addosso una voglia matta di uscire. Non incrocio il suo sguardo, lei è troppo agitata.
Sarà lei?

Una giornata come tante, scontata. La solita rutine: scuola, pranzo, canile, compiti.
Eppure... Proprio quella volta Cristian mi portò a vedere di persona i cani appena arrivati. Tre cagnoline. Belle, sì, ma non più di altri. Ne osservo una in particolare... pelo lungo e arruffato, aria da cucciola spaventata, niente di speciale.
Uno sguardo. È bastato uno sguardo, con la sua aria ingenua e curiosa, e la sua immagine mi si è impressa nella mente. Non so come, non riuscivo a mandarla via.
Una cagnolina anonima, quella a cui passi accanto girando l’angolo della strada e che ignori.
La rivedo oltre la grata. Cuore, perché proprio lei? Niente di speciale, un cane come gli altri.
Eppure...
Sarà lei?




“Sono stanco”
Sembra una scena da film, di quelle in cui il vecchio, dopo aver vissuto la sua vita e aver sopportato l’ennesimo dolore, si arrende, confessa di non farcela più.
Perché ora? Perché proprio ora?
Rimango in silenzio. Cosa dovrei dire? Che tanto mi prenderò io cura del cane? Che ho aspettato 17 anni per questa occasione? Che mi sta spezzando il cuore senza neanche rendersene conto?
Sono egoista. Sì, lo so. Sto pensando ai miei interessi, senza guardare i sentimenti degli altri. Mi dispiace. Ma non lo faccio per me. Lo faccio per due occhi che mi pregano di liberarla, di quattro zampe che vogliono solo un po’ d’erba su cui correre, di un cuore che non aspetta altro che aprirsi a qualcuno.
Ma più di così cosa devo fare? Cosa posso fare?

Adottata. Due volte. 
La prima è stata straziante. La seconda, accettata con rammarico e rassegnazione. Ma lei era felice. Lo sarebbe stata davvero, anche se io non ci sarei stata.
“Clara è morta, l’abbiamo trovata questa mattina sulle sponde del torrente che scorre dietro casa mia”
Poche parole scritte su uno schermo freddo, inespressivo. Non una telefonata, non un messaggio. Una scritta anonima, rivolta a nessuno.
E il vuoto nel cuore si riapre, questa volta è incolmabile. La morte ha tolto anche la più remota speranza di un futuro insieme, di un futuro felice per lei. La morte ha cancellato tutto, come se i miei sforzi, le mie lacrime, il mio tempo, i miei discorsi preparati dopo ore di progettazione, non fossero serviti a niente.
Non è rimasto niente.

 

 


Basta. Il mio cuore non ne può più.
Sono stanca di sperare, stanca di mettere tutta me stessa in qualcosa che alla fine mi sarà tolto, di nuovo.
Stanca di promettere un futuro migliore, che non arriverà mai.
Stanca di illudermi, di affezionarmi, di sognare. 


Mi dispiace, Sweety. Sono sicura che sarai scelta da un’altra famiglia che ti saprà donare tanto e che renderai felice.
Non posso fare di più.

Perdonami, Clara. Non ho avuto scelta.
Non ho potuto fare di più.
 

Eppure vedo tanti occhi tristi... In canile, sugli annunci di Facebook, ovunque... Sembra quasi che mi chiamino. Occhi che desiderano solo essere amati, che chiedono solo un angolino del nostro cuore da poter riempire.
Se una flebile speranza ancora c’è, perché non uno di loro? Perché devo scegliere?
Se invece anche quest’ultima scintilla si è spenta, perché mi è stata negata? Perché devo rinunciare al mio sogno?
 

Fato, perché Sweety?                                                                                                                                                                                                                   Cuore, perché Clara?

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: _LunaRossa_